N. 48 - Dicembre 2011 
                          
                          (LXXIX)
																						ANALISI dell’Inquisizione Romana
																						UNA STORIA CINQUECENTESCA - PARTE I
																						di Roberto Rota & Nicola Ponticiello
																			 
																						Con il termine “Inquisizione romana” ci riferiamo esclusivamente a quella congregazione cardinalizia nata a metà del 1500 dopo lo scoppio dello scisma protestante ad opera di Lutero. Essa, dunque, non va confusa con le altre Inquisizioni, nate precedentemente. Ci riferiamo in particolare a quella medioevale, quella spagnola e quella portoghese.
																			 
																			
																			
																			La 
																			prima 
																			nasceva 
																			nel 
																			1179 
																			con 
																			il 
																			concilio 
																			Lateranense 
																			III 
																			indetto 
																			da 
																			papa 
																			Alessandro 
																			III, 
																			durante 
																			il 
																			quale 
																			si 
																			stabilì, 
																			tra 
																			le 
																			altre 
																			cose, 
																			la 
																			necessità 
																			e la 
																			possibilità 
																			delle 
																			punizioni 
																			corporali 
																			nella 
																			lotta 
																			contro 
																			l'eresia 
																			(soprattutto 
																			ci 
																			si 
																			riferiva 
																			all'eresia 
																			catara 
																			e a 
																			quella 
																			valdese). 
																			Se, 
																			in 
																			un 
																			primo 
																			momento, 
																			tale 
																			inquisizione 
																			fu, 
																			soprattutto, 
																			di 
																			competenza 
																			vescovile, 
																			con 
																			la 
																			bolla 
																			Excommunicamus 
																			(1231) 
																			di 
																			Gregorio 
																			IX 
																			il 
																			compito 
																			passò 
																			a 
																			giudici 
																			nominati 
																			dallo 
																			stesso 
																			pontefice 
																			che 
																			potevano, 
																			all’occorrenza, 
																			deporre 
																			i 
																			vescovi 
																			che 
																			si 
																			erano 
																			dimostrati 
																			non 
																			all’altezza 
																			dei 
																			loro 
																			compiti 
																			o 
																			che 
																			erano 
																			essi 
																			stessi 
																			sospetti 
																			d’eresia.
																			
																			
																			
																			L’inquisizione 
																			spagnola, 
																			invece, 
																			dipendeva 
																			direttamente 
																			dai 
																			sovrani 
																			di 
																			Spagna 
																			e fu 
																			istituita 
																			dal 
																			papa 
																			Sisto 
																			IV 
																			nel 
																			1478 
																			dopo 
																			le 
																			insistenti 
																			pressioni 
																			di 
																			Ferdinando 
																			II 
																			d'Aragona 
																			e 
																			Isabella 
																			di 
																			Castiglia. 
																			Il 
																			tribunale 
																			portoghese, 
																			invece, 
																			nacque 
																			nel 
																			1536 
																			su 
																			richiesta 
																			del 
																			re 
																			Giovanni 
																			III 
																			e, 
																			come 
																			quello 
																			spagnolo, 
																			aveva 
																			competenze 
																			non 
																			solo 
																			nella 
																			penisola 
																			iberica, 
																			ma 
																			anche 
																			nelle 
																			colonie.
																			
																			
																			Quindi, 
																			l’inquisizione 
																			iberica, 
																			nel 
																			suo 
																			complesso, 
																			aveva 
																			un 
																			campo 
																			d’azione 
																			vastissimo 
																			che 
																			andava 
																			dal 
																			sud 
																			America 
																			all’estremo 
																			oriente.
																			
																			
																			A 
																			fronte 
																			di 
																			una 
																			situazione 
																			iberica 
																			profondamente 
																			riorganizzata 
																			e 
																			centralizzata, 
																			in 
																			Italia 
																			l’inquisizione, 
																			subito 
																			dopo 
																			la 
																			riforma 
																			di 
																			Lutero 
																			(1517), 
																			era 
																			del 
																			tutto 
																			impreparata 
																			a 
																			combattere 
																			la 
																			nuova 
																			eresia 
																			(la 
																			situazione 
																			era 
																			allarmante 
																			soprattutto 
																			a 
																			Modena, 
																			Lucca 
																			e 
																			Napoli). 
																			Il 
																			sistema 
																			italiano 
																			manteneva 
																			un’incerta 
																			ripartizione 
																			tra 
																			competenze 
																			vescovili 
																			(i 
																			tribunali 
																			episcopali) 
																			e 
																			quelle 
																			degli 
																			inquisitori, 
																			provenienti 
																			soprattutto 
																			dall’Ordine 
																			dei 
																			domenicani 
																			e 
																			quello 
																			dei 
																			francescani.
																			
																			
																			Si 
																			trattava, 
																			quest’ultima, 
																			di 
																			una 
																			situazione 
																			dove 
																			le 
																			competenze 
																			si 
																			accavallavano, 
																			in 
																			quanto 
																			i 
																			giudici 
																			non 
																			erano 
																			autonomi 
																			ma 
																			dipendevano 
																			direttamente 
																			dai 
																			propri 
																			ordini 
																			di 
																			appartenenza, 
																			per 
																			cui 
																			la 
																			loro 
																			area 
																			di 
																			giurisdizione 
																			coincideva 
																			con 
																			quella 
																			del 
																			proprio 
																			convento 
																			o 
																			istituto. 
																			Essi 
																			non 
																			erano 
																			molto 
																			attivi 
																			(se 
																			si 
																			esclude 
																			la 
																			caccia 
																			alle 
																			streghe 
																			che 
																			alcuni 
																			esponenti 
																			dell’ordine 
																			domenicano 
																			portarono 
																			avanti 
																			all’inizio 
																			del 
																			‘500) 
																			e 
																			molto 
																			spesso 
																			le 
																			cariche 
																			restavano 
																			vacanti. 
																			Tale 
																			situazione 
																			era, 
																			inevitabilmente, 
																			fonte 
																			di 
																			forti 
																			preoccupazione 
																			per 
																			i 
																			pontefici 
																			in 
																			quanto 
																			la 
																			solidità 
																			e 
																			l’unità 
																			della 
																			chiesa 
																			erano 
																			messe 
																			in 
																			pericolo 
																			dall’eresia 
																			protestante 
																			e 
																			quegli 
																			organi 
																			che 
																			avrebbero 
																			dovuto 
																			combattere 
																			e 
																			limitare 
																			tale 
																			pericolo 
																			erano 
																			inefficienti 
																			e 
																			disorganizzati.
																			
																			
																			
																			
																			Alcuni 
																			tentativi 
																			furono 
																			fatti, 
																			ma 
																			bisogna 
																			sempre 
																			ricordare 
																			che, 
																			in 
																			fin 
																			dei 
																			conti, 
																			essi 
																			avevano 
																			una 
																			validità 
																			soprattutto 
																			per 
																			la 
																			penisola 
																			italiana 
																			e 
																			non 
																			per 
																			le 
																			inquisizioni 
																			iberiche. 
																			Il 4 
																			gennaio 
																			1532 
																			il 
																			pontefice 
																			Paolo 
																			III 
																			(Farnese) 
																			nominò 
																			l’agostiniano 
																			Callisto 
																			Fornari 
																			inquisitore 
																			unico 
																			per 
																			tutta 
																			l’Italia. 
																			Anche 
																			se 
																			tale 
																			provvedimento 
																			non 
																			ebbe 
																			conseguenze, 
																			era 
																			comunque 
																			la 
																			prova 
																			che 
																			la 
																			disorganizzazione 
																			dei 
																			tribunali 
																			italiani 
																			preoccupa 
																			profondamente 
																			le 
																			autorità 
																			romane. 
																			Dopo 
																			il 
																			fallimento 
																			dei 
																			Colloqui 
																			di 
																			Ratisbona 
																			(in 
																			particolare 
																			del 
																			primo 
																			nel 
																			1541) 
																			la 
																			situazione 
																			diventava 
																			sempre 
																			più 
																			critica 
																			e da 
																			più 
																			parti 
																			forti 
																			erano 
																			le 
																			pressioni 
																			per 
																			un 
																			rafforzamento 
																			dell’apparato 
																			inquisitoriale. 
																			Dopo 
																			le 
																			proteste 
																			del 
																			governatore 
																			di 
																			Milano, 
																			Alfonso 
																			d'Avalos 
																			d'Aquino 
																			Marchese 
																			di 
																			Vasto, 
																			Paolo 
																			III 
																			affidò 
																			ai 
																			cardinali 
																			Carafa 
																			e 
																			Aleandro 
																			la 
																			cura 
																			universale 
																			dell’inquisizione, 
																			ma 
																			anche 
																			questo 
																			provvedimento 
																			si 
																			rivelò 
																			insufficiente. 
																			Si 
																			arrivò 
																			così 
																			al 
																			21 
																			luglio 
																			1542, 
																			quando, 
																			con 
																			la 
																			bolla
																			
																			Licet 
																			ab 
																			initio, 
																			Paolo 
																			III 
																			istituì 
																			la 
																			Congregazione 
																			della 
																			sacra 
																			romana 
																			e 
																			universale 
																			Inquisizione, 
																			nota 
																			anche 
																			come 
																			Inquisizione 
																			Romana 
																			(e, 
																			in 
																			seguito, 
																			come 
																			Sant’Uffizio). 
																			Il 
																			compito 
																			primario 
																			e 
																			principale 
																			del 
																			nuovo 
																			organismo, 
																			era 
																			quello 
																			di 
																			sconfiggere 
																			la 
																			piaga 
																			ereticale 
																			e 
																			sebbene, 
																			teoricamente, 
																			la 
																			sua 
																			competenza 
																			doveva 
																			essere 
																			universale, 
																			essa 
																			fu 
																			un 
																			organismo 
																			quasi 
																			esclusivamente 
																			italiano. 
																			Era 
																			composta 
																			da 
																			sei 
																			inquisitori 
																			generali 
																			(cardinali) 
																			i 
																			quali 
																			avevano 
																			competenze 
																			giuridiche 
																			amplissime, 
																			potevano 
																			incriminare 
																			anche 
																			gli 
																			altri 
																			cardinali.
																			
																			
																			L’istituzione 
																			rimase, 
																			nei 
																			primi 
																			decenni 
																			di 
																			vita, 
																			centralizzata 
																			nella 
																			sua 
																			sede 
																			romana 
																			e 
																			questo 
																			non 
																			era, 
																			necessariamente, 
																			il 
																			frutto 
																			delle 
																			solite 
																			debolezze 
																			organizzative. 
																			Se 
																			il 
																			compito 
																			primario 
																			era 
																			sconfiggere 
																			l’eresia 
																			era 
																			meglio 
																			farlo 
																			dal 
																			centro 
																			e 
																			non 
																			relegando 
																			poteri 
																			a 
																			vescovi 
																			o 
																			inquisitori 
																			che, 
																			in 
																			un 
																			periodo 
																			così 
																			delicato, 
																			potevano 
																			essi 
																			stessi 
																			esser 
																			sospettati 
																			di 
																			eresia. 
																			Quando 
																			poi, 
																			a 
																			partire 
																			dagli 
																			anni 
																			’70, 
																			l’eresia 
																			sarà 
																			debellata, 
																			si 
																			comincerà 
																			a 
																			rafforzare 
																			l’apparato 
																			dei 
																			tribunali 
																			locali.
																			
																			
																			
																			
																			L’azione 
																			dei 
																			nuovi 
																			inquisitori 
																			era 
																			fortemente 
																			ostacolata 
																			dalle 
																			autorità 
																			secolari, 
																			in 
																			quanto 
																			anch’esse 
																			avevano 
																			competenze 
																			circa 
																			tutta 
																			una 
																			serie 
																			di 
																			delitti 
																			che 
																			venivano 
																			considerati 
																			contro 
																			d’ortodossia, 
																			come 
																			per 
																			esempio 
																			la 
																			bigamia, 
																			la 
																			sodomia 
																			e la 
																			simonia. 
																			In 
																			questo 
																			contesto 
																			si 
																			devono 
																			segnalare 
																			soprattutto 
																			due 
																			tribunali 
																			secolari: 
																			i 
																			Savi 
																			all’eresia 
																			a 
																			Venezia 
																			(1547) 
																			e l’Offizio 
																			sopra 
																			la 
																			religione 
																			a 
																			Lucca 
																			(1545). 
																			Gli 
																			ostacoli 
																			maggiori, 
																			però, 
																			l’Inquisizione 
																			Romana 
																			li 
																			incontrò 
																			nel 
																			Regno 
																			di 
																			Napoli 
																			(governata 
																			da 
																			un 
																			viceré 
																			spagnolo 
																			dal 
																			1503) 
																			dove 
																			il 
																			popolo, 
																			come 
																			dimostrò 
																			con 
																			i 
																			tumulti 
																			del 
																			1547, 
																			non 
																			avrebbe 
																			mai 
																			accettato 
																			la 
																			presenza 
																			di 
																			delegati 
																			romani 
																			o 
																			spagnoli. 
																			Si 
																			cercò 
																			di 
																			raggiungere 
																			un 
																			compromesso 
																			affidando 
																			la 
																			cura 
																			dell’inquisizione 
																			ai 
																			vicari
																			
																			pro 
																			tempore 
																			dell’arcivescovo 
																			e 
																			poi 
																			nominando, 
																			nel 
																			1585, 
																			dei 
																			ministri 
																			residenti 
																			nella 
																			capitale 
																			del 
																			Sant’Uffizio 
																			e 
																			istituendo, 
																			in 
																			seguito, 
																			dei 
																			tribunali 
																			delegati.
																			
																			
																			Ma, 
																			in 
																			realtà, 
																			il 
																			sistema 
																			fu 
																			sempre 
																			molto 
																			debole 
																			e 
																			dove 
																			funzionò 
																			(come 
																			nella 
																			capitale 
																			Napoli) 
																			rimase 
																			competenza 
																			dei 
																			Vescovi 
																			e 
																			non 
																			degli 
																			inquisitori 
																			(bisogna 
																			ricordare 
																			che 
																			a 
																			differenza 
																			della 
																			capitale 
																			che 
																			rifiutò 
																			l’inquisizione 
																			spagnola 
																			essa 
																			era 
																			attiva 
																			e 
																			ben 
																			radicata 
																			in 
																			Sicilia). 
																			Al 
																			nord 
																			della 
																			penisola 
																			la 
																			situazione 
																			era 
																			nettamente 
																			migliore, 
																			infatti 
																			se 
																			in 
																			un 
																			primo 
																			momento 
																			la 
																			difesa 
																			dell’ortodossia 
																			rimase 
																			nelle 
																			mani 
																			dei 
																			vescovi, 
																			ben 
																			presto 
																			l’Inquisizione 
																			Romana 
																			riuscì 
																			ad 
																			affermarsi 
																			grazie 
																			anche 
																			alla 
																			presenza 
																			di 
																			personalità 
																			del 
																			calibro 
																			di 
																			Carlo 
																			Borromeo 
																			(dal 
																			1564 
																			al 
																			1584 
																			arcivescovo 
																			di 
																			Milano) 
																			e 
																			Ludovico 
																			Madruzzo 
																			(Principe 
																			vescovo 
																			di 
																			Trento 
																			dal 
																			1567 
																			al 
																			1600). 
																			Paradossalmente, 
																			un 
																			caso 
																			simile 
																			a 
																			quello 
																			del 
																			Regno 
																			di 
																			Napoli 
																			lo 
																			ritroviamo 
																			nel 
																			Lazio 
																			e in 
																			altre 
																			zone 
																			dello 
																			stato 
																			pontificio, 
																			dove 
																			la 
																			vicinanza 
																			della 
																			Curia 
																			Romana 
																			e 
																			degli 
																			inquisitori 
																			generali 
																			rendeva 
																			superflua 
																			la 
																			presenza 
																			di 
																			un 
																			forte 
																			apparato 
																			di 
																			tribunali 
																			locali.
																			
																			
																			A 
																			fronte 
																			di 
																			una 
																			situazione 
																			che, 
																			nella 
																			periferia, 
																			stenta 
																			a 
																			decollare 
																			prima 
																			degli 
																			anni 
																			‘60/’70 
																			(anche 
																			per 
																			scelte 
																			ponderate, 
																			come 
																			abbiamo 
																			visto), 
																			la 
																			Congregazione 
																			dell’Inquisizione, 
																			in 
																			quanto 
																			organismo 
																			della 
																			curia, 
																			diventa 
																			ben 
																			presto 
																			un 
																			formidabile 
																			centro 
																			di 
																			potere. 
																			Al 
																			suo 
																			interne, 
																			ben 
																			presto, 
																			si 
																			delineò 
																			un 
																			gruppo 
																			di 
																			uomini, 
																			i 
																			cosiddetti 
																			zelanti 
																			o 
																			intransigenti, 
																			capeggiati 
																			dai 
																			cardinali 
																			Gian 
																			Pietro 
																			Carafa 
																			e 
																			Michele 
																			Ghislieri, 
																			che 
																			riuscirono 
																			a 
																			guidare 
																			i 
																			conclavi 
																			del 
																			1549-50 
																			(che 
																			portò 
																			al 
																			soglio 
																			pontificio 
																			Giulio 
																			III) 
																			e i 
																			due 
																			del 
																			1555 
																			(in 
																			cui 
																			furono 
																			eletti 
																			Marcello 
																			II e 
																			poi 
																			lo 
																			stesso 
																			Carafa 
																			con 
																			il 
																			nome 
																			di 
																			Paolo 
																			IV) 
																			contro 
																			gli 
																			“spirituali”. 
																			In 
																			questo 
																			modo 
																			evitarono 
																			la 
																			nomina 
																			del 
																			cardinale 
																			inglese 
																			Reginald 
																			Pole 
																			uno 
																			dei 
																			maggiori 
																			esponenti 
																			del 
																			circolo 
																			degli 
																			Spirituali, 
																			seguace, 
																			quindi, 
																			delle 
																			idee 
																			del 
																			mistico 
																			spagnolo 
																			Juan 
																			de 
																			Valdés 
																			(facevano 
																			parte 
																			dello 
																			stesso 
																			gruppo 
																			illustri 
																			personaggi 
																			come 
																			il 
																			cardinale 
																			Giovanni 
																			Morone, 
																			Michelangelo 
																			Buonarroti, 
																			il 
																			protonotario 
																			apostolico 
																			Pietro 
																			Carnesecchi, 
																			le 
																			gentildonne 
																			Vittoria 
																			Colonna 
																			e 
																			Giulia 
																			Gonzaga). 
																			La 
																			congregazione, 
																			quindi, 
																			era 
																			diventata 
																			un 
																			centro 
																			di 
																			potere 
																			fondamentale 
																			per 
																			gli 
																			equilibri 
																			della 
																			curia 
																			grazie 
																			alla 
																			sua 
																			capacità 
																			di 
																			influenzare 
																			ed 
																			orientare 
																			sia 
																			i 
																			conclavi 
																			sia 
																			gli 
																			orientamenti 
																			teologici 
																			e 
																			culturali.
																			
																			
																			Sebbene 
																			fondata 
																			da 
																			Paolo 
																			III, 
																			il 
																			vero 
																			padre 
																			dell’inquisizione 
																			è 
																			sicuramente 
																			Paolo 
																			IV 
																			Carafa 
																			salito 
																			al 
																			soglio 
																			pontificio 
																			nel 
																			1555. 
																			Non 
																			solo 
																			stabili 
																			la 
																			preminenza 
																			della 
																			Congregazione 
																			dell’Inquisizione 
																			su 
																			tutte 
																			le 
																			altre 
																			magistrature 
																			ecclesiastiche, 
																			ma 
																			ne 
																			allargò 
																			notevolmente 
																			le 
																			competenze, 
																			a 
																			dispetto 
																			del 
																			suo 
																			iniziale 
																			compito 
																			di 
																			lotta 
																			contro 
																			la 
																			riforma. 
																			Entrarono 
																			per 
																			la 
																			prima 
																			volta 
																			nelle 
																			competenze 
																			del 
																			tribunale 
																			la 
																			lotta 
																			contro 
																			gli 
																			omosessuali, 
																			i 
																			bestemmiatori, 
																			i 
																			simoniaci, 
																			crebbe 
																			il 
																			controllo 
																			sulle 
																			comunità 
																			greco-ortodosse 
																			e 
																			l’intolleranza 
																			antiebraica. 
																			Paolo 
																			IV 
																			stabilì 
																			anche 
																			la 
																			pena 
																			di 
																			morte 
																			per 
																			i 
																			colpevoli 
																			di 
																			eresie 
																			particolarmente 
																			gravi 
																			e in 
																			assenza 
																			di 
																			recidiva, 
																			anche 
																			se 
																			tale 
																			decisione, 
																			del 
																			tutto 
																			estranea 
																			alla 
																			prassi 
																			romana 
																			(come 
																			vedremo), 
																			non 
																			ebbe 
																			esiti. 
																			L’intransigenza 
																			del 
																			pontefice 
																			era 
																			sentita 
																			come 
																			un 
																			vero 
																			e 
																			proprio 
																			sopruso 
																			da 
																			parte 
																			del 
																			popolo 
																			abituato 
																			ad 
																			una 
																			chiesa 
																			poco 
																			repressiva 
																			e 
																			molto 
																			tollerante, 
																			e 
																			infatti 
																			la 
																			sua 
																			morte, 
																			avvenuta 
																			nel 
																			1559, 
																			sarà 
																			“salutata” 
																			dal 
																			popolo 
																			romano 
																			con 
																			l’assalto 
																			alle 
																			carceri 
																			del 
																			Sant’Uffizio, 
																			l’incendio 
																			del 
																			suo 
																			archivio 
																			e la 
																			decapitazione 
																			della 
																			statua 
																			del 
																			pontefice, 
																			situata 
																			in 
																			Campidoglio.
																			
																			
																			Con 
																			il 
																			Concilio 
																			di 
																			Trento 
																			(1545-1563) 
																			che 
																			si 
																			avviava 
																			verso 
																			la 
																			fine 
																			e 
																			con 
																			i 
																			germi 
																			della 
																			riforma 
																			protestante 
																			ormai 
																			debellati 
																			dalla 
																			penisola 
																			molti 
																			cominciarono 
																			a 
																			dubitare 
																			dell’opportunità 
																			di 
																			mantenere 
																			in 
																			vita 
																			un 
																			organismo 
																			nato 
																			dall’eccezionalità 
																			del 
																			momento 
																			il 
																			cui 
																			unico 
																			scopo, 
																			almeno 
																			quello 
																			iniziale, 
																			era 
																			stato 
																			raggiunto. 
																			Ma 
																			la 
																			congregazione, 
																			ormai, 
																			si 
																			era 
																			trasformata 
																			in 
																			un 
																			vero 
																			centro 
																			di 
																			potere. 
																			Si 
																			pensava 
																			che 
																			il 
																			Concilio 
																			avesse 
																			potuto 
																			risolvere 
																			i 
																			problemi 
																			contro 
																			i 
																			quali 
																			era 
																			stata 
																			creata 
																			(momentaneamente) 
																			l’Inquisizione 
																			Romana, 
																			ma 
																			in 
																			verità 
																			fu 
																			quest’ultima 
																			a 
																			prendere 
																			il 
																			controllo 
																			dell’alto 
																			consesso 
																			orientandone 
																			i 
																			lavori. 
																			I 
																			delegati 
																			papali 
																			riuscirono 
																			a 
																			manovrare 
																			il 
																			concilio 
																			e a 
																			zittire 
																			le 
																			richieste 
																			dei 
																			vescovi 
																			che 
																			chiedevano 
																			una 
																			riforma 
																			della 
																			curia 
																			romana, 
																			ogni 
																			volta 
																			che 
																			quest’argomento 
																			veniva 
																			ripresentato 
																			i 
																			delegati 
																			minacciavano 
																			di 
																			affrontare, 
																			a 
																			loro 
																			volta, 
																			il 
																			problema 
																			dei 
																			privilegi 
																			e 
																			dei 
																			soprusi 
																			vescovili. 
																			Così 
																			il 
																			Sant’Uffizio 
																			sopravvisse 
																			al 
																			Concilio 
																			di 
																			Trento 
																			ma, 
																			in 
																			un’Italia 
																			ritornata 
																			all’unità 
																			religiosa, 
																			esso 
																			doveva 
																			ridefinire 
																			i 
																			suoi 
																			obiettivi.
																			
																			
																			Il 
																			“secondo 
																			padre” 
																			dell’Inquisizione 
																			romana 
																			fu 
																			sicuramente 
																			Pio 
																			V 
																			(1566 
																			- 
																			1572). 
																			Fu 
																			lui, 
																			dopo 
																			la 
																			parentesi 
																			più 
																			tollerante 
																			di 
																			Pio 
																			IV 
																			(Giovanni 
																			Angelo 
																			Medici), 
																			a 
																			riorganizzare 
																			le 
																			competenze 
																			della 
																			congregazione. 
																			Fermo 
																			restando 
																			che 
																			la 
																			priorità 
																			restava 
																			la 
																			lotta 
																			all’eresia 
																			protestante 
																			e 
																			l’apostasia, 
																			in 
																			un 
																			paese 
																			dove 
																			tale 
																			problema 
																			era 
																			stato 
																			debellato, 
																			ci 
																			si 
																			orientò 
																			anche 
																			verso 
																			nuove 
																			competenze 
																			quali 
																			il 
																			controllo 
																			della 
																			circolazione 
																			libraria, 
																			il 
																			controllo 
																			sulle 
																			arti 
																			figurative 
																			e 
																			sulle 
																			rappresentazioni 
																			teatrali, 
																			la 
																			lotta 
																			alle 
																			pratiche 
																			magio-diaboliche. 
																			Quest’ultima 
																			competenza 
																			era 
																			una 
																			vera 
																			e 
																			propria 
																			rivoluzione. 
																			La 
																			competenza 
																			in 
																			questo 
																			campo 
																			era 
																			stata 
																			sempre 
																			delle 
																			mani 
																			delle 
																			autorità 
																			secolari, 
																			soprattutto 
																			nei 
																			casi 
																			di 
																			danni 
																			di 
																			natura 
																			diabolica 
																			contro 
																			terzi. 
																			Nel 
																			caso 
																			di 
																			semplici 
																			pratiche 
																			di 
																			magia 
																			(“superstizione 
																			semplice”) 
																			la 
																			competenza 
																			era, 
																			invece, 
																			dei 
																			vescovi. 
																			In 
																			questi 
																			anni, 
																			invece, 
																			l’inquisizione 
																			cominciò 
																			a 
																			reclamare 
																			la 
																			propria 
																			giurisdizione 
																			in 
																			tutti 
																			quei 
																			casi 
																			sospetti 
																			d’eresia 
																			e 
																			visto 
																			che 
																			spettava 
																			alla 
																			stessa 
																			inquisizione 
																			stabilire 
																			se 
																			ci 
																			fosse 
																			stata 
																			violazione, 
																			o 
																			meno, 
																			dell’ortodossia, 
																			essa 
																			cominciò 
																			a 
																			monopolizzare 
																			tutti 
																			i 
																			casi.
																			
																			
																			Con 
																			la 
																			bolla
																			
																			Coeli 
																			et 
																			terrae 
																			di 
																			Sisto 
																			V 
																			(1586) 
																			la 
																			chiesa 
																			condannava 
																			definitivamente 
																			l’astrologia 
																			e la 
																			magia 
																			rinascimentale 
																			e 
																			stabiliva 
																			la 
																			definitiva 
																			competenza 
																			degli 
																			inquisitori 
																			anche 
																			nelle 
																			superstizioni 
																			semplici. 
																			Bisogna 
																			giustamente 
																			ricordare, 
																			però, 
																			che 
																			in 
																			Italia 
																			la 
																			lotta 
																			alla 
																			stregoneria 
																			non 
																			si 
																			trasformò 
																			in 
																			caccia 
																			alle 
																			streghe 
																			indiscriminata. 
																			Tali 
																			pratiche, 
																			molto 
																			limitata 
																			nella 
																			penisola, 
																			furono 
																			soprattutto 
																			appannaggio 
																			del 
																			nord 
																			Europa 
																			e 
																			del 
																			mondo 
																			protestante. 
																			Questo 
																			non 
																			vuol 
																			dire 
																			che 
																			tali 
																			fenomeni 
																			sono 
																			assenti 
																			in 
																			Italia 
																			o in 
																			Spagna 
																			(si 
																			pensi 
																			alla 
																			caccia 
																			alle 
																			streghe 
																			portata 
																			avanti 
																			dal 
																			Borromeo 
																			in 
																			Val 
																			Mesolcina 
																			nel 
																			1583) 
																			ma 
																			nella 
																			penisola 
																			si 
																			affermarono 
																			tutta 
																			una 
																			serie 
																			di 
																			procedure 
																			giudiziare 
																			atte 
																			ad 
																			evitare 
																			processi 
																			a 
																			catena 
																			deleteri 
																			per 
																			il 
																			tessuto 
																			sociale. 
																			L’inquisizione 
																			Romana, 
																			per 
																			esempio, 
																			nel 
																			1588 
																			vietò 
																			di 
																			processare 
																			tutte 
																			quelle 
																			persone 
																			che 
																			erano 
																			state 
																			accusate, 
																			dalle 
																			presunte 
																			streghe, 
																			di 
																			aver 
																			partecipato 
																			insieme 
																			a 
																			loro 
																			alla 
																			pratica 
																			del 
																			Sabba. 
																			Tali 
																			accuse, 
																			poiché 
																			frutto 
																			delle 
																			suggestioni 
																			del 
																			demonio, 
																			non 
																			dovevano 
																			esser 
																			considerate 
																			veritiere.
																			
																			
																			Lo 
																			stesso 
																			si 
																			fece, 
																			nel 
																			1613, 
																			per 
																			tutte 
																			quelle 
																			persone 
																			indemoniate, 
																			le 
																			quali 
																			accusavano 
																			qualcuno 
																			di 
																			averle 
																			affatturate. 
																			Tali 
																			testimonianze 
																			non 
																			erano 
																			affidabili 
																			poiché 
																			vi 
																			era 
																			il 
																			sospetto 
																			che 
																			fossero 
																			il 
																			frutto 
																			delle 
																			suggestioni 
																			del 
																			maligno 
																			per 
																			coinvolgere 
																			degli 
																			innocenti. 
																			Si 
																			afferma 
																			così 
																			un 
																			“garantismo” 
																			inquisitoriale 
																			il 
																			quale, 
																			però, 
																			sebbene 
																			fosse 
																			il 
																			frutto 
																			di 
																			un’accuratezza 
																			giuridica 
																			ben 
																			presente 
																			a 
																			Roma, 
																			non 
																			metteva 
																			minimamente 
																			in 
																			discussione 
																			la 
																			veridicità 
																			degli 
																			affatturamenti, 
																			delle 
																			streghe, 
																			del 
																			sabba 
																			e 
																			delle 
																			possessioni 
																			diaboliche. 
																			Si 
																			necessitava, 
																			esclusivamente, 
																			di 
																			maggiore 
																			cautela, 
																			anche 
																			perché 
																			il 
																			demonio 
																			era 
																			sempre 
																			in 
																			agguato 
																			pronto 
																			ad 
																			accusa 
																			e a 
																			coinvolgere 
																			innocenti.
																			
																			
																			Nuove 
																			competenze 
																			del 
																			Sant’Uffizio 
																			riguardavano 
																			la 
																			simulata 
																			santità, 
																			le 
																			canonizzazioni 
																			e il 
																			controllo 
																			sul 
																			consumo 
																			dei 
																			cibi 
																			proibiti. 
																			Ma 
																			sicuramente 
																			l’ambito 
																			in 
																			cui 
																			gli 
																			inquisitori 
																			consumarono 
																			il 
																			maggior 
																			numero 
																			di 
																			energie 
																			(dopo 
																			la 
																			lotta 
																			all’eresia 
																			protestante) 
																			fu 
																			il 
																			controllo 
																			dei 
																			libri 
																			proibiti. 
																			Tale 
																			attività 
																			era 
																			cominciata 
																			alquanto 
																			presto, 
																			sotto 
																			la 
																			direzione 
																			del 
																			Carafa, 
																			prefetto 
																			della 
																			Congregazione 
																			del 
																			Sant'Uffizio, 
																			con 
																			il 
																			compito 
																			di 
																			coordinarne 
																			l'azione. 
																			Sotto 
																			il 
																			suo 
																			impulso 
																			fu 
																			redatto 
																			il 
																			primo 
																			indice, 
																			quello 
																			Veneziano 
																			del 
																			1549, 
																			ma 
																			il 
																			suo 
																			progetto 
																			fu 
																			coronato 
																			dalla 
																			creazione 
																			dell’Indice 
																			Paolino, 
																			il 
																			30 
																			dicembre 
																			1558 
																			proprio 
																			durante 
																			il 
																			suo 
																			pontificato. 
																			Tale 
																			indice 
																			prevedeva 
																			tre 
																			categorie: 
																			gli 
																			autori 
																			non 
																			cattolici 
																			e 
																			tutte 
																			le 
																			loro 
																			opere 
																			(anche 
																			non 
																			religiose), 
																			autori 
																			di 
																			cui 
																			venivano 
																			proibite 
																			solo 
																			alcune 
																			opere 
																			e, 
																			infine, 
																			le 
																			opere 
																			anonime. 
																			Venivano 
																			elencate 
																			45 
																			edizioni 
																			proibite 
																			della 
																			Bibbia 
																			e 
																			tutti 
																			i 
																			libri 
																			di 
																			astrologia 
																			e 
																			magia. 
																			Opere 
																			di 
																			illustri 
																			personaggi 
																			venivano 
																			messe 
																			al 
																			bando 
																			come 
																			il 
																			De 
																			Monarchia 
																			di 
																			Dante 
																			Alighieri, 
																			il 
																			Decamerone 
																			di 
																			Giovanni 
																			Boccaccio 
																			e le 
																			opere 
																			di 
																			Nicolò 
																			Machiavelli. 
																			Eventuali 
																			permessi 
																			e 
																			licenze 
																			per 
																			la 
																			lettura 
																			di 
																			opere 
																			proibite 
																			potevano 
																			essere 
																			concesse 
																			solo 
																			dagli 
																			inquisitori 
																			e 
																			non 
																			più 
																			dai 
																			vescovi, 
																			inoltre 
																			una 
																			particolare
																			
																			Instructio, 
																			redatta 
																			per 
																			definire 
																			più 
																			dettagliatamente 
																			l’applicazione 
																			dell’indice, 
																			escluse 
																			dalle 
																			licenze 
																			tutte 
																			le 
																			donne 
																			e 
																			gli 
																			ecclesiastici.
																			
																			
																			L’Indice 
																			Paolino 
																			fu 
																			riformato 
																			e 
																			moderato 
																			da 
																			Pio 
																			IV 
																			il 
																			quale 
																			affidò 
																			tale 
																			compito 
																			al 
																			Concilio 
																			riunitosi 
																			a 
																			Trento. 
																			Nasceva, 
																			così, 
																			l’Indice 
																			Tridentino 
																			(Index 
																			librorum 
																			prohibitorum 
																			a 
																			Summo 
																			Pontifice) 
																			il 
																			quale, 
																			sebbene 
																			non 
																			modificasse 
																			i 
																			divieti 
																			del 
																			precedente, 
																			lo 
																			moderava 
																			attraverso 
																			l’inserimento 
																			di 
																			dieci 
																			regole 
																			generali. 
																			Fu 
																			riconcesso 
																			ai 
																			vescovi 
																			la 
																			possibilità 
																			di 
																			concedere 
																			licenze 
																			di 
																			lettura 
																			per 
																			libri 
																			proibiti 
																			(soprattutto 
																			Bibbie 
																			in 
																			volgare 
																			rigorosamente 
																			proibite) 
																			ma 
																			soprattutto 
																			si 
																			introdusse 
																			il 
																			principio 
																			dell’espurgazione, 
																			grazie 
																			al 
																			quale 
																			le 
																			opere 
																			“ripulite” 
																			dai 
																			passaggi 
																			sconvenienti 
																			potevano 
																			essere 
																			pubblicate 
																			e 
																			lette. 
																			La 
																			tolleranza 
																			introdotta 
																			durò 
																			poco 
																			poiché 
																			il 
																			nuovo 
																			pontefice 
																			Pio 
																			V 
																			rimise 
																			mano 
																			all’indice.
																			
																			
																			Prima 
																			di 
																			tutto 
																			concentrò 
																			la 
																			pratica 
																			espurgatoria 
																			nelle 
																			mani 
																			del 
																			Maestro 
																			del 
																			Sacro 
																			Palazzo 
																			e 
																			stabilì 
																			che 
																			le 
																			opere 
																			depurate 
																			potessero 
																			esser 
																			stampate 
																			esclusivamente 
																			presso 
																			la 
																			Stamperia 
																			Vaticana. 
																			Inoltre 
																			fu 
																			creata 
																			una 
																			commissione 
																			con 
																			il 
																			compito 
																			di 
																			rivedere 
																			l’indice 
																			tridentino: 
																			era 
																			nata 
																			la 
																			Congregazione 
																			dell’Indice, 
																			formalizzata 
																			dalla 
																			bolla 
																			papale
																			
																			Ut 
																			pestiferarum 
																			opinionum.
																			
																			Il 
																			suo 
																			compito 
																			principale 
																			era 
																			quello 
																			di 
																			aggiornare 
																			l’indice 
																			e 
																			controllare 
																			le 
																			espurgazioni, 
																			ma 
																			spesso, 
																			in 
																			questi 
																			compiti, 
																			entrava 
																			in 
																			conflitto 
																			con 
																			l’Inquisizione 
																			a 
																			causa 
																			dell’accavallarsi 
																			delle 
																			competenze. 
																			Sempre 
																			in 
																			quest’ambito, 
																			nel 
																			1559 
																			sotto 
																			Paolo 
																			IV, 
																			l’Inquisizione 
																			stabilì 
																			la 
																			non 
																			assoluzione 
																			in 
																			confessione 
																			per 
																			i 
																			possessori 
																			di 
																			libri 
																			proibiti 
																			e la 
																			revoca 
																			di 
																			tutte 
																			le 
																			licenze 
																			di 
																			lettura 
																			concesse 
																			dalla 
																			Penitenzieria 
																			Apostolica.
																			 
																			
																			
																			Tale 
																			provvedimento, 
																			valido 
																			inizialmente 
																			solo 
																			per 
																			la 
																			Spagna 
																			e 
																			poi 
																			allargato 
																			all’intero 
																			mondo 
																			cattolico, 
																			obbligava 
																			il 
																			colpevole 
																			non 
																			solo 
																			a 
																			consegnare 
																			i 
																			libri 
																			per 
																			ottenere 
																			l’assoluzione 
																			ma 
																			lo 
																			costringeva 
																			a 
																			denunciare 
																			anche 
																			eventuali 
																			complici 
																			o, 
																			comunque, 
																			a 
																			dare 
																			informazioni 
																			su 
																			altri 
																			trasgressori.
																							
																			
																			
																			
																			
																							
																			 
																			
																			