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ARTE


N. 48 - Dicembre 2011 (LXXIX)

la giornata del "Giovin Signore"
il messaggio di Giuseppe Parini

di Domenico Letizia

 

La cultura riformatrice dell’Illuminismo lombardo influì decisamente sulla personalità di Giuseppe Parini. L’istanza di un radicale rinnovamento morale e di una letteratura vicina alle tematiche sociali e politiche fecero infatti del Parini un sostenitore del movimento lombardo e viceversa, pur se con le dovute differenziazioni.

 

L’opera più importante del Parini è rappresentata dal “Il Giorno”, un poemetto che comprende le sezioni del “il Mattino”, “il Mezzogiorno”, “il Vespro” e “la Notte”. Il poeta vi descrive lo svolgersi di una giornata di un “giovin signore” soffermandosi e con pungente satira su tutti i più minuti particolari.

 

Parini descrive di una giornata monotona, tutte le giornate del giovin signore sono uguali e disutili. Il poeta non descrive in modo minuzioso solo le azioni del giovane nobile ma ne descrive anche l’atteggiamento morale di tali azioni. Il comportamento del giovane nobile è ambientato in una duplice prospettiva: da una parte ricerca e insegue tutti gli appagamenti alla sua vanità e al suo piacere, dall’altra egli appare una piccola vittima costretta ad uniformarsi ai valori e ai costumi della classe sociale che rappresenta. Il Parini vuole trasmettere un messaggio chiaro: la corruzione dei valori e la decadenza inesorabile della nobiltà. Aspetto particolare dell’opera è il radicale cambiamento tra le prime due parti: il Mattino e il Mezzogiorno dalle altre due sezioni: il Vespro e la Notte.

 

Nella prima parte la satira pariniana colpisce la presunzione, l’inutilità della vita della nobiltà, rappresentando e descrivendo l’inutile giornata del giovin signore, la satira assume anche aspetti radicali attraverso la sottolineatura di un contrasto tra la vita del giovane nobile e la vita fatta di stenti degli umili.

 

Non è ancora molto chiaro perché Parini non abbia completato l’opera e il perché del cambiamento con la seconda parte di questa.

Si è ipotizzato che dopo l’abbattimento della rivoluzione sulla nobiltà, il poeta non se la sia sentita di continuare con la sua satira pungente, altri si sono soffermati e hanno ipotizzato l’incontentabilità del poeta per l’opera facendo procedere con lentezza il lavoro, svuotandolo e privandolo dell’ispirazione iniziale.

 

Molto probabile come descrive Mario Santoro nel Parini vi sia stato un lento, profondo e graduale cambiamento di stato d’animo nei confronti della realtà. Come molti altri intellettuali dell’illuminismo lombardo la volontà riformatrice iniziale andò lentamente affievolendosi lasciando spazio alla disillusione, al disimpegno e al ripiegamento su valori più intimi e individuali e meno sociali, svuotando l’opera do quel carattere satirico iniziale nei confronti della nobiltà. Questo atteggiamento colpì numerosi intellettuali protagonisti dell’illuminismo lombardo segno di un cambiamento d’epoca, di fatto, si passerà alla contemplazione della bellezza idealizzata e al fiorire del neoclassicismo e del preromanticismo.



 

 

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