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N. 43 - Luglio 2011 (LXXIV)

LA RUSSIA PRIMA DEI RUSSI
Breve panoramica storica

di Giulia Gabriele

 

Russia: uno stato che comporta ogni tipo di suoli,

dal più caldo al più freddo […] un mondo intero,

autosufficiente, indipendente, assoluto.

Michail Pogodin

 

La Russia presenta un territorio molto ampio ed estremamente (e stranamente) omogeneo: è perlopiù una grande pianura, un tempo il fondo di un vastissimo mare, che si estende dall’Europa centrale, e in parte occidentale, fin dentro la Siberia.

 

Anche se è interrotta da numerose alture e catene, queste non presentano picchi particolarmente alti (fatta eccezione per la Siberia) e gli stessi Urali che la separano dall’Asia, antichi ed erosi dal tempo, non rappresentano una valida barriera tra le due regioni.

 

La pianura russa abbonda di laghi e fiumi e sfociando questi nell’oceano Artico, nel mar Baltico, nel mar Nero e nel mar Caspio, i russi hanno sempre teso a conquistarne gli sbocchi. Il clima, infine, condizionato dalla latitudine e dal carattere di terra chiusa della Russia è di tipo continentale, con inverni molto rigidi ma estati (a volte improvvise) altrettanto calde.

 

« Sembra certo che la crescita dello stato russo sia stata condizionata dalla geografia, dall’esistenza cioè di una vastissima pianura con pochissimi ostacoli naturali, ambiente che ha reso particolarmente facile allo stato moscovita l’espansione nell’Europa orientale. […] I territori occupati dovevano essere governati. […] È pertanto apprezzabile, se non accettabile, l’opinione […] di quei pensatori che istituivano un collegamento diretto fra il sistema di governo di un paese e le sue dimensioni », che per la Russia sarebbe stato il dispotismo.

 

Così scrive Nicholas Riasanovsky nella sua Storia della Russia intercettando un pensiero, quello dell’influenza geografica sulla storia di un popolo, che arriva ai giorni nostri dallo storico greco Erodoto (V secolo a.C.), grazie al quale possiamo avere maggiori informazioni sulla Russia prima della Rus’ di Kiev.

 

La cultura neolitica della Russia meridionale si è sviluppata nei bacini dello Dnepr, del Bug e dello Dnestr già nel IV millennio a.C. L’agricoltura come la tessitura erano già praticate e già vi erano lotte tra i contadini sedentari e gli invasori nomadi. La popolazione neolitica possedeva animali domestici ed era regolata da un sistema religioso complesso. Ovviamente l’era dei metalli passò anche a queste latitudini, caratterizzando la civiltà di diversi gruppi.

 

Uno dei primi popoli è considerato quello dei Cimmari, un gruppo tracio della famiglia linguistica indoeuropea, che ha dominato le terre russe fino al Caucaso tra il 1000 a.C. e il 700 a.C. Questi furono poi sconfitti dagli Sciti, un popolo dell’Asia centrale della famiglia linguistica indoeuropea, che distrusse lo stato dei Cimmari e che regnò tra il VII secolo a.C. e il II secolo a.C., su un territorio che si estendeva dal Danubio al Don e dal mar Nero verso l’interno.

 

Gli Sciti erano perlopiù nomadi: « vivevano in carri a forma di tenda tirati da buoi e calcolavano la propria ricchezza in base al numero dei cavalli, che servivano loro anche come fonte di cibo. Per la guerra disponevano di ottimi reparti di cavalleria leggera, utilizzavano la sella e le loro armi consistevano in archi, frecce e corte spade ». Erano così abili in battaglia, che mai i rivali iranici riuscirono a sconfiggerli sul loro territorio. Inoltre, fondarono un potente stato militare nella Russia meridionale e per oltre tre secoli riuscirono a mantenere una certa stabilità, tanto che la cultura indigena poté continuare a svilupparsi.

 

Ma anche gli Sciti, nel meridione, furono sconfitti e sostituiti da un altro popolo di lingua iranica proveniente dall’Asia minore: i Sarmati, i quali dominarono quei territori dal III secolo a.C. al III secolo d.C. E dopo di loro, dal nord, vennero i Goti (200-370 d.C.), che nel meridione si scissero in Visigoti e Ostrogoti, e questi ultimi costituirono uno stato che si estendeva dal mar Nero al Baltico. Furono gli Unni, provenienti dall’Asia, a mettere fine al loro regno.

 

La nuova dominazione durò fino al 453 d.C., anno della morte del loro celeberrimo condottiero Attila, in quanto, seppur grandi e valenti militari, il loro stato non era stabile e così rovinò in mille pezzi.

 

Dopo di loro ci furono altri popoli e altre conquiste… solo nel VII secolo d.C., però, si affacciarono, provenienti dai Carpazi, sulle pagine della storia russa gli Slavi orientali, cioè coloro che diedero origine alla stirpe di russi, ucraini e bielorussi. Ma per le prime basi della formazione della Rus’ di Kiev bisognerà aspettare i Vichinghi e il IX secolo d.C.

 

La vicende della Russia, infine, sembrano essere strettamente legate alla sua geografia confinaria e priva di insormontabili ostacoli ambientali (per quanto il suo clima invernale abbia dato filo da torcere anche ai più grandi condottieri), ma attenzione perché « se la geografia costituisce il palcoscenico della storia, sono pur sempre gli essere umani a farla ».

 

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Nicholas V. Riasanovsky, Storia della Russia. Dalle origini ai giorni nostri, a cura di S. Romano, Bompiani, Milano 2005, pp. 15-29.



 

 

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