N. 81 - Settembre 2014 
                          
                          (CXII)
																						
																			
																			La teoria dei poteri impliciti
																						Storie di potere 
																			- 
																			PARTE 
																			I
																						di Laura Ballerini
																			 
																			
																			
																			
																			Ciò 
																			che 
																			muove 
																			il 
																			potere 
																			è la 
																			volontà 
																			di 
																			conservarsi 
																			ed 
																			espandersi. 
																			Per 
																			questo 
																			sono 
																			stati 
																			inventati 
																			numerosi 
																			escamotage 
																			che 
																			consentono 
																			a 
																			un’autorità 
																			di 
																			aumentare 
																			i 
																			propri 
																			poteri 
																			e 
																			allargare 
																			la 
																			sfera 
																			delle 
																			proprie 
																			competenze.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Spesso 
																			è 
																			capitato 
																			che 
																			un 
																			ente 
																			prendesse 
																			dei 
																			provvedimenti 
																			non 
																			previsti 
																			o 
																			interferisse 
																			in 
																			questioni 
																			che 
																			non 
																			gli 
																			spettavano 
																			per 
																			portare 
																			a 
																			termine 
																			il 
																			compito 
																			per 
																			il 
																			quale 
																			era 
																			stato 
																			istituito: 
																			“il 
																			fine 
																			giustifica 
																			i 
																			mezzi”, 
																			o, 
																			detta 
																			in 
																			maniera 
																			meno 
																			machiavellica, 
																			le 
																			teoria 
																			dei 
																			poteri 
																			impliciti.
																			 
																			
																			
																			
																			La 
																			cosiddetta 
																			dottrina 
																			dei 
																			poteri 
																			impliciti 
																			riguarda 
																			la 
																			teoria 
																			generale 
																			del 
																			diritto 
																			e 
																			può 
																			venire 
																			in 
																			rilievo 
																			quando 
																			si 
																			vanno 
																			a 
																			definire 
																			le 
																			competenze 
																			(e i 
																			limiti) 
																			di 
																			un 
																			potere 
																			pubblico 
																			o 
																			privato. 
																			Ogni 
																			organo 
																			potrebbe 
																			ampliare 
																			la 
																			sfera 
																			dei 
																			propri 
																			poteri 
																			per 
																			perseguire 
																			il 
																			fine 
																			assegnatogli, 
																			con 
																			il 
																			limite 
																			che 
																			non 
																			violi 
																			divieti 
																			espressi.
																			 
																			
																			
																			
																			Le 
																			sue 
																			prime 
																			applicazioni 
																			risalgono 
																			già 
																			al 
																			diritto 
																			romano, 
																			che 
																			ne 
																			vanta 
																			molti 
																			esempi, 
																			conservati 
																			anche 
																			grazie 
																			all’opera 
																			della 
																			Scuola 
																			bolognese 
																			dei 
																			glossatori. 
																			Allora 
																			come 
																			oggi, 
																			si 
																			poteva 
																			determinare 
																			una 
																			competenza 
																			non 
																			espressamente 
																			attribuita, 
																			ritenendola 
																			implicita 
																			poiché 
																			strumentale, 
																			necessaria 
																			o 
																			consequenziale 
																			al 
																			fine 
																			di 
																			esercitare 
																			poteri 
																			esplicitamente 
																			conferiti.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			La 
																			patria 
																			natia 
																			della 
																			teoria 
																			di 
																			poteri 
																			impliciti 
																			sono 
																			gli 
																			Stati 
																			Uniti, 
																			nei 
																			quali 
																			ha 
																			avuto 
																			molto 
																			importanza 
																			ed 
																			ha 
																			un 
																			importante 
																			ruolo 
																			tutt’oggi.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			In 
																			età 
																			moderna, 
																			infatti, 
																			la 
																			consacrazione 
																			di 
																			tale 
																			teoria 
																			avvenne 
																			con 
																			la 
																			Costituzione 
																			degli 
																			Stati 
																			Uniti 
																			d’America, 
																			in 
																			vigore 
																			dal 
																			1789, 
																			la 
																			quale 
																			all’articolo 
																			1, 
																			sezione 
																			8, 
																			ultimo 
																			comma, 
																			contempla 
																			la 
																			possibilità 
																			di “Porre 
																			in 
																			essere 
																			tutte 
																			le 
																			leggi 
																			necessarie 
																			e 
																			opportune
																			
																			[necessary 
																			and 
																			proper] 
																			per 
																			l’esercizio 
																			dei 
																			poteri 
																			predetti”. 
																			In 
																			questo 
																			modo 
																			ogni 
																			organo 
																			dell’esecutivo 
																			dispone 
																			non 
																			solo 
																			dei 
																			poteri 
																			espressamente 
																			attribuitigli 
																			dalle 
																			norme 
																			costituzionali, 
																			ma 
																			anche 
																			di 
																			tutti 
																			i 
																			poteri 
																			necessari 
																			per 
																			l’esercizio 
																			dei 
																			poteri 
																			espressi.
																			 
																			
																			
																			
																			Fu 
																			l’allora 
																			segretario 
																			del 
																			Tesoro 
																			Alexander 
																			Hamilton 
																			(1755-1804) 
																			a 
																			insistere 
																			per 
																			l’inserimento 
																			di 
																			questa 
																			disposizione, 
																			così 
																			da 
																			rendere 
																			conforme 
																			alla 
																			Costituzione 
																			l’istituzione 
																			della 
																			Banca 
																			degli 
																			Stati 
																			Uniti, 
																			gestrice 
																			degli 
																			affari 
																			federali: 
																			il 
																			pilastro 
																			centrale 
																			dell’amministrazione 
																			finanziaria 
																			di 
																			Hamilton, 
																			intorno 
																			alla 
																			quale 
																			vi 
																			furono 
																			molti 
																			scontri 
																			tra 
																			i 
																			partiti.
																			 
																			
																			
																			
																			Ma 
																			se i 
																			poteri 
																			di 
																			tale 
																			clausola 
																			(che 
																			poi 
																			prese 
																			il 
																			nome 
																			di
																			
																			Necessary 
																			and 
																			Proper 
																			Clause) 
																			erano 
																			impliciti, 
																			allora 
																			perché 
																			inserirla? 
																			Hamilton 
																			rispondeva 
																			che 
																			la 
																			presenza 
																			espressa 
																			di 
																			questa 
																			clausola 
																			era 
																			necessaria 
																			per 
																			tutelare 
																			le 
																			azioni 
																			del 
																			governo 
																			“da 
																			coloro 
																			che 
																			volevano 
																			evadere 
																			dalla 
																			legittima 
																			autorità 
																			dell’Unione 
																			servendosi 
																			di 
																			cavilli”.
																			 
																			
																			
																			
																			Il 
																			riconoscimento 
																			dei 
																			poteri 
																			impliciti 
																			venne 
																			rinsaldato 
																			dalla 
																			Corte 
																			Suprema 
																			statunitense, 
																			che 
																			con 
																			una 
																			sentenza 
																			del 
																			1819 
																			conferì 
																			al 
																			Governo 
																			una 
																			discrezionalità 
																			più 
																			ampia.
																			 
																			
																			
																			
																			Tale 
																			sentenza 
																			riguardò 
																			il 
																			caso
																			
																			McCulloch 
																			v. 
																			Maryland, 
																			dove 
																			per 
																			la 
																			prima 
																			volta 
																			venne 
																			conferita 
																			all’autorità 
																			centrale 
																			la 
																			possibilità 
																			di 
																			espandersi 
																			fino 
																			anche 
																			a 
																			ridurre 
																			la 
																			sfera 
																			di 
																			azione 
																			degli 
																			Stati 
																			federati.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			La 
																			questione 
																			era 
																			sorta 
																			poiché 
																			nel 
																			1817 
																			la 
																			Seconda 
																			Banca 
																			degli 
																			Stati 
																			Uniti 
																			aprì 
																			una 
																			filiale 
																			a 
																			Baltimora, 
																			nel 
																			Maryland, 
																			dove 
																			eseguiva 
																			trasferimenti, 
																			cambi 
																			di 
																			valute 
																			e 
																			tutte 
																			le 
																			azioni 
																			tipiche 
																			di 
																			una 
																			banca 
																			dell’epoca.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Lo 
																			Stato 
																			del 
																			Maryland, 
																			però, 
																			non 
																			riteneva 
																			costituzionalmente 
																			valida 
																			questa 
																			apertura, 
																			realizzata 
																			in 
																			modo 
																			unilaterale 
																			della 
																			Banca 
																			degli 
																			Stati 
																			Uniti 
																			nel 
																			proprio 
																			territorio 
																			e 
																			così, 
																			l’11 
																			febbraio 
																			1818, 
																			la 
																			sua 
																			Assemblea 
																			Generale 
																			varò 
																			un 
																			atto 
																			che 
																			imponeva 
																			una 
																			tassa 
																			a 
																			carico 
																			di 
																			tutte 
																			le 
																			banche 
																			non 
																			previste 
																			dalla 
																			legislazione.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			L’allora 
																			direttore 
																			della 
																			filiale 
																			di 
																			Baltimora, 
																			James 
																			William 
																			McCulloch, 
																			rifiutò 
																			di 
																			pagare 
																			la 
																			tassa 
																			e 
																			trascinò 
																			lo 
																			Stato 
																			del 
																			Maryland 
																			in 
																			un 
																			contenzioso, 
																			ricorrendo 
																			alla 
																			disposizione 
																			hamiltoniana 
																			dei 
																			poteri 
																			impliciti. 
																			Il 
																			caso 
																			arrivò 
																			alla 
																			Corte 
																			Suprema, 
																			il 
																			cui 
																			giudice 
																			Marshall 
																			dichiarò 
																			all’unanimità 
																			la 
																			legittimità 
																			delle 
																			azioni 
																			del 
																			Governo.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			La 
																			sentenza 
																			si 
																			basava 
																			su 
																			alcuni 
																			determinanti 
																			argomenti. 
																			Il 
																			giudice 
																			rifiutava 
																			l’interpretazione 
																			dello 
																			Stato 
																			del 
																			Maryland, 
																			per 
																			cui 
																			con 
																			“necessari 
																			e 
																			opportuni” 
																			si 
																			intendessero 
																			solo 
																			quei 
																			provvedimenti 
																			assolutamente 
																			essenziali 
																			allo 
																			svolgimento 
																			dei 
																			poteri 
																			espressi, 
																			ma 
																			riteneva 
																			che 
																			questa 
																			clausola 
																			dovesse 
																			ampliare, 
																			e 
																			non 
																			limitare, 
																			le 
																			competenze 
																			del 
																			Congresso. 
																			Non 
																			era 
																			necessario, 
																			quindi, 
																			che 
																			i 
																			poteri 
																			impliciti 
																			fossero 
																			enumerati, 
																			bastava 
																			fossero 
																			ricollegabili 
																			al 
																			testo 
																			costituzionale.
																			 
																			
																			
																			
																			L’esito 
																			di 
																			questa 
																			sentenza 
																			ebbe 
																			importanti 
																			ripercussioni 
																			in 
																			tutta 
																			la 
																			successiva 
																			storia 
																			giuridica 
																			statunitense 
																			fino 
																			a 
																			oggi, 
																			poiché 
																			creò 
																			il 
																			precedente 
																			che 
																			sbilanciò 
																			irreversibilmente 
																			gli 
																			equilibri 
																			tra 
																			il 
																			potere 
																			statale 
																			e 
																			quello 
																			federale.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Allo 
																			stesso 
																			modo, 
																			in 
																			nome 
																			della 
																			dottrina 
																			dei 
																			cosiddetti
																			
																			Implied 
																			Powers, 
																			vennero 
																			prese 
																			numerose 
																			iniziative 
																			del 
																			Governo 
																			statunitense, 
																			tanto 
																			che 
																			lo 
																			stesso 
																			Woodrow 
																			Wilson 
																			(1856-1924), 
																			non 
																			ancora 
																			divenuto 
																			presidente, 
																			la 
																			riconobbe 
																			come 
																			il 
																			principio 
																			dinamico 
																			basilare 
																			della 
																			storia 
																			costituzionale 
																			americana.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Egli 
																			la 
																			riteneva 
																			una 
																			teoria 
																			possente, 
																			seduttiva, 
																			irresistibile, 
																			per 
																			la 
																			sua 
																			capacità 
																			di 
																			innalzare 
																			il 
																			potere 
																			federale 
																			al 
																			di 
																			sopra 
																			di 
																			quello 
																			degli 
																			Stati 
																			membri. 
																			Essa, 
																			infatti, 
																			ampliava 
																			la 
																			discrezionalità 
																			politica 
																			del 
																			potere 
																			legislativo 
																			nazionale, 
																			riuscendo, 
																			oltretutto, 
																			a 
																			“eludere 
																			gli 
																			ostacoli 
																			dei 
																			limiti 
																			dell’interferenza 
																			giuridica”.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Nell’opinione 
																			di 
																			Wilson, 
																			dunque, 
																			le 
																			autorità 
																			federali 
																			erano 
																			sempre 
																			gli 
																			ultimi, 
																			e in 
																			molti 
																			casi 
																			i 
																			soli, 
																			giudici. 
																			Gli 
																			Stati 
																			venivano 
																			esclusi 
																			dalle 
																			loro 
																			stesse 
																			prerogative, 
																			poiché 
																			solo 
																			il 
																			potere 
																			centrale 
																			poteva 
																			determinare, 
																			con 
																			autorità 
																			suprema, 
																			quali 
																			competenze 
																			spettassero 
																			ai 
																			poteri 
																			statali, 
																			caso 
																			per 
																			caso.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Con 
																			questa 
																			logica 
																			il 
																			lo 
																			Stato 
																			centrale 
																			statunitense 
																			ha 
																			decisamente 
																			allargato 
																			la 
																			sfera 
																			delle 
																			sue 
																			competenze: 
																			in 
																			molti 
																			casi 
																			i 
																			poteri 
																			che 
																			si 
																			arroga 
																			sono 
																			strettamente 
																			consequenziali 
																			alle 
																			clausole 
																			del 
																			testo 
																			costituzionale, 
																			ma 
																			in 
																			altrettanti 
																			serve 
																			un’argomentazione 
																			più 
																			ampia
																			 
																			
																			
																			
																			Non 
																			ci 
																			si 
																			può 
																			non 
																			chiedere 
																			se 
																			questa 
																			clausola 
																			non 
																			abbia 
																			contribuito 
																			a 
																			rendere 
																			gli 
																			Stati 
																			Uniti 
																			uno 
																			Stato 
																			unitario 
																			e 
																			coeso; 
																			se 
																			la 
																			possibilità 
																			di 
																			ergersi 
																			al 
																			di 
																			sopra 
																			degli 
																			Stati 
																			non 
																			abbia 
																			contribuito 
																			a 
																			dare 
																			allo 
																			stato 
																			centrale 
																			l’immagine 
																			di 
																			una 
																			forza 
																			super 
																			partes 
																			che 
																			protegge 
																			dall’alto 
																			i 
																			suoi 
																			cittadini.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			In 
																			una 
																			realtà 
																			federale, 
																			quindi, 
																			si 
																			potrebbe 
																			vedere 
																			questa 
																			clausola 
																			come 
																			fattore 
																			di 
																			coesione 
																			tra 
																			gli 
																			Stati 
																			che 
																			hanno 
																			scelto 
																			di 
																			affidarsi 
																			a un 
																			potere 
																			centrale, 
																			senza 
																			ignorare, 
																			ovviamente, 
																			i 
																			molti 
																			dibattitti 
																			che 
																			comunque 
																			ne 
																			conseguono.
																							
																			
																			
																			
																			
																							
																			 
																			
																			