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N. 27 - Marzo 2010 (LVIII)

LE ATROCI RISATE
Cronaca di uno scandalo sconvolgente

di Laura Novak

 

Lo scoop c’è stato, ed ha portato davvero allo scompiglio politico ed istituzionale.

La Protezione Civile, nella figura del suo grande capo, salvatore dell’Italia nelle grandi emergenze degli ultimi dieci anni, sarebbe immischiata nella più grande truffa nella storia degli appalti pubblici.

 

Il condizionale è d’obbligo, finché la colpevolezza dei protagonisti non sarà comprovata da regolare processo.

Ma di certo la stabilità del sistema di attribuzione e gestione dei lavori statali è ormai completamente annientata.

 

La matassa, seppur imbrogliata, rispecchia un ordine gerarchico che, se fosse confermato, porterebbe davvero al caos.

 

L’avvenimento iniziale succede nella mattina del 10 febbraio 2010, quando il presidente generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Angelo Balducci, veniva tratto in arresto; la contestazione riguardava reati gravissimi: due degli appalti pubblici più importanti dell’anno, il festeggiamento dei 150 anni di Unità di Italia ed i mondiali di nuoto dell’estate del 2009, sarebbero fasulli, manovrati per intascare enormi somme di denaro pubblico.

 

L’inchiesta, in verità, sembra prendere spunto dallo scandalo riguardante la  speculazione edilizia e l’abbandono dei cantieri per le opere per il G8 di luglio 2009, eseguite sulla favolosa isola della Maddalena, evento poi spostato nella zona terremotata dell’Aquilano.

 

Alla luce di un’inchiesta complicata, gli appalti sembrerebbero essere stati gestiti tutti e tre dalle stesse mani.

La miccia sarebbe riconducibile ad alcune intercettazioni avvenute per ordine della procura di Firenze riguardo il caso di urbanizzazione della zona di Castello.

 

Nel lavoro sarebbe stato infatti coinvolto anche uno degli architetti impegnati nella realizzazione di un mega hotel proprio sull’isola della Maddalena, in previsione del G8.

Ed è proprio a questo proposito, durante una conversazione intercettata, che spunta il nome di Balducci.

La figura di Balducci, pilastro del Consiglio Superiore per i Lavori pubblici ed ex provveditore per le Opere Pubbliche, conduce per mano anche un’altra figura emblematica dell’era Berlusconi: Guido Bertolaso.

 

Angelo Balducci, infatti, era stato ordinato proprio dalla Protezione Civile come soggetto attuatore delle opere necessarie per il G8.

Seconda la ricostruzione dell’inchiesta, Balducci, ottenuto l’incarico, avrebbe poi manovrato gli incarichi per i lavori, attraverso assegnazioni truccate degli appalti, affidati quasi esclusivamente ad una azienda di costruzioni, la società Anemone di Diego Anemone, per un totale quasi di 52 milioni di euro.

 

E qui la vicenda si allarga a macchia d’olio.

E’ proprio lui, Diego Anemone il terzo uomo, l’anello della vicenda, che unisce indissolubilmente Balducci, Bertolaso e gli appalti.

 

La ditta Anemone risulta ad oggi ben radicata in numerosi appalti pubblici, tra cui, appunto, oltre a quello del G8, anche quello dei mondiali di nuoto e soprattutto la ricostruzione dell’Aquila.

Insieme a Balducci (in carcere), Bertolaso (solo indagato) e Anemone (in carcere), si allegano i nomi di Mauro Della Giovampaola e Fabio De Sanctis, il secondo di Balducci e commissario delegato ai lavori per la Maddalena, coinvolti anche nello scandalo degli appalti truccati dell’Aquila.

 

Il giro di conoscenze sembrava piuttosto lineare:
In seguito al terremoto avvenuto il 6 aprile del 2009 la macchina infernale di conoscenze, amicizie e favori da rendere, si mette subito in moto.

 

Ed ognuno dei protagonisti sembra compiere le proprie mosse in una astuta partita a scacchi con la giustizia.

 

I primi a muoversi sembrano essere due imprenditori Pierfrancesco Gagliardi e Francesco De Vito Piscinelli, uomo molto vicino a Balducci, che nella mattinata seguente al sisma, in una grottesca e vergognosa telefonata, ridono e sghignazzano, impegnandosi nel buttarsi subito a capofitto nei prossimi enormi lavori di ricostruzione, pregustando la ghiotta possibilità di facile arricchimento …d’altronde non succede tutti i giorni un terremoto di quella portata.

 

Le vittime del sisma aquilano saranno 308, più di mille i feriti e circa 65.000 sfollati in tutta la zona.

Paesi rasi la suolo, famiglie distrutte, individui al limite dell’abbandono, immani tragedie personali, studenti seppelliti sotto un edificio, intenzionalmente costruito con falle.

Ma loro ridono…e di gusto….

 

Balducci, dal canto suo ha appena inserito la ditta del suo amico Anemone nei più grandi affari della ricostruzione post sisma ed intorno al 10 aprile, quindi pochissimi giorni dopo, dichiara, in una conversazione telefonica con Anemone, il proprio disappunto per non essere riuscito ancora a “sistemare” il figlio maggiore. L’altro fa di mestiere l’attore.

 

Il figlio sarà assunto dalla ditta di Anemone qualche tempo dopo, con tanto di contratto regolare ed un ottimo stipendio.

 

Anemone è inoltre l’uomo che risolve ogni piccolo problema di casa Balducci e di Casa De Sanctis, oltre a dover procurare posti di lavoro ad amici di amici di Balducci, anche molto altolocati.

 

Guido Bertolaso, nel frattempo, soggiogato dallo stress per l’attenzione del mondo sul sisma aquilano riceve nel suo ufficio, in una riunione non ufficiale, Angelo Balducci, che, in una intercettazione telefonica tra lui e Anemone, confermerà al costruttore di aver parlato con Bertolaso della sua parte nella ricostruzione.

 

Bertolaso sembra sapere benissimo chi sia Diego Anemone, e non solo nel senso professionale.

Anemone, infatti, proprietario di uno Sporting Club romano, è colui che sembrerebbe fornire al capo della nostra protezione civile massaggiatrici brasiliane, disponibili a tutte le ore e tutti i giorni.

 

Bertolaso non dovrebbe far altro che contattare Anemone al telefono e comunicargli l’orario ed il “trattamento” o la “massaggiatrice” preferiti…ed il gioco è fatto.

Il rifornimento, però, secondo l’inchiesta, sembra non essere solo di donne.

 

In una conservazione con un prelato, intercettata nel settembre del 2008, Anemone dichiara di dover consegnare dei soldi a Bertolaso, questa volta riferiti agli appalti ottenuti alla Maddalena.

La cifra si sarebbe aggirata intorno ai € 50.000, cifra che non si sa se sia mai stata consegnata a qualcuno.

 

In una tela piuttosto intrecciata, il quadro apparirebbe simile al seguente: Bertolaso affida a Balducci, presidente generale del consiglio del lavori pubblici, gli incarichi in qualità di “soggetto attuatore” di mega - appalti statali, colui, in poche parole, che gestisce i fondi e affida gli incarichi esecutivi.

 

Gli appalti sono torte enormi, e così Balducci, invece che condurre bandi onesti e trasparenti, inserisce costantemente il suo intimo amico Anemone, con cui intrattiene i rapporti anche attraverso il suo braccio destro De Sanctis.

 

Anemone, ultimo beneficiario delle ingenti somme in circolo, è colui che deve ripagare la fiducia accordata in svariate modalità: dalla squallida fornitura di escort di lusso, al pagamento di cifre sostanziose (le care e vecchie mazzette), fino all’assunzione nel suo gruppo aziendale di uomini e donne imposti dall’uno o dall’altro.

 

Non sta di certo a me in questo caso, o alla stampa o alla televisione, iniziare e concludere un processo senza la doverosa e scrupolosa ricerca delle prove a carico degli indagati.

 

La magistratura dovrà compiere l’arduo compito di sviscerare una vicenda che ha dell’incredibile e che potrebbe trascinare nel fango personaggi illustri nella sfera politica ed istituzionali italiane.

 

Ma la gente dell’Aquila e di quell’Abruzzo ferito mortalmente ed ancora una volta umiliato da sciacalli senza scrupolo e dignità, chiede a gran voce giustizia, chiarezza e doverosa riparazione a quelle risate senza ritegno a questa atroce speculazione.

 

Di sicuro per ora c’è solo l’amarezza e l’impossibilità di risarcire tutte quelle vittime addolorate che, nelle stesse ore del dolore e della perdita, hanno avuto in cambio per le loro lacrime, idiote risa grottesche.


 

 

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