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N. 72 - Dicembre 2013 (CIII)

ERNESTO GUEVARA DE LA SERNA
IL MEDICO CHE DIVENNE LEGGENDA

di Andrea Bajocco

 

Quando si parla di storia argentina, non si può certo prescindere dal menzionare Ernesto Guevara de la Serna, meglio conosciuto come “Che” Guevara.

 

Nato il 14 maggio del 1928 da una famiglia benestante, il “Che” (soprannome che gli sarà dato successivamente dai suoi compagni Cubani nel bel mezzo di una rivolta in Guatemala), visse seguendo le proprie passioni fin dalla prima giovinezza.

 

Pur soffrendo di attacchi d’asma, infatti, non rinunciò mai a praticare, a buoni livelli, il suo sport preferito, il rugby. Ogni volta che si trovava a volare verso l’attacco, gridava un propiziatorio “furibondo Serna”, dalla contrazione del quale ricevette un altro soprannome, precedente a quello per cui poi sarà ricordato: Fuser.

 

Crescendo, i suoi interessi si concentrarono sempre più sull’aiutare il prossimo. Il suo iscriversi all’università alla facoltà di medicina non fu che la normale conseguenza di questo suo dedicare anima e corpo a chi, nella vita, era stato meno fortunato di lui.

 

Portò avanti gli studi non senza problemi, fino al raggiungimento della laurea nel 1953; tuttavia, durante questa sua vita universitaria, decise di prendersi un anno sabbatico e di partire, con il suo amico d’infanzia Alberto Granado, per un viaggio che avrebbe toccato le zone più disagiate del sudamerica. Viaggio che avrà un ruolo fondamentale nella crescita intellettuale dei protagonisti e che aprirà le porte al futuro da guerrigliero rivoluzionario del “Che”.

 

Quest’avventura venne trattata dai diretti interessati nei rispettivi quaderni di appunti, in particolare da quello di Ernesto Guevara, Latinoamericana, notas de viaje, il quale verrà successivamente pubblicato con il nome Latinoamericana. Un diario per un viaggio in motocicletta, Feltrinelli, 1993.

 

Non solo, nel 2004 il regista Walter Salles, basandosi sugli appunti del “Che”, ha presentato al Festival di Cannes quello che verrà da quel momento in poi definito come il suo capolavoro: Diarios de motocicleta, uscito in italia come I diari della motocicletta.

 

Il film parte con un preambolo teso a raccontare la situazione familiare del protagonista. Mette poi in risalto il mezzo usato dai due compagni di viaggio: una Norton M 18 500 cc di un’importanza tale da meritarsi un vero e proprio nome, La Poderosa, e che viene vista dai due amici come un segnale di libertà. Prosegue poi descrivendo il viaggio dei due amici, soffermandosi sulle due soste fondamentali: Machu Picchu prima e il lebbrosario di San Pablo poi.

 

In queste tappe, “Che” Guevara capì di essersi imbattuto in situazioni di degrado che non si sarebbero mai sistemate se non con l’aiuto di fattori esterni, in particolare con la spinta di rivolte popolari.

 

Ed è a questo che, tornato dal viaggio, si dedicherà con forza affinché l’attuazione di suddette rivoluzioni, in sudamerica e non solo, porti a dei risultati tangibili.

 

Il resto della storia di Ernesto Guevara de la Serna è tristemente noto a tutti, con la morte prematura che se lo porterà via, da prigioniero, ad appena 39 anni. Ciò nonostante, durante la sua pur breve vita “politica” infuse nelle popolazioni sudamericane stimoli tali da essere considerato a tutti gli effetti un’icona del XX secolo...



 

 

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