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N. 73 - Gennaio 2014 (CIV)

CRISTIANO D'ORO
IL
CAMPIONE PORTOGHESE SUL TETTO DEL MONDO
di Andrea Bajocco

 

“Penso a fare bene in Nazionale e al Real Madrid...”. Questa è stata la dichiarazione di Cristiano Ronaldo dopo la tripletta con la quale ha regalato al suo Portogallo la qualificazione a Brasile 2014 ai danni della Svezia di Ibrahimovic. Dichiarazione forse dettata dal timore di non vincere neanche quest’anno — nella sua migliore annata da professionista — il Pallone d’oro...

In realtà, l’ambito premio istituito dal bisettimanale sportivo francese France Football nel 1956 CR7 l’aveva già vinto nel 2008, a coronamento di una stagione fantastica che lo aveva visto sul tetto d’Europa con il Manchester United.

Troppo poco per un giocatore come lui. Troppo poco, soprattutto, di fronte allo strapotere esercitato dal suo avversario storico, Lionel Messi, che si è aggiudicato il Pallone d’oro per quattro anni di fila (2009-2012).

È anche per questo che Cristiano Ronaldo, nonostante le parole di circostanza che hanno accompagnato gli ultimi anni di dichiarazioni, al Pallone d’oro ci teneva davvero. La conferma è arrivata il 13 gennaio, durante la cerimonia per l’assegnazione del premio; cerimonia in leggero ritardo rispetto agli altri anni a causa della riapertura delle votazioni dovuta al suddetto playoff contro la Svezia.

Più volte durante l’intera cerimonia, infatti, l’attaccante lusitano è stato colto dalle telecamere con espressioni che tradivano senza dubbio coinvolgimento e tensione.

CR7 con le sue 69 realizzazione nel 2013 partiva assoluto favorito e i pronostici sono stati confermati. La trionfale marcia di Messi è interrotta.

È stato Edson Arantes do Nascimento, famoso in tutto il mondo con lo pseudonimo Pelé, a sancire la vittoria del fuoriclasse di Madera che, sentito pronunciato il proprio nome da O’Rey, si è lasciato andare a un sorriso distensivo e tra gli applausi si è diretto verso il palco per riscuotere il meritato riconoscimento.

Per la prima volta Cristiano Ronaldo ha mostrato il suo lato umano, lontano dalla supponenza che spesso gli si critica quando sta in mezzo al campo. Visibilmente commosso ed emozionato, ha fatto salire il figlio di 3 anni Junior al quale ha fatto accarezzare il Pallone d’oro. Dopodiché è andato verso il microfono per il consueto discorso durante il quale è scoppiato in un pianto liberatorio che ha una volta per tutte confermato quanto ci tenesse a salire sul gradino più alto del podio al posto di Messi e di Ribery, rispettivamente secondo e terzo.

Per prima cosa ha ringraziato i compagni, l’allenatore e il presidente del Real Madrid, ricordando come, senza di loro, non sarebbe mai potuto arrivare al suo livello attuale. Poi è stato il momento della famiglia e con la voce nuovamente rotta dall’emozione, ha dedicato il premio alla madre (in lacrime dal momento della premiazione), alla compagna Irina e al figlio.

Nonostante l’emozione non si è dimenticato di chi la Nazionale portoghese l’ha fatta diventare grande, quell’Eusebio (primo lusitano a vincere il Pallone d’oro) che appena una settimana prima aveva lasciato un vuoto nel mondo del calcio, non soltanto portoghese.

Finita la ribalta mediatica è ora di tornare sul campo.
Passati quindi soli due giorni dalla vittoria del Pallone d’oro, è il momento di affrontare l’Osasuna in trasferta a Pamplona. La partita è valevole per la coppa nazionale, la Copa del Rey, e il Real Madrid si impone per 2-0.

Superfluo dire che Cristiano Ronaldo ha aperto le danze (anche se con la grave complicità del portiere avversario...). Fatto sta che il 2014 per CR7 è iniziato come era finito il 2013, a suon di gol. Si è infatti ripetuto in campionato, con una prestazione fantastica e un gol capolavoro a Siviglia, contro il Betis.

Con il 2014, tra coppa e campionato, è tuttavia tornato alla ribalta anche Messi che, dopo un infortunio ha ripreso per mano il suo Barcellona.

Che sia rimasto scottato per la recente delusione? Il dubbio c’è, ma verrà sciolto soltanto a dicembre quando verrà assegnato il Pallone d’oro per il 2014. Fino ad allora potremo continuare a godere delle gesta di questi due fenomeni che, alla stregua di altri campioni di livello mondiale, continueranno a darsi battaglia sul prato verde. E questo non è altro che un’ottima notizia per chi ama il calcio.



 

 

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