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N. 79 - Luglio 2014 (CX)

ROLLING STONES IN ROME
la festa del circus maximus

di Andrea Bajocco

 

Roma, Circo Massimo, 24 marzo 1996. Chissà quanti occhi intenti a scrutare il cielo, a dispetto delle luci notturne della Città Eterna, per vivere in prima persona la Storia dell’astronomia: già, perché quella stessa notte la cometa Hyakutake si sarebbe donata alla Capitale in tutto il suo splendore... pur con un abbaglio effimero, che altro non era che un congedarsi per sempre.

 

Marzo 2014. Nel web impazzano indiscrezioni che vorrebbero i Rolling Stones live in Italia. Le città papabili sono Lucca e Roma; se la prima non vanta una location che permetta un concerto di tale portata, la seconda offre diverse possibilità: dallo Stadio Olimpico all’Ippodromo delle Capannelle fino alla suggestiva ipotesi del Circo Massimo.

 

A spuntarla, alla fine, sarà proprio l’affascinante location dell'antico circo romano. Nell’estate 2014, infatti, i Rolling Stones si esibiranno a Roma, al Circo Massimo. Subito dopo l'annuncio iniziano le polemiche che fino al giorno dell'evento andranno di pari passo con la spasmodica corsa al biglietto.

 

Il sold out è cosa scontata tanto che, dopo poche ore dalla messa in vendita, i biglietti risultano già terminati, salvo qualche piccola disponibilità in circolazione a ridosso dell’evento. Alla fine i presenti saranno circa 71.000.

 

22 giugno 2014. Già da qualche giorno si respira per le strade della Capitale un’aria “strana”, magica. Se si passeggia nel centro di roma si vedono migliaia di “lingue” stampate su magliette e cappellini. Sono tutti pronti all’evento dell’anno. Voci, poi rivelatesi del tutto infondate, vogliono addirittura  una comparsa del Boss Bruce Springsteen, grande amico della band che in alcuni concerti recenti ha duettato sul palco degli Stones.

 

È il momento di andare al Circo Massimo dove, fin dal giorno prima, sono letteralmente accampati centinaia di fan da tutta Italia (e non solo). Con il caldo che accompagnerà tutta la giornata, molti preferiscono rimanere seduti lontano dal palco, in compagnia di qualche birra fresca, in attesa degli Stones.

 

Poco prima delle 22:00 Mick Jagger, Keith Richards, Ronnie Wood e Charlie Watts salgono sul palco per la gioia dei fan in delirio. Nell’enorme parterre l’età del pubblico è variegata. Ci sono signori dai capelli argentei che probabilmente hanno già visto gli Stones dal vivo, padri con figli adolescenti, gruppi di amici e perfino qualche bambino ad accompagnare giovani genitori all’appuntamento con la Storia.

 

Jumpin' Jack Flash e Let's Spend the Night Together danno inizio allo show. Il pubblico impazzisce e, nonostante l’esperienza maturata negli oltre 50 anni di carriera, i sorrisi e lo sguardo quasi incredulo di Mick Jagger tradiscono gioia ed emozione. Salta, corre e balla quasi fosse un cantante alle prime armi.

 

Si continua con It's Only Rock 'n' Roll (But I Like It) e Tumbling Dice, prima della grande novità rispetto alle ultime uscite. Jagger infatti prende il microfono, chiede al pubblico se si stia divertendo e annuncia la canzone successiva: Streets of Love, brano proposto dal vivo per la prima volta dal giugno 2007. Insieme agli Stones c’è Mick Taylor che salirà di nuovo sul palco più avanti per Midnight Rambler. Il sottocutaneo ritornello, cantato – quasi urlato – dal pubblico, mette i brividi... I Rolling Stones, per una sera, sono i veri imperatori di Roma.

 

Doom and Gloom, Respectable – suonata by request con John Mayer, opening act della serata – e Out of Control vanno via veloci e lasciano spazio a Honky Tonk Women, al termine della quale Mick presenta la band. Il boato più grande, manco a dirlo, se lo merita Keith Richards, eclettico chitarrista che è nel cuore dei fan tanto quanto il frontman.

 

Prima della già citata Midnight Rambler, sono state proposte You Got the Silver e Can't Be Seen, entrambe con Keith Richards alla voce.

 

Mancano poche canzoni. È il momento delle hit più amate del pubblico. È il momento di Miss You e Gimme Shelter. È il momento della scalmanata Start Me Up sulla quale Jagger dà forse il meglio di sé. Vedere questo settantenne correre da una parte all’altra del palco fa effetto e quasi invidia, tanto che tra il pubblico in molti hanno detto a mo’ di battuta “... magari arrivarci così, a 70 anni...”.

 

Si continua con Sympathy for the Devil, pezzo tra i più amati degli Stones, e Brown Sugar. Finita questa, il gruppo saluta, ringrazia a più riprese il pubblico e se ne va. Le luci rimangono spente, in attesa del canonico encore.

 

Qualche minuto dopo, capitanati da Jagger, i quattro tornano sul palco.

 

Insieme a loro c’è il Coro Giovanile Italiano, segno che la prossima canzone sarà You Can’t Always Get What You Want. L’esecuzione è brillante, onirica, emozionante. Il pubblico è immobile e pende dalle note dei suoi beniamini.

 

Rimane solo una canzone e, come al solito, si tratta di (I Can't Get No) Satisfaction, proposta in una long version. Jagger salta, balla e urla ancora. E con lui il “suo” pubblico.

 

I quattro salutano, ringraziano ed escono di nuovo, ma le luci questa volta si accendono. Il concerto è finito. La Storia è stata scritta.

 

Manca qualcosa? Forse sì. Molti avrebbero voluto ascoltare dal vivo anche canzoni come Angie e Paint it Black, ma nulla ci toglie la speranza di rivedere in futuro gli Stones dal vivo, magari di nuovo in una cornice bella ed emozionante come quella del Circo Massimo.

 

Già, perché i Rolling Stones si sono sì donati in tutto il loro splendore al pubblico romano, ma, a differenza della luce di Hyakutake, non sono stati un abbaglio effimero. E la loro performance non era di certo finalizzata a congedarsi per sempre...



 

 

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