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N. 17 - Maggio 2009 (XLVIII)

Storia del Vetro

parte I - Dalle origini all’Impero Romano

di Michele Broccoletti

 

L’arte vetraria ha origini antichissime che risalgono ad oltre tremila anni fa. È difficile stabilire con certezza quale popolo possa vantarne la scoperta, che probabilmente avvenne per invenzione fortuita.

 

Secondo un’antica leggenda fenicia, tramandata da Plinio il Vecchio, alcuni mercanti, tornando dall’Egitto con un grosso carico di carbonato di sodio (detto anche natrum cioè salnitro), si fermarono una sera sulle rive del fiume Belo per riposare. Non avendo pietre a disposizione su cui collocare gli utensili per la preparazione delle vivande, presero alcuni blocchi di salnitro e vi accesero sotto il fuoco che continuò a bruciare per tutta la notte.

 

Al mattino i mercanti videro con stupore che al posto della sabbia del fiume e del carbonato di soda, vi era una nuova materia lucente e trasparente. Secondo Plinio questa è l’origine del vetro e tutti gli autori antichi furono inclini a considerare vera la storia da lui raccontata.

 

Altri autori meno antichi, hanno screditato questa storia, ritenendo che le temperature raggiunte, utilizzando la legna all’aria aperta come combustibile, sono troppo basse per ottenere la fusione.

 

Un’altra teoria sull’origine del vetro, collega l’arte vetraria all’antichissima arte della metallurgia: sembra che molte operazioni di fusione dei metalli, danno luogo a scorie sotto forma di vetro colorato. Attente analisi di vetri antichi hanno dimostrato che la sostanza vitrea componente le scorie era veramente di origine metallica. In base a questa seconda teoria, la nascita del vetro sarebbe quindi derivata casualmente da scorie metallurgiche fuse.

 

I più antichi reperti archeologici di paste vitree risalgono approssimativamente al IV millennio a.C. e sono stati rinvenuti in un’area geografica che va dal bacino mesopotamico all’Egitto.

 

Tali reperti sono costituiti da anelli, perline, sigilli, intarsi e placche, e ciò sta a dimostrare che le più antiche tecniche di lavorazione permettevano solamente la produzione di oggetti di piccole dimensioni, per lo più destinati ad usi rituali o creati per scopo ornamentale.

 

A quanto sembra, nei primi tempi della lavorazione, la rarità dovuta alla difficoltà della produzione, faceva considerare il vetro come un materiale prezioso al pari di gemme e pietre dure, con le quali si realizzavano i gioielli.

 

In generale nell’età del bronzo, il vetro rimase un materiale raro e costoso e probabilmente la produzione era solo ed esclusivamente sotto il patrocinio del re o della classe aristocratica e l’arte vetraria era considerata frutto dell’abilità ma anche della magia e del potere occulto.

 

Attorno al 1200 a.C., molti dei principali centri di produzione furono distrutti da guerre, carestie ed invasioni barbariche.

 

La ripresa avvenne nel X secolo a.C., con una vigorosa fioritura di arti e mestieri, compresa l’arte vetraria.

 

I centri di produzione rimasero sempre quelli della Mesopotamia, dell’Egitto e della Siria, ma le tecniche subirono innovazioni tali da permettere la produzione di nuovi oggetti anche cavi. Inoltre le migrazioni verso ovest, degli operai del Mediterraneo orientale, diffusero le tecniche di produzione presso le culture dell’età del ferro della Jugoslavia, dell’Austria meridionale e dell’Italia, ma nonostante i centri vetrari fossero aumentati, il numero di oggetti prodotti si mantenne basso.

 

Le ampolle, in particolare, fabbricate con la tecnica del nucleo friabile, furono gli oggetti caratteristici di questo periodo.

 

Durante l’età ellenistica vi fu un nuovo incremento dei commerci a lungo raggio e le industrie iniziarono a produrre, su larga scala, oggetti di lusso e di uso comune. La manifattura del vetro visse un periodo di prosperità, diffondendosi in tutto il Mediterraneo.

 

La vittoria di Ottaviano Augusto, che sconfisse Marco Antonio e Cleopatra nel 31 a.C., chiuse l’età ellenistica e diede origine a quella che viene chiamata età augustea, durante la quale la manifattura del vetro, insieme alle altre arti, sperimentò profondi cambiamenti.

 

In tutta Europa (Francia, Svizzera, Austria, Germania e Spagna) sono stati rinvenuti manufatti in vetro risalenti al periodo augusteo: si tratta di oggetti che venivano inviati ai soldati appartenenti alle legioni di Augusto.

 

Sappiamo inoltre che durante l’età augustea, l’industria vetraria possedeva una grande inventiva e produttività, tale da riuscire ad immettere sul mercato anche materiale molto economico.

 

Nei primi decenni prima di Cristo venne introdotta la tecnica della soffiatura che sostituì laboriosi e costosi procedimenti di colatura e formatura a caldo. In questo periodo iniziò anche ad essere prodotto vetro incolore, ricercato per realizzare oggetti di migliore qualità.

 

Nacquero importanti centri di produzione, grazie agli artigiani ambulanti pronti a portare la loro abilità dovunque vi fosse richiesta di vetri e facile rifornimento di combustibile e materie prime. In breve tempo il vetro si trasformò da bene di lusso a merce comunissima per i romani, tanto che si diffusero oggetti semplici e prodotti da manifatture regionali.

 

Nel II e III secolo d.C. le tecniche di soffiatura e a stampo vennero perfezionate, ma il possesso di vasellame ed oggetti di vetro perse la sua attrattiva quando divenne alla portata di tutte le classi sociali della Roma imperiale.

 

Tra il III e il IV secolo d.C., quando la capitale si trasferì da Roma a Costantinopoli, l’arte vetraria subì numerose trasformazioni per quanto riguarda decorazioni, forme e colori.

 

L’attività dell’Italia e dell’Africa continuò ad essere fiorente, ma nelle province a nord delle Alpi, molte industrie cessarono del tutto la loro produzione. I livelli qualitativi scesero e soprattutto dopo le vittorie arabe, venne introdotto un nuovo stile islamico, che segnò la fine delle antiche tradizioni vetrarie.

 

L’arte del vetro si diffuse in tutta Europa soprattutto durante il periodo dell’Impero Romano e sicuramente, il fenomeno che favorì questa espansione è da ricercarsi nell’orientamento all’uso quotidiano della produzione vetraria.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Macfarlane A., Martin G., Una storia invisibile. Come il vetro ha cambiato il mondo, Bari 2003;

Mariacher G., Il vetro europeo dal XV al XX secolo, Novara 1964;

Mariacher G., L’arte del vetro. Dall’antichità al Rinascimento, Milano 1966.



 

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