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N. 30 - Giugno 2010 (LXI)

Lele luzzati
il maestro delle immagini, l'artista dei sogni

di Michele Broccoletti

 

Scenografo, illustratore, pittore, costumista, scrittore, decoratore, ceramista, autore teatrale e di cinema d’animazione, maestro senza eguali in ogni campo dell’arte applicata: chi era veramente Emanuele Luzzati?

 

Lele, come tutti lo chiamavano, nasce a Genova il 3 giugno del 1921 da una famiglia di origine ebrea.

 

Nel 1938, a causa delle leggi razziali, interrompe gli studi e, avendo deciso di dedicarsi al disegno e all’arte, inizia a frequentare lo scultore Edoardo Alfieri e il pittore Onofrio Martinelli.

 

Due anni più tardi però, nel 1940, sempre perseguitato dalle leggi antisemite, Luzzati è costretto a trasferirsi a Losanna, dove si iscrive e si diploma all’École des Beaux Arts et des Arts Appliquées.

 

È proprio in Svizzera che Luzzati mette in scena il suo primo spettacolo teatrale. Infatti nel 1944, anno in cui il genovese consegue il diploma, allestisce insieme con alcuni amici (tra cui Aldo Trionfo, Guido Lopez e Alessandro Fersen, anch’essi rifugiati), lo spettacolo Salomone e la regina di Saba, su testi di Fersen e per il quale Luzzati realizza illustrazioni con la tecnica dell’acquaforte.

 

Da allora in poi Luzzati non si ferma più: nel corso della sua lunga carriera realizza più di cinquecento scenografie per spettacoli di prosa, lirica e danza, messi in scena nei principali teatri, sia italiani che esteri.

 

Dopo la parentesi svizzera, nel 1945, finita la guerra, Luzzati torna in Italia, dove inizia a proporre ai più importanti teatri il suo primo allestimento, e comincia ad alternare l’attività di illustratore a quella di decoratore e ceramista, scenografo e costumista. Iniziano le più svariate collaborazioni con gruppi teatrali, attori, architetti e ceramisti.

 

Negli anni Cinquanta partecipa, insieme ad Alberto Lupo, Ferruccio De Ceresa ed Elsa Albani, alla fondazione del Teatro Stabile di Genova.

 

Nel 1955 Luzzati arriva primo al Premio per la Ceramica a Cannes e nel 1960 esordisce anche nel mondo dell’animazione, realizzando, in collaborazione con Giulio Gianini (altro grande maestro di quest’arte), il cortometraggio I Paladini di Francia, che ottiene due premi, ad Annecy e a Bergamo e viene pubblicato da Mursia: l’edizione americana ottiene un successo tale che, nel 1969, viene segnalata dal New York Times tra i migliori dieci libri per l’infanzia.

 

La collaborazione con Gianini prosegue nel corso degli anni, dando luogo alla produzione di numerosi film e disegni animati: Castello di carte (1962), La gazza ladra (1964, premiato al Festival di Annecy), Alì Babà, Turandot e Pulcinella, che nel 1974, come era già avvenuto per La gazza ladra, ottiene una nomination ai Premi Oscar, nella categoria “film di animazione”.

 

Molte delle opere di Lele Luzzati sono dedicate ai bambini e al mondo dell’infanzia.

 

Oltre a illustrare fiabe e favole di autori prestigiosi e importanti, in alcuni casi (Tarantella di Pulcinella, I tre fratelli, entrambe del 1968) Luzzati diviene anche autore del testo letterario, mentre tra le opere da lui illustrate, oltre alle fiabe italiane di Italo Calvino e ad alcuni testi e filastrocche di Gianni Rodari, dobbiamo sicuramente ricordare anche: Dodici Cenerentole in cerca d’autore (1976, di Rita Cirio per Quadragono Libri), Fiabe scelte dei fratelli Grimm (1988, Edizione Olivetti), Candido di Voltaire (1990), Pinocchio (1996), Alice nel paese delle meraviglie di L. Carrol, il Decamerone di Boccaccio e Peter Pan di J.M. Barrie (tutte Edizioni Nuages).

 

Nel 1972 Luzzati espone alla Biennale di Venezia, nella sezione Grafica sperimentale e due anni più tardi, avendo ottenuto due nomination all’Oscar, entra a far parte dell’AGI (Alliance Graphique Internationale) e diventa anche membro dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences.

Nel 1978 Luzzati è sul punto di vincere proprio il premio Oscar: è in quell’anno infatti che, sempre in collaborazione con Gianini, realizza Il Flauto Magico, tratto dall’opera di Mozart. Ma il mediometraggio purtroppo dura solamente 52 minuti, contro i 60 previsti dal regolamento dell’Oscar, e l’opera pertanto non viene accettata nella categoria ‘film d’animazione’.

 

Il Flauto Magico però rimane il suo più grande capolavoro e numerose sono le opere dedicate e collegate con l’opera di Mozart. Già nel 1963, Luzzati viene chiamato al Festival di Glyndebourne, dove, con la regia di Franco Enriquez, realizza le scene per Il Flauto Magico: l’allestimento proposto per il festival inglese resterà memorabile e verrà ripreso per i successivi dieci anni.

 

Nel 1998 poi, lo stesso Luzzati progetta e realizza, sempre ispirato all’opera di Mozart, un parco giochi per bambini, presso il comune di Santa Margherita Ligure, mentre nel 2002 crea nuovamente le scene per Il Flauto Magico mozartiano allestito al Teatro dell’Opera di Genova “Carlo Felice”; infine, nel 2004, per le edizioni Nugae, esce la versione illustrata e in lingua italiana dell’opera del compositore austriaco.

 

Altra grande importante iniziativa, di cui Luzzati si rende principale promotore, è la fondazione del Teatro della Tosse nel 1975, in collaborazione con Aldo Trionfo, Tonino Conte e Giannino Galloni.

 

Si tratta di un teatro ‘instabile’, basato sul divertimento e sulla sperimentazione, dove i grandi classici della letteratura (per esempio il Decamerone di Boccaccio) vengono riletti e animati dalle scene e dai costumi disegnati dal maestro genovese. Luzzati ha anche ricoperto il ruolo di direttore artistico dello stesso teatro, oltre ad aver firmato le scenografie di tanti fortunati spettacoli.

 

È sempre qui che, nel 1993, Luzzati, presso il teatro da lui fondato, apre e dirige una scuola di scenografia, dove, agli insegnamenti teorici viene affiancata la realizzazione pratica di costumi e scene.

 

Nel 1995 riceve il premio Ubu, per la miglior scenografia, con lo spettacolo, allestito proprio al Teatro della Tosse, Nel campo dei miracoli o il sogno di Pinocchio.

 

Nel corso degli anni, in molte città italiane e all’estero, vengono organizzate moltissime mostre ed esposizioni per ripercorrere la produzione artistica del genio genovese.

 

Nel 1993, a cura dell’Unione dei Teatri d’Europa, viene allestita una mostra presso il Centre George Pompidou di Parigi, ma altre esposizioni vengono successivamente organizzate a Genova (presso il Palazzo Ducale), Roma, Venezia, Milano, Bergamo, Bologna, Parma, Reggio Emilia, Lucca, Firenze, ma anche Salisburgo e Salonicco.

 

Durante la sua lunga carriera Luzzati vince innumerevoli premi e ottiene moltissimi riconoscimenti, collegati all’ambito teatrale e non; nel 1992, l’Università di Genova gli conferisce la laurea honoris causa in Architettura; dal 2000, a Genova, nello spazio di Porta Siberia, è allestito un museo permanente, dedicato alle sue opere ed alle sue creazioni artistiche; molte città lo hanno insignito della cittadinanza onoraria, e anche noi, per quanto possibile, vogliamo rendere omaggio a un genio dell’arte contemporanea.

 

Luzzati è stato un interprete unico di una ricca cultura figurativa: capace di usare qualsiasi materiale (smalto, terracotta, lane per arazzi, collage di tessuti e carte, cimentandosi anche negli allestimenti navali).

 

Con maestria e sapienza, è riuscito a creare un mondo fantastico ed espressivo e le sue scene sono caratterizzate da una trascinante creatività coloristica.

 

Molti hanno affermato che le sue scenografie sono fatte con la stessa sostanza di cui sono fatti i sogni.

 

Per oltre sessant’anni Luzzati ci ha regalato i misteri del suo mondo, colorato, affollato e solare, creato con un’eccentrica mescolanza di tecniche e materiali.

 

I disegni di Luzzati sembrano prendere vita, hanno reso allegro e magico il suo teatro, sono ricchi e immediati, parlano il linguaggio universale dell’infanzia.

 

La sua arte sembra quasi essere uscita da una scatola magica.

 



 

 

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