N. 21 - Settembre 2009 
                          
                          (LII)
																						aSIA, BUDDHA E UN REPORTER SENZA LAVORO
																						
																						PARTE V - VIETNAM
																						di Gianrigo Marletta
																			 
																			
																			
																			Il 
																			confine 
																			tra 
																			Cambogia 
																			e 
																			Vietnam 
																			è un 
																			altro 
																			di 
																			quei 
																			passaggi, 
																			una 
																			linea 
																			invisibile, 
																			tra 
																			due 
																			mondi 
																			tanto 
																			vicini 
																			quanto 
																			diversi.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Della 
																			Cambogia 
																			ho 
																			provato 
																			immediata 
																			malinconia. 
																			Sporca, 
																			povera 
																			e 
																			gentile 
																			si 
																			sente 
																			subito 
																			la 
																			sua 
																			mancanza. 
																			Sporco, 
																			ben 
																			più 
																			ricco 
																			e 
																			arrogante 
																			il 
																			Vietnam 
																			apre 
																			le 
																			porte 
																			di 
																			una 
																			moderna, 
																			cementata 
																			frontiera 
																			ad 
																			aria 
																			condizionata 
																			che 
																			quasi 
																			copre 
																			con 
																			la 
																			sua 
																			ombra 
																			quella 
																			cambogiana 
																			dorata 
																			a 
																			forma 
																			di
																			
																			pagoda.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Si è 
																			ormai 
																			lasciati 
																			dietro 
																			le 
																			traballanti 
																			strade 
																			di 
																			sabbia 
																			rossa 
																			e 
																			dinnanzi 
																			scorrono, 
																			veloci 
																			e 
																			lisce, 
																			le 
																			lunghissime 
																			autopiste 
																			di 
																			cemento 
																			con 
																			tanto 
																			di 
																			segnaletica 
																			verticale.
																			
																			
																			 
																			
																			Da ieri scende dal cielo, basso e grigio, un’interminabile 
																			pioggerellina, 
																			troppo 
																			debole 
																			per 
																			rinchiudersi 
																			dentro 
																			e 
																			troppo 
																			continua 
																			per 
																			permettermi 
																			lunghe 
																			avventure 
																			all’aperto.
																			
																			 
																			
																			Seduto alla scrivania della mia minuta stanza 
																			d’albergo 
																			sfoglio 
																			le 
																			numerose 
																			pagine 
																			scritte 
																			da 
																			Terzani 
																			nel 
																			libro/documento 
																			“Pelle 
																			di 
																			Leopardo” 
																			dove 
																			narra, 
																			in 
																			tutti 
																			i 
																			dettagli, 
																			la 
																			lunga 
																			e 
																			brutale 
																			guerra 
																			condotta 
																			dagli 
																			Stati 
																			Uniti, 
																			di 
																			cui 
																			Huè 
																			ha 
																			sentito 
																			tutto 
																			il 
																			peso, 
																			il 
																			peso 
																			esplosivo 
																			di 
																			tante, 
																			troppe, 
																			bombe.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			Vi è una doppia storia che caratterizza il passato 
																			di 
																			Huè: 
																			una 
																			antica 
																			ed 
																			una 
																			più 
																			recente. 
																			La 
																			prima 
																			risale 
																			all’era 
																			precedente 
																			la 
																			nascita 
																			di 
																			Cristo, 
																			quando 
																			questa 
																			città 
																			faceva 
																			parte 
																			dell’impero 
																			Nam 
																			Viet 
																			e fu 
																			governata 
																			per 
																			ben 
																			diciassette 
																			secoli 
																			dalla 
																			dinastia 
																			Champa.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			Nel 1307, in cambio della mano della principessa 
																			appartenente 
																			alla 
																			dinastia 
																			Tran, 
																			il 
																			re 
																			Champa, 
																			Jaya 
																			Sinhavarman 
																			III, 
																			regalò 
																			la 
																			città 
																			ai 
																			vietnamiti.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			Nel diciottesimo secolo, Huè venne trasformata 
																			dall’imperatore 
																			Gia 
																			Long 
																			nella 
																			capitale 
																			del 
																			Vietnam 
																			meridionale. 
																			Seguì 
																			una 
																			storia 
																			di 
																			sballottamenti 
																			in 
																			cui 
																			Huè 
																			passò 
																			tra 
																			le 
																			mani 
																			di 
																			ribelli, 
																			comunisti 
																			ed 
																			imperatori 
																			per 
																			poi 
																			finire, 
																			alla 
																			fine 
																			del 
																			diciannovesimo 
																			secolo, 
																			in 
																			quella 
																			dei 
																			francesi.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			L’altra storia, quella più recente, risale a 
																			soli 
																			trent’anni 
																			fa, 
																			alla 
																			Guerra 
																			Americana 
																			(come 
																			viene 
																			chiamata 
																			qui).
																			
																			 
																			
																			Huè è situata a pochi chilometri a sud da quello 
																			che 
																			una 
																			volta 
																			era 
																			il 
																			confine 
																			smilitarizzato 
																			tra 
																			Vietnam 
																			del 
																			nord 
																			(comunista) 
																			e 
																			Vietnam 
																			del 
																			sud 
																			(sotto 
																			il 
																			regime 
																			pro-capitalista 
																			di 
																			Thieu). 
																			Città 
																			dunque 
																			molto 
																			importante 
																			e 
																			punto 
																			strategico 
																			per 
																			entrambi 
																			le 
																			fazioni. 
																			Da 
																			sempre 
																			appartenuta 
																			alle 
																			forze 
																			del 
																			sud, 
																			Huè, 
																			nei 
																			mesi 
																			che 
																			anticiparono 
																			la 
																			fine 
																			del 
																			conflitto 
																			fu 
																			loro 
																			sottratta 
																			dai 
																			Vietcong. 
																			Questa 
																			perdita 
																			rappresentava 
																			nel 
																			quadro 
																			generale 
																			ed 
																			all’occhio 
																			dell’opinione 
																			pubblica 
																			come 
																			una 
																			sconfitta 
																			troppo 
																			decisiva 
																			e 
																			che 
																			dunque 
																			andava 
																			ripristinata.
																			
																			 
																			
																			Fu per questo che Huè, negli anni a cavallo tra 
																			i 
																			sessanta 
																			e i 
																			settanta, 
																			fu 
																			teatro 
																			delle 
																			più 
																			spietate 
																			battaglie 
																			e 
																			poi 
																			rasa 
																			al 
																			suolo 
																			dai 
																			B-52 
																			americani:
																			
																			
																			“dobbiamo 
																			distruggerla 
																			per 
																			salvarla!” 
																			dicevano.
																			
																			 
																			
																			
																			L’atro 
																			giorno 
																			seduto 
																			a 
																			bere 
																			una 
																			tazza 
																			di 
																			tè, 
																			ispirato 
																			dall’ambiente 
																			che 
																			mi 
																			circondava, 
																			ho 
																			scattato 
																			una 
																			foto 
																			che 
																			ora 
																			rimane 
																			tra 
																			le 
																			mie 
																			preferite, 
																			poi 
																			è 
																			entrato 
																			un 
																			branco 
																			di 
																			turisti, 
																			di 
																			quelli 
																			rumorosi 
																			e 
																			cafoni, 
																			e la 
																			domanda 
																			è 
																			sorta 
																			spontanea:
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			di 
																			essere 
																			miliardari 
																			se 
																			non 
																			si 
																			possiede 
																			l’arte 
																			di 
																			sorridere?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			di 
																			essere 
																			ricchi 
																			se 
																			si 
																			passa 
																			tutta 
																			la 
																			vita 
																			a 
																			bramare 
																			e a 
																			temere 
																			di 
																			perdere 
																			tanta 
																			ricchezza?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			di 
																			essere 
																			serviti 
																			e 
																			riveriti 
																			quando 
																			si 
																			conosce 
																			la 
																			sofferenza 
																			e il 
																			duro 
																			lavoro 
																			del 
																			nostro 
																			inserviente?
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			nel 
																			sentirsi 
																			superiori 
																			quando 
																			alla 
																			fine 
																			si 
																			resta 
																			soli?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			di 
																			lavorare 
																			tutta 
																			la 
																			vita 
																			per 
																			dei 
																			soldi 
																			di 
																			cui 
																			mai 
																			godremo 
																			abbastanza?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			di 
																			fare 
																			la 
																			stessa 
																			cosa 
																			tutti 
																			i 
																			giorni 
																			e di 
																			incavolarsi 
																			se 
																			tutto 
																			non 
																			va 
																			secondo 
																			i 
																			piani?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			di 
																			avere 
																			più 
																			degli 
																			altri 
																			e 
																			dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			nel 
																			vedere 
																			che 
																			gli 
																			altri 
																			hanno 
																			meno 
																			di 
																			noi?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			di 
																			mostrarsi 
																			ricchi 
																			quando 
																			tutt’attorno 
																			ci 
																			sono 
																			poveri?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			di 
																			viaggiare 
																			se 
																			non 
																			si 
																			vive 
																			la 
																			vita 
																			locale?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			di 
																			avere 
																			le 
																			stesse 
																			abitudini 
																			dalla 
																			nascita 
																			fino 
																			alla 
																			morte?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			nell’indossare 
																			gli 
																			stessi 
																			vestiti 
																			e 
																			nel 
																			mangiare 
																			gli 
																			stessi 
																			cibi 
																			per 
																			tutta 
																			la 
																			vita?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			nel 
																			vedere 
																			gli 
																			altri 
																			sudare 
																			mentre 
																			noi 
																			stiamo 
																			là a 
																			guardare?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			di 
																			veder 
																			bellezze 
																			se 
																			poi 
																			non 
																			se 
																			ne 
																			trae 
																			ispirazione?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			di 
																			fare, 
																			se 
																			prima 
																			semplicemente 
																			non 
																			si 
																			è?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			di 
																			viaggiare 
																			se 
																			non 
																			si 
																			riporta 
																			a 
																			casa 
																			un 
																			cuore 
																			riempito 
																			di 
																			novità?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			di 
																			trattar 
																			male 
																			gli 
																			altri, 
																			solo 
																			perché 
																			semplicemente 
																			non 
																			ci 
																			piacciono?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			nel 
																			non 
																			dire 
																			Grazie, 
																			Prego 
																			e 
																			Per 
																			Favore?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			nel 
																			sentire 
																			gli 
																			altri 
																			separati 
																			da 
																			noi, 
																			quando 
																			in 
																			fondo 
																			sappiamo 
																			di 
																			essere 
																			tutti 
																			uguali?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			nel 
																			non 
																			sapere 
																			che 
																			tutti 
																			gli 
																			esseri 
																			viventi 
																			cercano 
																			la 
																			stessa 
																			cosa: 
																			la 
																			felicità?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			se 
																			il 
																			piacere 
																			non 
																			lo 
																			sappiamo 
																			provare?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dov’è 
																			il 
																			piacere 
																			nel 
																			rincorrere 
																			il 
																			piacere 
																			e 
																			non 
																			lasciarlo 
																			entrare 
																			semplicemente 
																			stando 
																			fermi?
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			piacere 
																			è 
																			dentro 
																			di 
																			noi, 
																			è 
																			ciò 
																			che 
																			siamo 
																			e 
																			non 
																			ciò 
																			che 
																			abbiamo, 
																			è in 
																			ciò 
																			che 
																			apprezziamo 
																			e 
																			non 
																			ciò 
																			che 
																			mostriamo, 
																			il 
																			piacere 
																			sta 
																			nell’essere 
																			e 
																			non 
																			nel 
																			fare 
																			e se 
																			questo 
																			non 
																			lo 
																			si 
																			capisce, 
																			che 
																			piacere 
																			c’è?
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Finalmente 
																			il 
																			Vietnam 
																			che 
																			sognavo! 
																			Son 
																			seduto 
																			al 
																			primo 
																			piano 
																			di 
																			un 
																			piccolo 
																			ristorante 
																			di 
																			cucina 
																			tipica, 
																			sulle 
																			sponde 
																			del 
																			fiume 
																			Thu 
																			Bon, 
																			una 
																			volta 
																			uno 
																			dei 
																			fiumi 
																			più 
																			navigati 
																			del 
																			mondo.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Hoi 
																			An 
																			era 
																			un 
																			importantissimo 
																			porto 
																			situato 
																			al 
																			centro 
																			del 
																			Vietnam, 
																			affacciato 
																			sul 
																			mar 
																			della 
																			Cina.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Da 
																			più 
																			di 
																			cinquecento 
																			anni, 
																			fino 
																			a 
																			solo 
																			mezzo 
																			secolo 
																			fa, 
																			qui 
																			attraccavano 
																			navi 
																			mercantili 
																			battenti 
																			infinite 
																			bandiere.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Razze 
																			di 
																			ogni 
																			genere, 
																			merci 
																			di 
																			ogni 
																			sorta 
																			e 
																			lingue 
																			diversissime 
																			in 
																			questo 
																			porto 
																			si 
																			incrociavano, 
																			si 
																			vendevano 
																			e si 
																			parlavano.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Tante 
																			culture 
																			qui 
																			riunite 
																			hanno 
																			creato 
																			un’atmosfera 
																			principalmente 
																			fatta 
																			di 
																			piccoli 
																			particolari 
																			e 
																			complessi 
																			miscugli 
																			di 
																			odori. 
																			Vicoletti 
																			costeggiati 
																			da 
																			basse 
																			palazzine 
																			di 
																			legno 
																			la 
																			sera 
																			vengono 
																			illuminati 
																			da 
																			lanterne 
																			soffuse 
																			dai 
																			copri 
																			lumini 
																			colorati 
																			ed 
																			intarsiati.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			L’architettura 
																			quasi 
																			interamente 
																			in 
																			stile 
																			cinese, 
																			gli 
																			odori 
																			del 
																			legno 
																			invecchiato 
																			mischiato 
																			a 
																			quello 
																			degli 
																			incensi 
																			che 
																			esce 
																			dalle 
																			case, 
																			i 
																			venditori 
																			di 
																			pitture 
																			in 
																			china 
																			ed i 
																			barcaioli 
																			con 
																			i 
																			loro 
																			tipici 
																			cappelli 
																			a 
																			cono 
																			fatti 
																			di 
																			carta 
																			di 
																			riso 
																			rendono 
																			l’atmosfera 
																			delle 
																			lunghe 
																			passeggiate 
																			magica 
																			e 
																			misteriosa.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			L’ispirazione 
																			che 
																			questo 
																			paesino 
																			mi 
																			trasmise 
																			fu 
																			tale 
																			da 
																			farmi 
																			scrivere 
																			un 
																			breve 
																			articolo. 
																			Questo 
																			venne 
																			pubblicato 
																			ad 
																			Hanoi 
																			da 
																			una 
																			rivista 
																			anglo-vietnamita.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Fu 
																			il 
																			mio 
																			secondo 
																			articolo, 
																			nella 
																			mia 
																			vita 
																			da 
																			reporter 
																			senza 
																			lavoro, 
																			ad 
																			essere 
																			pubblicato.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Come 
																			si 
																			entra 
																			a 
																			Hoi 
																			An 
																			si 
																			ha 
																			l’impressione 
																			di 
																			aver 
																			raggiunto 
																			un’altra 
																			città vietnamita 
																			priva 
																			di 
																			particolare 
																			personalità 
																			e 
																			tipica caratteristica.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Lunghe 
																			strade 
																			grigie 
																			coperte 
																			da 
																			negozietti 
																			di 
																			varie 
																			cianfrusaglie 
																			utilitarie e 
																			venditori 
																			di 
																			cibo 
																			putrido 
																			si 
																			aprono 
																			di 
																			fronte 
																			allo 
																			sguardo 
																			di 
																			chi, 
																			arrivando, 
																			guarda 
																			fuori 
																			dal 
																			finestrone 
																			del 
																			pullman 
																			che 
																			pian 
																			piano 
																			entra 
																			nel 
																			parcheggio 
																			della 
																			stazione. 
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			solito 
																			traffico 
																			fatto 
																			dalle 
																			solite 
																			motorette 
																			rumorose 
																			combinate 
																			alle 
																			solite 
																			terribili 
																			luci 
																			a 
																			neon 
																			non 
																			sembrano 
																			nascondere 
																			alcun 
																			insolito 
																			segreto.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Hoi 
																			An 
																			così 
																			appare 
																			come 
																			un’altra 
																			città vietnamita 
																			priva 
																			di 
																			anima.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Ma 
																			se 
																			siete 
																			sognatori, 
																			anime 
																			romantiche 
																			o 
																			semplicemente 
																			viaggiatori 
																			in 
																			cerca 
																			d’arte 
																			sarete 
																			presto 
																			riempiti 
																			da 
																			una 
																			gioia 
																			immensa 
																			quando, 
																			per 
																			sbaglio, 
																			imboccherete 
																			la 
																			stradina 
																			che 
																			conduce 
																			alla 
																			via 
																			del 
																			fiume.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Nessuna 
																			droga 
																			è 
																			stata 
																			messa 
																			nel 
																			vostro 
																			pranzo 
																			né 
																			siete 
																			di 
																			fronte 
																			al 
																			set 
																			di 
																			un 
																			film, 
																			avete 
																			semplicemente 
																			fatto 
																			un 
																			passo indietro, 
																			nell’antico 
																			passato 
																			asiatico 
																			dove 
																			tutto, 
																			da 
																			una 
																			lanterna 
																			ad 
																			una 
																			palazzina, 
																			da 
																			un 
																			ponte 
																			ad 
																			una 
																			barca, 
																			sembra 
																			magico 
																			e 
																			misterioso.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Non 
																			toccata 
																			miracolosamente 
																			dalle 
																			bombe 
																			della guerra 
																			americana 
																			ed 
																			invariata 
																			dalle 
																			riforme 
																			architettoniche comuniste, 
																			la 
																			bellezza 
																			e 
																			l’atmosfera 
																			di 
																			Hoi 
																			An 
																			sono 
																			rimaste 
																			quasi 
																			identiche 
																			al 
																			lontano XV 
																			secolo, 
																			quando 
																			questo 
																			porto 
																			era 
																			all’apice 
																			della 
																			prosperità 
																			ed al 
																			centro 
																			di 
																			tutti 
																			i 
																			traffici 
																			commerciali 
																			del 
																			Mar 
																			del 
																			Sud 
																			della 
																			Cina.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Bellissimo 
																			è 
																			perdersi 
																			nei 
																			vicoletti 
																			e 
																			farsi 
																			avvolgere 
																			dalla 
																			fragranza dell’antico 
																			legno di 
																			cui 
																			gran 
																			parte 
																			delle 
																			case 
																			in 
																			stile 
																			cinese 
																			son 
																			fatte. 
																			Gli 
																			occhi 
																			di 
																			chiunque 
																			gradiranno 
																			il 
																			fatto 
																			che 
																			nessuna 
																			lampada 
																			a 
																			neon disturba 
																			la 
																			quiete 
																			pace 
																			notturna, 
																			ma 
																			che 
																			tantissimi 
																			lumini 
																			semplici 
																			e 
																			fatti 
																			di 
																			carta, 
																			posti 
																			qua 
																			e 
																			là, 
																			illuminano 
																			la 
																			via 
																			con 
																			la 
																			loro 
																			luce 
																			delicata 
																			e 
																			colorata.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			I 
																			templi, 
																			anch’essi 
																			in 
																			legno, 
																			distribuiscono 
																			nell’aria 
																			il 
																			fumo 
																			piacevole 
																			degli 
																			incensi 
																			dando 
																			un 
																			tocco 
																			di 
																			profonda 
																			spiritualità 
																			ad 
																			un’ 
																			atmosfera 
																			già satura 
																			di 
																			magia.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Barche 
																			ancora 
																			vengono 
																			usate 
																			al 
																			posto 
																			dei 
																			ponti 
																			ed i 
																			barcaioli, 
																			che 
																			indossano 
																			i 
																			loro 
																			tipici 
																			cappelli 
																			a 
																			cono 
																			fatti 
																			di 
																			carta 
																			di 
																			riso, 
																			sorridono 
																			ad 
																			ogni 
																			passante, 
																			spesso 
																			mostrando 
																			loro 
																			l’unico 
																			dente 
																			rimastogli 
																			in 
																			bocca.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Lo 
																			shopping 
																			sembra 
																			essere 
																			la 
																			principale 
																			cosa 
																			da 
																			fare, 
																			ma 
																			anche 
																			tale 
																			semplice 
																			e 
																			banale 
																			attività 
																			turistica, 
																			qui 
																			ad 
																			Hoi 
																			An, 
																			è 
																			trasformata 
																			in 
																			profonda 
																			ispirazione 
																			per 
																			l’anima. 
																			Disegni 
																			in 
																			inchiostro 
																			di 
																			china 
																			o in 
																			acrilico, 
																			in 
																			carboncino 
																			o 
																			acquarello, 
																			rappresentano 
																			l’incantevole 
																			e 
																			semplice 
																			stile 
																			di 
																			vita 
																			orientale 
																			e 
																			l’unica 
																			cosa 
																			che 
																			verrebbe 
																			da 
																			fare 
																			è 
																			comprarne 
																			uno 
																			e 
																			magicamente saltarci 
																			dentro 
																			per 
																			viverci 
																			per 
																			sempre.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Alternate 
																			a 
																			queste 
																			botteghe 
																			d’arte, 
																			appaiono 
																			le 
																			venditrici 
																			di 
																			lanterne 
																			con 
																			i 
																			loro 
																			prodotti 
																			di 
																			infiniti 
																			colori 
																			e 
																			misure, 
																			gli 
																			scultori 
																			del 
																			legno 
																			che 
																			lavorano 
																			e 
																			vendono 
																			i 
																			loro 
																			grandi, 
																			medi 
																			o 
																			piccoli Buddha 
																			ciccioni 
																			e 
																			sorridenti 
																			e le 
																			sarte, 
																			pronte 
																			a 
																			creare 
																			qualsiasi 
																			vestito 
																			per 
																			qualsiasi 
																			taglia 
																			e 
																			gusto.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Hoi 
																			An è 
																			un 
																			gioiello, 
																			una 
																			perla 
																			nell’oceano 
																			di 
																			quest’Asia 
																			sempre 
																			più 
																			materialista, 
																			dove 
																			i 
																			pittori 
																			possono 
																			ancora 
																			trovare 
																			particolari 
																			nascosti 
																			da 
																			scoprire 
																			e 
																			gli 
																			scrittori 
																			possono 
																			perdersi 
																			con 
																			l’immaginazione 
																			nell’antica 
																			e 
																			romantica 
																			brezza 
																			che soffia 
																			senza 
																			fine.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Qui 
																			dove il 
																			numero 
																			delle 
																			biciclette 
																			è 
																			più 
																			grande 
																			di 
																			quello 
																			dei 
																			motorini 
																			e i 
																			palazzi 
																			non 
																			più 
																			alti 
																			delle 
																			palme, 
																			non 
																			serve 
																			qualcosa 
																			da 
																			fare, 
																			basta 
																			solo 
																			aprire 
																			il 
																			cuore 
																			e 
																			semplicemente... 
																			essere.
																							
																			 
																			
																			