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N. 68 - Agosto 2013 (XCIX)

IL PROCESSO DI INTEGRAZIONE EUROPEA
PARTE III - LA NASCITA DELLA CEE

di Laura Ballerini

 

Con la nascita della UEO la Gran Bretagna aveva ripreso il suo ruolo di leader nel processo d’integrazione, riportato verso l’indirizzo unionista. La CECA invece rimaneva un grande traguardo della cooperazione europea. Risolto il problema tedesco, con l’inserimento del suo riarmo nella NATO, si aprivano ora due importanti questioni: l’energia atomica e la decolonizzazione. Proprio da qui partirà il rilancio dell’iniziativa europeista.

 

Visto il successo della CECA, colui che ne presiedeva l’Alta Autorità, Jean Monnet, pensò di utilizzare lo stesso principio, quello funzionalista, anche per quel che riguardava l’energia atomica.

 

Si rivolse all’allora ministro degli Esteri belga, Spaak, per preparare un rilancio europeo esteso a tutta la materia economica, riguardante i sei della CED.

 

L’appuntamento fu fissato a Messina per i primi due giorni del giugno 1955. Avevano scelto di riunirsi nel centro del Mediterraneo proprio per l’interesse Franco-Belga a mantenere un rapporto economico con le proprie colonie.

 

Si voleva evitare infatti che il processo di decolonizzazione, in atto in quegli anni, portasse all’interruzione dei rapporti economici e commerciali, essenziali per le economie delle due ex potenze coloniali.

 

L’incontro si rivelò fruttuoso e portò alla luce un documento dove ci si impegnava a studiare la possibilità della creazione di un’organizzazione per il comune sviluppo dell’energia atomica e l’istituzione di un mercato comune.

 

L’Italia si mostrò più che favorevole a questo progetto assumendo un peso importante. Il 25 marzo 1957, dopo lunghe consultazioni, Italia, Francia, Germania federale e i paesi del Benelux firmarono i Trattati di Roma, dando vita alla Comunità Economica Europea (CEE) e all’organizzazione per la comune gestione dello sviluppo dell’energia nucleare, l’Euroatom (o CEEA).

 

La CEE aveva l’obbiettivo di creare un mercato comune europeo tramite la progressiva eliminazione delle barriere doganali (tre fasi da quattro anni) e fissando una tariffa esterna comune.

 

Il mercato europeo si estendeva così alle ex colonie con trattati di associazione, creando una comune barriera da cui erano esclusi gli Stati Uniti. Questi ultimi, che tanto avevano spinto per una zona di libero scambio in Europa, videro tornargli indietro questa iniziativa come un boomerang.

 

I sei paesi scrissero inoltre un preambolo alla CEE, che prevedeva la costruzione di organi di discussioni comune, quali un Assemblea e una Corte di giustizia.

 

Oltre ai singoli interessi commerciali vi furono altre pressioni che portarono alla nascita della CEE e dell’Euroatom. La Francia, ad esempio, avendo sospeso con la Gran Bretagna gli scambi commerciali di uranio arricchito, aveva trovato convenienza in un pool atomico europeo. I fattori determinanti furono però la crisi di Suez e di Ungheria.

 

Alla scelta del presidente egiziano Nasser di nazionalizzare il canale di Suez, Francia e Inghilterra risposero con una spedizione comune che dimostrò soltanto il declino dell’influenza europea: la prospettiva di un mercato comune sembrava ora alla Francia l’unica via. La sanguinosa repressione attuata in Ungheria diede invece ulteriore preoccupazione per il pericolo rosso.

 

La Germania si trovò divisa all’interno del suo governo tra Adenauer e il ministro dell’Economia Erhard. Quest’ultimo si opponeva alla CEE, ritenendo che aprire la Comunità alle colonie francesi e belghe avrebbe richiesto un investimento eccessivo che non interessava la Germania.

 

Il cancelliere però riuscì a spuntarla e la Germania firmò il Trattato. Anche l’Italia si trovò divisa di fronte i Trattati di Roma, i socialisti infatti approvarono l’Euroatom ma si astennero dalla CEE, mentre i comunisti votarono contro entrambi. Per la Democrazia Cristiana e il crescente colosso dell’Eni era invece importante estendere i propri interessi al Mediterraneo e così l’Italia entrò nella Comunità Economica e dell’Euroatom.

 

La Gran Bretagna, guardando da lontano la nascita della CEE, fece una proposta alternativa: un abolizione graduale dei dazi doganali di alcuni prodotti industriali tra i paesi dell’OECE, senza la creazione di organi istituzionali: la proposta venne fatta cadere e anche gli Stati Uniti preferirono la CEE.

 

Il primo gennaio 1958 entrarono in vigore i trattati di Roma, mentre la crollava la IV Repubblica francese sotto il peso della crisi algerina.



 

 

 

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