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                          N. 22 - Febbraio 2007 
                                    
                                    LA 
                                    MONETAZIONE ‘D’IMPERO’ E ‘D’ALLEANZA’ DI 
                                    CROTONE 
                                    
                                    L’eredità di Sibari - Parte I 
                                  
                                  
                                  di 
                                  Antonio Montesanti 
                                    
                                  
                                  
                                  Definizione di polis 
                                  magnogreca 
                                  
                                    
                                  
                                  La natura individualistica delle città
                                  italiote non 
                                  riuscì a superare il concetto di 
                                  polis, cioè ad 
                                  allargare il contenuto della struttura 
                                  statale, fino a comprendere più centri urbani 
                                  con i loro territori e a creare un organismo 
                                  complesso, formato da un’unica città, capace 
                                  di inglobare entità minori, affinché si 
                                  articolasse quella rete di rapporti politici 
                                  ed economici che presiede alla formazione di 
                                  uno stato.  
                                  
                                    
                                  
                                  Benché non si possa negare alla Magna Grecia 
                                  una storia politica coerente, le mancano 
                                  organicità e unità; le colonie
                                  italiote 
                                  continuarono a vivere l’una indipendente 
                                  dall’altra consentendo soltanto
                                  coalizioni 
                                  occasionali, dettate da interessi privati o 
                                  particolari, o dalla volontà dell’annullamento 
                                  di egemonia di una sulle altre, dettato da un 
                                  peculiare senso d’indipendenza e di autonomia, 
                                  tipica della polis arcaica, che nascondeva una 
                                  forma d’egoismo, incapace di uno sviluppo 
                                  politico statale.  
                                  
                                    
                                  
                                  E quando questa situazione venne a sovvertirsi 
                                  in una sorta di 
                                  evoluzione politica naturale, gli stessi
                                  Italioti vietarono 
                                  all’un l’altro il costituirsi di un grande 
                                  stato, in grado di prendere il sopravvento 
                                  sugli altri.  
                                  
                                    
                                  
                                  Questa gravissima miopia 
                                  politicache trova riscontro fino ai 
                                  giorni nostri, favorirà, in seguito, la 
                                  disintegrazione delle stesse
                                  poleis 
                                  sotto l’urto di forze meno evolute, civilmente 
                                  e socialmente: la gelosa chiusura che 
                                  contrassegnò la vita di queste entità, che è 
                                  anche un titolo di nobile distinzione, non 
                                  riuscì a difenderle da aggressioni esterne o 
                                  da sudditanze altalenanti.  
                                  
                                    
                                  
                                  Le uniche strutture che 
                                  riusciranno a diversificarsi, secondo 
                                  un processo storico prolisso e lunghissimo, 
                                  dalle altre città della Magna Grecia, saranno 
                                  non a caso le due città poste ai margini 
                                  estremi dei confini 
                                  megaelladici, Taranto e Siracusa, in 
                                  grado di comprendere che la salvaguardia della 
                                  loro integrità territoriale era dovuta alla 
                                  propria costituzione di una superpotenza 
                                  autonoma, subordinata ad una diplomazia 
                                  politica super partes, 
                                  alla tenacia di un ‘esperto’ ceto dirigente e 
                                  ad una fiorentissima attività economica. 
                                  
                                    
                                  
                                  
                                  Se 
                                  la polis 
                                  italiota fu realmente una forma di 
                                  popolamento dalle caratteristiche ben precise 
                                  caratterizzata da un insediamento terriero su 
                                  una base alluvionale fluviale o paludosa, 
                                  coltivabile a cereali, delimitato da confini 
                                  naturali, allora è ovvio che mentre in un 
                                  primo periodo questa situazione poteva 
                                  soddisfare lo status quo e la sopravvivenza 
                                  naturale, in un secondo momento, nacquero 
                                  problemi di convivenza tra le stesse entità 
                                  politiche greche e quelle non greche. 
                                   
                                  
                                    
                                  
                                  La base economica, sulla quale il centro 
                                  urbano ellenico principale si era il fulcro di 
                                  un sistema costellato di centri minori 
                                  all’interno della sua 
                                  chora, non solo non trovò 
                                  mai, al pari dei Tirreni una forma definitiva 
                                  di sinecismo, ma 
                                  ben presto questa situazione portò ad una 
                                  disparità tra la collaborazione quasi servile 
                                  degli autoctoni, in genere dispersi nelle 
                                  campagne e sottoposti ad un lavoro 
                                  subordinato, e i centri urbani; la cui unica 
                                  eccezione è data da Elea, tra
                                  l’altro sorta 
                                  almeno due secoli dopo le principali
                                  poleis, alla quale 
                                  si riconosce un tipo di economia di tipo 
                                  marittimo a causa della sterilità del suolo (Strab. 
                                  VI 1, 1 252).
                                   
                                  
                                    
                                  
                                  
                                  Dopottutto 
                                  era impensabile, almeno fino alle soglie del 
                                  periodo classico, che una polis
                                  potesse sussistere 
                                  senza una base agricola, essenziale al 
                                  sostentamento degli abitanti. Laddove il tema 
                                  che ricorre spesso nelle tradizioni dei motivi 
                                  di contesa delle 
                                  città italiote, è 
                                  quello dei conflitti politici e sociali per il 
                                  possesso dei terreni da coltivare”. 
                                   
                                  
                                    
                                  
                                  Le poleis
                                  magnogreche 
                                  tentarono, ma non furono capaci, di costituire 
                                  un micro (o macro) 
                                  stato ‘supercittadino’, in epoche diverse, 
                                  dalle fattezze imperiali, ad iniziare con 
                                  Sibari e finendo con Taranto.  
                                  
                                    
                                  
                                  Nessuno dei tentativi riuscì a mantenere una 
                                  sorta di potere imperiale e la propria 
                                  grandezza a lungo: alla nascita di un impero 
                                  effimero ne corrispose sempre la morte di un 
                                  altro e la convivenza di due imperi contigui 
                                  fu raramente possibile senza il totale 
                                  annichilimento di uno dei due. 
                                  
                                    
                                  
                                  
                                  Crollo di Sibari 
                                  
                                    
                                  
                                  Lasciano da parte il problema della caduta di 
                                  Sibari, già affrontato altrove (s.v.
                                  La fine di Sibari:
                                  InStoria, n. 1 e 2), 
                                  è innegabile che prima di addentrarci nella 
                                  monetazione cotoniate, si debba 
                                  necessariamente analizzare la situazione 
                                  monetale sibarita, poiché la polis ionica 
                                  oltre a rappresentare il primo tentativo di 
                                  costituzione imperialista è anche precursore 
                                  della monetazione da cui le varie città 
                                  presero in un qualche modo spunto e a cui 
                                  Crotone si rifà in modo diretto e al momento 
                                  del suo crollo, operata dalla città lacinia 
                                  stessa, ne prosegue l’eredità accumulandone ed 
                                  emulandone la situazione al momento 
                                  dell’acquisizione territoriale.  
                                  
                                    
                                  
                                  Indipendentemente dalle cause dagli eventi e 
                                  dagli effetti, Sibari, emulando Corinto e 
                                  anticipando Atene, partner commerciale di
                                  Mileto e tramite 
                                  con l’Etruria, 
                                  aveva istituito “un’arte commerciale”
                                  di ampio respiro, 
                                  per cui doveva essere necessaria 
                                  un’adeguata potenzialità di scambio che si 
                                  tradusse in breve tempo in una
                                  iper produzione 
                                  monetale (probabilmente la prima dell’Italia 
                                  peninsulare) di elevato peso economico, 
                                  sociale, storico, politico e… reale! 
                                   
                                  
                                    
                                  
                                  La monetazione di Sibari 
                                  
                                    
                                  
                                  La monetazione di Sibari del periodo anteriore 
                                  alla sua distruzione, pur essendo
                                  estremamente 
                                  numerosa è estremamente semplice nella 
                                  tipologia, che ricalca principalmente il tipo 
                                  del simbolo civico.  
                                  
                                    
                                  
                                  Il D/ è rappresentato da un possente toro 
                                  gradiente verso destra e con testa rivolta a 
                                  sinistra, mentre la testa rivolta a destra
                                  viene attribuita 
                                  alla Sibari dopo la sua distruzione (post
                                  
                                  510 a.C.); il R/ invece 
                                  è sempre l’incuso 
                                  del dritto. Lo statere in argento riporta 
                                  sempre l’iscrizione posta 
                                  al di sopra del dorso dell’animale, 
                                  quasi sempre al dritto, e, se si esclude un 
                                  unico esemplare in cui si legge per esteso
                                  
                                  
                                  SUBARITAS, 
                                  è 
                                  sempre “MV”. 
                                  
                                  Il sistema ponderale utilizzato è quello 
                                  acheo-corinzio, i 
                                  nominali, statere e dramma (=1/3 di 
                                  statere), presentano lo stesso tipo, come del 
                                  resto anche l’obolo. 
                                  
                                    
                                  
                                  Dal tipo principale derivano quattro
                                  tipi base, di cui i 
                                  primi tre rappresentano la classe più numerosa 
                                  in assoluto a cui ne seguono altre sei, 
                                  numericamente meno importanti:  
                                  
                                    
                                    
                                      | 
                                      
                                      
                                      PRIMA SERIE, 
                                      tipi con toro in rilievo al D/ e rovescio
                                      incuso del D/.
                                       
                                      
                                      Legenda assente 
                                      
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      I-A | 
                                        |  
                                  
                                    
                                  
                                    
                                    
                                      | 
                                      
                                      
                                      SECONDA SERIE, 
                                      tipi con toro in rilievo al D/ e rovescio
                                      incuso del D/.
                                       
                                      
                                      
                                      Legenda singola presente solo 
                                      sul D/ 
                                      
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      II-A: 
                                      VM al D/ nel campo in alto | 
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      II-B: 
                                      VM al D/ in esergo 
                                      
                                        | 
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      II-C: 
                                      MV al D/ nel campo in alto 
                                      
                                        | 
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      II-D: 
                                      MV al D/ in esergo 
                                      
                                        | 
                                        |  
                                  
                                    
                                    
                                      | 
                                      
                                      
                                      TERZA SERIE, 
                                      tipi con duplice legenda presente sul D/ e 
                                      sul R/ 
                                      
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      III-E:
                                      SUBARITAS (retr.) 
                                      al D/ in esergo 
                                      
                                         VM al R/ nel campo 
                                      in alto 
                                      
                                        | 
                                      
                                      
                                      stateri,
                                      dramme 
                                      
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      III-F: 
                                      VM al D/ e al R/ nel campo in alto 
                                      
                                        | 
                                      
                                      Stateri 
                                      
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      III-G: 
                                      VM al D/ e al R/ in esergo 
                                      
                                        | 
                                      
                                      Stateri 
                                      
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      III-H: 
                                      MV al D/ nel campo in alto e in esergo 
                                      
                                        | 
                                      
                                      Stateri 
                                      
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      III-I: 
                                      MV al D/ in esergo e al R/ nel campo in
                                      alto | 
                                      
                                      Stateri |  
                                  
                                    
                                  
                                  A queste prime due serie, se
                                  ne aggiungono altre 
                                  due che appaiono peculiari e differenti e 
                                  fondamentali per gli elementi che riportano, 
                                  secondo la classificazione operata da A.
                                  Stazio (Atti del 
                                  Convegno di Taranto – 1982), che    
                                  
                                  si distinguono dalle altre per l’iscrizione 
                                  che riportano, NIKA l’una e un ramo di alloro, 
                                  l’altra. 
                                  
                                    
                                    
                                      | 
                                      
                                      
                                      TERZA SERIE, 
                                      tipi con simboli di vittoria sul D/ e sul 
                                      R/ 
                                      
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      III-L: 
                                      D/ VM in esergo; nel campo in alto: ramo 
                                      d’alloro e bordo perlinato in rilievo 
                                      
                                      R/nel campo in alto: ramo d’alloro 
                                      
                                        | 
                                      
                                      
                                      statere, 
                                      unicum, coll. De 
                                      Luynes, 554  |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      III-M: 
                                      D/ MV in esergo, nel campo in alto
                                      NIKA 
                                      
                                      R/ MV in esergo, bordo perlinato in
                                      rilievo 
                                      
                                        | 
                                      
                                      4 stateri, tutti da unica coppia di coni  |  
                                  
                                    
                                  
                                  
                                  Cronologia 
                                  
                                    
                                  
                                  I dati per una successione cronologica hanno 
                                  consentito di sistemare ed organizzare le 
                                  serie ed i tipi: 
                                  
                                    
                                  
                                  - La maggior parte delle monete sibarite, 
                                  dunque, si possono raggruppare in due gruppi, 
                                  ambedue con la leggenda identificativa 
                                  dell’etnico, MV, ma 
                                  distinte a seconda della posizione dello 
                                  stesso, che questo si trovi nel campo (tipo A) 
                                  o in esergo (tipo B).  
                                  
                                    
                                  
                                  - L’esemplare n° 
                                  90 della collezione 
                                  Fabricius, tipo I-B, presenta 
                                  l’iscrizione MV ribattuta su VM. La forma 
                                  retrograda è presente nel 90% dei casi e non
                                  risulta mai 
                                  presente insieme a quella progressiva sulla 
                                  stessa moneta, elemento che lascia adito a 
                                  poche ipotesi dando una successione 
                                  cronologica definita.  
                                  
                                    
                                  
                                  - Il Ripostiglio di 
                                  Sambiase (IGCH, n. 1872) è un gruppo
                                  di argenti che 
                                  vennero sepolti nella seconda metà del VI sec. 
                                  a.C. nell’omonima 
                                  cittadina calabrese e che era composto da 1 
                                  barretta di argento, 56 stateri di Sibari 
                                  della classe A e 2 monete di Corinto del primo 
                                  periodo Ravel. In 
                                  particolare queste ultime due sono 
                                  rapportabili, per il periodo più antico, con i 
                                  ripostigli di Taranto 1911 (IGCH 1874) e
                                  Selinunte 1985 (ANSMN, 
                                  33, 1988, pp. 1 ss.) e ci restituiscono il 
                                  termine post 
                                  quem per l’inizio della datazione, 
                                  e quindi dell’intera monetazione sibarita, del 
                                  tipo I-A, poiché i “pegasi” 
                                  corinzi sono unanimemente datati tra il 560 e 
                                  il
                                  
                                  515 a.C.
                                   
                                  
                                    
                                  
                                  Da questo ripostiglio proviene anche 
                                  l’esemplare n° 52 
                                  il quale presenta, oltre al primo VM al D/, 
                                  originale di conio, anche un secondo VM 
                                  “graffito” in esergo, tipico della classe B 
                                  (tipo I-B). 
                                  
                                    
                                  
                                  La doppia presenza, del retrogrado o del 
                                  progressivo ha fatto pensare o ad una 
                                  successione cronologica o due officine 
                                  monetarie nella città. 
                                  
                                    
                                  
                                  Si possono stilare, a questo punto elementari 
                                  considerazioni ed alcuni elementi di 
                                  cronologia.  
                                  
                                    
                                  
                                  Il dato più attendibile per la localizzazione 
                                  cronologica delle monete è il tesoretto di
                                  Sambiase da cui si 
                                  ricava la data comunemente accettata per la 
                                  nascita della monetazione sibarita e 
                                  riferibile alla metà del VI sec.
                                  a.C., 
                                  tuttavia tutte queste considerazioni si basano 
                                  su ipotesi e calcoli assolutamente 
                                  arbitrari:le monete di Corinto, visto l’ottimo 
                                  stato di conservazione, sono datate in un 
                                  periodo compreso tra il 570/560 al
                                  
                                  515 a.C., 
                                  e quindi all’interno di una forbice comunque 
                                  troppo ampia visto che le monete si possono 
                                  inquadrare alla metà del periodo indicato, 
                                  cioè al
                                  
                                  540 a.C., 
                                  con ipotesi sulla data di sepoltura intorno al
                                  
                                  520 a.C.  
                                  
                                    
                                  
                                  Tra la nascita delle coniazioni sibarite e la 
                                  fine della città, si assiste a coniazioni
                                  del tutto regolari e solo 
                                  nell’ultimo periodo si vedono delle 
                                  variazioni, come ad esempio l’etnico, che 
                                  cambia verso da retrogrado a progressivo, e 
                                  l’apparire ad es. della legenda NIKA 
                                  riferibile al periodo degli scontri con 
                                  Crotone o al periodo immediatamente 
                                  successivo. 
                                  
                                    
                                  
                                  
                                  La monetazione ‘imperiale’ di Sibari 
                                   
                                  
                                    
                                  
                                  Alle tipologie delle serie 
                                  base (I-III) si aggiungono alla 
                                  monetazione sibarita alcune serie che vengono 
                                  definite “imperiali” o  
                                  “d’alleanza”. Tra queste, quelle che pare 
                                  essere la più antica è 
                                  quella incusa 
                                  con la serie del toro 
                                  retrospiciente e la leggenda 
                                  
                                  SIRINOS-PUC 
                                  e 
                                  
                                  SIRINOS-PUCOES 
                                  (Fig. 1). 
                                  
                                    
                                    Fig. 
                                  1 
                                  
                                    
                                  
                                  La leggenda sembra porre, i centri presenti 
                                  sulle monete, su un piede di parità
                                  tra di loro. 
                                  Nessuna comunità si distingue da un’altra nei 
                                  riguardi del ricchissimo centro ionico, e non 
                                  è possibile, in altre emissioni, poter 
                                  distinguere una città rispetto ad un’altra.
                                   
                                  
                                    
                                  
                                  Per queste emissioni sembrano potersi 
                                  considerare esclusivamente due ipotesi. 
                                   
                                  
                                    
                                  
                                  Per la maggior parte degli studiosi queste 
                                  prime monete, in cui si attesta la presenza di 
                                  un doppio etnico (VM e 
                                  
                                  SIRINOS-PUCOES;
                                  Fig. 2) 
                                  , 
                                  
                                  la sopravvissuta Siri, dopo la distruzione 
                                  operata da Sibariti, 
                                  Metapontini e 
                                  Crotoniati attorno al
                                  
                                  560 a.C., 
                                  e ormai ridotta ad un piccolo borgo, sarebbero 
                                  state coniate nel momento in cui la città 
                                  dominante (Sibari) cadde, rivendicando, quella 
                                  dominata (Siri), la propria indipendenza e che 
                                  sarebbero state emesse solo dopo la caduta il 
                                  crollo del centro ionico ad opera dei
                                  crotoniati; queste 
                                  comunità avrebbero costituito così il 
                                  tentativo dei centri vicini di affermare la 
                                  propria libertà dopo gli avvenimenti del
                                  
                                  510 a.C. 
                                  
                                    
                                    Fig. 
                                  2 
                                  
                                    
                                  
                                  Non mancano però neanche correnti differenti, 
                                  e che in parte ci sentiamo di condividere, 
                                  secondo cui 
                                  Sirinos, città indigena
                                  di imprecisata 
                                  posizione ma comunque nei pressi di
                                  Pissunte (attuale
                                  Policastro 
                                  Bussentino), ed entrata in contatto o sotto la 
                                  sfera d’influenza sibarita, abbia emesso delle 
                                  monete contemporanee, incoraggiate dallo 
                                  stesso centro acheo per poter gestire 
                                  economicamente meglio la regione o il suo 
                                  sistema di città federate.  
                                  
                                    
                                  
                                  La presenza del toro sibarita, quindi, su 
                                  emissioni con leggenda 
                                  
                                  SIRINOS-PUCOES, 
                                  potrebbe essere il segno, il simbolo 
                                  indelebile dell’egemonia di Sibari sulle altre 
                                  due città. Lo studioso francese
                                  Perret esprimeva 
                                  già il parere che, monete di questo tipo, si 
                                  dovevano considerare “emissioni d’impero”, 
                                  come quella con la leggenda AMI (Fig. 
                                  3), abbreviazione di
                                  Aminea (non 
                                  lontano da Petilia 
                                  Lucana) e quelle a doppio rilievo con la 
                                  leggenda 
                                  
                                  LAI-NOS 
                                  o 
                                  
                                  LAI-MON 
                                  (Fig. 4) e quelle 
                                  con la leggenda 
                                  
                                  MO 
                                  
                                  (per SONTIA; Fig. 
                                  5). 
                                  
                                    
                                   Fig. 
                                  3 
                                  
                                    
                                  
                                    
                                    Fig. 
                                  4 
                                  
                                  
                                    
                                  
                                  
                                    
                                  
                                    Fig. 
                                  5 
                                  
                                    
                                  
                                  Questi esemplari, di cui fa parte anche lo 
                                  splendido statere a leggenda 
                                  
                                  SER 
                                  
                                  (Fig. 6), 
                                  ovviamente accostata all’epigrafe del trattato 
                                  tra Sibari e i 
                                  
                                  SERDAIOI,
                                  sarebbero quindi la 
                                  prova del passo di 
                                  Strabone, in cui il geografo di
                                  Apamea afferma che 
                                  Sibari aveva il dominio su 4
                                  ethne 
                                  e 25 città (Strab. 
                                  VI 1, 13,
                                  
                                  263C) accostando ad
                                  esso i frammenti di
                                  Ecateo di
                                  Mileto (Ecat.,
                                  FGrHist 
                                  1 FF 64-71), su alcune città dell’Enotria:
                                  Arynthe,
                                  Artemision,
                                  Erimon,
                                  Ixias,
                                  Menekine,
                                  Kossa,
                                  Kyterion,
                                  Melanios,
                                  Ninaia, 
                                  che si suppone egli conoscesse bene visti i 
                                  rapporti tra le due città, riportate nel 
                                  lessico di Stefano Bizantino. 
                                  
                                    
                                    Fig. 
                                  6 
                                  
                                    
                                  
                                  È necessario sottolineare 
                                  che il passo straboniano 
                                  intendesse “…significare che sia le une che le 
                                  altre avevano conservato una autonoma identità 
                                  politica a differenza di coloro che erano 
                                  stati inglobati nella compagine cittadina”. 
                                  
                                    
                                  
                                  Le monete a doppia legenda riguardanti Siri 
                                  e/o Pissunte 
                                  potrebbero avere avuto un tipo di
                                  collocazione 
                                  all’interno dell’impero sibarita e servono da 
                                  cartina tornasole in quanto elemento di 
                                  paragone con il futuro impero
                                  crotoniate. 
                                   
                                  
                                    
                                  
                                  L’area ionica, compresa tra Sibari e Taranto, 
                                  ha sempre costituito un importante punto di 
                                  ‘contatto’ in grado di richiamare l’attenzione 
                                  di popoli diversi, che spesso
                                  entrarono in guerra 
                                  tra loro per poterne ottenere i privilegi di 
                                  cui per prima usufruì la “ionica” Siri, città 
                                  talmente potente da essere alla stregua di 
                                  Sibari, come potenza politica ed economica, al 
                                  livello di scambi commerciali e che, al 
                                  momento della fondazione delle
                                  subcolonie, per 
                                  non rimanere esclusa dal ‘commercio’ del 
                                  mercato italiota, 
                                  che vide implicate tutte le città
                                  magnogreche, abbia 
                                  fondato Pissunte.
                                   
                                  
                                    
                                  
                                  All’interno della costante storica, che vede 
                                  la contrapposizione di due potenze in 
                                  espansione culminare con un conflitto aperto, 
                                  le enormi potenzialità sibarite
                                  vennero infastidite 
                                  e contrastate dalla colonia
                                  sirina nel loro 
                                  fiorente commercio.  
                                  
                                    
                                  
                                  Solo dopo un processo congetturale di questo 
                                  tipo, si può intuire il perché della 
                                  distruzione di Siri, da cui solo Sibari e 
                                  Metaponto ne 
                                  ottennero dei vantaggi, allorquando i primi 
                                  invitarono gli Achei a fondare una 
                                  colonia nella Siritide 
                                  per “potersi spartire quella regione” (Anthioc.
                                  FrgHist 
                                  555 F12).   
                                  
                                    
                                  
                                  Sibari avrebbe allora coniato delle monete per 
                                  indicare, sia la vittoria sugli Ioni di Siri e 
                                  sulla sua colonia, sia per 
                                  sottolinearne il possesso, cioè per 
                                  ‘propagandare’ la sua potenza, ed in seguito 
                                  per gestirne meglio il territorio. La presenza 
                                  dell’etnico diverso sul tipo del toro 
                                  sibarita, indica chiaramente una nuova 
                                  riorganizzazione di tipo federale, forse una 
                                  lega, tra Sibari Metaponto e Crotone, i quali 
                                  parteciparono e contribuirono alla distruzione 
                                  di Siri, fosse totalmente sottoposta alla 
                                  giurisdizione e al potere sibarita, che
                                  ne assumeva 
                                  totalmente la guida politica: una lega achea
                                  magnogreca che 
                                  ricalcasse le caratteristiche della lega achea 
                                  in Ellade. 
                                  
                                    
                                  
                                  La  
                                  distruzione di Siri, impresa comune 
                                  della lega, per lo meno militare, tra 
                                  Sibariti, Crotoniati 
                                  e Metapontini, a 
                                  cui spettò per primi l’iniziativa (Just. XX 2, 
                                  3), fu ricca di vantaggi per le due città 
                                  confinanti con il territorio della città 
                                  lucana, al contrario di Crotone, che
                                  venne sfruttata 
                                  solo nell’affiancamento militare delle 
                                  consorelle achee in una guerra che sembra 
                                  apparentemente priva di vantaggi.  
                                  
                                    
                                  
                                  Sibari si assicurava la “presidenza” della 
                                  lega, creando, inoltre, un sistema
                                  di alleanze che gli 
                                  avrebbe concesse sulle altre città un certo 
                                  controllo pur preservandone una certa 
                                  autonomia delle stesse rispetto alla propria 
                                  centralità.  
                                  
                                    
                                  
                                  Con la presenza di un sub-stato cotoniate a 
                                  sud in grado di preservare un cuscinetto 
                                  territoriale con Locri, nell’occupazione 
                                  dell’istmo 
                                  scilletico-ipponiate, da parte di 
                                  Crotone, Sibari si sarebbe preoccupata di 
                                  controllare esclusivamente i confini 
                                  settentrionali, una volta in possesso di Siri 
                                  della quale aveva 
                                  inglobato la 
                                  chora, situazione ribadita 
                                  dalle emissioni 
                                  
                                  SIRINOS-PUCOES.
                                   
                                  
                                    
                                  
                                  Il tipo di dominio che Sibari tendeva a 
                                  crearsi era un tipo legato completamente agli 
                                  accordi che le città (ed i popoli) stabilivano 
                                  con essa, la cui 
                                  tipologia federale è intuibile, e forse 
                                  presumibile dagli incusi, 
                                  metodo con cui Sibari formalizzò il suo 
                                  sistema imperiale che verrà preso da esempio 
                                  da molti altre città-stato,
                                  italiote prima ed 
                                  italiche successivamente, a cominciare proprio 
                                  da Crotone.  
                                  
                                    
                                  
                                  Anticipatrice in tutto ‘dell’esperienza
                                  romana’, Sibari 
                                  appare come la creatrice di un Impero basato 
                                  su una elasticità 
                                  pratica di fatto, l’essere padrona e 
                                  contemporaneamente guida e riferimento di una 
                                  immensa alleanza.  
                                  
                                    
                                  
                                  Crotone, anche se va da sé, abbia preso spunto 
                                  per quanto riguarda 
                                  questo tipo di legittimazione ‘imperiale’ e 
                                  che le sue monete avranno proprio lo stesso 
                                  valore di quello Sibarita. 
                                  
                                    
                                  
                                  
                                  L’eredità di Sibari 
                                  
                                  
                                    
                                  
                                  
                                  Monetazione di Crotone ante
                                  
                                  510 a.C. 
                                  
                                    
                                  
                                  Secondo le teorie più accreditate, la 
                                  monetazione di Crotone avrebbe avuto inizio in 
                                  un periodo successivo compreso tra i 30 e i 50 
                                  anni rispetto a quella di Sibari (540/30 – 
                                  520/10 a.C.). 
                                  Ultimamente si sta facendo strada l’ipotesi di 
                                  collegare il treppiedi cotoniate, non più alla 
                                  leggenda ecistica 
                                  di fondazione della città, in cui
                                  Miscello avrebbe 
                                  preso gli auspici a Delfi bensì con la 
                                  vittoria sul Traente e con il grande tripode, 
                                  offerto ad apollo nello stesso santuario, come 
                                  decima o donario 
                                  votivo.  
                                  
                                    
                                  
                                  Nel D/ delle primissime coniazioni si trova 
                                  uno splendido tripode con disegno uniforme a 
                                  tutto campo con tre anelli lungo il bordo del 
                                  bacino superiore (tipo 
                                  
                                  a) 
                                  il cui R/ è rappresentato dall’incuso 
                                  del dritto. Su un lato del tripode, lungo
                                  uno dei due piedi frontali 
                                  è incisa la leggenda abbreviata 
                                  
                                  
                                  %PO. 
                                  Lo statere in argento del peso di
                                  
                                  8,1 g.
                                  ca. segue il 
                                  sistema ponderale acheo-corinzio, risulta 
                                  diviso in tre dracme.  
                                  
                                    
                                  
                                  La base di tutte le coniazioni
                                  è data dagli 
                                  elementi sopraccitati, ma essi saranno 
                                  passibili di sviluppi e di evoluzioni più o 
                                  meno significativi. Il tondello della prima 
                                  monetazione incusa 
                                  è di norma largo e piatto, 
                                  col passare del tempo esso si farà sempre più 
                                  stretto e più spesso, divenendo il preludio 
                                  alla monetazione a doppio rilievo. La leggenda 
                                  appare a volte più 
                                  completa, QPOT, QPOTO, QPOTON, mentre 
                                  solo più tardi, alla fine del V sec. a.C.
                                  il Q sarà 
                                  sostituito dal K e l’O dalla 
                                  
                                  W. 
                                  
                                    
                                  
                                  Il tripode, nella fase più tarda (fine V - 
                                  inizio IV sec. a.C.), 
                                  presenterà i tre anelli, disposti lungo il 
                                  bordo del bacino nel tipo 
                                  
                                  a, 
                                  disposti su un alto collo emergente dal centro 
                                  del bacino (tipo 
                                  
                                  b).
                                   
                                  
                                    
                                  
                                  Nei tipi successivi al primo inizieranno ad 
                                  apparire dei simboli fissi sulle monete: il 
                                  granchio o l’airone e che a loro volta
                                  verranno affiancati 
                                  da simboli variabili: la lira, il delfino, 
                                  l’associazione delfino-polpo, l’arco e la 
                                  foglia d’edera. 
                                  
                                    
                                    
                                      | 
                                      
                                      
                                      PRIMA SERIE, 
                                      tipo con tripode (tipo
                                      
                                      
                                      a) 
                                      e R/ incuso 
                                      del D/. Legenda QPO/QPOTO |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      I-A | 
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      SECONDA SERIE, 
                                      tipi con tripode (tipo
                                      
                                      
                                      a); 
                                      R/ incuso del 
                                      D/. Legenda QPO/QPOTO |  
                                      | 
                                      
                                        | 
                                      
                                      SIMBOLI FISSI | 
                                      
                                      SIMBOLI VARIABILI | 
                                      
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      II-A | 
                                      
                                      Granchio | 
                                      
                                      - | 
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      II-B | 
                                      
                                      Granchio | 
                                      
                                      Lira | 
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      II-C | 
                                      
                                      Granchio | 
                                      
                                      Delfino | 
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      II-D | 
                                      
                                      Granchio | 
                                      
                                      Delfino-Polpo 
                                      
                                        | 
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      TERZA SERIE, 
                                      tipi con tripode (tipo 
                                      
                                      a-b); 
                                      R/ incuso del 
                                      D/. Legenda QPO/QPOTO |  
                                      | 
                                      
                                        | 
                                      
                                      SIMBOLI FISSI | 
                                      
                                      SIMBOLI VARIABILI | 
                                      
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      III-A | 
                                      
                                      Airone | 
                                      
                                        | 
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      III-B | 
                                      
                                      Airone | 
                                      
                                      Arco | 
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      III-C | 
                                      
                                      Airone | 
                                      
                                      Foglia di Edera | 
                                      
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      QUARTA SERIE, 
                                      tipi con tripode (tipo 
                                      
                                      a); 
                                      R/ incuso del 
                                      D/. Legenda QPO/QPOTO |  
                                      | 
                                      
                                        | 
                                      
                                      SIMBOLI FISSI | 
                                      
                                      SIMBOLI VARIABILI | 
                                      
                                        |  
                                      | 
                                      
                                      
                                      IV-A | 
                                      
                                      Delfino (incuso) | 
                                      
                                        | 
                                        |  
                                  
                                    
                                  
                                  Per la datazione della prima serie della 
                                  monetazione di 
                                  Crotone sono fondamentali gli studi sulle
                                  riconiazioni, 
                                  studiate dal Garraffo. 
                                  In particolare viene 
                                  utilizzata per questo scopo un esemplare a 
                                  tondello largo, senza simbolo (quindi tra le 
                                  prime emissioni) che è 
                                  riconiato su uno statere di Corinto con 
                                  il R/ incuso a 
                                  svastica e che figura tra le emissioni più 
                                  arcaiche della città ellenica. Datata dal
                                  Ravel in un primo 
                                  momento tra il 624-585
                                  a.C., 
                                  attualmente viene definita cronologicamente 
                                  dal Bicknell e da
                                  Kraay al 530 ed al 
                                  540-535 
                                  a.C. dal
                                  Garraffo, 
                                  datazione di partenza delle emissioni di 
                                  Crotone.  
                                  
                                    
                                  
                                  
                                  Kraay 
                                  sintetizza nei suoi studi un inizio delle 
                                  emissioni per Sibari e Metaponto intorno al
                                  
                                  550 a.C., 
                                  per Crotone al
                                  
                                  530 a.C. e per
                                  Caulonia e
                                  Poseidonia al
                                  
                                  525 a.C.; 
                                  anche se attualmente molti studiosi non hanno 
                                  ancora abbandonato l’ipotesi che tutte e tre 
                                  le prime città, unite in una sorta di lega, 
                                  abbiano dato inizio alla coniazione 
                                  contemporanea delle monete intorno al
                                  
                                  530 a.C., 
                                  collegando l’inizio della monetazione 
                                  all’arrivo di Pitagora in Magna Grecia, che 
                                  fino a pochi anni fa veniva negata dagli 
                                  studiosi per questioni di incoerenza 
                                  cronologica. 
                                  
                                    
                                  
                                  Al periodo compreso tra il 520-510
                                  a.C., 
                                  lo studioso locale, P. 
                                  Attianese attribuisce la seconda serie, 
                                  quella su cui appaiono i simboli dell’airone e 
                                  del Granchio. L’attestazione più importante
                                  risulta dal 
                                  riscontro fatto sulla lega del metallo, che 
                                  presenta una quantità superiore al 900/1000 
                                  d’argento, evidentemente quando la 
                                  polis raggiunse una notevole agiatezza 
                                  economica normalmente collocata nell’età di 
                                  Pitagora. Le monete non sono formate solo da 
                                  stateri ma anche da nominali minori e i 
                                  simboli, presenti anche su
                                  quest’ultimi, sono 
                                  stati interpretati come segni di controllo. 
                                  
                                    
                                  
                                  
                                  Eppure 
                                  non sembra che Crotone abbia ottenuto dei 
                                  vantaggi notevoli dopo la presa di Sibari, se 
                                  non alcuni vantaggi di tipo
                                  territorial-agrario, 
                                  ossia l’aumento del suolo coltivabile.
                                  In effetti la 
                                  guerra sarebbe stata inspiegabile, se non 
                                  dovuta ad una politica di tipo imperialista 
                                  che costrinse Crotone ad una difesa e ad un 
                                  contrattacco violentissimo, onde evitare una 
                                  rinascita che le avrebbe creato ancora 
                                  notevoli problemi.  
                                  
                                    
                                  
                                  Fino ad ora abbiamo analizzato quelle 
                                  monetazioni che vengono 
                                  considerate completamente indipendenti delle 
                                  due città e solo in un secondo periodo, 
                                  normalmente inquadrato tra il 520 e il
                                  
                                  500 a.C., 
                                  sarebbero state coniate monete commemorative 
                                  c.d. ‘d’alleanza’, 
                                  con altre città limitrofe, sull’esempio di 
                                  Sibari, quando i rapporti tra le due città 
                                  cambiano radicalmente e che vengono attestati 
                                  da uno statere introdotto sul finire del VI 
                                  sec a.C.: 
                                  
                                    
                                  
                                  D/ Tripode delfico 
                                  con piedi leonini, a sin. QPO 
                                  
                                  R/ Toro stante a 
                                  d., retrospiciente, 
                                  su base tratteggiata, 
                                  incuso, in esergo, MV in rilievo.
                                  (fig. 7) 
                                  
                                    
                                    
                                  
                                  
                                  Fig. 7 
                                  
                                    
                                  
                                  Per alcuni questa sarebbe un’emissione che 
                                  attesterebbe una qualche forma
                                  di alleanza tra i 
                                  centri ionici, mentre secondo uno studio di A.
                                  Stazio, lo statere 
                                  sarebbe la dimostrazione provata, vista la 
                                  presenza del tripode al D/, dell’avvenuta 
                                  sottomissione di Sibari a Crotone e della sua 
                                  non totale cancellazione come entità autonoma, 
                                  ma come città in grado di mantenere il diritto 
                                  di battere moneta, pur essendo ad essa 
                                  subordinata.  
                                  
                                    
                                  
                                  Sappiamo di alcuni 
                                  tentativi di ricostruzione di una seconda e 
                                  terza Sibari, senza successo ed in seguito ad 
                                  una infruttuosa costruzione di una Sibari sul 
                                  Traente. Ancora come altre questioni sibarite, 
                                  rimane irrisolta quella di una probabile 
                                  ricostruzione o ipotetica sopravvivenza di una 
                                  Sibari di stampo 
                                  crotoniate, detta ‘Sibari
                                  II’.  
                                  
                                    
                                  
                                  
                                  Attianese, 
                                  pur confermando il fatto 
                                  che Crotone strinse un’alleanza con 
                                  Sibari II, o meglio con i superstiti della 
                                  città, pone prima il dubbio se queste monete 
                                  non possano essere realmente state battute 
                                  prima della distruzione della città, ipotesi 
                                  che però in seguito ad una breve narrazione 
                                  storica viene immediatamente accantonata. 
                                  Probabilmente la vita sociale dei Sibariti 
                                  continuò nella piana del 
                                  Crati, con
                                  
                                  la Sibari II retta, forse da 
                                  un governo fantoccio (forse pitagorico?) in 
                                  questo modo i doppi emblemi monetari 
                                  “…avrebbero soddisfatto, con la coniazione di 
                                  una moneta d’alleanza, la parvenza di 
                                  un’autonomia di governo instaurato dai 
                                  vincitori”. 
                                  
                                    
                                  
                                  Ma non è bene escludere anche altre teorie, 
                                  secondo cui la stessa città
                                  pitagorea 
                                  appropriandosi dell’esperienza 
                                  di Sibari ed in base a ciò, ed anche in base 
                                  ai bisogni di commercio, si fa erede, “buona e 
                                  liberatrice” del territorio; per sancire 
                                  questa eredità, fa battere una moneta con al 
                                  dritto il tipo col tripode ed al rovescio il 
                                  toro sibarita.  
                                  
                                    
                                  
                                  La maggior parte degli studiosi
                                  sono propensi a 
                                  vedere in questa ricostruzione la linea 
                                  pitagorica di restituzione della
                                  Sibaritide ai 
                                  Sibariti ed in particolare alla frangia 
                                  aristocratica fuggita dalla politica 
                                  antioligarchica di Telys, 
                                  nonché ai gruppi 
                                  oligarchico-cavallereschi che 
                                  disertarono nella battaglia del Traente. |