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N. 60 - Dicembre 2012 (XCI)

gli alberi e la loro influenza sui miti
Jacques Brosse e la mitologia degli alberi – Parte III

di Christian Vannozzi

 

Alberi e miti possono essere ritrovati anche nell’antico Egitto, dove ogni albero che regalava il verde alle distese isolate del deserto veniva visto come una rappresentazione divina, quasi come un dio volesse benedire quel luogo donandogli la vita.

 

Il mito di Osiride ed Iside è poi strettamente legato all’acacia, che custodì il corpo del dio egizio.


Osiride ed Iside regnavano felici ed incontrastati sull’Egitto, fino a quando il crudele Seth, fratello di Osiride, rinchiuse con uno stratagemma il dio in uno scrigno che gettò nel Nilo.


Lo scrigno si arenò vicino ad un cespuglio che si trasformò miracolosamente in una acacia che racchiuse nel suo tronco, come per proteggerlo, il corpo del dio imprigionato nello scrigno.

 

Nell’Egitto dei faraoni inoltre gli alberi erano pochissimi e quindi sacri. Gli dei troneggiavano a levante sull’alto sicomoro sacro. Il legno dell’albero proteggeva ed alimentava le divinità egizie. A ponente, dalla parte opposta del sacro sicomoro risiedeva invece la signora del sicomoro, e cioè la vacca sacra Hathor che ha creato il mondo, il sole e tutto il resto.

 

Scopo del sicomoro era anche offrire riparo alle anime dei defunti. I morti ricevono dall’albero acqua e pane in segno di benvenuto. Per dimorare sui rami del sicomoro le anime dei defunti si tramutavano in uccelli. In questa maniera ciò che era stato creato ridiveniva un tutt’uno con l’albero che aveva generato la vita sul pianeta, come se fosse un ritorno del creato al creatore.

 

La civiltà mesopotamica anche ha i suoi alberi e i suoi miti legati ad essi. A Eridu infatti si ergeva Kiskanu che viene lodato in un inno babilonese di derivazione sumera.

 

‘A Eridu è spuntato un Kiskanu nero, in un luogo santo è stato creato

Ha lo splendore del lapislazzuli brillante, si estende verso l’apsu

È il deambulatorio di Ea nell’opulenta Eridu

La sua residenza è un luogo di riposo per Bau...’

 

Questa Eridu era una città santa sumera, dedicata al dio Ea. Il suo nome in sumero significa ‘Dimora delle acque’.

 

Eridu era per le popolazioni mesopotamiche il centro del mondo, dove sorgevano tutte le sorgenti che bagnavano l’intera terra. Il kiskanu è infatti di origine divina. I rami del sacro albero si estendono fino all’oceano ed abbracciano il mondo in cui vivono gli umani. Le radici arrivano fino all’apsu, e cioè agli inferi, nel senso di sottosuolo, dai quali l’albero è asceso.

 

Il kiskanu è la dimora della dea Bau, divinità dell’abbondanza, dei campi e delle greggi.

Nelle raffigurazioni mesopotamiche l’albero è spesso raffigurato come portatore di vita. In esso dimorano uccelli, serpenti ed altri animali che hanno poi popolato la terra, come se fosse il punto del mondo che genera la vita animale, vegetale e minerale

 

Gli archeologi hanno scoperto raffigurazioni dell’albero primordiale anche a Mohenjo-Daro, la città più importante della civiltà dell’Indo contemporanea delle città stato sumere, a dimostrazione come culture diverse credessero nello stesso albero come fonte di vita.

 

Lo stesso albero si trova nel giardino dell’eden ebraico, piantato dallo stesso Dio Jahveh per proteggere il primo uomo Adamo. Dalle radici di questo albero, che diverrà poi famoso per il fatto della mela, nascono i 4 fiumi principali che scorrono per il mondo.

Da questi fiumi nascono tutte le acque terrestri.

 

Terminiamo la mitologia di questi alberi antichi del vicino ed estremo oriente con l’albero sacro Ashwatthan. Sotto questo fico sacro chiamato albero della Bodhi, Siddhartha Guatama, maestro e fondatore del buddhismo, giunse alla bodhi, cioè all’illuminazione. Sotto tale albero il maestro raggiunse lo stato ultimo dell’esistenza umana, e cioè il nirvana.

 

Civiltà lontane tra loro ma vicine nelle credenza. Fino ad ora abbiamo visto normanni, greci, egizi, babilonesi, ebrei, e indiani. Tutti popoli con credenze, lingua e cultura diverse ma con un albero sacro in comune. A seconda del luogo cambia la specie arborea ma non il suo significato, a dimostrazione che veramente gli alberi hanno influenzato i miti di ogni popolo e che il loro estendersi verso il cielo li ha innalzati a dimora degli dei.



 

 

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