N. 26 - Febbraio 2010 
                          
                          (LVII)
																						VENDOLA, SINISTRA DI LIBERTà
																						Vittoria annunciata e osteggiata
																						di Laura Novak
																						 
																			
																			
																			
																			Il 
																			2009 
																			è 
																			stato 
																			per 
																			lui 
																			un 
																			anno 
																			difficile, 
																			sia 
																			per 
																			delicate 
																			questioni 
																			personali, 
																			sia 
																			per 
																			eventi 
																			politici 
																			di 
																			rilievo.
																			
																			 
																			
																			
																			Condannato 
																			da 
																			molti 
																			per 
																			essere 
																			traditore 
																			del 
																			partito 
																			che 
																			lo 
																			ha 
																			lanciato 
																			definitivamente 
																			nella 
																			sfera 
																			politica,
																			
																			Rifondazione 
																			Comunista, 
																			nel 
																			2010 
																			la 
																			sua 
																			carriera 
																			si 
																			apre 
																			con 
																			una 
																			schiacciante 
																			vittoria.
																			
																			
																			Ed 
																			il 
																			suo 
																			riscatto 
																			è 
																			avvenuto 
																			tramite 
																			l’acclamazione 
																			del 
																			popolo.
																			
																			
																			Lui 
																			è 
																			Nichi 
																			Vendola, 
																			divenuto 
																			nell’ultimo 
																			anno, 
																			simbolo 
																			di 
																			una 
																			nuova 
																			sinistra 
																			democratica 
																			e 
																			libertaria.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			salita 
																			di 
																			certo 
																			sembra 
																			essere 
																			lunga 
																			e 
																			faticosa; 
																			Vendola, 
																			ormai 
																			isolato 
																			da 
																			una 
																			sinistra 
																			che 
																			lo 
																			ha 
																			rinnegato, 
																			lontano 
																			anni 
																			luce 
																			dalla 
																			vecchia 
																			guardia 
																			di 
																			rifondazione 
																			comunista, 
																			deve 
																			rifondare 
																			un 
																			partito 
																			ed 
																			un 
																			ideale, 
																			oscurato 
																			e 
																			appannato 
																			da 
																			anni 
																			di 
																			sbagli 
																			ed 
																			ipocrisia.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			sua 
																			vita 
																			politica, 
																			cominciata 
																			nel 
																			2005, 
																			con 
																			la 
																			vittoria 
																			delle 
																			regionali 
																			della 
																			Puglia, 
																			inizia 
																			ad 
																			essere 
																			percorso 
																			dissidente 
																			nel 
																			2008, 
																			quando 
																			annuncia 
																			l’intenzione 
																			di 
																			appoggiare 
																			fino 
																			in 
																			fondo 
																			un 
																			processo 
																			di 
																			profonda 
																			rifondazione 
																			della 
																			sinistra 
																			italiana, 
																			democratica 
																			ed 
																			estrema.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Le 
																			elezioni 
																			politiche 
																			del 
																			2008 
																			si 
																			erano, 
																			infatti, 
																			rivelatesi 
																			una 
																			vera 
																			e 
																			propria 
																			Caporetto 
																			per 
																			quel 
																			PD, 
																			tanto 
																			desiderato 
																			da 
																			Veltroni.
																			
																			
																			Un 
																			partito 
																			embrionale, 
																			troppo 
																			eterogeneo, 
																			dai 
																			grandi 
																			temi, 
																			ma 
																			dagli 
																			scarsissimi 
																			mezzi.
																			
																			
																			La 
																			sconfitta 
																			fu 
																			cocente.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Vendola, 
																			unico 
																			esponente 
																			in 
																			carica 
																			di 
																			quel 
																			partito, 
																			ad 
																			avere 
																			ancora 
																			intatto 
																			un 
																			corposo 
																			seguito 
																			di 
																			elettori, 
																			decise 
																			di 
																			mettersi 
																			in 
																			prima 
																			linea 
																			per 
																			ricomporre, 
																			sotto 
																			nuove 
																			linee 
																			guida, 
																			un 
																			partito 
																			alla 
																			deriva, 
																			distrutto 
																			da 
																			lotte 
																			intestine, 
																			scandali 
																			e 
																			schiaccianti 
																			perdite 
																			di 
																			adesioni.
																			
																			
																			Nel 
																			2008 
																			Vendola 
																			iniziò 
																			un 
																			suo 
																			percorso 
																			politico 
																			individuale, 
																			complesso, 
																			tortuoso 
																			e 
																			tuttora 
																			in 
																			fase 
																			di 
																			assestamento.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			sua 
																			idea 
																			di 
																			proporre 
																			una 
																			costituente 
																			per 
																			fondare 
																			un 
																			nuovo 
																			originale 
																			partito 
																			unitario, 
																			in 
																			tandem 
																			con 
																			la 
																			sinistra 
																			democratica 
																			e 
																			centrista, 
																			fondato 
																			su 
																			un'unica 
																			moderna 
																			ideologia 
																			sociale, 
																			venne 
																			però 
																			bocciata 
																			nel 
																			VII 
																			congresso 
																			del
																			
																			Partito 
																			di 
																			Rifondazione 
																			Comunista.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Rifondazione 
																			Comunista, 
																			nonostante 
																			sia 
																			stato 
																			il 
																			partito 
																			più 
																			oltraggiato 
																			dall’eclatante 
																			sconfitta 
																			delle 
																			politiche 
																			del 
																			2008, 
																			non 
																			poteva 
																			dirsi 
																			pronta 
																			per 
																			lasciarsi 
																			alle 
																			spalle 
																			la 
																			loro 
																			ideologia 
																			d’indipendenza 
																			e 
																			puro 
																			credo 
																			anticapitalista.
																			
																			
																			La 
																			svolta 
																			decisiva 
																			si 
																			ha 
																			nel 
																			gennaio 
																			del 
																			2009.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			presidente 
																			della 
																			regione 
																			Puglia 
																			lascia 
																			il 
																			suo 
																			storico 
																			partito, 
																			quello 
																			stesso 
																			partito 
																			che 
																			ha 
																			condotto 
																			al 
																			suo 
																			fianco 
																			aspre 
																			battaglie 
																			sociali 
																			e 
																			civili.
																			
																			
																			Vendola 
																			lascia 
																			a 
																			buona 
																			ragione 
																			e 
																			forse 
																			a 
																			molto 
																			malincuore.
																			
																			
																			Ma 
																			soprattutto 
																			rischia 
																			una 
																			mossa 
																			che 
																			poteva 
																			essere 
																			vero 
																			azzardo.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Decide 
																			quindi 
																			di 
																			lanciare 
																			una 
																			nuova 
																			idea: 
																			una 
																			sinistra 
																			genuina, 
																			moralmente 
																			irreprensibile, 
																			vicina 
																			alle 
																			tematiche 
																			contemporanee, 
																			svecchiata 
																			di 
																			antichi 
																			riti 
																			e 
																			rituali 
																			politici. 
																			Il 
																			rinnovamento 
																			è 
																			necessario 
																			ed è 
																			d’obbligo 
																			perché 
																			il 
																			popolo 
																			elettore 
																			possa 
																			riavvicinarsi 
																			ad 
																			un 
																			partito 
																			nuovo, 
																			dai 
																			volti 
																			giovani 
																			e 
																			decisi, 
																			che 
																			possa 
																			essere 
																			portavoce 
																			dei 
																			problemi 
																			della 
																			nuova 
																			generazione 
																			italiana, 
																			smarrita, 
																			abbandonata, 
																			senza 
																			un 
																			futuro 
																			delineato, 
																			spaventata.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Fonda, 
																			così, 
																			il 
																			suo 
																			nuovo 
																			partito
																			
																			“Sinistra 
																			e 
																			Libertà”, 
																			poi 
																			tramutatosi 
																			in
																			
																			“Sinistra 
																			Ecologia 
																			Libertà”.
																			
																			
																			Il 
																			neonato 
																			partito, 
																			però, 
																			incappa 
																			da 
																			subito 
																			in 
																			evidenti 
																			difficoltà 
																			di 
																			numeri 
																			ed 
																			importanza.
																			
																			
																			Alle 
																			elezioni 
																			del 
																			Parlamento 
																			Europeo 
																			non 
																			riesce 
																			a 
																			superare 
																			lo 
																			sbarramento 
																			del 
																			4%, 
																			rimanendo 
																			senza 
																			seggio 
																			e 
																			rappresentanza 
																			in 
																			uno 
																			degli 
																			organismi 
																			politici 
																			attuali, 
																			più 
																			rilevanti 
																			del 
																			panorama 
																			mondiale.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			panorama 
																			si 
																			offusca 
																			ancora 
																			di 
																			più 
																			per 
																			Nichi, 
																			quando 
																			il
																			
																			PD, 
																			in 
																			previsione 
																			delle 
																			nuove 
																			elezioni 
																			ragionali 
																			per 
																			la 
																			Puglia 
																			del 
																			2010, 
																			opta 
																			per 
																			un 
																			nuovo 
																			candidato.
																			
																			
																			Vendola 
																			dimostra 
																			subito 
																			attaccamento 
																			alla 
																			sua 
																			missione 
																			politica, 
																			tanto 
																			da 
																			annunciare 
																			di 
																			non 
																			voler 
																			lasciare 
																			la 
																			sua 
																			carica 
																			prima 
																			delle 
																			elezioni 
																			e 
																			soprattutto 
																			di 
																			volersi 
																			ricandidare.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dopo 
																			innumerevoli 
																			incontri, 
																			il 
																			PD 
																			decide, 
																			in 
																			ogni 
																			caso, 
																			di 
																			andare 
																			alle 
																			primarie: 
																			il 
																			nuovo 
																			candidato 
																			è 
																			quello 
																			stesso 
																			Francesco 
																			Boccia, 
																			già 
																			battuto 
																			dallo 
																			stesso 
																			Vendola 
																			nelle 
																			primarie 
																			del 
																			2005.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			domanda 
																			sembra 
																			sorgere 
																			spontanea: 
																			perché 
																			sciegliere 
																			un 
																			candidato 
																			già 
																			sconfitto, 
																			contro 
																			un 
																			avversario 
																			amato 
																			e 
																			stimato 
																			come 
																			Vendola?
																			
																			
																			Un 
																			clamoroso 
																			autogol, 
																			un 
																			caso 
																			in 
																			cui 
																			il 
																			PD 
																			rischia 
																			ancora 
																			di 
																			infangare 
																			irrimediabilmente 
																			il 
																			nome 
																			di 
																			partito, 
																			nato 
																			sotto 
																			le 
																			migliori 
																			stelle 
																			veltroniane.
																			
																			
																			Il
																			
																			PD 
																			non 
																			solo 
																			attacca 
																			pubblicamente 
																			Vendola, 
																			con 
																			la 
																			decisione 
																			discutibile 
																			di 
																			primarie 
																			non 
																			necessarie, 
																			ma 
																			soprattutto 
																			utilizza 
																			il 
																			cavallo 
																			che 
																			sapeva 
																			essere 
																			sbagliato.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			200.000 
																			elettori 
																			hanno 
																			deciso 
																			di 
																			presentarsi 
																			alle 
																			urne 
																			il 
																			23 
																			gennaio, 
																			nonostante 
																			gli 
																			scarsi 
																			mezzi 
																			e 
																			seggi, 
																			messi 
																			a 
																			disposizione 
																			alle 
																			primarie.
																			
																			
																			Nichi 
																			Vendola 
																			vince, 
																			ma 
																			soprattutto 
																			stravince 
																			con 
																			un 
																			73% 
																			dei 
																			voti, 
																			che 
																			rappresenta 
																			un 
																			vero 
																			plebiscito.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			grande 
																			sconfitto 
																			è 
																			però 
																			ancora 
																			lui, 
																			l’uomo 
																			in 
																			ombra 
																			che, 
																			da 
																			qualche 
																			tempo, 
																			sembra 
																			gestire 
																			la 
																			vita 
																			politica 
																			del
																			
																			PD, 
																			Massimo 
																			D’Alema.
																			
																			
																			Era 
																			stato 
																			proprio 
																			lui 
																			il 
																			fautore 
																			del 
																			cosiddetto 
																			tradimento 
																			nei 
																			confronti 
																			di 
																			Vendola.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			disegno 
																			politico 
																			di 
																			D’Alema 
																			per 
																			il
																			
																			PD, 
																			in 
																			cui 
																			Vendola 
																			non 
																			poteva 
																			rientrare 
																			per 
																			posizioni 
																			politiche 
																			apertamente 
																			contrarie 
																			all’asservimento, 
																			rappresentava 
																			una 
																			decisa 
																			apertura 
																			verso 
																			l’universo 
																			di 
																			Casini 
																			e 
																			del 
																			suo
																			
																			UDC.
																			
																			
																			
																			
																			Il 
																			partito 
																			di 
																			Casini 
																			però, 
																			in 
																			queste 
																			fasi 
																			di 
																			delineamento 
																			delle 
																			coalizioni, 
																			continua 
																			a 
																			dimostrare 
																			di 
																			essere 
																			troppo 
																			istrionico 
																			e 
																			bilaterale.
																			
																			
																			Ed è 
																			forse 
																			proprio 
																			questo 
																			fattore 
																			ad 
																			avere 
																			condotto 
																			il 
																			disegno 
																			di 
																			D’Alema 
																			e di 
																			Bersani 
																			(segretario 
																			del
																			
																			PD), 
																			al 
																			disastro.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Vendola 
																			ha 
																			vinto 
																			perché 
																			finalmente 
																			degno 
																			di 
																			essere 
																			vincitore.
																			
																			
																			Senza 
																			voler 
																			cadere 
																			nel 
																			qualunquismo, 
																			il 
																			sistema 
																			politico 
																			italiano, 
																			gestito 
																			da 
																			veline, 
																			parenti 
																			e 
																			raccomandati, 
																			dimostra, 
																			ancora 
																			una 
																			volta, 
																			incoerenza 
																			e 
																			decadimento 
																			profondo.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			nostro 
																			paese, 
																			in 
																			questi 
																			giorni 
																			impegnato 
																			a 
																			rimpiangere 
																			una 
																			figura 
																			controversa 
																			e 
																			additata 
																			come 
																			quella 
																			di 
																			Bettino 
																			Craxi, 
																			con 
																			una 
																			classe 
																			politica 
																			antica, 
																			rinchiusa 
																			nel 
																			suo 
																			vortice 
																			di 
																			dare 
																			e 
																			ricevere 
																			favori, 
																			lontana 
																			dalle 
																			problematiche 
																			di 
																			tutti 
																			i 
																			precari, 
																			gli 
																			anziani, 
																			i 
																			malati 
																			e i 
																			discriminati 
																			d’Italia, 
																			è 
																			ancora 
																			fonte 
																			di 
																			contraddizioni 
																			e 
																			ridicolo.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			linea 
																			vincente 
																			e 
																			pulita 
																			sarebbe 
																			dovuta 
																			essere 
																			quella 
																			di 
																			appoggiare 
																			la 
																			candidatura 
																			un 
																			uomo 
																			deciso 
																			come 
																			Nichi 
																			Vendola. 
																			Un 
																			uomo 
																			di 
																			cultura, 
																			cresciuto 
																			nella 
																			politica 
																			di 
																			quartiere, 
																			attivista 
																			motivato 
																			e 
																			motivante.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			In 
																			un 
																			Sud 
																			che 
																			dimostra 
																			ancora 
																			una 
																			volta, 
																			a 
																			dispetto 
																			di 
																			stereotipi 
																			e 
																			luoghi 
																			comuni, 
																			di 
																			essere 
																			baluardo 
																			di 
																			libertà 
																			ed 
																			apertura 
																			mentale, 
																			Vendola 
																			vince 
																			per 
																			la 
																			sua 
																			integrità.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Ora 
																			bisognerà 
																			aspettare 
																			le 
																			elezioni, 
																			per 
																			scoprire 
																			se 
																			oltre 
																			alla 
																			sua 
																			figura 
																			e ad 
																			il 
																			suo 
																			carisma, 
																			vincerà 
																			anche 
																			il 
																			suo 
																			articolato 
																			progetto: 
																			una 
																			neo 
																			coscienza 
																			ecologista, 
																			un 
																			doveroso 
																			riscatto 
																			sociale 
																			e 
																			soprattutto, 
																			un 
																			serio 
																			rilancio 
																			dell’economia 
																			regionale.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			Puglia 
																			deciderà 
																			in 
																			maniera 
																			autonoma, 
																			si 
																			spera…
																							
																			 
																			
																			