N. 74 - Febbraio 2014 
                          
                          (CV)
																						LA RIVOLUZIONE FRANCESE E LA FINE DELL’ANCIEN RÈGIME
																						I PRODROMI DELLA RIVOLUZIONE – PARTE I
																						di Christian Vannozzi
																			 
																			
																			
																			La 
																			Rivoluzione 
																			Francese 
																			fu 
																			il 
																			più 
																			tremendo 
																			sconvolgimento 
																			politico 
																			e 
																			sociale 
																			che 
																			l’Europa 
																			abbia 
																			mai 
																			conosciuto. 
																			Il 
																			periodo 
																			che 
																			abbraccia 
																			è 
																			lungo 
																			ben 
																			10 
																			anni 
																			che 
																			vanno 
																			dal 
																			1789 
																			al 
																			1799, 
																			segnando 
																			la 
																			fine 
																			dell’età 
																			moderna 
																			e 
																			l’inizio 
																			di 
																			quella 
																			contemporanea.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			Rivoluzione 
																			cambiò 
																			radicalmente 
																			la 
																			società 
																			francese 
																			abolendo 
																			i 
																			privilegi 
																			feudali 
																			e 
																			tutte 
																			le 
																			basi 
																			economiche 
																			e 
																			sociali 
																			dell’Ancien 
																			Règime, 
																			stabilendo 
																			il 
																			ruolo 
																			di 
																			guida 
																			della 
																			borghesia 
																			nei 
																			governi 
																			che 
																			si 
																			realizzarono 
																			sia 
																			in 
																			Francia 
																			che 
																			in 
																			Europa 
																			nel 
																			corso 
																			del XIX 
																			secolo.
																			 
																			
																			
																			Nella 
																			terra 
																			d’oltralpe 
																			l’intero 
																			potere 
																			era 
																			nelle 
																			mani 
																			del 
																			sovrano 
																			che 
																			era 
																			assunto 
																			a 
																			ruolo 
																			di 
																			monarca 
																			per 
																			volere 
																			divino. 
																			La 
																			società 
																			era 
																			divisa 
																			in 
																			tre 
																			ceti, 
																			la 
																			nobiltà, 
																			il 
																			clero, 
																			e il 
																			terzo 
																			stato 
																			che 
																			formava 
																			il 
																			98% 
																			della 
																			popolazione 
																			ed 
																			era 
																			composto 
																			da 
																			borghesi, 
																			artigiani, 
																			contadini 
																			e 
																			operai.
																			 
																			
																			
																			Solo 
																			il 
																			terzo 
																			stato 
																			era 
																			tassato 
																			poiché 
																			per 
																			tradizione 
																			si 
																			prevedeva 
																			che 
																			nobiltà 
																			e 
																			clero 
																			fossero 
																			esentati 
																			dalle 
																			tasse. 
																			La 
																			concezione 
																			piramidale 
																			delle 
																			classi 
																			sociali 
																			rimase 
																			solida 
																			fino 
																			a 
																			quando 
																			l’assetto 
																			economico 
																			si 
																			mantenne 
																			su 
																			buoni 
																			livelli, 
																			ma a 
																			causa 
																			della 
																			crisi 
																			economica 
																			generata 
																			sia 
																			dagli 
																			scarsi 
																			raccolti 
																			che 
																			dalle 
																			guerre 
																			combattute 
																			nelle Americhe 
																			e in 
																			Europa, 
																			la 
																			situazione 
																			divenne 
																			insostenibile.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			tutto 
																			fu 
																			aggravato 
																			dalla 
																			caduta 
																			repentina 
																			dei 
																			prezzi 
																			agricoli 
																			della 
																			viticultura, 
																			che 
																			invase 
																			la 
																			Francia 
																			a 
																			partire 
																			dal 
																			1778, 
																			e 
																			dalla 
																			siccità 
																			del 
																			1785 
																			che 
																			aveva 
																			provocato 
																			la 
																			decimazione 
																			dei 
																			capi 
																			di 
																			bestiame 
																			che 
																			pascolavano 
																			nel 
																			regno. 
																			Nel 
																			1788 
																			anche 
																			il 
																			raccolto 
																			del 
																			grano 
																			fu 
																			scarso, 
																			generando 
																			carenza 
																			di 
																			pane, 
																			cibo 
																			base 
																			dell’alimentazione 
																			francese.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			I 
																			principi 
																			dell’illuminismo 
																			avevano 
																			poi 
																			nella 
																			seconda 
																			metà 
																			del 
																			'700 
																			portato 
																			avanti 
																			idee 
																			liberali 
																			e 
																			contrattualiste 
																			che 
																			mal 
																			si 
																			amalgamavano 
																			con 
																			una 
																			monarchia 
																			assoluta. 
																			Al 
																			modello 
																			assolutista 
																			si 
																			contrapponeva 
																			quello 
																			costituzionale 
																			inglese 
																			basato 
																			sul 
																			bilanciamento 
																			dei 
																			poteri 
																			e su 
																			un 
																			sovrano 
																			che 
																			governava 
																			per 
																			il 
																			popolo, 
																			non
																			
																			sul
																			
																			popolo; 
																			lo 
																			faceva 
																			inoltre 
																			per 
																			volere 
																			del 
																			popolo 
																			e 
																			non 
																			per 
																			diritto 
																			divino. 
																			Borghesia 
																			e 
																			nobiltà 
																			liberale 
																			sposarono 
																			i 
																			principi 
																			illuministi 
																			e 
																			per 
																			ovvia 
																			ragione 
																			divennero 
																			forti 
																			oppositori 
																			del 
																			potere 
																			assoluto 
																			che 
																			guidò 
																			la 
																			Francia 
																			per 
																			secoli.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Per 
																			far 
																			fronte 
																			alla 
																			crisi 
																			economica 
																			ministri 
																			liberali 
																			come 
																			Anne 
																			Robert 
																			Jacques 
																			Turgot 
																			e 
																			Jacques 
																			Necker 
																			cercarono 
																			di 
																			superare 
																			il 
																			momento 
																			introducendo 
																			una 
																			tassazione 
																			più 
																			equa 
																			che 
																			avrebbe 
																			inciso 
																			non 
																			poco 
																			sulla 
																			nobiltà 
																			e 
																			sul 
																			clero. 
																			Le 
																			classi 
																			privilegiate 
																			si 
																			opposero 
																			fortemente 
																			e le 
																			riforme 
																			non 
																			furono 
																			mai 
																			emanate 
																			dal 
																			sovrano 
																			che 
																			divenne 
																			succube 
																			e 
																			prigioniero 
																			dei 
																			nobili.
																			 
																			
																			
																			Il 
																			19 
																			febbraio 
																			1781 
																			il 
																			ministro 
																			delle 
																			finanze 
																			Necker 
																			pubblicò 
																			il 
																			bilancio 
																			dello 
																			Stato, 
																			rendendo 
																			note 
																			a 
																			tutti 
																			le 
																			spese 
																			che 
																			la 
																			corte 
																			sosteneva 
																			per 
																			il 
																			mantenimento 
																			dei 
																			nobili, 
																			della 
																			regina, 
																			e 
																			per 
																			le 
																			frequentissime 
																			feste 
																			che 
																			quest’ultima 
																			bandiva.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Vista 
																			la 
																			situazione 
																			ormai 
																			drammatica, 
																			il 
																			sovrano 
																			e i 
																			suoi 
																			consiglieri 
																			si 
																			interrogarono 
																			sulla 
																			convocazione 
																			o 
																			meno 
																			degli 
																			Stati 
																			Generali, 
																			unico 
																			organo 
																			che 
																			poteva 
																			sbloccare 
																			una 
																			situazione 
																			finanziaria 
																			così 
																			tragica 
																			che 
																			stava 
																			ormai 
																			facendo 
																			cadere 
																			la 
																			Francia 
																			in 
																			bancarotta. 
																			Il 
																			re 
																			il 
																			18 
																			dicembre 
																			del 
																			1787 
																			promise 
																			quindi 
																			di 
																			convocare 
																			l’assemblea 
																			degli 
																			Stati 
																			Generali 
																			entro 
																			5 
																			anni 
																			in 
																			modo 
																			che 
																			questa 
																			potesse 
																			votare 
																			l’applicazione 
																			di 
																			nuove 
																			riforme 
																			per 
																			uscire 
																			dalla 
																			grave 
																			situazione 
																			che 
																			attanagliava 
																			il 
																			paese.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			malcontento 
																			raggiunse 
																			però 
																			il 
																			suo 
																			apice 
																			nel 
																			giugno 
																			del 
																			1788 
																			dove 
																			a 
																			Grenoble, 
																			a 
																			causa 
																			di 
																			incessanti 
																			proteste, 
																			l’esercito 
																			dovette 
																			intervenire 
																			per 
																			mantenere 
																			l’ordine 
																			e fu 
																			accolto 
																			a 
																			colpi 
																			di 
																			tegole 
																			dai 
																			cittadini 
																			che 
																			salirono 
																			sui 
																			tetti. 
																			La 
																			giornata 
																			passò 
																			alla 
																			storia 
																			come 
																			la 
																			‘giornata 
																			delle 
																			tegolè. 
																			Nel 
																			mese 
																			di 
																			agosto 
																			delle 
																			stesso 
																			anno, 
																			ormai 
																			vista 
																			l’impossibilità 
																			di 
																			risolvere 
																			la 
																			situazione, 
																			Luigi 
																			XVI 
																			convocò 
																			per 
																			il 5 
																			maggio 
																			del 
																			1789 
																			gli 
																			Stati 
																			Generali, 
																			che 
																			non 
																			venivano 
																			più 
																			richiamati 
																			all’ordine 
																			dal 
																			lontano 
																			1614. 
																			Nello 
																			stesso 
																			mese 
																			tornò 
																			al 
																			governo 
																			Necker, 
																			esautorato 
																			in 
																			precedenza 
																			in 
																			luogo 
																			di 
																			un 
																			altro 
																			ministro 
																			più 
																			flessibile 
																			ai 
																			voleri 
																			della 
																			nobiltà.
																			 
																			
																			
																			I 
																			tre 
																			ordini 
																			convocati 
																			dovevano 
																			riunirsi 
																			in 
																			camere 
																			separate 
																			ed 
																			emettere 
																			un 
																			verdetto 
																			per 
																			camera. 
																			Poiché 
																			le 
																			classi 
																			privilegiate 
																			rappresentate 
																			da 
																			nobiltà 
																			e 
																			clero 
																			votavano 
																			allo 
																			stesso 
																			modo 
																			per 
																			il 
																			Terzo 
																			Stato, 
																			che 
																			rappresentava 
																			il 
																			98% 
																			della 
																			popolazione 
																			e 
																			andava 
																			dall’alta 
																			borghesia 
																			ai 
																			braccianti 
																			agricoli, 
																			questo 
																			sarebbe 
																			stato 
																			messo 
																			facilmente 
																			in 
																			minoranza.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Fortunatamente 
																			parte 
																			del 
																			clero 
																			illuminato 
																			(specialmente 
																			il 
																			basso 
																			clero) 
																			e i 
																			nobili 
																			di 
																			ideologia 
																			liberale, 
																			si 
																			schierarono 
																			a 
																			favore 
																			del 
																			Terzo 
																			Stato, 
																			rendendo 
																			le 
																			votazioni 
																			non 
																			più 
																			scontate. 
																			Il 
																			re 
																			aveva 
																			comunque 
																			riconosciuto 
																			ai 
																			rappresentanti 
																			del 
																			popolo 
																			una 
																			rappresentanza 
																			maggiore 
																			raddoppiando 
																			il 
																			numero 
																			dei 
																			loro 
																			deputati. 
																			Quest’atto 
																			aprì 
																			grandi 
																			speranze 
																			per 
																			borghesi 
																			e 
																			proprietari 
																			terrieri 
																			che 
																			vedevano 
																			in 
																			esso 
																			un 
																			principio 
																			di 
																			apertura 
																			della 
																			corona 
																			verso 
																			le 
																			classi 
																			produttive 
																			del 
																			Paese.
																			 
																			
																			
																			Gli 
																			Stati 
																			Generali 
																			si 
																			aprirono 
																			con 
																			il 
																			discorso 
																			di 
																			Luigi XVI, 
																			del 
																			guardasigilli 
																			Charles 
																			Louis 
																			François 
																			Paul 
																			de 
																			Barentin 
																			e di 
																			Necker, 
																			e 
																			con 
																			grande 
																			dispiacere 
																			dei 
																			deputati 
																			del 
																			Terzo 
																			Stato 
																			non 
																			si 
																			parlò 
																			assolutamente 
																			delle 
																			riforme 
																			politiche 
																			ma 
																			solo 
																			della 
																			grave 
																			crisi 
																			finanziaria 
																			che 
																			aveva 
																			investito 
																			tragicamente 
																			il 
																			Paese. 
																			In 
																			effetti 
																			la 
																			convocazione 
																			era 
																			dovuta 
																			alla 
																			crisi 
																			economica 
																			e 
																			non 
																			vi 
																			era 
																			nel 
																			governo 
																			reale 
																			nessuna 
																			intenzione 
																			di 
																			aprirsi 
																			a 
																			riforme 
																			politiche. 
																			Neanche 
																			il 
																			sistema 
																			di 
																			voto 
																			per 
																			testa 
																			invece 
																			che 
																			per 
																			ordine 
																			venne 
																			preso 
																			in 
																			considerazione, 
																			dimostrando 
																			che 
																			il 
																			numero 
																			doppio 
																			di 
																			rappresentanti 
																			che 
																			il 
																			re 
																			aveva 
																			concesso 
																			al 
																			Terzo 
																			Stato 
																			era 
																			solo 
																			un 
																			atto 
																			simbolico 
																			e 
																			privo 
																			di 
																			qualsiasi 
																			valore 
																			politico.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 9 
																			maggio 
																			i 
																			rappresentanti 
																			dei 
																			tre 
																			ordini 
																			invece 
																			di 
																			discutere 
																			della 
																			crisi 
																			finanziaria 
																			iniziarono 
																			a 
																			discutere 
																			sull’organizzazione 
																			dello 
																			stato, 
																			contravvenendo 
																			alle 
																			disposizioni 
																			del 
																			governo 
																			reale.
																			 
																			
																			
																			Il 
																			15 
																			giugno 
																			alcuni 
																			membri 
																			del 
																			basso 
																			clero, 
																			su 
																			iniziativa 
																			dell’abate 
																			Sieyès 
																			che 
																			pur 
																			essendo 
																			un 
																			ecclesiastico 
																			fu 
																			eletto 
																			come 
																			rappresentante 
																			clericale 
																			del 
																			Terzo 
																			Stato, 
																			si 
																			unirono 
																			a 
																			quelli 
																			che 
																			ormai 
																			si 
																			definivano 
																			i 
																			rappresentanti 
																			della 
																			Nazione. 
																			Il 
																			17 
																			giugno 
																			1789 
																			i 
																			deputati 
																			del 
																			popolo 
																			si 
																			nominarono 
																			Assemblea 
																			Nazionale, 
																			a 
																			cui 
																			si 
																			associò 
																			anche 
																			il 
																			Secondo 
																			Stato, 
																			cioè 
																			gli 
																			ecclesiastici.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			I 
																			nobili, 
																			gli 
																			unici 
																			che 
																			non 
																			erano 
																			confluiti 
																			nell’Assemblea, 
																			si 
																			appellarono 
																			allora 
																			al 
																			re, 
																			chiedendo 
																			di 
																			annullare 
																			tutte 
																			le 
																			delibere 
																			dei 
																			rappresentanti 
																			del 
																			popolo 
																			facendo 
																			leva 
																			sul 
																			fatto 
																			che, 
																			se 
																			li 
																			avesse 
																			lasciati 
																			fare, 
																			la 
																			stessa 
																			corona 
																			sarebbe 
																			scomparsa. 
																			Il 
																			sovrano, 
																			succube 
																			dei 
																			nobili 
																			e di 
																			Maria 
																			Antonietta 
																			intimò 
																			all’Assemblea 
																			di 
																			sciogliersi 
																			e di 
																			riunirsi 
																			separatamente 
																			in 
																			modo 
																			da 
																			poter 
																			discutere 
																			sulla 
																			crisi 
																			economica, 
																			come 
																			aveva 
																			chiesto 
																			nella 
																			giornata 
																			del 
																			5 
																			maggio.
																			 
																			
																			
																			Il 
																			20 
																			giugno 
																			del 
																			1789 
																			i 
																			rappresentanti 
																			del 
																			popolo, 
																			cacciati 
																			dal 
																			luogo 
																			di 
																			riunione 
																			degli 
																			Stati 
																			Generali, 
																			si 
																			riunirono 
																			su 
																			proposta 
																			del 
																			deputato 
																			Joseph 
																			Ignace 
																			Guillotin 
																			nel 
																			campo 
																			adibito 
																			al 
																			gioco 
																			della 
																			pallacorda 
																			dove 
																			giurarono 
																			di 
																			non 
																			separarsi 
																			per 
																			nessuna 
																			ragione 
																			fino 
																			a 
																			quando 
																			la 
																			nuova 
																			Costituzione 
																			della 
																			nazione 
																			francese 
																			non 
																			fosse 
																			stata 
																			redatta. 
																			Con 
																			l’adesione 
																			dei 
																			rappresentanti 
																			del 
																			basso 
																			clero 
																			e di 
																			alcuni 
																			nobili 
																			di 
																			ideologia 
																			liberale 
																			si 
																			autoproclamarono 
																			Assemblea 
																			Nazionale 
																			Costituente.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			‘Giuriamo 
																			di 
																			riunirci 
																			dovunque 
																			lo 
																			esigono 
																			le 
																			circostanze 
																			e di 
																			non 
																			separarci 
																			prima 
																			di 
																			aver 
																			stabilito 
																			la 
																			Costituzione 
																			del 
																			Regno’.
																			 
																			
																			
																			Su 
																			queste 
																			parole 
																			si 
																			fonda 
																			il 
																			famoso 
																			giuramento 
																			che 
																			cambierà 
																			un’ 
																			epoca 
																			non 
																			solo 
																			in 
																			Francia 
																			ma 
																			nell’intera 
																			Europa. 
																			Lo 
																			stesso 
																			sovrano, 
																			che 
																			all’inizio 
																			voleva 
																			usare 
																			la 
																			forza 
																			per 
																			far 
																			ripiegare 
																			i 
																			deputati, 
																			dovette 
																			dopo 
																			qualche 
																			giorno 
																			riconoscere 
																			il 
																			dato 
																			di 
																			fatto 
																			e 
																			lasciare 
																			che 
																			l’Assemblea 
																			Costituente 
																			conducesse 
																			i 
																			lavori. 
																			L’unica 
																			cosa 
																			che 
																			poté 
																			fare 
																			fu 
																			radunare 
																			più 
																			truppe 
																			possibili 
																			nella 
																			capitale, 
																			ufficialmente 
																			con 
																			l’intenzione 
																			di 
																			difendere 
																			l’assemblea 
																			ma 
																			ufficiosamente 
																			per 
																			poter 
																			contare 
																			sull’esercito 
																			in 
																			caso 
																			di 
																			necessità 
																			rivolgendo 
																			le 
																			armi 
																			contro 
																			il 
																			suo 
																			stesso 
																			popolo.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Quel 
																			che 
																			è 
																			certo 
																			fu 
																			che 
																			nei 
																			giorni 
																			che 
																			precedettero 
																			la 
																			Presa 
																			della 
																			Bastiglia, 
																			simbolo 
																			della 
																			Rivoluzione, 
																			il 
																			popolo 
																			prese, 
																			forse 
																			per 
																			la 
																			prima 
																			volta, 
																			coscienza 
																			di 
																			se 
																			stesso 
																			e 
																			della 
																			sua 
																			funzione, 
																			capendo 
																			che 
																			era 
																			proprio 
																			lui 
																			l’artefice 
																			della 
																			grandezza 
																			nazionale 
																			e 
																			per 
																			questa 
																			ragione 
																			doveva 
																			poter 
																			decidere 
																			di 
																			se 
																			stesso, 
																			delle 
																			tasse 
																			e 
																			delle 
																			faccende 
																			internazionali; 
																			non 
																			subire 
																			inoltre 
																			le 
																			decisioni 
																			di 
																			re, 
																			nobili 
																			e 
																			ministri 
																			che 
																			avevano 
																			in 
																			mente 
																			solo 
																			il 
																			loro 
																			tornaconto 
																			economico 
																			e il 
																			mantenimento 
																			di 
																			odiosi 
																			privilegi 
																			sulle 
																			spalle 
																			del 
																			popolo. 
																			Il 
																			non 
																			saper 
																			essere 
																			lungimirante 
																			e il 
																			non 
																			voler 
																			capire 
																			cosa 
																			stava 
																			accadendo 
																			realmente 
																			fu 
																			una 
																			delle 
																			più 
																			grandi 
																			colpe 
																			che 
																			si 
																			poterono 
																			addossare 
																			sui 
																			sovrani 
																			Luigi 
																			XVI 
																			e 
																			Maria 
																			Antonietta, 
																			che 
																			pagarono 
																			la 
																			loro 
																			miopia 
																			con 
																			la 
																			propria 
																			vita 
																			sulla 
																			scia 
																			della 
																			rabbia 
																			di 
																			un 
																			popolo 
																			oppresso 
																			e 
																			tradito 
																			da 
																			chi 
																			avrebbe 
																			dovuto 
																			invece 
																			proteggerlo.
																			 
																			
																			
																			Il 
																			re 
																			proibì 
																			il 
																			22 
																			giugno 
																			anche 
																			l’utilizzo 
																			della 
																			sala 
																			della 
																			Pallacorda. 
																			L’Assemblea 
																			si 
																			riunì 
																			quindi 
																			nella 
																			Chiesa 
																			di 
																			Saint-Paul-Saint-Louis, 
																			dove 
																			venne 
																			raggiunta 
																			da 
																			quasi 
																			la 
																			totalità 
																			dei 
																			rappresentanti 
																			del 
																			clero. 
																			Il 
																			23 
																			giugno 
																			nella 
																			sala 
																			dell’Hôtel 
																			des 
																			Menus-Plaisirsm 
																			annullò 
																			le 
																			risoluzioni 
																			dell’Assemblea 
																			e 
																			costrinse 
																			i 
																			rappresentanti 
																			dei 
																			tre 
																			ordini 
																			a 
																			disperdersi. 
																			Nobiltà 
																			e 
																			clero 
																			obbedirono 
																			immediatamente 
																			all’ordine 
																			del 
																			re, 
																			ma i 
																			deputati 
																			del 
																			popolo 
																			decisero 
																			di 
																			non 
																			sciogliersi 
																			e 
																			aumentarono 
																			il 
																			loro 
																			numero 
																			dopo 
																			l’adesione 
																			di 
																			ben 
																			47 
																			nobili 
																			liberali, 
																			tra 
																			cui 
																			il 
																			duca 
																			d’Orléans, 
																			parente 
																			stretto 
																			del 
																			re.
																			 
																			
																			
																			Vista 
																			l’impossibilità 
																			di 
																			sciogliere 
																			l’Assemblea, 
																			il 
																			re 
																			il 
																			27 
																			giugno 
																			invitò 
																			ufficialmente 
																			la 
																			nobiltà 
																			e il 
																			clero 
																			a 
																			unirsi 
																			ai 
																			rappresentanti 
																			della 
																			nazione. 
																			I 
																			nobili 
																			però 
																			rifiutarono 
																			categoricamente 
																			e 
																			con 
																			indignazione 
																			verso 
																			il 
																			sovrano 
																			considerato 
																			troppo 
																			indulgente. 
																			I 
																			lavori 
																			dell’Assemblea 
																			continuarono 
																			e il 
																			9 
																			luglio 
																			si 
																			autoproclamò 
																			Assemblea 
																			Nazionale 
																			Costituente, 
																			con 
																			lo 
																			scopo 
																			di 
																			dare 
																			una 
																			nuova 
																			Costituzione 
																			alla 
																			Francia. 
																			A 
																			quel 
																			punto 
																			il 
																			sovrano 
																			iniziò 
																			a 
																			far 
																			rientrare 
																			tutte 
																			le 
																			forze 
																			armate 
																			che 
																			si 
																			stanziarono 
																			attorno 
																			a 
																			Versailles, 
																			Parigi, 
																			Sèvres 
																			e 
																			Saint-Denis.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			L’Assemblea 
																			chiese 
																			educatamente 
																			al 
																			re 
																			di 
																			ritirare 
																			le 
																			truppe, 
																			cosa 
																			che 
																			il 
																			re 
																			non 
																			concesse 
																			visto 
																			che 
																			ufficialmente 
																			l’esercito 
																			era 
																			li 
																			per 
																			garantire 
																			la 
																			sicurezza 
																			dei 
																			rappresentanti 
																			del 
																			popolo. 
																			Tra 
																			i 
																			reggimenti 
																			che 
																			circondavano 
																			la 
																			capitale 
																			c’erano 
																			anche 
																			delle 
																			armate 
																			straniere 
																			che 
																			il 
																			re 
																			riteneva 
																			più 
																			fedeli 
																			di 
																			quelle 
																			francesi, 
																			che 
																			invece 
																			potevano 
																			essere 
																			solidali 
																			con 
																			i 
																			propri 
																			rappresentanti. 
																			Parigi 
																			e i 
																			suoi 
																			cittadini 
																			erano 
																			però 
																			pronti 
																			a 
																			difendere 
																			i 
																			deputati 
																			dell’Assemblea 
																			e 
																			per 
																			questa 
																			ragione 
																			il 
																			re, 
																			ufficialmente 
																			per 
																			garantirne 
																			la 
																			sicurezza, 
																			propose 
																			ai 
																			deputati 
																			di 
																			spostarsi 
																			a 
																			Noyon 
																			o a 
																			Soissons, 
																			cosa 
																			che 
																			l’Assemblea 
																			rifiutò 
																			rimanendo 
																			sotto 
																			la 
																			protezione 
																			dei 
																			parigini 
																			che 
																			all’occorrenza 
																			li 
																			avrebbero 
																			difesi 
																			con 
																			le 
																			armi.
																			 
																			
																			
																			Luigi 
																			XVI 
																			richiamò 
																			anche 
																			il 
																			ministro 
																			Necker 
																			a 
																			corte, 
																			in 
																			modo 
																			che 
																			potesse 
																			prendere 
																			in 
																			mano 
																			la 
																			guida 
																			del 
																			governo 
																			e 
																			superare 
																			la 
																			crisi 
																			finanziaria 
																			e 
																			politica 
																			che 
																			si 
																			era 
																			creata 
																			ma 
																			l’11 
																			luglio, 
																			per 
																			volere 
																			dei 
																			nobili 
																			di 
																			Versailles 
																			che 
																			non 
																			l’avevano 
																			mai 
																			amato 
																			per 
																			le 
																			sue 
																			simpatie 
																			verso 
																			il 
																			Terzo 
																			Stato, 
																			fu 
																			nuovamente 
																			destituito 
																			e 
																			obbligato 
																			a 
																			lasciare 
																			la 
																			Francia 
																			in 
																			due 
																			giorni.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			popolo 
																			di 
																			Parigi 
																			questa 
																			volta 
																			però 
																			si 
																			mobilitò 
																			come 
																			nell’occasione 
																			dei 
																			soldati 
																			incriminati, 
																			chiedendo 
																			ad 
																			alta 
																			voce 
																			che 
																			il 
																			ministro 
																			tornasse 
																			al 
																			suo 
																			posto. 
																			Per 
																			garantire 
																			l’ordine 
																			pubblico 
																			fu 
																			incaricato 
																			un 
																			reggimento 
																			di 
																			soldati 
																			tedeschi, 
																			venuti 
																			a 
																			seguito 
																			della 
																			regina 
																			Maria 
																			Antonietta 
																			e 
																			non 
																			simpatizzanti 
																			con 
																			la 
																			popolazione 
																			parigina. 
																			Il 
																			reggimento 
																			caricò 
																			la 
																			folla 
																			provocando 
																			diversi 
																			feriti.
																			
																			
																							
																			
																			
																			
																			
																							
																			 
																			
																			