N. 18 - Giugno 2009 
                          
                          (XLIX)
															
															
															
															IL REGNO TRA GLI ULTIMI
																						LA “TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE”
																						di Lawrence M.F. Sudbury
															
															 
                                    
						
						
						Tra gli anni ’60 e gli anni ’70, nel cuore del grande 
						movimento mondiale di rivolta contro lo status quo che 
						si esplicava a livello morale, sociale e politico, 
						nacque in Sud America quella che voleva essere una 
						rivoluzione nel modo di intendere la fede cristiana e di 
						viverla quotidianamente: la cosiddetta “teologia della 
						liberazione”.
																			
						 
																			
						
						A lungo essa si presentò come un notevole soggetto di 
						discussione sia all’interno che all’esterno della 
						Chiesa, ma, in seguito, la condanna da parte del 
						Vaticano e il cosiddetto “riflusso” erosero buona parte 
						delle basi di questo movimento, relegandolo nell’ombra. 
						Oggi, a più di quarant’anni dalla sua nascita, è però 
						possibile tentare di tracciarne un quadro di sviluppo 
						storico che metta in luce i momenti evolutivi più 
						importanti di quella che, per alcuni versi, è stato la 
						più importante istanza di cambiamento sorta all’interno 
						della Chiesa Cattolica (e non solo) negli ultimi 
						decenni.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Il 
																			primo 
																			elemento 
																			da 
																			puntualizzare 
																			è 
																			che 
																			la 
																			“teologia 
																			della 
																			liberazione” 
																			non 
																			nacque 
																			dal 
																			nulla 
																			ma 
																			ebbe 
																			importanti 
																			radici 
																			sia 
																			remote 
																			che 
																			prossime. 
																			Per 
																			quanto 
																			riguarda 
																			le 
																			prime, 
																			esse 
																			possono 
																			certamente 
																			essere 
																			ricercate 
																			nella 
																			tradizione 
																			profetica 
																			dei 
																			missionari 
																			fin 
																			dai 
																			primi 
																			anni 
																			dell’epopea 
																			coloniale 
																			in 
																			America 
																			Latina, 
																			con 
																			una 
																			serie 
																			di 
																			ecclesiastici 
																			che, 
																			da 
																			subito, 
																			misero 
																			in 
																			discussione 
																			la 
																			tipologia 
																			di 
																			presenza 
																			adottata 
																			dalla 
																			Chiesa 
																			e il 
																			modo 
																			in 
																			cui 
																			gli 
																			indigeni, 
																			i 
																			neri, 
																			i 
																			meticci 
																			e le 
																			masse 
																			povere 
																			sia 
																			agricole 
																			che 
																			urbane 
																			venivano 
																			trattate. 
																			Nomi 
																			come 
																			quelli 
																			di 
																			Bartolomeo 
																			de 
																			Las 
																			Casas, 
																			Antonio 
																			de 
																			Montesinos, 
																			Antonio 
																			Vieira, 
																			Fratello 
																			Caneca 
																			e 
																			molti 
																			altri 
																			sono 
																			solo 
																			la 
																			punta 
																			dell’iceberg 
																			di 
																			un 
																			modo 
																			di 
																			intendere 
																			la 
																			presenza 
																			ecclesiastica 
																			in 
																			una 
																			società 
																			sfruttata 
																			che, 
																			evidentemente, 
																			ebbe 
																			una 
																			influenza 
																			sostanziale 
																			sullo 
																			sviluppo 
																			del 
																			nuovo 
																			sistema 
																			di 
																			pensiero.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Per 
																			quanto 
																			riguarda, 
																			invece, 
																			le 
																			cause 
																			più 
																			prossime 
																			di 
																			insorgenza 
																			di 
																			tale 
																			sistema, 
																			è 
																			impossibile 
																			non 
																			notare 
																			come 
																			i 
																			governi 
																			populisti 
																			sudamericani 
																			tra 
																			gli 
																			anni 
																			’50 
																			e 
																			gli 
																			anni 
																			’60 
																			(da 
																			Perón 
																			in 
																			Argentina, 
																			a 
																			Vargas 
																			in 
																			Brasile, 
																			e a 
																			Cárdenas 
																			in 
																			Messico) 
																			avessero 
																			ispirato 
																			un 
																			nuova 
																			consapevolezza 
																			nazionalista 
																			e 
																			una 
																			significativo 
																			sviluppo 
																			industriale 
																			di 
																			cui 
																			avevano 
																			largamente 
																			beneficiato 
																			le 
																			classi 
																			borghesi 
																			ma 
																			che 
																			avevano 
																			portato 
																			enormi 
																			masse 
																			di 
																			contadini 
																			e di 
																			proletari 
																			urbani 
																			in 
																			uno 
																			stato 
																			di 
																			marginalizzazione 
																			anche 
																			fisica 
																			all’interno 
																			di 
																			aree 
																			rurali 
																			depresse 
																			o di 
																			baraccopoli 
																			al 
																			limite 
																			della 
																			possibilità 
																			di 
																			sopravvivenza.
																			 
																			
																			
																			
																			Lo 
																			sviluppo 
																			economico 
																			procedeva, 
																			dunque, 
																			lungo 
																			linee 
																			di 
																			dipendenza 
																			dal 
																			capitalismo 
																			delle 
																			nazioni 
																			più 
																			sviluppate, 
																			escludendo 
																			la 
																			gran 
																			parte 
																			delle 
																			popolazioni 
																			nazionali 
																			dalle 
																			possibilità 
																			di 
																			migliorare 
																			il 
																			proprio 
																			stato: 
																			era 
																			naturale 
																			che, 
																			in 
																			reazione 
																			a 
																			questa 
																			situazione, 
																			nascessero 
																			ovunque 
																			forti 
																			movimenti 
																			popolari 
																			di 
																			opposizione 
																			che, 
																			però, 
																			a 
																			loro 
																			volta, 
																			provocarono 
																			la 
																			nascita 
																			di 
																			dittature 
																			militari 
																			che 
																			si 
																			ponevano 
																			a 
																			salvaguardia 
																			degli 
																			interessi 
																			del 
																			capitalismo, 
																			spesso 
																			ammantando 
																			il 
																			loro 
																			comportamento 
																			reazionario 
																			con 
																			propositi 
																			di 
																			“sicurezza 
																			nazionale” 
																			che 
																			nascondevano 
																			unicamente 
																			una 
																			totale 
																			repressione 
																			politica 
																			contro 
																			la 
																			dissidenza, 
																			attuata, 
																			per 
																			lo 
																			più, 
																			con 
																			metodi 
																			di 
																			inaudita 
																			violenza.
																			 
																			
																			
																			
																			In 
																			questo 
																			contesto, 
																			la 
																			rivoluzione 
																			socialista 
																			di 
																			Cuba 
																			venne 
																			da 
																			molti 
																			vista 
																			come 
																			una 
																			grande 
																			alternativa 
																			che 
																			portasse 
																			alla 
																			dissoluzione 
																			della 
																			causa 
																			principe 
																			del 
																			sottosviluppo: 
																			la 
																			dipendenza 
																			dal 
																			capitale 
																			straniero. 
																			Così, 
																			gruppi 
																			armati 
																			rivoluzionari, 
																			volti 
																			alla 
																			sovversione 
																			rispetto 
																			ai 
																			governi 
																			esistenti 
																			e 
																			all’instaurazione 
																			di 
																			regimi 
																			socialisti, 
																			sorsero 
																			praticamente 
																			in 
																			tutte 
																			le 
																			nazioni 
																			centro 
																			e 
																			sud 
																			americane, 
																			portando 
																			ad 
																			un 
																			clima 
																			pre-rivoluzionario 
																			fortemente 
																			sentito 
																			all’interno 
																			degli 
																			strati 
																			sociali 
																			più 
																			poveri.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			La 
																			Chiesa, 
																			in 
																			una 
																			tale 
																			situazione, 
																			non 
																			poteva 
																			rimanere 
																			“alla 
																			finestra”. 
																			A 
																			partire 
																			dagli 
																			anni 
																			’60, 
																			anche 
																			le 
																			istituzioni 
																			ecclesiastiche 
																			vennero 
																			sconvolte 
																			da 
																			una 
																			forte 
																			ventata 
																			di 
																			rinnovamento. 
																			Molti 
																			cristiani 
																			cominciarono 
																			a 
																			prendere 
																			davvero 
																			seriamente 
																			la 
																			loro 
																			missione 
																			sociale: 
																			numerosi 
																			laici 
																			si 
																			dedicarono 
																			al 
																			lavoro 
																			tra 
																			i 
																			poveri, 
																			vescovi 
																			e 
																			preti 
																			di 
																			grande 
																			carisma 
																			incoraggiarono 
																			ad 
																			operare 
																			in 
																			favore 
																			di 
																			un 
																			progresso 
																			sociale 
																			e di 
																			una 
																			reale 
																			modernizzazione 
																			nazionale 
																			e 
																			varie 
																			organizzazioni 
																			ecclesiali 
																			tentarono 
																			di 
																			promuovere 
																			la 
																			comprensione 
																			ed 
																			il 
																			miglioramento 
																			delle 
																			terribili 
																			condizioni 
																			di 
																			vita 
																			degli 
																			strati 
																			più 
																			bassi 
																			della 
																			piramide 
																			sociale. 
																			Organizzazioni 
																			come 
																			quelli 
																			dei 
																			“Giovani 
																			Studenti 
																			Cristiani”, 
																			dei 
																			“Giovani 
																			Lavoratori 
																			Cristiani”, 
																			dei 
																			“Giovani 
																			Agricoltori 
																			Cristiani” 
																			o 
																			dei 
																			gruppi 
																			del 
																			“Movimento 
																			per 
																			l’Educazione 
																			Primaria”, 
																			iniziarono 
																			a 
																			darsi 
																			da 
																			fare 
																			attivamente, 
																			sia 
																			operando 
																			attraverso 
																			i 
																			mass 
																			media 
																			che 
																			sul 
																			campo, 
																			per 
																			raggiungere 
																			l’obiettivo 
																			di 
																			una 
																			società 
																			più 
																			equa. 
																			L’opera 
																			di 
																			questi 
																			movimenti, 
																			generalmente 
																			di 
																			estrazione 
																			borghese, 
																			si 
																			basava 
																			filosoficamente 
																			sulla 
																			teologia 
																			europea 
																			delle 
																			realtà 
																			terrene, 
																			sull’integralismo 
																			umanista 
																			di 
																			Jaques 
																			Maritain, 
																			sul 
																			personalismo 
																			sociale 
																			di 
																			Mounier, 
																			sull’evoluzionismo 
																			progressista 
																			di 
																			Teilhard 
																			de 
																			Chardin, 
																			sulla 
																			riflessione 
																			della 
																			dimensione 
																			sociale 
																			del 
																			dogma 
																			di 
																			Henri 
																			de 
																			Lubac, 
																			sulla 
																			teologia 
																			della 
																			laicità 
																			di 
																			Yves 
																			Congar 
																			e 
																			sui 
																			lavori 
																			di 
																			Chenu, 
																			ma 
																			fu 
																			il 
																			Concilio 
																			Vaticano 
																			II a 
																			fornire 
																			la 
																			miglior 
																			giustificazione 
																			teorica 
																			alle 
																			attività 
																			sviluppate 
																			sotto 
																			il 
																			segno 
																			di 
																			una 
																			svolta 
																			progressista 
																			della 
																			missione 
																			cristiana.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			La 
																			fine 
																			degli 
																			anni 
																			’60, 
																			la 
																			crisi 
																			del 
																			populismo 
																			e 
																			del 
																			modello 
																			di 
																			sviluppo 
																			ad 
																			esso 
																			correlato 
																			portò 
																			all’avvento 
																			di 
																			una 
																			forte 
																			corrente 
																			del 
																			pensiero 
																			sociologico 
																			che 
																			smascherò 
																			le 
																			vere 
																			cause 
																			del 
																			sottosviluppo, 
																			dimostrando 
																			come 
																			sviluppo 
																			e 
																			sottosviluppo 
																			fossero 
																			da 
																			sempre 
																			due 
																			lati 
																			della 
																			stessa 
																			medaglia: 
																			tutte 
																			le 
																			nazioni 
																			occidentali 
																			erano 
																			impegnate 
																			in 
																			una 
																			vasta 
																			campagna 
																			di 
																			sviluppo 
																			delle 
																			nazioni 
																			meno 
																			progredite, 
																			ma 
																			l’organizzazione 
																			di 
																			tale 
																			sistema 
																			era 
																			tale 
																			per 
																			cui 
																			solo 
																			le 
																			nazioni 
																			già 
																			industrializzate 
																			usufruissero 
																			dei 
																			benefici 
																			del 
																			processo, 
																			lasciando 
																			tutti 
																			i 
																			costi 
																			sociali 
																			a 
																			quegli 
																			Stati 
																			meno 
																			sviluppati 
																			che 
																			risultavano 
																			periferici 
																			rispetto 
																			al 
																			sistema 
																			stesso. 
																			In 
																			pratica, 
																			la 
																			povertà 
																			del 
																			III 
																			Mondo 
																			era 
																			il 
																			prezzo 
																			da 
																			pagare 
																			perché 
																			il I 
																			Mondo 
																			potesse 
																			godere 
																			dei 
																			frutti 
																			della 
																			sovrabbondanza.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Nei 
																			circoli 
																			ecclesiastici 
																			più 
																			attenti 
																			nel 
																			seguire 
																			gli 
																			sviluppi 
																			della 
																			società 
																			e 
																			nello 
																			studiare 
																			i 
																			suoi 
																			problemi, 
																			questa 
																			interpretazione 
																			agì 
																			come 
																			una 
																			sorta 
																			di 
																			lievito 
																			che 
																			portò 
																			una 
																			nuova 
																			vitalità 
																			e un 
																			nuovo 
																			spirito 
																			critico 
																			all’interno 
																			dei 
																			consessi 
																			pastorali. 
																			La 
																			relazione 
																			di 
																			dipendenza 
																			della 
																			periferia 
																			rispetto 
																			al 
																			centro 
																			del 
																			mondo 
																			doveva 
																			essere 
																			sostituita 
																			da 
																			un 
																			processo 
																			di 
																			abbattimento 
																			dei 
																			muri 
																			sociali: 
																			in 
																			questo 
																			senso, 
																			le 
																			basi 
																			della 
																			teologia 
																			dello 
																			sviluppo 
																			vennero 
																			minate 
																			in 
																			profondità 
																			e 
																			sostituite 
																			dal 
																			seme 
																			di 
																			una 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione, 
																			i 
																			cui 
																			elementi 
																			costitutivi 
																			si 
																			aggregarono 
																			solo 
																			quando 
																			movimenti 
																			popolari 
																			e 
																			gruppi 
																			cristiani 
																			si 
																			unirono 
																			con 
																			l’obiettivo 
																			comune 
																			di 
																			una 
																			liberazione 
																			sociale 
																			e 
																			politica, 
																			prodromo 
																			per 
																			una 
																			liberazione 
																			completa 
																			ed 
																			integrale 
																			dell’essere 
																			umano.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Le 
																			prime 
																			riflessioni 
																			che 
																			avrebbero 
																			portato 
																			allo 
																			sviluppo 
																			di 
																			un 
																			movimento 
																			teologico 
																			strutturato 
																			ebbero, 
																			dunque, 
																			la 
																			loro 
																			origine 
																			nel 
																			contesto 
																			di 
																			un 
																			dialogo 
																			tra 
																			la 
																			Chiesa 
																			e 
																			una 
																			società 
																			in 
																			fermento, 
																			tra 
																			fede 
																			cristiana 
																			e la 
																			volontà 
																			di 
																			una 
																			trasformazione 
																			che 
																			nasceva 
																			dal 
																			popolo. 
																			Il 
																			Concilio 
																			Vaticano 
																			II 
																			aveva 
																			prodotto 
																			un’atmosfera 
																			teologica 
																			caratterizzata 
																			da 
																			una 
																			grande 
																			libertà 
																			e 
																			creatività 
																			e 
																			questo 
																			diede 
																			ad 
																			alcuni 
																			teologi 
																			latino-americani 
																			il 
																			coraggio 
																			per 
																			rivolgere 
																			una 
																			sempre 
																			maggior 
																			attenzione 
																			ai 
																			problemi 
																			sociali 
																			dei 
																			loro 
																			Paesi. 
																			Ciò 
																			apparve 
																			particolarmente 
																			evidente 
																			nel 
																			dialogo 
																			inter-religioso 
																			tra 
																			Cattolici 
																			e 
																			Protestanti 
																			che 
																			ebbe 
																			luogo 
																			all’interno 
																			del 
																			gruppo 
																			“Chiesa 
																			e 
																			Società 
																			in 
																			America 
																			Latina” 
																			(ISAL), 
																			nel 
																			cui 
																			ambito 
																			si 
																			ebbero 
																			frequenti 
																			incontri 
																			tra 
																			teologi 
																			cattolici 
																			(Gustavo 
																			Gutiérrez, 
																			Segundo 
																			Galilea, 
																			Juan 
																			Luis 
																			Segundo, 
																			Lucio 
																			Gera 
																			e 
																			molti 
																			altri) 
																			e 
																			teologi 
																			protestanti 
																			(Emilio 
																			Castro, 
																			Julio 
																			de 
																			Santa 
																			Ana, 
																			Rubem 
																			Alves, 
																			José 
																			Míguez 
																			Bonino) 
																			allo 
																			scopo 
																			di 
																			intensificare 
																			gli 
																			sforzi 
																			di 
																			riflessione 
																			sulle 
																			relazioni 
																			tra 
																			fede 
																			e 
																			povertà 
																			e 
																			tra 
																			Vangelo 
																			e 
																			giustizia 
																			sociale. 
																			In 
																			brasile, 
																			tra 
																			il 
																			1959 
																			e il 
																			1964, 
																			la 
																			sinistra 
																			cattolica 
																			riuscì 
																			così 
																			a 
																			produrre 
																			una 
																			serie 
																			di 
																			testi 
																			fondamentali 
																			di 
																			connessione 
																			tra 
																			ideale 
																			cristiano 
																			e 
																			azione 
																			popolare 
																			che 
																			già 
																			anticipavano 
																			la 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione: 
																			in 
																			essi, 
																			si 
																			poneva 
																			l’accento 
																			sulla 
																			necessità 
																			di 
																			un 
																			impegno 
																			personale 
																			del 
																			singolo 
																			nel 
																			mondo, 
																			sostenuto 
																			dallo 
																			studio 
																			delle 
																			scienze 
																			sociali 
																			e 
																			dai 
																			principi 
																			universali 
																			del 
																			cristianesimo.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			A 
																			seguire, 
																			durante 
																			un 
																			incontro 
																			di 
																			teologi 
																			latino-americani 
																			a 
																			Petrópolis 
																			(Rio 
																			de 
																			Janeiro) 
																			nel 
																			marzo 
																			1964, 
																			Gustavo 
																			Gutiérrez 
																			per 
																			la 
																			prima 
																			volta 
																			descrisse 
																			la 
																			teologia 
																			come 
																			“una 
																			riflessione 
																			critica
																			
																			sull’azione” 
																			e 
																			questo 
																			tema 
																			venne 
																			ulteriormente 
																			sviluppato 
																			in 
																			altri 
																			meeting 
																			a 
																			L’Avana, 
																			Bogotà 
																			e  Cuernavaca 
																			tra 
																			il 
																			giugno 
																			e il 
																			luglio 
																			1965, 
																			parte 
																			di 
																			un 
																			programma 
																			di 
																			lavoro 
																			che 
																			portò 
																			alla 
																			conferenza 
																			di 
																			Medellin 
																			del 
																			1968, 
																			che 
																			pose 
																			le 
																			vere 
																			basi 
																			fondative 
																			della 
																			nuova 
																			teologia, 
																			di 
																			cui 
																			vennero 
																			discusse 
																			metodologie 
																			e 
																			linee 
																			di 
																			sviluppo. 
																			Nel 
																			frattempo, 
																			le 
																			lezioni 
																			di 
																			Gutiérrez 
																			a 
																			Montreal 
																			e a 
																			Chimbote 
																			in 
																			Perù 
																			nel 
																			1967 
																			avevano 
																			focalizzato 
																			l’attenzione 
																			del 
																			clero 
																			non 
																			solo 
																			americano 
																			sulla 
																			povertà 
																			del 
																			III 
																			Mondo 
																			e 
																			sulle 
																			possibilità 
																			di 
																			sviluppare 
																			una 
																			strategia 
																			pastorale 
																			che 
																			tenesse 
																			conto 
																			delle 
																			esigenze 
																			economiche 
																			delle 
																			fasce 
																			più 
																			disagiate. 
																			Il 
																			risultato 
																			di 
																			tutti 
																			questi 
																			incontri 
																			fu 
																			presentato 
																			all’opinione 
																			pubblica 
																			mondiale 
																			in 
																			un 
																			convegno-evento 
																			a 
																			Cartigny, 
																			in 
																			Svizzera, 
																			nel 
																			 1969, 
																			il 
																			cui 
																			titolo 
																			diede 
																			il 
																			nome 
																			a 
																			tutto 
																			il 
																			movimento 
																			che 
																			seguirà: 
																			"Verso 
																			una 
																			Teologia 
																			della 
																			Liberazione".
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			I 
																			primi 
																			congressi 
																			cattolici 
																			interamente 
																			legati 
																			alla 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione 
																			furono 
																			tenuti 
																			a 
																			Bogotà 
																			nel 
																			marzo 
																			1970 
																			e 
																			nel 
																			luglio 
																			1971, 
																			mentre, 
																			sul 
																			versante 
																			protestante, 
																			negli 
																			stessi 
																			anni, 
																			l’ISAL 
																			organizzava 
																			qualcosa 
																			di 
																			molto 
																			simile 
																			a 
																			Buenos 
																			Ayres.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Infine, 
																			nel 
																			dicembre 
																			1971, 
																			Gustavo 
																			Gutiérrez 
																			pubblicò 
																			la 
																			sua 
																			opera 
																			fondativa 
																			 Teología 
																			de 
																			la 
																			Liberación, 
																			atto 
																			finale 
																			di 
																			un 
																			processo 
																			i 
																			cui 
																			momenti 
																			fondamentali 
																			erano 
																			stati 
																			il 
																			simposio 
																			di 
																			Hugo 
																			Assmarm 
																			"Oppressione-Liberazione: 
																			La 
																			Sfida 
																			dei 
																			Cristiani" 
																			(Montevideo 
																			– 
																			Maggio 
																			1971) 
																			e la 
																			serie 
																			di 
																			articoli 
																			pubblicati 
																			da 
																			Leonardo 
																			Boff 
																			sul 
																			tema 
																			“Gesù 
																			Cristo 
																			Liberatore”.
																			
																			
																			
																			
																			
																			
																			A 
																			questo 
																			punto, 
																			la 
																			porta 
																			era 
																			aperta 
																			per 
																			lo 
																			sviluppo 
																			di 
																			una 
																			teologia 
																			nata 
																			dalla 
																			periferia 
																			del 
																			mondo 
																			per 
																			la 
																			periferia 
																			del 
																			mondo, 
																			capace 
																			di 
																			presentare 
																			una 
																			sfida 
																			immensa 
																			alla 
																			missione 
																			evangelizzatrice 
																			della 
																			Chiesa.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Per 
																			lo 
																			sviluppo 
																			di 
																			una 
																			tale 
																			teologia, 
																			possiamo, 
																			per 
																			amor 
																			di 
																			chiarezza, 
																			parlare 
																			di 
																			Quattro 
																			tappe 
																			fondamentali.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			1)    
																			
																			
																			
																			
																			Il 
																			momento 
																			fondativo, 
																			nato 
																			da 
																			coloro 
																			che 
																			per 
																			primi 
																			abbozzarono 
																			i 
																			fondamenti 
																			di 
																			questo 
																			nuovo 
																			modo 
																			di 
																			fare 
																			teologia. 
																			A 
																			parte 
																			gli 
																			scritti, 
																			ispiranti 
																			e 
																			basilari, 
																			di 
																			Gustavo 
																			Gutiérrez, 
																			possiamo 
																			ricordare, 
																			in 
																			questa 
																			fase, 
																			i 
																			testi 
																			di 
																			Juan 
																			Luis 
																			Segundo
																			
																			De 
																			la 
																			sociedad 
																			a la 
																			teología 
																			(1970) 
																			e 
																			Liberación 
																			de 
																			la 
																			teología 
																			(1975);di 
																			Hugo 
																			Assmann
																			
																			Teología 
																			desde 
																			la 
																			praxis 
																			de 
																			liberación; 
																			di 
																			Lucio 
																			Gera
																			
																			Apuntes 
																			para 
																			una 
																			interpretactón 
																			de 
																			le 
																			Iglesia 
																			argentina 
																			(1970) 
																			e 
																			Teologio 
																			de 
																			la 
																			liberación 
																			(1973) 
																			e, 
																			sul 
																			versante 
																			protestante, 
																			a 
																			parte 
																			tutte 
																			le 
																			opere 
																			di 
																			Emilio 
																			Castro 
																			e 
																			Julio 
																			de 
																			Santa 
																			Ana, 
																			gli 
																			splendidi 
																			contributi 
																			di 
																			Rubem 
																			Alves
																			
																			Religion: 
																			Opium 
																			of 
																			the 
																			People 
																			(1969) 
																			e di 
																			José 
																			Míguez 
																			Bonino
																			
																			La 
																			fe 
																			en 
																			busca 
																			de 
																			eficacia 
																			(1967) 
																			e 
																			Doing 
																			Theology 
																			in a 
																			Revolutionary 
																			Situation 
																			(1975). 
																			Tutti 
																			questi 
																			autori 
																			si 
																			erano 
																			concentrati 
																			sulla 
																			presentazione 
																			della 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione 
																			come 
																			una 
																			“teologia 
																			fondamentale”, 
																			cioè 
																			come 
																			l’apertura 
																			di 
																			un 
																			nuovo 
																			orizzonte 
																			che 
																			dava 
																			un 
																			assetto 
																			completamente 
																			diverso 
																			all’intera 
																			teologia 
																			cristiana.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			2)    
																			
																			
																			
																			
																			Il 
																			momento 
																			costruttivo, 
																			incentrato 
																			sulla 
																			necessità 
																			di 
																			dare 
																			alla 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione 
																			un 
																			contenuto 
																			dottrinale 
																			strutturato 
																			a 
																			partire 
																			da 
																			tre 
																			grandi 
																			filoni, 
																			riletti 
																			secondo 
																			le 
																			necessità 
																			più 
																			urgenti 
																			della 
																			vita 
																			della 
																			Chiesa: 
																			spiritualità, 
																			cristologia 
																			ed 
																			ecclesiologia. 
																			Il 
																			numero 
																			delle 
																			opere 
																			sudamericane 
																			editate 
																			in 
																			questa 
																			fase 
																			è 
																			enorme, 
																			ma 
																			tra 
																			esse 
																			vale 
																			la 
																			pena 
																			di 
																			citare 
																			gli 
																			scritti 
																			degli 
																			argentini 
																			Enrique 
																			Dussel, 
																			Juan 
																			Carlos 
																			Scarmone 
																			e 
																			Severino, 
																			dei 
																			brasiliani 
																			João 
																			Batista 
																			Libânio, 
																			Frei 
																			Betio, 
																			Carlos 
																			Palácio 
																			e 
																			Leonardo 
																			Boff, 
																			dei 
																			cileni 
																			Ronaldo 
																			Muñoz, 
																			Sergio 
																			Torres 
																			e 
																			Pablo 
																			Richard 
																			e 
																			dei 
																			messicani 
																			Raúl 
																			Vidales 
																			e 
																			Luis 
																			del 
																			Valle.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			3)    
																			
																			
																			
																			
																			Il 
																			momento 
																			del 
																			consolidamento. 
																			Una 
																			volta 
																			che 
																			il 
																			processo 
																			di 
																			riflessione 
																			teologica 
																			era 
																			stato 
																			ben 
																			sviluppato, 
																			si 
																			sentì 
																			il 
																			bisogno 
																			di 
																			attuare 
																			un 
																			duplice 
																			processo 
																			di 
																			consolidamento 
																			per 
																			radicare 
																			a 
																			fondo 
																			la 
																			nuova 
																			teologia. 
																			Da 
																			un 
																			lato 
																			vi 
																			era 
																			la 
																			necessità 
																			di 
																			comprendere 
																			che 
																			tale 
																			teologia 
																			necessitava 
																			di 
																			una 
																			solida 
																			base 
																			epistemologica 
																			e, 
																			quindi, 
																			di 
																			scoprire 
																			come 
																			evitare 
																			duplicazioni 
																			e 
																			confusioni 
																			espressive 
																			e di 
																			livelli, 
																			pur 
																			dando 
																			una 
																			espressione 
																			coerente 
																			a 
																			temi 
																			sorti 
																			dalla 
																			esperienza 
																			spirituale 
																			originale, 
																			a 
																			partire 
																			da 
																			una 
																			fase 
																			osservativa, 
																			per 
																			poi 
																			giungere 
																			ad 
																			una 
																			fase 
																			di 
																			giudizio 
																			teologico 
																			e, 
																			infine, 
																			ad 
																			una 
																			fase 
																			di 
																			azione 
																			pastorale, 
																			sempre 
																			tenendo 
																			presente 
																			 l’idea 
																			che 
																			una 
																			vera 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione 
																			presupponesse 
																			un 
																			collegamento 
																			strettissimo 
																			tra 
																			teoria 
																			e 
																			pratica 
																			concreta. 
																			Dall’altro 
																			lato, 
																			il 
																			consolidamento  
																			doveva 
																			essere 
																			raggiunto 
																			unicamente 
																			attraverso 
																			un 
																			volontario 
																			mescolarsi 
																			dei 
																			teologi 
																			e 
																			degli 
																			intellettuali 
																			all’interno 
																			dei 
																			circoli 
																			popolari: 
																			in 
																			quest’ottica, 
																			un 
																			numero 
																			sempre 
																			maggiore 
																			di 
																			teologi 
																			si 
																			fecero 
																			pastori 
																			a 
																			tutti 
																			gli 
																			effetti, 
																			per 
																			agire 
																			come 
																			agenti 
																			d’ispirazione 
																			per 
																			tutta 
																			la 
																			Chiesa 
																			e 
																			per 
																			la 
																			società, 
																			tanto 
																			che 
																			divenne 
																			quasi 
																			normale 
																			vedere 
																			teologi 
																			che 
																			si 
																			dividevano 
																			tra 
																			congressi 
																			di 
																			alto 
																			profilo 
																			intellettuale 
																			e 
																			momenti 
																			di 
																			catechismo 
																			popolare, 
																			lotta 
																			sindacale 
																			e 
																			organizzazione 
																			di 
																			comunità.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			4)    
																			
																			
																			
																			
																			Il 
																			momento 
																			della 
																			formalizzazione. 
																			Ogni 
																			visione 
																			teologica 
																			originale 
																			tende, 
																			con 
																			il 
																			passare 
																			del 
																			tempo 
																			a 
																			ricercare 
																			una 
																			sua 
																			espressione 
																			più 
																			formalizzata. 
																			Fin 
																			dai 
																			suoi 
																			esordi 
																			la 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione 
																			aveva 
																			avuto 
																			come 
																			obiettivo 
																			un 
																			riesame 
																			dell’intero 
																			contenuto 
																			della 
																			Rivelazione 
																			e 
																			della 
																			Tradizione, 
																			per 
																			esplicitare 
																			i 
																			significati 
																			sociali 
																			e di 
																			liberazione 
																			popolare 
																			impliciti 
																			in 
																			entrambe 
																			le 
																			fonti. 
																			Il 
																			senso 
																			di 
																			ciò 
																			non 
																			stava 
																			assolutamente 
																			nella 
																			volontà 
																			di 
																			ridurre 
																			la 
																			totalità 
																			del 
																			Mistero 
																			ad 
																			una 
																			sola 
																			dimensione 
																			sociale, 
																			ma 
																			nel 
																			sottolineare 
																			aspetti 
																			di 
																			una 
																			Verità 
																			più 
																			grande 
																			che 
																			potessero 
																			avere 
																			particolare 
																			rilevanza 
																			nel 
																			contesto 
																			oppressivo 
																			della 
																			società 
																			latino-americana. 
																			Una 
																			formalizzazione 
																			di 
																			questo 
																			genere 
																			corrispondeva 
																			pienamente 
																			anche 
																			alle 
																			richieste 
																			pastorali: 
																			a 
																			partire 
																			dalla 
																			metà 
																			degli 
																			anni 
																			’70 
																			la 
																			Chiesa 
																			si 
																			stava 
																			sempre 
																			più 
																			confrontando 
																			con 
																			situazioni 
																			in 
																			cui 
																			doveva 
																			ergersi 
																			a 
																			difensore 
																			degli 
																			oppressi 
																			e 
																			sempre 
																			nuovi 
																			gruppi 
																			ecclesiali 
																			alla 
																			ricerca 
																			di 
																			un 
																			sistema 
																			di 
																			tutela 
																			delle 
																			classi 
																			più 
																			marginali 
																			si 
																			stavano 
																			formando 
																			proprio 
																			sotto 
																			il 
																			patrocinio 
																			della 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione 
																			(solo 
																			in 
																			Brasile 
																			si 
																			possono 
																			ricordare, 
																			in 
																			questo 
																			senso 
																			il 
																			“Centro 
																			per 
																			l’Unita 
																			e la 
																			Coscienza 
																			Nera”, 
																			i 
																			movimenti 
																			per 
																			i 
																			diritti 
																			e la 
																			difesa 
																			degli 
																			abitanti 
																			delle 
																			favelas, 
																			le 
																			“Missioni 
																			agli 
																			Amerindi”, 
																			i 
																			“Centri 
																			per 
																			la 
																			Pastorale 
																			Rurale” 
																			e 
																			molti 
																			altri 
																			ancora). 
																			Per 
																			far 
																			fronte 
																			a 
																			queste 
																			necessità 
																			pastorali 
																			e 
																			dare 
																			un 
																			substrato 
																			teologico 
																			alla 
																			formazione 
																			dei 
																			lavoratori 
																			per 
																			la 
																			pastorale, 
																			un 
																			gruppo 
																			di 
																			più 
																			di 
																			cento 
																			teologi 
																			cattolici 
																			pianificarono 
																			e 
																			scrissero 
																			una 
																			serie 
																			di 
																			55 
																			volumi 
																			di
																			
																			Teologia 
																			della 
																			Liberazione, 
																			pubblicati 
																			in 
																			spagnolo 
																			e 
																			portoghese 
																			a 
																			partire 
																			dal 
																			1985, 
																			atti 
																			a 
																			coprire 
																			tutti 
																			i 
																			più 
																			importanti 
																			temi 
																			teologici 
																			e 
																			pastorali 
																			dal 
																			punto 
																			di 
																			vista 
																			del 
																			nuovo 
																			sistema 
																			teologico.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			In 
																			sostanza, 
																			seppur 
																			in 
																			sintesi 
																			minima, 
																			le 
																			grandi 
																			proposizioni 
																			emerse 
																			da 
																			tutto 
																			questo 
																			processo 
																			sono 
																			principalmente 
																			quattro:
																			
																			
																			·        
																			
																			
																			
																			
																			la 
																			liberazione 
																			è 
																			conseguenza 
																			della 
																			presa 
																			di 
																			coscienza 
																			della 
																			realtà 
																			socioeconomica 
																			latinoamericana 
																			in 
																			particolare 
																			e 
																			del 
																			contesto 
																			socio-economico 
																			in 
																			generale;.
																			
																			
																			
																			
																			
																			·        
																			
																			
																			
																			
																			la 
																			situazione 
																			attuale 
																			della 
																			maggioranza 
																			dei 
																			latinoamericani 
																			(e, 
																			per 
																			estensione, 
																			di 
																			tutti 
																			i 
																			popoli 
																			del 
																			III 
																			Mondo) 
																			contraddice 
																			il 
																			disegno 
																			divino 
																			e la 
																			povertà 
																			diviene, 
																			dunque, 
																			un 
																			peccato 
																			sociale;
																			
																			
																			
																			
																			
																			·        
																			
																			
																			
																			
																			la 
																			salvezza 
																			cristiana 
																			include 
																			una 
																			"liberazione 
																			integrale" 
																			dell'uomo 
																			e 
																			raggruppa 
																			per 
																			questo 
																			anche 
																			la 
																			liberazione 
																			economica, 
																			politica, 
																			sociale 
																			e 
																			ideologica, 
																			come 
																			visibili 
																			segni 
																			della 
																			dignità 
																			umana;
																			
																			
																			·        
																			
																			
																			
																			
																			non 
																			vi 
																			sono 
																			solo 
																			peccatori, 
																			ma 
																			anche 
																			persecutori 
																			che 
																			opprimono 
																			e 
																			vittime 
																			del 
																			peccato 
																			che 
																			richiedono 
																			giustizia.
																			
																			
																			
																			
																			
																			·        
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Da 
																			tali 
																			tesi 
																			conseguono 
																			una 
																			serie 
																			di 
																			impegni 
																			teorici 
																			e 
																			operativi, 
																			tra 
																			i 
																			quali 
																			i 
																			più 
																			importanti 
																			sono:
																			
																			
																			·        
																			
																			
																			
																			
																			costante 
																			riflessione 
																			dell’uomo 
																			su 
																			se 
																			stesso 
																			per 
																			renderlo 
																			creativo 
																			a 
																			suo 
																			vantaggio 
																			e a 
																			quello 
																			della 
																			società 
																			in 
																			cui 
																			vive;
																			
																			
																			
																			
																			
																			·        
																			
																			
																			
																			
																			prendere 
																			coscienza 
																			della 
																			forte 
																			disuguaglianza 
																			sociale 
																			tra 
																			società 
																			opulente 
																			e 
																			popoli 
																			votati 
																			alla 
																			miseria, 
																			ponendosi 
																			al 
																			fianco 
																			dei 
																			poveri, 
																			che 
																			sono 
																			le 
																			membra 
																			sofferenti 
																			del 
																			corpo 
																			crocifisso 
																			di 
																			Cristo, 
																			senza 
																			avallare 
																			perciò 
																			tesi 
																			che 
																			si 
																			avvicinino 
																			ad 
																			un 
																			cristianesimo 
																			classista 
																			e 
																			rivoluzionario. 
																			la 
																			rivoluzione 
																			del 
																			vangelo 
																			è 
																			l'amore, 
																			non 
																			la 
																			lotta. 
																			La 
																			giustizia 
																			sociale 
																			è 
																			sorella 
																			della 
																			carità;
																			
																			
																			
																			
																			
																			·        
																			
																			
																			
																			
																			rivendicare 
																			la 
																			democrazia 
																			approfondendo 
																			la 
																			presa 
																			di 
																			coscienza 
																			delle 
																			popolazioni 
																			riguardo 
																			i 
																			loro 
																			veri 
																			nemici, 
																			per 
																			trasformare 
																			l’attuale 
																			sistema 
																			sociale 
																			ed 
																			economico;
																			
																			
																			
																			
																			
																			·        
																			
																			
																			
																			
																			eliminare 
																			la 
																			povertà, 
																			la 
																			mancanza 
																			di 
																			opportunità 
																			e le 
																			ingiustizie 
																			sociali, 
																			garantendo 
																			l’accesso 
																			all’istruzione, 
																			alla 
																			sanità, 
																			ecc.;
																			
																			
																			
																			
																			
																			·        
																			
																			
																			
																			
																			creare 
																			un 
																			uomo 
																			nuovo, 
																			come 
																			condizione 
																			indispensabile 
																			per 
																			assicurare 
																			il 
																			successo 
																			delle 
																			trasformazioni 
																			sociali. 
																			L’uomo 
																			solidale 
																			e 
																			creativo 
																			deve 
																			essere 
																			il 
																			motore 
																			dell’attività 
																			umana 
																			in 
																			contrapposizione 
																			alla 
																			mentalità 
																			capitalista 
																			della 
																			speculazione 
																			e 
																			della 
																			logica 
																			del 
																			profitto;
																			
																			
																			
																			
																			
																			·        
																			
																			
																			
																			
																			libera 
																			accettazione 
																			della 
																			dottrina 
																			evangelica, 
																			ossia 
																			procurare 
																			innanzi 
																			tutto 
																			condizioni 
																			di 
																			vita 
																			dignitose 
																			e 
																			poi, 
																			se 
																			la 
																			persona 
																			lo 
																			vuole, 
																			perseguire 
																			l’attività 
																			pastorale, 
																			diversamente 
																			da 
																			prima, 
																			in 
																			cui 
																			finché 
																			le 
																			missioni 
																			cristiane 
																			sfamavano 
																			le 
																			persone, 
																			allora 
																			queste 
																			si 
																			dichiaravano 
																			cristiane.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Certamente, 
																			a 
																			partire 
																			dalla 
																			metà 
																			degli 
																			anni 
																			’70, 
																			in 
																			virtù 
																			del 
																			suo 
																			estremo 
																			dinamismo 
																			sociale, 
																			la 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione 
																			si 
																			diffuse 
																			con 
																			una 
																			rapidità 
																			impressionante, 
																			grazie 
																			sia 
																			al 
																			supporto 
																			di 
																			alcuni 
																			vescovi-teologi 
																			tra 
																			i 
																			maggiori 
																			della 
																			Chiesa 
																			latino-americana 
																			(Hélder 
																			Câmara, 
																			Luis 
																			Proaño, 
																			Samuel 
																			Ruiz, 
																			Sergio 
																			Méndez 
																			Arceo, 
																			i 
																			cardinali 
																			Paulo 
																			Evaristo 
																			Arns 
																			e D. 
																			A. 
																			Lorscheider 
																			tra 
																			gli 
																			altri) 
																			che 
																			al 
																			lavoro 
																			pubblicistico 
																			sulle 
																			maggiori 
																			riviste 
																			teologiche 
																			del 
																			mondo 
																			(e, 
																			in 
																			particolare, 
																			latino-americane) 
																			e di 
																			organizzazione 
																			di 
																			congressi 
																			e 
																			contatti 
																			internazionali 
																			quali, 
																			solo 
																			per 
																			citare 
																			i 
																			maggiori, 
																			il 
																			Congresso 
																			dell’Escorial 
																			nel 
																			luglio 
																			1972 
																			a 
																			tema 
																			“Fede 
																			Cristiana 
																			e 
																			Trasformazione 
																			Sociale 
																			in 
																			America 
																			Latina”; 
																			il 
																			primo 
																			congresso 
																			dei 
																			teologi 
																			latino-americani 
																			di 
																			Mexico 
																			City 
																			nell’ 
																			Agosto 
																			1975; 
																			i 
																			contatti 
																			con 
																			i 
																			rappresentanti 
																			dei 
																			movimenti 
																			di 
																			liberazione 
																			dei 
																			neri 
																			statunitensi, 
																			dei 
																			movimenti 
																			femministi, 
																			dei 
																			movimenti 
																			amerindi; 
																			la 
																			creazione 
																			di 
																			una 
																			“Associazione 
																			Ecumenica 
																			dei 
																			Teologi 
																			del 
																			Terzo 
																			Mondo” 
																			(EATWOT) 
																			nel 
																			1976, 
																			che, 
																			nei 
																			suoi 
																			incontri 
																			(dal 
																			1976 
																			al 
																			1986) 
																			ha 
																			sempre 
																			sostenuto 
																			la 
																			necessità 
																			di 
																			attuare 
																			politiche 
																			vicine 
																			alla 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Mentre 
																			tutti 
																			questi 
																			sviluppi 
																			stavano 
																			avendo 
																			luogo, 
																			alcune 
																			riserve 
																			e 
																			opposizioni 
																			cominciarono 
																			ad 
																			essere 
																			espresso 
																			da 
																			membri 
																			della 
																			Chiesa 
																			che 
																			temevano 
																			che 
																			la 
																			fede 
																			stesse 
																			diventando 
																			troppo 
																			legata 
																			alla 
																			politica 
																			e da 
																			altri 
																			che 
																			non 
																			credevano 
																			nell’uso 
																			di 
																			categorie 
																			di 
																			origine 
																			marxista 
																			per 
																			l’analisi 
																			delle 
																			strutture 
																			sociali.
																			
																			
																			
																			
																			
																			
																			Inizialmente, 
																			le 
																			reazioni 
																			negative 
																			si 
																			cristallizzarono 
																			intorno 
																			a 
																			tre 
																			figure 
																			in 
																			particolare: 
																			Alfonso 
																			López 
																			Trujillo, 
																			prima 
																			segretario 
																			e 
																			poi 
																			presidente 
																			del 
																			CELAM, 
																			Roger 
																			Vekemans 
																			del 
																			CEDIAL 
																			(Centro 
																			de 
																			Estudios 
																			para 
																			el 
																			Desarrollo 
																			e 
																			Integración 
																			de 
																			América 
																			Latina, 
																			Bogotà) 
																			e la 
																			rivista
																			
																			Tierra 
																			Nueva, 
																			e 
																			Bonaventura 
																			Kloppenburg, 
																			 ex 
																			direttore 
																			dell’Istituto 
																			Pastorale 
																			di 
																			Medellin, 
																			poi 
																			vescovo 
																			ausiliario 
																			di 
																			Salvador 
																			in 
																			Brasile 
																			e 
																			autore 
																			del 
																			più 
																			duro 
																			attacco 
																			alla 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione 
																			con 
																			il 
																			suo 
																			testo
																			
																			Christian 
																			Salvation 
																			and 
																			Human 
																			Temporal 
																			Progress 
																			(1979).
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Ovviamente, 
																			il 
																			caso 
																			non 
																			rimase 
																			confinato 
																			al 
																			solo 
																			territorio 
																			latino-americano: 
																			praticamente 
																			da 
																			subito 
																			Roma 
																			si 
																			interessò 
																			di 
																			questa 
																			nuova 
																			teologia, 
																			mantenendo 
																			una 
																			posizione 
																			inizialmente 
																			piuttosto 
																			ambivalente.
																			
																			
																			
																			
																			
																			
																			Già 
																			nel 
																			1971, 
																			il 
																			documento 
																			finale 
																			della 
																			II 
																			Assemblea 
																			Ordinaria 
																			del 
																			Sinodo 
																			dei 
																			Vescovi,
																			
																			Giustizia 
																			nel 
																			Mondo, 
																			mostrava 
																			tracce 
																			di 
																			un 
																			pensiero 
																			piuttosto 
																			prossimo 
																			a 
																			quello 
																			della 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione, 
																			tracce 
																			ancor 
																			più 
																			presenti, 
																			tre 
																			anni 
																			dopo, 
																			nel 
																			documento 
																			finale 
																			della 
																			III 
																			Assemblea,
																			
																			Evangelizzazione 
																			del 
																			Mondo 
																			Moderno 
																			e, 
																			nel 
																			1975, 
																			addirittura 
																			in 
																			15 
																			paragrafi 
																			dell’Enciclica
																			
																			Evangelii 
																			Nuntiandi 
																			di 
																			papa 
																			Paolo 
																			VI (nos. 
																			25-39).
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Con 
																			l’elezione 
																			di 
																			Giovanni 
																			Paolo 
																			II, 
																			però, 
																			il 
																			vento 
																			sembrò 
																			cambiare 
																			decisamente. 
																			Già 
																			in 
																			uno 
																			dei 
																			suoi 
																			primi 
																			viaggi 
																			apostolici 
																			in 
																			Messico, 
																			nel 
																			gennaio 
																			del 
																			1979, 
																			il 
																			nuovo 
																			papa 
																			dichiarò 
																			che 
																			«la 
																			concezione 
																			di 
																			Cristo 
																			come 
																			una 
																			figura 
																			politica, 
																			un 
																			rivoluzionario 
																			(...) 
																			non 
																			è 
																			compatibile 
																			con 
																			gli 
																			insegnamenti 
																			delle 
																			Chiesa». 
																			Da 
																			quel 
																			momento 
																			in 
																			poi, 
																			su 
																			sollecitazione 
																			dello 
																			stesso 
																			Santo 
																			Padre, 
																			la 
																			Congregazione 
																			per 
																			la 
																			Dottrina 
																			della 
																			Fede, 
																			presieduta 
																			dal 
																			cardinale 
																			Joseph 
																			Ratzinger, 
																			studiò 
																			a 
																			lungo 
																			i 
																			postulati 
																			teologici 
																			dei 
																			maggiori 
																			leader 
																			del 
																			movimento 
																			latino-americano 
																			(nel 
																			frattempo 
																			quasi 
																			tutti 
																			sospesi 
																			dall’insegnamento). 
																			Frutto 
																			di 
																			tali 
																			studi 
																			furono 
																			 due 
																			documenti,
																			
																			Libertatis 
																			Nuntius 
																			(1984) 
																			e 
																			Libertatis 
																			Conscientia 
																			(1986): 
																			in 
																			entrambi, 
																			si 
																			considerava, 
																			in 
																			sostanza, 
																			che 
																			nonostante 
																			la 
																			vicinanza 
																			della 
																			Chiesa 
																			cattolica 
																			ai 
																			poveri, 
																			la 
																			tendenza 
																			della 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione 
																			ad 
																			accettare 
																			postulati 
																			marxisti 
																			e di 
																			altre 
																			ideologie 
																			politiche 
																			non 
																			era 
																			compatibile 
																			con 
																			la 
																			dottrina 
																			sociale 
																			della 
																			Chiesa 
																			cattolica, 
																			specialmente 
																			nell’assunto 
																			in 
																			cui 
																			quella 
																			teologia 
																			sosteneva 
																			che 
																			la 
																			redenzione 
																			fosse 
																			ottenibile 
																			attraverso 
																			un 
																			compromesso 
																			con 
																			le 
																			esigenze 
																			di 
																			riscatto 
																			sociale 
																			dei 
																			poveri.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Tali 
																			giudizi 
																			fortemente 
																			critici 
																			e la 
																			forte 
																			pressione 
																			dei 
																			settori 
																			conservatori 
																			della 
																			Chiesa, 
																			come 
																			l'Opus 
																			Dei, 
																			spinsero 
																			verso 
																			la 
																			negazione 
																			di 
																			un 
																			appoggio 
																			della 
																			Santa 
																			Sede 
																			richiesto 
																			da 
																			monsignor 
																			Oscar 
																			Romero, 
																			anche 
																			se, 
																			in 
																			seguito, 
																			lo 
																			stesso 
																			papa 
																			Giovanni 
																			Paolo 
																			II, 
																			ebbe 
																			modo 
																			di 
																			riconoscere 
																			che 
																			la 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione 
																			aveva 
																			avuto 
																			un 
																			ruolo 
																			«buono, 
																			utile 
																			e 
																			necessario» 
																			per 
																			la 
																			difesa 
																			dei 
																			poveri, 
																			in 
																			una 
																			lettera 
																			rivolta 
																			alla 
																			Conferenza 
																			Episcopale 
																			Brasiliana 
																			ed 
																			egli 
																			stesso 
																			assunse, 
																			nel 
																			suo 
																			magistero 
																			sociale, 
																			in 
																			particolare 
																			 nella
																			
																			Centesimus 
																			annus, 
																			la 
																			tematica 
																			della 
																			liberazione 
																			come 
																			compito 
																			della 
																			Chiesa 
																			del 
																			nostro 
																			tempo.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Tali 
																			posizioni 
																			del 
																			Vaticano 
																			finirono 
																			certamente 
																			per 
																			indebolire 
																			la 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione, 
																			marginalizzandola, 
																			spesso 
																			portandola 
																			troppo 
																			vicino 
																			a 
																			movimenti 
																			terroristici 
																			di 
																			estrema 
																			sinistra 
																			e, 
																			soprattutto, 
																			togliendole 
																			voce 
																			nei 
																			principali 
																			consessi 
																			teologici 
																			mondiali.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Allo 
																			stato 
																			attuale, 
																			grazie 
																			soprattutto 
																			al 
																			contributo 
																			di 
																			Leonardo 
																			Boff 
																			e 
																			dei 
																			suoi 
																			numerosi 
																			libri 
																			come
																			
																			Ecologia, 
																			mondialità, 
																			mistica, 
																			o il 
																			più 
																			recente
																			
																			Spiritualità 
																			per 
																			un 
																			altro 
																			mondo 
																			possibile,
																			
																			 la 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione 
																			ha 
																			sviluppato 
																			un 
																			filone 
																			nuovo, 
																			scoprendo 
																			lo 
																			stretto 
																			legame 
																			di 
																			necessaria 
																			interdipendenza 
																			tra 
																			solidarietà 
																			che 
																			gli 
																			esseri 
																			umani 
																			sono 
																			chiamati 
																			ad 
																			avere 
																			tra 
																			loro 
																			e 
																			quella 
																			che 
																			devono 
																			avere 
																			con 
																			la 
																			natura, 
																			attraverso 
																			la 
																			riscoperta 
																			dell'ambiente 
																			e di 
																			una 
																			rinnovata 
																			cura 
																			ecologica. 
																			In 
																			questo 
																			senso, 
																			il 
																			cuore 
																			dell’azione 
																			teologica 
																			ha 
																			sposato 
																			le 
																			tesi 
																			e 
																			l'azione 
																			del 
																			movimento 
																			altermondialista 
																			(detto 
																			anche 
																			"no-global"), 
																			in 
																			cui 
																			alla 
																			contestazione 
																			del 
																			neoliberismo 
																			si 
																			aggiunge 
																			la 
																			promozione 
																			della 
																			pace 
																			fondata 
																			sulla 
																			giustizia 
																			e la 
																			richiesta 
																			di 
																			una 
																			partecipazione 
																			democratica 
																			efficace 
																			da 
																			parte 
																			dei 
																			movimenti 
																			di 
																			base.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			In 
																			ambito 
																			extra-ecclesiale, 
																			 a 
																			seguito 
																			degli 
																			scontri 
																			sempre 
																			più 
																			forti 
																			tra 
																			la 
																			gerarchia 
																			della 
																			Chiesa 
																			e il 
																			movimento 
																			della 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione, 
																			si è 
																			giunti 
																			a 
																			sposare 
																			le 
																			tesi 
																			della 
																			teologia 
																			radicale 
																			e 
																			politica, 
																			europea 
																			e 
																			statunitense, 
																			unendosi 
																			quindi 
																			nella 
																			richiesta 
																			di 
																			una 
																			reale 
																			partecipazione 
																			dei 
																			laici 
																			e 
																			delle 
																			donne 
																			alla 
																			vita 
																			e 
																			alla 
																			guida 
																			della 
																			Chiesa, 
																			al 
																			decentramento 
																			del 
																			potere 
																			ecclesiale 
																			e 
																			all'inculturazione 
																			del 
																			Vangelo 
																			nelle 
																			Chiese 
																			e 
																			nelle 
																			tradizioni 
																			locali, 
																			al 
																			macroecumenismo 
																			(condivisione 
																			di 
																			riflessione 
																			e 
																			impegno 
																			allargata, 
																			cioè, 
																			alle 
																			grandi 
																			religioni 
																			mondiali), 
																			al 
																			pluralismo 
																			nelle 
																			questioni 
																			riguardanti 
																			la 
																			salvezza, 
																			in 
																			cui 
																			il 
																			ruolo 
																			di 
																			Gesù 
																			Cristo, 
																			pur 
																			non 
																			marginalizzato, 
																			non 
																			risulti 
																			più 
																			esclusivo 
																			delle 
																			altre 
																			esperienze 
																			religiose 
																			umane.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Il 
																			13 
																			ottobre 
																			2006 
																			Benedetto 
																			XVI 
																			ha 
																			promulgato 
																			una
																			
																			Notificazione 
																			(pubblicata 
																			il 
																			14 
																			marzo 
																			2007), 
																			che 
																			condanna 
																			come 
																			"erronee 
																			e 
																			pericolose" 
																			alcune 
																			tesi 
																			espresse 
																			dal 
																			teologo 
																			della 
																			liberazione 
																			Jon 
																			Sobrino, 
																			gesuita 
																			basco 
																			emigrato 
																			in 
																			El 
																			Salvador, 
																			nei 
																			suoi 
																			due 
																			libri
																			
																			Jesucristo 
																			liberador. 
																			Lectura 
																			histórico-teológica 
																			de 
																			Jesús 
																			de 
																			Nazaret, 
																			del 
																			1991, 
																			e 
																			La 
																			fe 
																			en 
																			Jesucristo. 
																			Ensayo 
																			desde 
																			las 
																			víctimas, 
																			del 
																			1999, 
																			che 
																			hanno 
																			avuto 
																			grande 
																			diffusione 
																			in 
																			America 
																			Latina.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Tale 
																			ulteriore 
																			condanna 
																			ha 
																			avuto 
																			ripercussioni 
																			fortissime 
																			sui 
																			teologi 
																			della 
																			liberazione, 
																			creando 
																			una 
																			vera 
																			frattura 
																			interna 
																			al 
																			movimento. 
																			Paradigmatica, 
																			in 
																			questo 
																			senso 
																			è 
																			stata 
																			la 
																			disputa 
																			sorta 
																			tra 
																			due 
																			delle 
																			figure 
																			principali 
																			della 
																			corrente: 
																			i 
																			fratelli 
																			Boff.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Nell’autunno 
																			2007, 
																			con 
																			un 
																			saggio 
																			pubblicato 
																			sulla 
																			“Revista 
																			Eclesiástica 
																			Brasileira” 
																			(curata 
																			dai 
																			Francescani 
																			del 
																			Brasile), 
																			Clodovis 
																			Boff 
																			ha 
																			rotto 
																			con 
																			questa 
																			corrente 
																			teologica, 
																			o 
																			meglio, 
																			con 
																			“l'errore 
																			di 
																			principio” 
																			su 
																			cui 
																			a 
																			suo 
																			giudizio 
																			si 
																			fonda.
																			
																			
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Clodovis 
																			Boff 
																			appartiene 
																			ai 
																			Servi 
																			di 
																			Maria, 
																			vive 
																			a 
																			Curitiba, 
																			nello 
																			stato 
																			del 
																			Paraná, 
																			e 
																			insegna 
																			nella 
																			Pontificia 
																			Università 
																			Cattolica 
																			della 
																			città. 
																			Non 
																			è 
																			stato 
																			mai 
																			processato 
																			dalla 
																			Congregazione 
																			per 
																			la 
																			Dottrina 
																			della 
																			Fede, 
																			ma 
																			negli 
																			anni 
																			‘80 
																			perse 
																			la 
																			cattedra 
																			nella 
																			Pontificia 
																			Università 
																			Cattolica 
																			di 
																			Rio 
																			de 
																			Janeiro 
																			e 
																			gli 
																			fu 
																			impedito 
																			di 
																			insegnare 
																			al "Marianum", 
																			la 
																			facoltà 
																			teologica 
																			del 
																			suo 
																			ordine, 
																			a 
																			Roma. 
																			Oggi, 
																			dopo 
																			essersi 
																			portato 
																			su 
																			posizioni 
																			molto 
																			vicine 
																			a 
																			quelle 
																			di 
																			Comunione 
																			e 
																			Liberazione, 
																			egli 
																			afferma 
																			che 
																			l'errore 
																			"fatale" 
																			in 
																			cui 
																			la 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione 
																			incorre 
																			è di 
																			collocare 
																			il 
																			povero 
																			come 
																			“primo 
																			principio 
																			operativo 
																			della 
																			teologia”, 
																			sostituendolo 
																			a 
																			Dio 
																			e a 
																			Gesù 
																			Cristo. 
																			E 
																			spiega: 
																			“Da 
																			questo 
																			errore 
																			di 
																			principio 
																			possono 
																			derivare 
																			solo 
																			effetti 
																			funesti.
																			
																			[...]
																			
																			Quando 
																			il 
																			povero 
																			acquista 
																			lo 
																			statuto 
																			di 'primum' 
																			epistemologico, 
																			cosa 
																			avviene 
																			con 
																			la 
																			fede 
																			e la 
																			sua 
																			dottrina 
																			a 
																			livello 
																			di 
																			teologia 
																			e 
																			anche 
																			di 
																			pastorale? 
																			[...] 
																			Il 
																			risultato 
																			inevitabile 
																			è la 
																			politicizzazione 
																			della 
																			fede, 
																			la 
																			sua 
																			riduzione 
																			a 
																			strumento 
																			per 
																			la 
																			liberazione 
																			sociale”. 
																			Le 
																			conseguenze 
																			sono 
																			gravi 
																			anche 
																			per 
																			la 
																			vita 
																			della 
																			Chiesa: 
																			“La 
																			'pastorale 
																			della 
																			liberazione’ 
																			diventa 
																			un 
																			braccio 
																			fra 
																			tanti 
																			del 
																			'movimento 
																			popolare'. 
																			La 
																			Chiesa 
																			si 
																			fa 
																			simile 
																			a 
																			una 
																			ONG 
																			e 
																			così 
																			si 
																			svuota 
																			anche 
																			fisicamente: 
																			perde 
																			operatori, 
																			militanti 
																			e 
																			fedeli. 
																			Quelli 
																			'di 
																			fuori' 
																			provano 
																			scarsa 
																			attrazione 
																			per 
																			una 
																			'Chiesa 
																			della 
																			liberazione', 
																			poiché, 
																			per 
																			la 
																			militanza, 
																			dispongono 
																			già 
																			delle 
																			ONG, 
																			mentre 
																			per 
																			l’esperienza 
																			religiosa 
																			hanno 
																			bisogno 
																			di 
																			molto 
																			più 
																			che 
																			una 
																			semplice 
																			liberazione 
																			sociale. 
																			Inoltre, 
																			per 
																			il 
																			fatto 
																			di 
																			non 
																			percepire 
																			l’estensione 
																			e la 
																			rilevanza 
																			sociale 
																			dell’attuale 
																			inquietudine 
																			spirituale, 
																			la 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione 
																			si 
																			mostra 
																			culturalmente 
																			miope 
																			e 
																			storicamente 
																			anacronistica, 
																			ossia 
																			alienata 
																			dal 
																			suo 
																			tempo”.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Gli 
																			ha 
																			risposto 
																			suo 
																			fratello 
																			Leonardo, 
																			che 
																			si 
																			autodefinisce 
																			oggi 
																			"theologus 
																			peregrinus", 
																			senza 
																			fissa 
																			dimora 
																			dopo 
																			essere 
																			stato 
																			estromesso 
																			dall'insegnamento 
																			nelle 
																			facoltà 
																			di 
																			teologia 
																			cattoliche 
																			da 
																			una 
																			sentenza 
																			del 
																			1985 
																			della 
																			Congregazione 
																			per 
																			la 
																			Dottrina 
																			della 
																			Fede, 
																			causata 
																			principalmente 
																			dal 
																			suo 
																			libro
																			
																			Chiesa: 
																			carisma 
																			e 
																			potere. 
																			Saggio 
																			di 
																			ecclesiologia 
																			militante, 
																			sentenza 
																			dopo 
																			la 
																			quale 
																			egli
																			
																			ha 
																			lasciato 
																			l'abito 
																			francescano 
																			e si 
																			è 
																			sposato.
																			
																			
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			In 
																			una 
																			“lettera 
																			aperta”, 
																			ripresa 
																			da 
																			numerose 
																			testate 
																			brasiliane, 
																			Leonardo 
																			Boff 
																			respinge 
																			la 
																			tesi 
																			sostenuta 
																			dal 
																			fratello 
																			Clodovis 
																			come 
																			“sbagliata, 
																			teologicamente 
																			erronea 
																			e 
																			pastoralmente 
																			dannosa”. 
																			Essa 
																			infatti, 
																			scrive, 
																			“corre 
																			il 
																			rischio 
																			di 
																			condannare 
																			la 
																			Chiesa 
																			e la 
																			teologia 
																			all’irrilevanza 
																			storica 
																			e 
																			alla 
																			sterilità 
																			pastorale”. 
																			A 
																			giudizio 
																			del 
																			fratello, 
																			la 
																			tesi 
																			di 
																			Clodovis 
																			va 
																			rovesciata: 
																			“Non 
																			è 
																			vero 
																			che 
																			la 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione 
																			sostituisca 
																			Dio 
																			e 
																			Cristo 
																			con 
																			il 
																			povero. 
																			[...]
																			È 
																			stato 
																			Cristo 
																			che 
																			ha 
																			voluto 
																			identificarsi 
																			con 
																			i 
																			poveri. 
																			Il 
																			luogo 
																			del 
																			povero 
																			è un 
																			luogo 
																			privilegiato 
																			di 
																			incontro 
																			con 
																			il 
																			Signore. 
																			Chi 
																			incontra 
																			il 
																			povero 
																			incontra 
																			infallibilmente 
																			Cristo, 
																			ancora 
																			nella 
																			forma 
																			del 
																			crocifisso, 
																			che 
																			chiede 
																			di 
																			essere 
																			deposto 
																			dalla 
																			croce 
																			e 
																			resuscitato”.
																			
																			
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			E, 
																			quanto 
																			alle 
																			conseguenze 
																			dell'attacco 
																			portato 
																			da 
																			Clodovis 
																			contro 
																			la 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione, 
																			Leonardo 
																			Boff 
																			scrive: 
																			“Il 
																			mio 
																			sospetto 
																			è 
																			che 
																			le 
																			critiche 
																			avanzate 
																			da 
																			Clodovis 
																			forniscano 
																			alle 
																			autorità 
																			ecclesiastiche 
																			locali 
																			e 
																			romane 
																			le 
																			armi 
																			per 
																			condannarla 
																			nuovamente 
																			e, 
																			chissà, 
																			bandirla 
																			definitivamente 
																			dallo 
																			spazio 
																			ecclesiale. 
																			Poiché 
																			le 
																			critiche 
																			devastanti 
																			provengono 
																			dall’interno, 
																			da 
																			uno 
																			dei 
																			suoi 
																			più 
																			noti 
																			espositori, 
																			esse 
																			possono 
																			prestarsi 
																			a 
																			questo 
																			gioco 
																			infelice. 
																			[...]
																			
																			La 
																			sua 
																			posizione 
																			è 
																			musica 
																			per 
																			le 
																			orecchie 
																			di 
																			quanti, 
																			lontani 
																			dal 
																			mondo 
																			e 
																			dalla 
																			sofferenza 
																			dei 
																			poveri, 
																			hanno 
																			in 
																			abominio 
																			questa 
																			teologia. 
																			Rafforza 
																			il 
																			tentativo 
																			di 
																			coloro 
																			che 
																			nella 
																			società 
																			e in 
																			settori 
																			del 
																			Vaticano 
																			la 
																			vogliono 
																			morta 
																			o 
																			impediscono 
																			che 
																			venga 
																			studiata 
																			o 
																			proibiscono 
																			che 
																			sia 
																			un 
																			riferimento 
																			per 
																			la 
																			pratica 
																			pastorale 
																			con 
																			i 
																			poveri 
																			e 
																			gli 
																			emarginati.”
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			E’ 
																			probabile 
																			che 
																			il 
																			maggior 
																			rappresentante 
																			vivente 
																			del 
																			movimento 
																			che 
																			ha 
																			impresso 
																			una 
																			svolta 
																			radicale 
																			alla 
																			teologia 
																			terzomondista 
																			esageri: 
																			la 
																			condanna 
																			definitiva 
																			e 
																			assoluta 
																			della 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione 
																			da 
																			parte 
																			della 
																			Chiesa 
																			Cattolica 
																			significherebbe, 
																			in 
																			questo 
																			momento, 
																			allontanare 
																			dalla 
																			fede 
																			milioni 
																			di 
																			latino-americani 
																			che 
																			vi 
																			si 
																			riconoscono 
																			e 
																			non 
																			pare 
																			che 
																			questo 
																			sia 
																			un 
																			obiettivo 
																			possibile 
																			per 
																			una 
																			Chiesa 
																			già 
																			in 
																			crisi 
																			di 
																			fedeli.
																			
																			
																			
																			Più 
																			verosimile 
																			è 
																			che 
																			il 
																			Vaticano 
																			stia 
																			semplicemente 
																			in 
																			attesa, 
																			aspettando 
																			che 
																			la 
																			polemica 
																			“fratricida” 
																			(e 
																			mai 
																			come 
																			in 
																			questo 
																			caso 
																			il 
																			termine 
																			potrebbe 
																			essere 
																			appropriato) 
																			agisca 
																			dall’interno, 
																			spaccando 
																			il 
																			fronte 
																			progressista 
																			e 
																			facendolo 
																			implodere, 
																			come 
																			già 
																			sta 
																			avvenendo, 
																			in 
																			un 
																			nugolo 
																			di 
																			sub-movimenti 
																			divisi 
																			da 
																			aspetti 
																			marginali 
																			o da 
																			posizioni 
																			politiche 
																			divergenti.
																			 
																			 
																			
																			
																			
																			Riferimenti 
																			bibliografici:
																			 
																			
																			
																			
																			L. 
																			Boff, 
																			C. 
																			Boff 
																			, 
																			Introducing 
																			Liberation 
																			Theology, 
																			Orbis 
																			Books 
																			1987
																			
																			
																			
																			L. 
																			Ceci,
																			
																			La 
																			Teologia 
																			della 
																			Liberazione 
																			in 
																			America 
																			Latina. 
																			L'Opera 
																			di 
																			Gustavo 
																			Gutierrez, 
																			F. 
																			Angeli 
																			1999
																			
																			
																			
																			Congregazione 
																			per 
																			la 
																			Dottrina 
																			della 
																			Fede,
																			
																			Libertatis 
																			nuntius. 
																			Istruzione 
																			su 
																			alcuni 
																			aspetti 
																			della 
																			Teologia 
																			della 
																			liberazione, 
																			Tipografia 
																			poliglotta 
																			vaticana 
																			1984
																			
																			
																			
																			
																			
																			
																			M. 
																			Cuminetti,
																			
																			La 
																			Teologia 
																			della 
																			Liberazione 
																			in 
																			America 
																			Latina, 
																			Edizioni 
																			Borla 
																			1975
																			
																			
																			
																			E. 
																			Gringiani,
																			
																			Utopia 
																			o 
																			fallimento 
																			della 
																			dottrina 
																			sociale 
																			della 
																			Chiesa? 
																			Dalla 
																			"Rerum 
																			novarum" 
																			alla 
																			teologia 
																			della 
																			liberazione. 
																			Contributo 
																			critico 
																			al 
																			pensiero 
																			sociale 
																			della 
																			Chiesa, 
																			Gianluigi 
																			Arcari 
																			1996
																			
																			
																			
																			R. 
																			McAfee 
																			Brown,
																			
																			Liberation 
																			Theology, 
																			Westminster 
																			John 
																			Knox 
																			Press 
																			1993
																			
																			
																			
																			S. 
																			Scatena,
																			
																			La 
																			Teologia 
																			della 
																			Liberazione 
																			in 
																			America 
																			Latina, 
																			Carocci 
																			2008
																			
																			
																			
																			
																							
																			 
																			
																			