N. 81 - Settembre 2014 
                          
                          (CXII)
																						
																			
																			LA RIVOLTA DI SPARTACO
																						UNO SCHIAVO CONTRO ROMA
																						di Andrea Contorni
																			 
																			
																			
																			73 
																			a.C. 
																			Capua. 
																			Nel 
																			"ludus 
																			gladiatorius" 
																			di 
																			Lentulo 
																			Batiato, 
																			duecento 
																			gladiatori 
																			si 
																			ribellarono 
																			tentando 
																			la 
																			fuga. 
																			In 
																			settanta 
																			riuscirono 
																			nell'impresa.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Li 
																			guidavano 
																			due 
																			combattenti 
																			di 
																			valore, 
																			rinomati 
																			nell'arena, 
																			Spartaco 
																			il 
																			Trace 
																			e 
																			Crisso 
																			il 
																			Gallo. 
																			Insieme 
																			diedero 
																			il 
																			via 
																			alla 
																			più 
																			grande 
																			e 
																			famosa 
																			rivolta 
																			servile 
																			che 
																			la 
																			Storia 
																			di 
																			Roma 
																			ricordi.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Sul 
																			finire 
																			di 
																			quello 
																			stesso 
																			anno, 
																			la 
																			loro 
																			armata 
																			di 
																			schiavi 
																			e 
																			gladiatori 
																			contava 
																			oltre 
																			40.000 
																			elementi, 
																			nel 
																			72 
																			a.C. 
																			oltre 
																			70.000, 
																			nel 
																			71 
																			a.C. 
																			ultimo 
																			anno 
																			dell'insurrezione, 
																			le 
																			fonti 
																			parlano 
																			di 
																			ben 
																			100.000 
																			armati.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Non 
																			mancano 
																			gli 
																			storici 
																			antichi 
																			posteriori 
																			allo 
																			svolgimento 
																			dei 
																			fatti 
																			che 
																			si 
																			sono 
																			occupati 
																			dell'argomento 
																			seppur 
																			alcuni 
																			particolari 
																			continuino 
																			tutt'oggi 
																			ad 
																			essere 
																			oggetto 
																			di 
																			discussione 
																			tra 
																			gli 
																			studiosi. 
																			Da 
																			un 
																			lato 
																			il 
																			greco 
																			Plutarco 
																			(46-125 
																			d.C.) 
																			nella 
																			sua 
																			"Vita 
																			di 
																			Crasso", 
																			dall'altro 
																			Appiano 
																			di 
																			Alessandria, 
																			vissuto 
																			durante 
																			i 
																			regni 
																			di 
																			Traiano, 
																			Adriano 
																			e 
																			Antonino 
																			Pio, 
																			nell'opera 
																			"Storia 
																			romana", 
																			infine 
																			Frontino 
																			(40-104 
																			d.C.) 
																			in 
																			"Stratagemmi" 
																			per 
																			non 
																			dimenticare 
																			Floro 
																			(100-150 
																			d.C.). 
																			Tutti 
																			questi 
																			fondarono 
																			i 
																			loro 
																			scritti 
																			su 
																			opere 
																			anteriori 
																			elaborate 
																			da 
																			Sallustio 
																			e 
																			Livio 
																			di 
																			cui 
																			non 
																			ci 
																			rimangono 
																			che 
																			pochi 
																			frammenti.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Cominciamo 
																			intanto 
																			a 
																			conoscere 
																			meglio 
																			questi 
																			due 
																			lottatori 
																			che 
																			tentarono 
																			di 
																			rovesciare 
																			l'Urbe. 
																			Crisso 
																			(nella 
																			sua 
																			lingua 
																			"dai 
																			capelli 
																			ricci") 
																			era 
																			un 
																			celta 
																			della 
																			tribù 
																			degli 
																			Allobrogi. 
																			Cadde 
																			prigioniero 
																			di 
																			Roma 
																			e 
																			finì 
																			acquistato 
																			da 
																			Batiato 
																			che 
																			ne 
																			fece 
																			un 
																			gladiatore. 
																			Era 
																			un 
																			campione 
																			dell'arena, 
																			noto 
																			per 
																			il 
																			suo 
																			coraggio 
																			e il 
																			suo 
																			ardore 
																			nel 
																			rispetto 
																			dell'origine 
																			gallica. 
																			Spartaco 
																			proveniva 
																			invece 
																			dalla 
																			Tracia, 
																			una 
																			regione 
																			a 
																			nord 
																			della 
																			Macedonia 
																			abitata 
																			da 
																			bellicose 
																			tribù 
																			e 
																			fonte 
																			di 
																			continui 
																			problemi 
																			per 
																			Roma.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Erano 
																			gli 
																			anni 
																			difficili 
																			delle 
																			guerre 
																			Mitridatiche, 
																			quando 
																			il 
																			bizzoso 
																			re 
																			del 
																			Ponto 
																			tentò 
																			con 
																			tutte 
																			le 
																			sue 
																			forze 
																			di 
																			espandere 
																			i 
																			suoi 
																			domini 
																			ai 
																			danni 
																			della 
																			Grecia. 
																			Spartaco 
																			era 
																			un 
																			pastore 
																			dei 
																			Maedi, 
																			ma 
																			era 
																			prima 
																			di 
																			tutto 
																			un 
																			guerriero 
																			pronto 
																			ad 
																			impugnare 
																			le 
																			armi 
																			per 
																			difendere 
																			il 
																			proprio 
																			villaggio.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Fu 
																			arruolato 
																			nelle 
																			milizie 
																			ausiliare 
																			al 
																			servizio 
																			dei 
																			Capitolini. 
																			Disertò 
																			e si 
																			diede 
																			al 
																			brigantaggio. 
																			Fu 
																			catturato 
																			insieme 
																			ai 
																			suoi 
																			compagni 
																			e 
																			mandato 
																			in 
																			catene 
																			a 
																			Roma. 
																			Secondo 
																			Appiano 
																			invece, 
																			il 
																			nostro 
																			scese 
																			in 
																			campo 
																			con 
																			la 
																			sua 
																			tribù 
																			contro 
																			le 
																			legioni, 
																			alleato 
																			proprio 
																			di 
																			Mitridate 
																			VI.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			C'è 
																			un 
																			particolare 
																			che 
																			fa 
																			propendere 
																			l'ago 
																			della 
																			bilancia 
																			verso 
																			la 
																			prima 
																			ipotesi. 
																			Durante 
																			la 
																			rivolta, 
																			Spartaco 
																			mostrò 
																			un'incredibile 
																			conoscenza 
																			delle 
																			tattiche 
																			di 
																			guerra 
																			romane, 
																			che 
																			poteva 
																			aver 
																			osservato 
																			ed 
																			imparato 
																			proprio 
																			come 
																			ausiliario. 
																			Ovvio 
																			che 
																			Spartaco 
																			non 
																			si 
																			chiamasse 
																			affatto 
																			Spartaco.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Questo 
																			"nickname" 
																			gli 
																			fu 
																			affibbiato 
																			con 
																			molta 
																			probabilità 
																			dal 
																			lanista 
																			Batiato. 
																			Anche 
																			qui 
																			scaturiscono 
																			ben 
																			tre 
																			teorie. 
																			Spartacus 
																			come 
																			forma 
																			latinizzata 
																			di "Sparadakos" 
																			ovvero 
																			"famoso 
																			per 
																			la 
																			sua 
																			lancia", 
																			oppure 
																			da "Spartakos", 
																			che 
																			poteva 
																			indicare 
																			o un 
																			luogo 
																			ben 
																			preciso 
																			della 
																			Tracia 
																			o un 
																			leggendario 
																			sovrano 
																			di 
																			quelle 
																			terre.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Sta 
																			di 
																			fatto 
																			che 
																			una 
																			volta 
																			a 
																			Roma, 
																			venne 
																			venduto 
																			come 
																			gladiatore 
																			e 
																			finì 
																			a 
																			Capua 
																			nel
																			
																			ludus 
																			di 
																			Batiato, 
																			un 
																			ricco 
																			lanista 
																			che 
																			organizzava 
																			principalmente 
																			combattimenti 
																			privati 
																			per 
																			senatori, 
																			cavalieri 
																			e 
																			per 
																			chiunque 
																			potesse 
																			permettersi 
																			i 
																			suoi 
																			titani.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Apro 
																			una 
																			brevissima 
																			parentesi 
																			sull'ars 
																			gladiatoria 
																			del 
																			tempo. 
																			Siamo 
																			nel 
																			I 
																			secolo 
																			a.C. 
																			e 
																			dunque 
																			dobbiamo 
																			rimuovere 
																			dalla 
																			nostra 
																			mente 
																			la 
																			figura 
																			del 
																			gladiatore 
																			così 
																			come 
																			sovviene 
																			nell'immaginario 
																			comune.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			È un 
																			po' 
																			il 
																			discorso 
																			del 
																			legionario. 
																			Il 
																			soldato 
																			romano 
																			ai 
																			tempi 
																			della 
																			Seconda 
																			Guerra 
																			Punica, 
																			per 
																			esempio, 
																			così 
																			come 
																			durante 
																			questa 
																			rivolta 
																			servile 
																			di 
																			cui 
																			vi 
																			sto 
																			parlando, 
																			non 
																			combatteva 
																			con 
																			la 
																			lorica 
																			segmentata 
																			che 
																			compare 
																			secoli 
																			dopo. 
																			Purtroppo 
																			film 
																			e 
																			serie 
																			tv 
																			seguono 
																			spesso 
																			alcuni 
																			modelli 
																			prestabiliti 
																			che 
																			si 
																			allontanano 
																			di 
																			parecchio 
																			dalla 
																			veridicità 
																			storica 
																			per 
																			favorire 
																			l'immaginario 
																			collettivo.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Tornando 
																			ai 
																			gladiatori. 
																			Il I 
																			secolo 
																			a.C. 
																			rappresentò 
																			un 
																			anno 
																			di 
																			definizione 
																			dell'ars 
																			gladiatoria. 
																			Iniziarono 
																			a 
																			comparire 
																			le 
																			prime 
																			classi 
																			ben 
																			differenziate 
																			tra 
																			loro 
																			nello 
																			stile 
																			di 
																			combattimento 
																			e 
																			negli 
																			equipaggiamenti. 
																			Avvenne 
																			un 
																			passaggio 
																			dalla 
																			concezione 
																			quasi 
																			religiosa 
																			di 
																			gioco 
																			gladiatorio 
																			quale 
																			omaggio 
																			a un 
																			defunto, 
																			al 
																			concetto 
																			di 
																			combattimento 
																			tra 
																			gladiatori 
																			nell'ottica 
																			del 
																			puro 
																			e 
																			semplice 
																			spettacolo 
																			per 
																			la 
																			folla.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			All'inizio 
																			della 
																			loro 
																			storia 
																			nelle 
																			arene, 
																			questi 
																			combattenti 
																			si 
																			servivano 
																			soprattutto 
																			del 
																			classico 
																			gladio. 
																			Si 
																			difendevano 
																			con 
																			scudi, 
																			elmi 
																			e 
																			alcune 
																			protezioni 
																			per 
																			il 
																			corpo 
																			che 
																			richiamavano 
																			gli 
																			armamenti 
																			delle 
																			popolazioni 
																			sconfitte 
																			dall'Urbe, 
																			in 
																			primis 
																			sanniti, 
																			galli 
																			e 
																			traci.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			In 
																			epoche 
																			successive 
																			durante 
																			l'impero, 
																			i 
																			gladiatori 
																			si 
																			caratterizzarono 
																			sempre 
																			più, 
																			per 
																			assicurare 
																			un 
																			maggiore 
																			coinvolgimento 
																			degli 
																			spettatori 
																			che 
																			si 
																			identificavano 
																			nel 
																			grosso 
																			"murmillo" 
																			di 
																			turno 
																			o 
																			nell'agile 
																			"retiarus", 
																			armato 
																			di 
																			rete 
																			e 
																			tridente, 
																			o 
																			nel 
																			portatore 
																			di 
																			lancia 
																			"hoplomachus" 
																			fino 
																			alle 
																			classi 
																			più 
																			curiose 
																			come 
																			lo "andabatae" 
																			che 
																			combatteva 
																			senza 
																			vedere 
																			con 
																			un 
																			elmo 
																			senza 
																			fessure 
																			per 
																			gli 
																			occhi.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Ai 
																			tempi 
																			di 
																			Spartaco, 
																			comunque 
																			non 
																			esisteva 
																			nulla 
																			di 
																			quanto 
																			spiegato 
																			poc'anzi. 
																			Il 
																			nostro 
																			schiavo 
																			dovrebbe 
																			essersi 
																			ben 
																			presentato 
																			in 
																			quel 
																			di 
																			Capua, 
																			in 
																			quanto 
																			in 
																			poco 
																			tempo 
																			divenne 
																			uno 
																			dei 
																			capi 
																			riconosciuti 
																			tra 
																			i 
																			duecento 
																			combattenti 
																			di 
																			Batiato. 
																			Plutarco 
																			ci 
																			racconta 
																			che 
																			Spartaco 
																			viaggiava 
																			con 
																			la 
																			moglie 
																			al 
																			seguito.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Questa 
																			donna 
																			sarebbe 
																			rimasta 
																			al 
																			suo 
																			fianco 
																			fino 
																			al 
																			termine 
																			della 
																			rivolta. 
																			Si 
																			narra 
																			che 
																			fosse 
																			un'invasata 
																			profetessa 
																			del 
																			misterioso 
																			culto 
																			di 
																			Dionisio 
																			e 
																			che 
																			avrebbe 
																			previsto 
																			per 
																			il 
																			consorte 
																			un 
																			futuro 
																			di 
																			gloria 
																			seguito 
																			da 
																			morte 
																			certa. 
																			Mai 
																			previsione 
																			fu 
																			più 
																			azzeccata.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Ora 
																			rimane 
																			da 
																			chiederci 
																			circa 
																			i 
																			motivi 
																			per 
																			cui 
																			un 
																			gladiatore 
																			avrebbe 
																			dovuto 
																			ribellarsi 
																			al 
																			suo
																			
																			status 
																			quo, 
																			imbarcandosi 
																			in 
																			un'impresa 
																			disperata 
																			con 
																			un 
																			unico 
																			finale 
																			previsto, 
																			ovvero 
																			la 
																			morte. 
																			I 
																			ludi 
																			gladiatori 
																			accoglievano 
																			reclute 
																			di 
																			diversa 
																			provenienza. 
																			C'erano 
																			gli 
																			schiavi 
																			acquistati 
																			al 
																			mercato 
																			dal 
																			lanista 
																			in 
																			persona. 
																			Erano 
																			per 
																			la 
																			maggior 
																			parte 
																			ex 
																			combattenti 
																			(qualcuno 
																			appartenente 
																			persino 
																			a 
																			classi 
																			sociali 
																			elevate), 
																			provenienti 
																			dalle 
																			regioni 
																			assoggettate 
																			a 
																			Roma.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Nel 
																			I 
																			secolo 
																			a.C. 
																			celti, 
																			traci 
																			e 
																			germani 
																			andavano 
																			per 
																			la 
																			maggiore. 
																			A 
																			questa 
																			"categoria" 
																			si 
																			affiancavano 
																			altri 
																			schiavi, 
																			quelli 
																			caduti 
																			in 
																			disgrazia 
																			o 
																			ripudiati 
																			dai 
																			propri 
																			padroni. 
																			Sempre 
																			al 
																			mercato 
																			finivano 
																			ma a 
																			differenza 
																			dei 
																			primi, 
																			erano 
																			in 
																			catene 
																			già 
																			da 
																			diverso 
																			tempo. 
																			Infine 
																			c'erano 
																			gli 
																			uomini 
																			liberi 
																			di 
																			estrazione 
																			italica.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Da 
																			un 
																			lato 
																			individui 
																			che 
																			avevano 
																			perso 
																			tutti 
																			i 
																			loro 
																			averi 
																			o 
																			che 
																			erano 
																			nell'impossibilità 
																			di 
																			ripagare 
																			un 
																			debito, 
																			dall'altro 
																			qualche 
																			pazzo 
																			scatenato 
																			con 
																			l'intenzione 
																			di 
																			provare 
																			l'ebbrezza 
																			di 
																			una 
																			nuova 
																			vita 
																			all'insegna 
																			del 
																			sangue. 
																			Per 
																			tutti 
																			questi, 
																			la 
																			carriera 
																			gladiatoria 
																			poteva 
																			rappresentare 
																			una 
																			svolta.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Sta 
																			di 
																			fatto 
																			però 
																			che 
																			l'età 
																			media 
																			di 
																			vita 
																			di 
																			un 
																			combattente 
																			si 
																			aggirava 
																			intorno 
																			ai 
																			venticinque 
																			anni. 
																			Ben 
																			pochi 
																			poterono 
																			bearsi 
																			della 
																			gloria 
																			terrena 
																			e 
																			dei 
																			tanti 
																			denari 
																			guadagnati 
																			in 
																			premio. 
																			I 
																			più 
																			valorosi 
																			tra 
																			i 
																			gladiatori 
																			venivano 
																			considerati 
																			veri 
																			e 
																			propri 
																			campioni 
																			di 
																			incassi, 
																			macchine 
																			da 
																			soldi 
																			per 
																			il 
																			fortunato 
																			lanista 
																			che 
																			li 
																			annoverava 
																			nella 
																			sua 
																			scuderia. 
																			Monete, 
																			donne 
																			e 
																			qualche 
																			lusso 
																			ripagavano 
																			gli 
																			sforzi 
																			nell'arena 
																			con 
																			la 
																			possibilità 
																			di 
																			vivere 
																			talmente 
																			a 
																			lungo 
																			da 
																			pagarsi 
																			il 
																			riscatto 
																			per 
																			la 
																			libertà.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			ludus 
																			di 
																			Batiato 
																			era 
																			particolarmente 
																			ferreo 
																			negli 
																			allenamenti 
																			e 
																			nella 
																			disciplina. 
																			Spartaco 
																			non 
																			apprezzava 
																			quell’esistenza 
																			e da 
																			capetto 
																			qual'era 
																			convinse 
																			tutti 
																			i 
																			colleghi 
																			a 
																			seguirlo 
																			nell'impresa.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Egli 
																			coltivava 
																			un 
																			sogno, 
																			ovvero 
																			quello 
																			di 
																			tornarsene 
																			tra 
																			i 
																			monti 
																			della 
																			Tracia. 
																			La 
																			notte 
																			antecedente 
																			un 
																			grandioso 
																			spettacolo 
																			gladiatorio 
																			che 
																			si 
																			doveva 
																			tenere 
																			in 
																			quel 
																			di 
																			Capua, 
																			ebbe 
																			inizio 
																			la 
																			rivolta.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Spartaco, 
																			Crisso 
																			e 
																			Enomao 
																			(un 
																			altro 
																			celta), 
																			misero 
																			fuori 
																			gioco 
																			le 
																			sentinelle 
																			di 
																			Batiato. 
																			Si 
																			armarono 
																			di 
																			spiedi 
																			e 
																			coltellacci 
																			da 
																			cucina 
																			e 
																			tentarono 
																			di 
																			trascinare 
																			fuori 
																			dalla 
																			scuola 
																			tutti 
																			i 
																			restanti 
																			compagni, 
																			circa 
																			200 
																			anime. 
																			Riuscirono 
																			in 
																			settanta. 
																			Percorrendo 
																			le 
																			vie 
																			di 
																			Capua, 
																			si 
																			imbatterono 
																			in 
																			un 
																			paio 
																			di 
																			carri 
																			che 
																			trasportavano 
																			armi 
																			per 
																			gladiatori. 
																			Mai 
																			dono 
																			fu 
																			più 
																			ben 
																			accetto. 
																			Infine 
																			superarono 
																			le 
																			porte 
																			della 
																			città 
																			e si 
																			diressero 
																			verso 
																			il 
																			Vesuvio 
																			a 
																			circa 
																			30 
																			Km a 
																			sud.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			vulcano 
																			era 
																			all'epoca 
																			una 
																			sorta 
																			di 
																			paradiso. 
																			Circondato 
																			di 
																			boschi, 
																			campi 
																			e 
																			vigneti 
																			offriva 
																			cibo 
																			a 
																			volontà. 
																			La 
																			sua 
																			sommità 
																			inoltre 
																			si 
																			stagliava 
																			come 
																			una 
																			fortezza 
																			naturale, 
																			spesso 
																			coperta 
																			da 
																			nuvole. 
																			Dall'alto 
																			era 
																			possibile 
																			far 
																			correre 
																			lo 
																			sguardo 
																			fino 
																			alle 
																			vallate 
																			più 
																			distanti. 
																			Una 
																			prima 
																			milizia 
																			capuana 
																			fu 
																			mandata 
																			in 
																			avanscoperta 
																			nei 
																			dintorni. 
																			I 
																			gladiatori 
																			scesero 
																			dal 
																			loro 
																			nido 
																			e 
																			l'annientarono 
																			facendo 
																			incetta 
																			di 
																			armi 
																			ed 
																			equipaggiamenti.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Nei 
																			giorni 
																			seguenti 
																			la 
																			eco 
																			dell'impresa 
																			degli 
																			schiavi 
																			corse 
																			veloce 
																			nelle 
																			campagne 
																			circostanti. 
																			Come 
																			scrisse 
																			lo 
																			storico 
																			e 
																			archeologo 
																			Barry 
																			Strauss: 
																			"Nel 
																			73 
																			a.C. 
																			l'Italia 
																			romana 
																			era 
																			una 
																			foresta 
																			secca 
																			nel 
																			pieno 
																			della 
																			canicola 
																			estiva. 
																			Spartaco 
																			accese 
																			un 
																			fiammifero".
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			maggior 
																			parte 
																			dei 
																			terreni 
																			agricoli 
																			del 
																			sud 
																			Italia, 
																			era 
																			coltivata 
																			nel 
																			contesto 
																			di 
																			estesi 
																			latifondi. 
																			I 
																			possidenti, 
																			di 
																			solito 
																			ricchi 
																			senatori 
																			o 
																			cavalieri, 
																			se 
																			ne 
																			stavano 
																			a 
																			Roma, 
																			mentre 
																			loro 
																			uomini 
																			di 
																			fiducia 
																			(fattori), 
																			spesso 
																			persino 
																			schiavi 
																			o ex 
																			tali 
																			affrancati, 
																			amministravano 
																			le 
																			grandi 
																			tenute, 
																			dirigendo 
																			a 
																			suon 
																			di 
																			frustate 
																			frotte 
																			di 
																			gente 
																			in 
																			catene 
																			e 
																			nullatenenti.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			piccola 
																			proprietà 
																			terriera 
																			era 
																			divenuta 
																			sempre 
																			più 
																			rara 
																			in 
																			seguito 
																			alla 
																			fine 
																			della 
																			Seconda 
																			Guerra 
																			Punica, 
																			dunque 
																			dal 
																			202 
																			a.C. 
																			in 
																			poi. 
																			Le 
																			devastazioni 
																			e i 
																			saccheggi 
																			perpetrati 
																			da 
																			Annibale 
																			nel 
																			sud, 
																			uniti 
																			ai 
																			tanti 
																			contadini 
																			liberi 
																			che 
																			erano 
																			stati 
																			costretti 
																			ad 
																			arruolarsi 
																			nelle 
																			legioni 
																			per 
																			combattere 
																			le 
																			nuove 
																			guerre 
																			di 
																			Roma 
																			produssero 
																			la 
																			graduale 
																			malora 
																			degli 
																			antichi 
																			poderi.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Gli 
																			speculatori 
																			ci 
																			misero 
																			poco 
																			ad 
																			accaparrarseli 
																			per 
																			pochi 
																			denari. 
																			Il 
																			latifondismo 
																			esasperato 
																			rappresentò, 
																			secoli 
																			e 
																			secoli 
																			dopo 
																			gli 
																			eventi 
																			che 
																			vi 
																			sto 
																			raccontando, 
																			una 
																			delle 
																			tante 
																			cause 
																			del 
																			collasso 
																			dell'impero 
																			romano. 
																			Tornado 
																			al 
																			73 
																			a.C. 
																			i "latifundia" 
																			fornirono 
																			a 
																			Spartaco 
																			un 
																			ampio 
																			bacino 
																			di 
																			reclutamento.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Si 
																			racconta 
																			che 
																			nei 
																			primi 
																			giorni 
																			della 
																			rivolta, 
																			affluirono 
																			al 
																			Vesuvio 
																			oltre 
																			10.000 
																			individui, 
																			tra 
																			schiavi 
																			fuggiaschi 
																			e 
																			liberi 
																			impoveriti 
																			provenienti 
																			dai 
																			campi. 
																			Il 
																			primo 
																			romano 
																			che 
																			si 
																			occupò 
																			della 
																			faccenda 
																			"Spartaco", 
																			fu 
																			secondo 
																			alcune 
																			fonti 
																			(non 
																			tutte) 
																			un 
																			aristocratico 
																			di 
																			nome 
																			Appio 
																			Claudio 
																			Pulcro. 
																			Questi, 
																			per 
																			limitare 
																			le 
																			scorrerie 
																			degli 
																			ex 
																			gladiatori, 
																			arruolò 
																			alcuni 
																			mercenari 
																			italici.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			Senato 
																			romano 
																			dal 
																			canto 
																			suo 
																			approvò 
																			noiosamente 
																			un 
																			provvedimento 
																			che 
																			dava 
																			mandato 
																			al 
																			pretore 
																			Caio 
																			Claudio 
																			Glabro 
																			di 
																			occuparsi 
																			della 
																			questione. 
																			Glabro 
																			era 
																			di 
																			estrazione 
																			plebea 
																			ma 
																			vantava 
																			una 
																			qualche 
																			lontana 
																			parentela 
																			con 
																			la 
																			Gens 
																			Claudia. 
																			La 
																			sua 
																			ascesa 
																			politica 
																			si 
																			arrestò 
																			proprio 
																			sul 
																			Vesuvio. 
																			Gli 
																			furono 
																			forniti 
																			circa 
																			4000 
																			uomini, 
																			raccolti 
																			per 
																			arruolamento 
																			volontario.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Una 
																			sorta 
																			di 
																			milizia 
																			territoriale 
																			male 
																			armata 
																			e 
																			ancor 
																			peggio 
																			addestrata. 
																			Le 
																			migliori 
																			legioni 
																			di 
																			Roma 
																			erano 
																			impiegate 
																			in 
																			Spagna 
																			contro 
																			Sertorio 
																			e in 
																			Oriente 
																			contro 
																			Mitridate, 
																			così 
																			come 
																			i 
																			più 
																			valenti 
																			condottieri 
																			dell'Urbe, 
																			rispettivamente 
																			Pompeo 
																			e 
																			Lucullo. 
																			Il 
																			Senato 
																			raschiò 
																			dunque 
																			il 
																			barile 
																			con 
																			la 
																			convinzione 
																			che 
																			una 
																			rivolta 
																			di 
																			schiavi 
																			non 
																			meritasse 
																			altro 
																			impegno. 
																			Il 
																			nostro 
																			pretore 
																			assediò 
																			il 
																			vulcano, 
																			lasciando 
																			incustodito 
																			un 
																			pendio 
																			inaccessibile.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Nottetempo 
																			Spartaco 
																			e i 
																			suoi 
																			si 
																			calarono 
																			giù 
																			proprio 
																			da 
																			qual 
																			pendio 
																			grazie 
																			a 
																			corde 
																			e 
																			scale 
																			costruite 
																			con 
																			i 
																			tralci 
																			di 
																			vite 
																			selvatica. 
																			Aggirarono 
																			le 
																			posizioni 
																			di 
																			Glabro 
																			e 
																			attaccarono 
																			l'accampamento 
																			romano, 
																			conquistandolo.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Chi 
																			tra 
																			i 
																			romani, 
																			non 
																			trovò 
																			la 
																			morte 
																			si 
																			diede 
																			alla 
																			fuga. 
																			Glabro 
																			scomparve 
																			dalla 
																			Storia. 
																			Gli 
																			ex 
																			schiavi 
																			si 
																			portarono 
																			via 
																			armi, 
																			equipaggiamenti, 
																			cibo 
																			e 
																			cavalli, 
																			persino 
																			le 
																			insegne 
																			del 
																			pretore. 
																			Simile 
																			sorte 
																			tocco 
																			alla 
																			seconda 
																			armata 
																			spedita 
																			da 
																			Roma, 
																			sotto 
																			il 
																			comando 
																			di 
																			un 
																			altro 
																			pretore, 
																			Varinio. 
																			Altri 
																			3000 
																			fanti 
																			raccolti 
																			per 
																			strada 
																			e 
																			armati 
																			alla 
																			bene 
																			in 
																			meglio 
																			furono 
																			sbaragliati 
																			da 
																			Spartaco 
																			e 
																			Crisso.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Nel 
																			72 
																			a.C., 
																			tra 
																			razzie, 
																			città 
																			messe 
																			al 
																			sacco, 
																			violenze 
																			e 
																			stupri 
																			la 
																			rivolta 
																			si 
																			era 
																			evoluta 
																			in 
																			una 
																			vera 
																			e 
																			propria 
																			guerra 
																			servile. 
																			La 
																			truppa 
																			del 
																			trace 
																			ribelle 
																			ammontava 
																			ad 
																			oltre 
																			70.000 
																			elementi. 
																			Il 
																			Senato 
																			lasciò 
																			perdere 
																			i 
																			pretori 
																			passando 
																			la 
																			palla 
																			ai 
																			due 
																			consoli 
																			di 
																			quell'anno, 
																			ovvero 
																			Lucio 
																			Gellio 
																			Publicola 
																			e 
																			Gneo 
																			Lentulo 
																			Clodiano 
																			con 
																			le 
																			loro 
																			due 
																			legioni.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			detto 
																			recita 
																			"l'unione 
																			fa 
																			la 
																			forza". 
																			Nel 
																			72 
																			a.C. 
																			quella 
																			tra 
																			Spartaco 
																			e 
																			Crisso 
																			terminò. 
																			Il 
																			primo 
																			si 
																			diresse 
																			a 
																			nord 
																			nel 
																			tentativo 
																			di 
																			raggiungere 
																			le 
																			Alpi. 
																			Il 
																			secondo 
																			se 
																			ne 
																			andò 
																			a 
																			sud, 
																			seguito 
																			da 
																			tutti 
																			i 
																			celti 
																			della 
																			compagnia 
																			e da 
																			gran 
																			parte 
																			dei 
																			germani 
																			(qualche 
																			fonte 
																			parla 
																			di 
																			20.000 
																			uomini). 
																			In 
																			Apulia 
																			nei 
																			pressi 
																			del 
																			Gargano 
																			questo 
																			gruppo 
																			fu 
																			intercettato 
																			dal 
																			console 
																			Gellio 
																			Publicola 
																			e 
																			sterminato. 
																			Crisso 
																			se 
																			ne 
																			andò 
																			all'altro 
																			mondo. 
																			In 
																			lui 
																			aveva 
																			sempre 
																			predominato 
																			la 
																			forza 
																			bruta 
																			a 
																			discapito 
																			di 
																			tattica 
																			e 
																			strategia. 
																			Il 
																			successo 
																			alimentò 
																			il 
																			morale 
																			dei 
																			romani 
																			che 
																			si 
																			gettarono 
																			all'inseguimento 
																			di 
																			Spartaco, 
																			giunto 
																			nel 
																			frattempo 
																			sul 
																			Po 
																			senza 
																			incontrare 
																			resistenza. 
																			Gli 
																			eserciti 
																			consolari 
																			chiusero 
																			quello 
																			servile 
																			in 
																			una 
																			morsa 
																			senza 
																			via 
																			di 
																			uscita. 
																			Il 
																			Trace 
																			riuscì 
																			nell'intento 
																			di 
																			affrontare 
																			le 
																			due 
																			armate 
																			romane 
																			separatamente, 
																			annientandole 
																			entrambe. 
																			Lungo 
																			la 
																			strada 
																			si 
																			liberò 
																			anche 
																			dei 
																			10.000 
																			veterani 
																			del 
																			proconsole 
																			della 
																			Gallia 
																			Cisalpina, 
																			Cassio, 
																			nei 
																			pressi 
																			di 
																			Modena. 
																			La 
																			sua 
																			armata 
																			contava 
																			circa 
																			100.000 
																			ex 
																			schiavi. 
																			La 
																			via 
																			per 
																			le 
																			Alpi 
																			era 
																			aperta 
																			ma 
																			Spartaco, 
																			spinto 
																			dai 
																			suoi 
																			uomini 
																			prese 
																			la 
																			decisione 
																			che 
																			segnò 
																			il 
																			suo 
																			destino. 
																			Fece 
																			marcia 
																			indietro, 
																			puntando 
																			di 
																			nuovo 
																			il 
																			sud 
																			Italia, 
																			direzione 
																			Sicilia. 
																			A 
																			Roma 
																			intanto 
																			il 
																			Senato 
																			cercava 
																			un 
																			salvatore 
																			della 
																			patria. 
																			Nessuno 
																			osava 
																			farsi 
																			avanti.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Esponente 
																			della 
																			gloriosa 
																			gens 
																			Licinia, 
																			Crasso 
																			era 
																			tra 
																			gli 
																			uomini 
																			più 
																			ricchi 
																			della 
																			penisola 
																			italica. 
																			Uomo 
																			di 
																			fiducia 
																			di 
																			Silla, 
																			si 
																			era 
																			accaparrato 
																			i 
																			beni 
																			dei 
																			proscritti 
																			mariani 
																			per 
																			poche 
																			monete. 
																			Aveva 
																			costruito 
																			un 
																			solido 
																			impero 
																			economico 
																			fatto 
																			di 
																			appartamenti 
																			cittadini 
																			e 
																			tenute 
																			di 
																			campagna. 
																			Un 
																			"ammassa" 
																			ricchezze 
																			che 
																			non 
																			disdegnava 
																			speculazioni 
																			e 
																			strozzinaggio. 
																			Un 
																			uomo 
																			duro, 
																			tutto 
																			d'un 
																			pezzo 
																			che 
																			rifuggiva 
																			il 
																			lusso 
																			a 
																			favore 
																			di 
																			una 
																			vita 
																			morigerata. 
																			Si 
																			vantava 
																			di 
																			preferire 
																			il 
																			rozzo 
																			mattone 
																			al 
																			levigato 
																			marmo. 
																			Da 
																			molti 
																			era 
																			considerato 
																			un 
																			semplice 
																			spilorcio.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dal 
																			punto 
																			di 
																			vista 
																			militare, 
																			era 
																			uno 
																			dei 
																			trionfatori 
																			della 
																			battaglia 
																			di 
																			Porta 
																			Collina, 
																			dove, 
																			caricando 
																			alla 
																			testa 
																			dei 
																			suoi 
																			uomini, 
																			aveva 
																			abbattuto 
																			i 
																			mariani 
																			come 
																			birilli. 
																			Silla 
																			lo 
																			apprezzava 
																			più 
																			che 
																			altro 
																			come 
																			reclutatore 
																			di 
																			soldati, 
																			cosa 
																			che 
																			gli 
																			riusciva 
																			benissimo. 
																			Crasso 
																			era 
																			un 
																			nobile 
																			avido 
																			e 
																			arrogante 
																			che 
																			considerava 
																			i 
																			denari 
																			quale 
																			unico 
																			mezzo 
																			per 
																			farsi 
																			strada 
																			nella 
																			vita. 
																			Questo 
																			atteggiamento 
																			lo 
																			aveva 
																			reso 
																			malvisto 
																			all'aristocrazia 
																			romana. 
																			La 
																			plebe 
																			invece 
																			da 
																			sempre 
																			attirata 
																			come 
																			mosche 
																			dalla 
																			ricchezza, 
																			lo 
																			guardava 
																			con 
																			ammirazione. 
																			La 
																			sua 
																			carriera 
																			politica 
																			era 
																			ferma, 
																			almeno 
																			fino 
																			a 
																			quel 
																			fatidico 
																			anno 
																			72 
																			a.C. 
																			Egli 
																			voleva 
																			diventare 
																			console 
																			ed 
																			eguagliare 
																			i 
																			successi 
																			militari 
																			di 
																			Pompeo 
																			di 
																			cui 
																			era 
																			geloso. 
																			Non 
																			c'erano 
																			legioni 
																			da 
																			comandare 
																			o 
																			ulteriori 
																			teatri 
																			di 
																			guerra 
																			in 
																			quel 
																			periodo.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			rivolta 
																			di 
																			Spartaco, 
																			pur 
																			essendo 
																			un 
																			"fatto" 
																			di 
																			secondo 
																			rilievo 
																			nella 
																			considerazione 
																			romana, 
																			era 
																			l'unico 
																			palcoscenico 
																			da 
																			calcare 
																			per 
																			dare 
																			una 
																			svolta 
																			alla 
																			propria 
																			esistenza. 
																			Crasso 
																			non 
																			si 
																			fece 
																			sfuggire 
																			l'occasione. 
																			Il 
																			Senato 
																			fu 
																			ben 
																			lieto 
																			di 
																			dargli 
																			un 
																			mandato 
																			da 
																			pretore 
																			e le 
																			quattro 
																			legioni 
																			ex 
																			consolari, 
																			circa 
																			16.000 
																			uomini. 
																			Il 
																			riccone 
																			ne 
																			arruolò 
																			di 
																			tasca 
																			sua 
																			altre 
																			sei, 
																			convincendo 
																			persino 
																			alcuni 
																			veterani 
																			delle 
																			guerre 
																			sillane 
																			a 
																			riprendere 
																			in 
																			mano 
																			gladio 
																			e 
																			scudo. 
																			Si 
																			presentò 
																			in 
																			guerra 
																			con 
																			oltre 
																			45.000 
																			soldati 
																			di 
																			buon 
																			livello.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			campagna 
																			di 
																			Crasso 
																			iniziò 
																			con 
																			la 
																			sonora 
																			sconfitta 
																			del 
																			suo 
																			legato 
																			Mummio, 
																			al 
																			comando 
																			di 
																			due 
																			legioni. 
																			Il 
																			pretore 
																			reagì 
																			rispolverando 
																			la 
																			vecchia 
																			pratica 
																			della 
																			decimazione; 
																			si 
																			fece 
																			consegnare 
																			cinquecento 
																			uomini 
																			tra 
																			quelli 
																			di 
																			Mummio. 
																			Li 
																			divise 
																			in 
																			cinquanta 
																			decurie 
																			e da 
																			ognuna 
																			ne 
																			trasse 
																			un 
																			uomo 
																			che 
																			mandò 
																			a 
																			morte. 
																			Spartaco 
																			nel 
																			frattempo 
																			tentava 
																			di 
																			andarsene 
																			in 
																			Sicilia.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			I 
																			pirati 
																			con 
																			i 
																			quali 
																			il 
																			gladiatore 
																			aveva 
																			preso 
																			accordi 
																			per 
																			imbarcare 
																			la 
																			sua 
																			armata, 
																			si 
																			dettero 
																			alla 
																			macchia 
																			una 
																			volta 
																			intascato 
																			il 
																			compenso, 
																			lasciandolo 
																			a 
																			terra 
																			a 
																			Rhegium. 
																			Le 
																			malelingue 
																			insinuarono 
																			che 
																			dietro 
																			la 
																			precipitosa 
																			fuga 
																			dei 
																			corsari, 
																			ci 
																			fosse 
																			la 
																			lunga 
																			mano 
																			del 
																			ricco 
																			romano.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Questi 
																			era 
																			indeciso. 
																			La 
																			sua 
																			strategia 
																			temporeggiatrice 
																			non 
																			stava 
																			logorando 
																			il 
																			nemico 
																			come 
																			aveva 
																			sperato. 
																			Gli 
																			ex 
																			schiavi 
																			riuscirono 
																			persino 
																			ad 
																			aggirare 
																			la 
																			sua 
																			posizione, 
																			favoriti 
																			da 
																			un 
																			temporale. 
																			Presero 
																			la 
																			via 
																			di 
																			Brindisi. 
																			La 
																			notizia 
																			fece 
																			infuriare 
																			il 
																			Senato 
																			che 
																			richiamò 
																			le 
																			legioni 
																			di 
																			Pompeo 
																			dalla 
																			Spagna 
																			e 
																			quelle 
																			orientali 
																			di 
																			Lucullo.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			speranza 
																			di 
																			Spartaco 
																			era 
																			invece 
																			quella 
																			di 
																			trovare 
																			un 
																			imbarco 
																			per 
																			lidi 
																			lontani. 
																			Ancora 
																			una 
																			volta 
																			i 
																			celti 
																			furono 
																			in 
																			disaccordo. 
																			30.000 
																			di 
																			questi 
																			si 
																			staccarono 
																			dall'armata 
																			principale 
																			per 
																			essere 
																			sbaragliati 
																			nei 
																			pressi 
																			di 
																			un 
																			lago 
																			non 
																			meglio 
																			identificato 
																			della 
																			Lucania. 
																			Tra 
																			diversi 
																			tira 
																			e 
																			molla 
																			e 
																			scaramucce, 
																			Crasso 
																			e 
																			Spartaco 
																			giunsero 
																			alla 
																			scontro 
																			finale.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Aprile 
																			71 
																			a.C.; 
																			nei 
																			pressi 
																			del 
																			fiume 
																			Sele 
																			i 
																			due 
																			condottieri 
																			vennero 
																			al 
																			confronto. 
																			Da 
																			un 
																			lato 
																			il 
																			disciplinato 
																			esercito 
																			capitolino 
																			guidato 
																			da 
																			Licinio 
																			Crasso, 
																			dall'altro 
																			la 
																			sbandata 
																			armata 
																			servile. 
																			L'ardore 
																			degli 
																			ex 
																			schiavi 
																			sembrava 
																			essersi 
																			affievolito 
																			nel 
																			tempo. 
																			Spartaco 
																			si 
																			presentò 
																			davanti 
																			ai 
																			suoi, 
																			sgozzando 
																			teatralmente 
																			il 
																			suo 
																			cavallo 
																			per 
																			far 
																			capire 
																			a 
																			tutti 
																			che 
																			quella 
																			battaglia 
																			avrebbe 
																			potuto 
																			portare 
																			o 
																			alla 
																			vittoria 
																			o 
																			alla 
																			morte.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Lo 
																			scontro 
																			prese 
																			subito 
																			una 
																			piega 
																			negativa 
																			per 
																			i 
																			ribelli. 
																			Questi 
																			non 
																			stavano 
																			affrontando 
																			dei 
																			miliziani 
																			male 
																			armati 
																			e 
																			demotivati 
																			ma 
																			legionari 
																			preparati 
																			e 
																			rabbiosi 
																			e in 
																			numero 
																			pari 
																			al 
																			loro. 
																			Spartaco, 
																			intuendo 
																			la 
																			sconfitta, 
																			si 
																			gettò 
																			nella 
																			mischia 
																			puntando 
																			il 
																			capannello 
																			dello 
																			stato 
																			maggiore 
																			romano.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Giunse 
																			in 
																			vista 
																			di 
																			Crasso, 
																			trucidando 
																			i 
																			due 
																			centurioni 
																			della 
																			guardia. 
																			Stava 
																			per 
																			avventarsi 
																			sul 
																			generale 
																			romano 
																			quando 
																			fu 
																			colpito 
																			da 
																			un 
																			giavellotto. 
																			Circondato 
																			dai 
																			legionari, 
																			fu 
																			massacrato 
																			a 
																			colpi 
																			di 
																			gladio.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			6000 
																			ex 
																			schiavi 
																			sopravvissuti 
																			finirono 
																			crocifissi 
																			lungo 
																			la 
																			via 
																			Appia. 
																			Altri 
																			5000 
																			fuggirono 
																			verso 
																			il 
																			nord 
																			Italia 
																			per 
																			essere 
																			intercettati 
																			da 
																			Pompeo, 
																			fresco 
																			vincitore 
																			della 
																			guerra 
																			iberica. 
																			Il 
																			corpo 
																			di 
																			Spartaco 
																			non 
																			fu 
																			mai 
																			trovato.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Possibile 
																			che 
																			gli 
																			siano 
																			stati 
																			inferti 
																			talmente 
																			tanti 
																			colpi 
																			da 
																			rendere 
																			il 
																			suo 
																			corpo 
																			irriconoscibile? 
																			Oppure 
																			egli 
																			riuscì 
																			nell'ennesima 
																			fuga?
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Crasso 
																			dimostrò 
																			di 
																			essere 
																			un 
																			buon 
																			generale, 
																			ma 
																			non 
																			un 
																			genio. 
																			Per 
																			quanto 
																			duro 
																			e 
																			determinato, 
																			mancava 
																			di 
																			una 
																			dote 
																			fondamentale 
																			per 
																			un 
																			condottiero, 
																			ovvero 
																			lo 
																			spirito 
																			d'iniziativa. 
																			Guidava 
																			i 
																			suoi 
																			soldati 
																			con 
																			crudeltà, 
																			dimostrandosi 
																			ferreo 
																			e 
																			irremovibile 
																			in 
																			ogni 
																			occasione. 
																			La 
																			vittoria 
																			finale 
																			su 
																			Spartaco 
																			gli 
																			fu 
																			scippata 
																			da 
																			Pompeo 
																			all'ultima 
																			curva. 
																			A 
																			Crasso 
																			non 
																			spettò 
																			il 
																			trionfo 
																			ma 
																			il 
																			mirto 
																			dell'ovatio, 
																			una 
																			cerimonia 
																			riservata 
																			a 
																			vittorie 
																			di 
																			secondo 
																			piano.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Nel 
																			53 
																			a.C. 
																			la 
																			sua 
																			bocca 
																			fu 
																			riempita 
																			di 
																			oro 
																			fuso. 
																			Crasso 
																			morì 
																			in 
																			seguito 
																			alla 
																			disfatta 
																			di 
																			Carre 
																			per 
																			mano 
																			dei 
																			parti 
																			dopo 
																			aver 
																			trascinato 
																			le 
																			sue 
																			legioni 
																			per 
																			miglia 
																			e 
																			miglia 
																			nel 
																			deserto 
																			siriano. 
																			Spartaco 
																			sognava 
																			la 
																			libertà. 
																			Non 
																			era 
																			un 
																			paladino 
																			dell'abolizione 
																			della 
																			schiavitù. 
																			Egli 
																			voleva 
																			tornarsene 
																			in 
																			Tracia 
																			ma i 
																			suoi 
																			uomini, 
																			gli 
																			stessi 
																			che 
																			egli 
																			aveva 
																			liberato, 
																			non 
																			glielo 
																			permisero. 
																			Spartaco 
																			odiava 
																			Roma 
																			ma 
																			non 
																			si 
																			sognò 
																			mai 
																			di 
																			assediarla.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			sua 
																			condotta 
																			militare 
																			fu 
																			sempre 
																			improntata 
																			al 
																			pragmatismo, 
																			a 
																			ciò 
																			che 
																			realmente 
																			un 
																			esercito 
																			di 
																			ex 
																			schiavi 
																			poteva 
																			compiere 
																			senza 
																			strafare. 
																			Leale 
																			con 
																			gli 
																			amici, 
																			ma 
																			spietato 
																			con 
																			i 
																			nemici. 
																			Per 
																			onorare 
																			Crisso 
																			in 
																			seguito 
																			alla 
																			sua 
																			morte, 
																			costrinse 
																			300 
																			prigionieri 
																			romani 
																			a 
																			combattere 
																			come 
																			gladiatori 
																			fino 
																			all'ultimo 
																			sangue.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Spartaco 
																			fu 
																			uno 
																			dei 
																			più 
																			valenti 
																			condottieri 
																			della 
																			Storia. 
																			Dal 
																			suo 
																			popolo, 
																			i 
																			Traci, 
																			apprese 
																			l'arte 
																			della 
																			guerriglia, 
																			una 
																			tipologia 
																			di 
																			guerra 
																			fatta 
																			di 
																			agguati, 
																			escamotage 
																			e 
																			tattiche 
																			mordi 
																			e 
																			fuggi.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dai 
																			romani, 
																			sotto 
																			i 
																			quali 
																			aveva 
																			servito 
																			come 
																			ausiliario, 
																			imparò 
																			come 
																			schierare 
																			gli 
																			uomini 
																			in 
																			campo 
																			e 
																			renderli 
																			compatti 
																			e 
																			ordinati 
																			dinanzi 
																			al 
																			nemico. 
																			Non 
																			gli 
																			riuscì 
																			l'intento 
																			di 
																			trasformare 
																			un 
																			miscuglio 
																			di 
																			schiavi, 
																			gladiatori 
																			e 
																			disperati 
																			in 
																			una 
																			legione 
																			romana.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Le 
																			varie 
																			etnie 
																			presenti, 
																			gli 
																			interessi 
																			divergenti 
																			tra 
																			i 
																			capi 
																			e le 
																			tante 
																			teste 
																			calde, 
																			resero 
																			l'armata 
																			ingovernabile 
																			nell'ultimo 
																			anno 
																			della 
																			rivolta. 
																			Consideriamo 
																			le 
																			imprese 
																			di 
																			Spartaco 
																			alla 
																			luce 
																			del 
																			suo 
																			carisma 
																			e 
																			del 
																			talento 
																			militare 
																			mostrato.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Riflettiamo 
																			sul 
																			fatto 
																			che 
																			le 
																			ha 
																			conseguite 
																			con 
																			uomini 
																			e 
																			mezzi 
																			inappropriati 
																			e di 
																			fortuna. 
																			Se 
																			avesse 
																			guidato 
																			un 
																			esercito 
																			di 
																			soldati 
																			professionisti 
																			cosa 
																			avrebbe 
																			potuto 
																			combinare?
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			paragone 
																			tra 
																			il 
																			suo 
																			genio 
																			strategico 
																			e 
																			quello 
																			di 
																			Alessandro 
																			Magno, 
																			Annibale 
																			e 
																			Scipione 
																			l'Africano 
																			è 
																			davvero 
																			così 
																			sfrontato?
																							
																			
																			
																			
																			
																							
																			 
																			
																			