N. 79 - Luglio 2014 
                          
                          (CX)
																						UNA CROCIATA TRA LE CROCIATE
																						L’AVVENTO NORMANNO IN SICILIA NEL FERVORE RELIGIOSO DEL SECOLO XI
																						di Francesco Carbonaro
																			 
																			
																			
																			
																			L’avvento 
																			normanno 
																			in 
																			Sicilia 
																			avvenne 
																			in 
																			un 
																			particolare 
																			momento 
																			storico 
																			che 
																			si 
																			configura 
																			come 
																			elemento 
																			imprescindibile 
																			per 
																			un’adeguata 
																			interpretazione 
																			dell’evento 
																			di 
																			conquista 
																			ai 
																			danni 
																			dei 
																			mussulmani.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			L’XI 
																			secolo 
																			fu, 
																			infatti, 
																			un 
																			periodo 
																			di 
																			profondo 
																			fermento 
																			religioso, 
																			una 
																			ripresa 
																			dal 
																			torpore 
																			che 
																			aveva 
																			caratterizzato 
																			gli 
																			anni 
																			precedenti; 
																			come 
																			dimostrano 
																			gli 
																			avvenimenti 
																			che 
																			si 
																			verificarono 
																			in 
																			questo 
																			secolo, 
																			un 
																			pervasivo 
																			fervore 
																			religioso 
																			aveva 
																			conquistato 
																			gli 
																			animi 
																			cristiani 
																			i 
																			quali 
																			non 
																			potevano 
																			non 
																			essere 
																			investiti 
																			da 
																			una 
																			precisa 
																			volontà 
																			di 
																			allargare 
																			i 
																			confini 
																			della 
																			cristianità 
																			attraverso 
																			una 
																			puntuale 
																			opera 
																			di 
																			evangelizzazione.
																			 
																			
																			
																			
																			Il 
																			primo 
																			fattore 
																			di 
																			cambiamento 
																			si 
																			registrò 
																			nella 
																			concezione 
																			della 
																			guerra 
																			santa. 
																			Se 
																			non 
																			si 
																			comprende 
																			tale 
																			assunto, 
																			le 
																			imprese 
																			della
																			
																			reconquista 
																			e 
																			delle 
																			crociate, 
																			sarebbero 
																			slegate 
																			dalla
																			
																			forma 
																			mentis 
																			del 
																			periodo, 
																			lasciandole 
																			isolate 
																			e 
																			incomprensibili 
																			nel 
																			mare 
																			dei 
																			secoli.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Ricollegare 
																			queste 
																			imprese 
																			ad 
																			un 
																			unico 
																			sostrato 
																			teorico 
																			è, 
																			in 
																			verità, 
																			un’operazione 
																			particolarmente 
																			fruttuosa 
																			dato 
																			che 
																			permette 
																			di 
																			comprendere 
																			gli 
																			ideali 
																			del 
																			tempo 
																			assorbiti 
																			dagli 
																			uomini 
																			ed 
																			esplicati 
																			attraverso 
																			tali 
																			imprese; 
																			considerando 
																			un’unica 
																			ideologia 
																			di 
																			fondo 
																			si 
																			potranno 
																			comprendere 
																			al 
																			meglio, 
																			avvenimenti 
																			apparentemente 
																			distanti 
																			tra 
																			loro 
																			ma, 
																			in 
																			realtà, 
																			accomunati 
																			da 
																			un 
																			filo 
																			rosso 
																			il 
																			quale 
																			percorre 
																			tutto 
																			l’XI 
																			secolo 
																			e si 
																			configura 
																			come 
																			motore 
																			per 
																			l’innesco 
																			degli 
																			avvenimenti 
																			futuri.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Spesso 
																			tale 
																			processo 
																			viene 
																			fatto 
																			coincidere 
																			con 
																			l’appello 
																			di 
																			Urbano 
																			II 
																			del 
																			27 
																			novembre 
																			1095, 
																			al 
																			concilio 
																			di 
																			Clermont, 
																			col 
																			quale 
																			si 
																			dà 
																			avvio 
																			alle 
																			crociate. 
																			In 
																			realtà 
																			ciò 
																			è 
																			solo 
																			il 
																			culmine 
																			di 
																			un 
																			processo 
																			che 
																			vide 
																			diverse 
																			tappe 
																			tra 
																			le 
																			quali, 
																			la 
																			più 
																			importante, 
																			fu 
																			la 
																			sacralizzazione 
																			delle 
																			guerra, 
																			fattore 
																			imprescindibile, 
																			senza 
																			il 
																			quale 
																			la 
																			storia 
																			evenemenziale 
																			resterebbe 
																			priva 
																			di 
																			fondamento 
																			teorico.
																			 
																			
																			
																			
																			Nell’848 
																			Leone 
																			IV 
																			chiamando 
																			i 
																			Franchi 
																			alla 
																			lotta 
																			contro 
																			i 
																			Saraceni 
																			parlava 
																			di 
																			un
																			
																			praemium 
																			caeleste 
																			che 
																			attendeva 
																			coloro 
																			i 
																			quali 
																			si 
																			sarebbero 
																			distinti 
																			per 
																			la 
																			salvezza 
																			della 
																			cristianità; 
																			nel 
																			IX 
																			secolo, 
																			dunque, 
																			possiamo 
																			trovare 
																			le 
																			basi 
																			interpretative 
																			di 
																			eventi 
																			verificatisi 
																			nei 
																			secoli 
																			successivi.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Tuttavia 
																			è 
																			intorno 
																			all’anno 
																			mille 
																			che 
																			tali 
																			questioni 
																			trovano 
																			una 
																			più 
																			esatta 
																			forma 
																			e 
																			definizione. 
																			L’XI 
																			infatti 
																			si 
																			configura 
																			come 
																			il 
																			secolo 
																			di 
																			risveglio 
																			da 
																			parte 
																			della 
																			comunità 
																			cristiana 
																			la 
																			quale 
																			ha 
																			assistito 
																			a 
																			una 
																			sempre 
																			più 
																			dilagante 
																			azione 
																			di 
																			conquista 
																			perpetrata 
																			dai 
																			mussulmani.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Nel 
																			1009 
																			la 
																			chiesa 
																			del 
																			Santo 
																			Sepolcro 
																			viene 
																			rasa 
																			al 
																			suolo 
																			e 
																			tale 
																			avvenimento 
																			suscita 
																			non 
																			poco 
																			scalpore 
																			nel 
																			mondo 
																			cristiano 
																			il 
																			quale 
																			pensò 
																			di 
																			agire 
																			“anche 
																			se 
																			non 
																			aveva 
																			ancora 
																			i 
																			mezzi 
																			per 
																			farlo”.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			A 
																			tale 
																			deflagrante 
																			avvenimento 
																			si 
																			aggiunga 
																			la 
																			sempre 
																			più 
																			solida 
																			presenza 
																			mussulmana 
																			attorno 
																			al 
																			Mediterraneo, 
																			tra 
																			la 
																			Sicilia, 
																			la 
																			Spagna 
																			e il 
																			Nord 
																			Africa 
																			la 
																			quale 
																			come 
																			una 
																			morsa 
																			attanagliava 
																			la 
																			cristianità 
																			europea. 
																			Una 
																			reazione 
																			a 
																			tale 
																			stretta 
																			fu 
																			sempre 
																			più 
																			resa 
																			necessaria 
																			dalle 
																			contingenze 
																			che 
																			portarono 
																			ad 
																			agire 
																			contro 
																			gli 
																			infedeli 
																			e a 
																			prendere 
																			le 
																			armi 
																			al 
																			fine 
																			di 
																			mettere 
																			in 
																			atto 
																			quel 
																			processo 
																			di 
																			riaffermazione 
																			che 
																			avrebbe 
																			messo 
																			al 
																			sicuro 
																			la 
																			cristianità.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Si 
																			venne 
																			a 
																			creare, 
																			così, 
																			l’ideale 
																			di
																			
																			miles 
																			Christi, 
																			del 
																			soldato 
																			che, 
																			protetto 
																			dalla 
																			proprio 
																			fede, 
																			volgeva 
																			le 
																			proprie 
																			armi 
																			contro 
																			gli 
																			infedeli, 
																			divenendo 
																			così 
																			fautore 
																			della
																			
																			proelia 
																			Sancta 
																			o 
																			iusta 
																			bella 
																			che 
																			Agostino 
																			aveva 
																			già 
																			indicato.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Il 
																			grido 
																			“Deus 
																			vult”, 
																			pronunciato 
																			durante 
																			il 
																			concilio 
																			di
																			
																			Clermont, 
																			sarebbe, 
																			dunque, 
																			il 
																			culmine 
																			di 
																			un 
																			processo 
																			le 
																			cui 
																			radici 
																			affondano 
																			in 
																			un 
																			sostrato 
																			teorico 
																			che 
																			vale 
																			non 
																			solo 
																			per 
																			l’impresa 
																			del 
																			1095 
																			ma 
																			anche 
																			per 
																			la 
																			più 
																			generale 
																			“guerra 
																			Santa”, 
																			spesso 
																			usata 
																			in 
																			binomio 
																			con 
																			il 
																			termine 
																			“crociata” 
																			che 
																			tuttavia, 
																			è 
																			bene 
																			ricordare, 
																			è 
																			successivo 
																			dato 
																			che 
																			nelle 
																			principali 
																			fonti 
																			si 
																			parla 
																			di
																			
																			peregrinatio, 
																			iter, 
																			via.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			La 
																			sacralizzazione 
																			della 
																			guerra 
																			scioglie, 
																			dunque, 
																			qualsiasi 
																			impaccio 
																			ai
																			
																			milites 
																			Christi 
																			i 
																			quali 
																			si 
																			volgono 
																			a un 
																			processo 
																			che 
																			si 
																			situa 
																			tra 
																			la
																			
																			defensio 
																			e la
																			
																			dilatatio 
																			Christianitatis. 
																			Una 
																			sempre 
																			maggiore 
																			definizione 
																			si 
																			ha 
																			nella 
																			metà 
																			dell’XI 
																			secolo; 
																			nel 
																			1159 
																			Papa 
																			Adriano 
																			IV 
																			modellò 
																			e 
																			raffinò 
																			sempre 
																			più 
																			il 
																			concetto 
																			interpretativo 
																			che 
																			sta 
																			alla 
																			base 
																			di 
																			crociata 
																			la 
																			cui 
																			immagine 
																			raduna 
																			sotto 
																			di 
																			sé 
																			qualsiasi 
																			spedizione.
																			 
																			
																			
																			
																			L’impianto 
																			teorico 
																			che, 
																			dunque, 
																			sta 
																			alla 
																			base 
																			della 
																			prima 
																			crociate, 
																			fu 
																			condiviso 
																			dalle 
																			analoghe 
																			esperienze 
																			che 
																			nella 
																			seconda 
																			metà 
																			dell’XI 
																			secolo 
																			videro 
																			protagonisti 
																			i 
																			cristiani 
																			alla 
																			riscossa 
																			contro 
																			la 
																			sempre 
																			più 
																			minacciosa 
																			presenza 
																			mussulmana 
																			la 
																			quale 
																			era 
																			divenuta 
																			numerosa 
																			anche 
																			in 
																			territorio 
																			italiano, 
																			dal 
																			quale 
																			venne 
																			estirpata 
																			a 
																			opera 
																			dei 
																			normanni.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Assimilare 
																			la 
																			spedizione 
																			normanna 
																			alla 
																			crociata 
																			ufficiale 
																			non 
																			è 
																			infruttuoso 
																			e 
																			vano; 
																			estrapolare 
																			il 
																			modello 
																			teorico 
																			che 
																			sta 
																			alla 
																			base 
																			del 
																			“passaggio 
																			generale” 
																			in 
																			Terra 
																			Santa, 
																			ci 
																			permette 
																			di 
																			capovolgere 
																			la 
																			situazione.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			La 
																			“crociata 
																			normanna” 
																			in 
																			Sicilia, 
																			insieme 
																			agli 
																			elementi 
																			sopracitati, 
																			ha 
																			gettato 
																			le 
																			basi 
																			per 
																			la 
																			realizzazione 
																			di 
																			un’impresa 
																			più 
																			imponente 
																			e 
																			cristianamente 
																			più 
																			universale, 
																			alla 
																			volta 
																			di 
																			Gerusalemme. 
																			Non 
																			è un 
																			caso 
																			che 
																			tra 
																			il X 
																			e l’XI 
																			secolo 
																			si 
																			instaura 
																			una 
																			visione 
																			sempre 
																			più 
																			allegorica 
																			di 
																			Gerusalemme, 
																			sganciata 
																			dai 
																			limiti 
																			spazi 
																			temporali 
																			e 
																			sempre 
																			più 
																			interiorizzata; 
																			Pascasio 
																			Radberto 
																			aveva 
																			già 
																			sottolineato 
																			il 
																			carattere 
																			astratto 
																			dell’immagine 
																			della 
																			Città 
																			Santa.
																			 
																			
																			
																			
																			Si 
																			assisté 
																			a 
																			una 
																			sempre 
																			più 
																			rilevante 
																			divaricazione 
																			tra 
																			la 
																			Gerusalemme 
																			terrena 
																			e 
																			quella 
																			celeste. 
																			Il
																			
																			miles 
																			Christi, 
																			nell’atto 
																			di 
																			liberazione 
																			dei 
																			territori 
																			sottomessi 
																			agli 
																			infedeli, 
																			avrebbe 
																			guadagnato 
																			il
																			
																			praemium 
																			caeleste
																			
																			già 
																			citato; 
																			se 
																			la 
																			Terra 
																			Santa 
																			divenne 
																			il 
																			luogo
																			
																			princeps 
																			per 
																			tale 
																			impresa, 
																			nella 
																			realtà 
																			dei 
																			fatti, 
																			complice 
																			la 
																			divaricazione 
																			tra 
																			aspetto 
																			terreno 
																			e 
																			allegorico 
																			di 
																			Gerusalemme, 
																			tutti 
																			i 
																			territori 
																			sottratti 
																			agli 
																			infedeli 
																			divennero 
																			parte 
																			di 
																			quella 
																			Città 
																			Santa 
																			che 
																			travalica 
																			lo 
																			spazio 
																			e si 
																			inverava 
																			a un 
																			livello 
																			tanto 
																			universale 
																			quanto 
																			intimamente 
																			personale.
																			 
																			
																			
																			
																			Risulta, 
																			dunque, 
																			quanto 
																			naturale 
																			pensare 
																			alla 
																			conquista 
																			della 
																			Sicilia 
																			sotto 
																			le 
																			vestigia 
																			della 
																			guerra 
																			Santa 
																			o 
																			crociata
																			
																			ante 
																			litteram. 
																			Partendo 
																			dagli 
																			accordi 
																			di 
																			Melfi 
																			del 
																			1059 
																			possiamo 
																			delineare 
																			il 
																			profilo 
																			di 
																			questo 
																			processo 
																			caratterizzato 
																			da 
																			una 
																			sempre 
																			più 
																			rilevante 
																			coloritura 
																			religiosa.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			L’investitura 
																			ducale 
																			comprendeva, 
																			dunque, 
																			non 
																			solo 
																			i 
																			territori 
																			già 
																			conquistati 
																			nel 
																			1059 
																			ma 
																			anche 
																			la 
																			Sicilia 
																			che 
																			ancora 
																			doveva 
																			essere 
																			sottomessa. 
																			Dal 
																			punto 
																			di 
																			vista 
																			politico 
																			il 
																			Guiscardo 
																			si 
																			fregiò 
																			“honore 
																			ducali” 
																			(della 
																			carica 
																			ducale), 
																			mentre 
																			da 
																			quello 
																			religioso 
																			si 
																			sottomise 
																			all’autorità 
																			papale.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Nell’appello 
																			di 
																			Nicolò 
																			a 
																			difendere 
																			la 
																			chiesa 
																			“contra 
																			homines 
																			omnes” 
																			(“contro 
																			tutti 
																			gli 
																			uomini”) 
																			troviamo 
																			il 
																			germe 
																			che 
																			anni 
																			dopo 
																			si 
																			sviluppò 
																			nel 
																			discorso 
																			di 
																			Urbano 
																			II 
																			il 
																			quale 
																			invitò 
																			a 
																			soccorrere 
																			i 
																			fratelli 
																			orientali. 
																			Il 
																			Guiscardo 
																			e 
																			con 
																			lui 
																			tutti 
																			i 
																			cavalieri 
																			normanni 
																			si 
																			posero 
																			al 
																			servizio 
																			del 
																			Papa, 
																			assumendo 
																			su 
																			di 
																			sé 
																			il 
																			compito 
																			di 
																			riportare 
																			le 
																			terre 
																			al 
																			magistero 
																			papale, 
																			facendo 
																			esplicito 
																			atto 
																			di 
																			sottomissione: 
																			“je 
																			me 
																			valoie 
																			sousmetre 
																			à 
																			lor 
																			Vicaire, 
																			lo 
																			Pape 
																			avec 
																			toute 
																			la 
																			terre 
																			que 
																			je 
																			avoie 
																			conquise”.
																			 
																			
																			
																			
																			L’arrivo 
																			dei 
																			normanni 
																			in 
																			Sicilia 
																			è, 
																			dunque, 
																			un’operazione 
																			sulla 
																			cui 
																			valenza 
																			religiosa 
																			agiscono 
																			vari 
																			fattori, 
																			primo 
																			tra 
																			tutti 
																			l’investitura 
																			papale 
																			che 
																			permise 
																			agli 
																			“uomini 
																			del 
																			nord” 
																			di 
																			avviare 
																			la 
																			propria 
																			campagna 
																			di 
																			conquista, 
																			tracciando 
																			quel 
																			solco 
																			nel 
																			quale 
																			si 
																			incanalarono 
																			i 
																			successivi 
																			movimenti 
																			crociati, 
																			le 
																			cui 
																			direttive,
																			
																			in 
																			nuce, 
																			si 
																			possono 
																			trovare 
																			nell’atto 
																			di 
																			espulsione 
																			che 
																			venne 
																			perpetrato 
																			ai 
																			danni 
																			dei 
																			mussulmani 
																			di 
																			Sicilia.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			L’azione 
																			volta 
																			alla 
																			liberazione 
																			dell’isola 
																			è 
																			così 
																			percepita 
																			come 
																			atto 
																			divino; 
																			non 
																			è un 
																			caso 
																			che, 
																			in 
																			un 
																			documento 
																			del 
																			1091, 
																			contenuto 
																			nella 
																			raccolta 
																			di 
																			Rocco 
																			Pirri, 
																			Ruggero 
																			è 
																			immortalato 
																			mentre 
																			riconduce 
																			alla 
																			misericordia 
																			divina 
																			l’impresa 
																			effettuata.
																			 
																			
																			
																			
																			I 
																			fratelli 
																			Altavilla 
																			si 
																			configurarono 
																			come 
																			campioni 
																			della 
																			cristianità 
																			e 
																			tale 
																			qualifica 
																			traspare 
																			dalle 
																			fonti 
																			che 
																			di 
																			questi 
																			avvenimenti 
																			narrano 
																			le 
																			gesta. 
																			Anche 
																			le 
																			fonti 
																			arabe 
																			accostano 
																			l’impresa 
																			normanna 
																			alla 
																			guerra 
																			Santa 
																			praticata 
																			dai 
																			correligionari; 
																			lo 
																			stesso
																			
																			
																			
																			
																			
																			Ibn 
																			al 
																			Atîr 
																			parla 
																			di
																			
																			jihad 
																			cristiano 
																			contro 
																			i 
																			mussulmani, 
																			mettendo 
																			in 
																			evidenza 
																			il 
																			carattere 
																			a 
																			tratti 
																			sacrale 
																			della 
																			conquista.
																			 
																			
																			
																			
																			Ruggero 
																			I, 
																			il 
																			Gran 
																			Conte, 
																			la 
																			cui 
																			rilevanza 
																			religiosa 
																			gli 
																			accordò 
																			una 
																			maggiore 
																			libertà 
																			nella 
																			scelta 
																			degli 
																			ecclesiastici, 
																			divenne 
																			strumento 
																			della 
																			giustizia 
																			divina 
																			col 
																			fine 
																			di 
																			riprendere 
																			il 
																			controllo 
																			delle 
																			terre 
																			che 
																			si 
																			trovavano 
																			in 
																			mano 
																			ai 
																			mussulmani.
																			 
																			
																			
																			
																			Amato 
																			di 
																			Montecassino, 
																			riportando 
																			un 
																			discorso 
																			del 
																			Guiscardo, 
																			afferma: 
																			“Je 
																			voudroie 
																			delivrer 
																			li 
																			Christien 
																			et 
																			li 
																			Chatolici, 
																			liquel 
																			sont 
																			constreint 
																			à la 
																			servitude 
																			de 
																			li 
																			Sarrazin” 
																			contro 
																			i 
																			quali 
																			i 
																			normanni 
																			“sont 
																			appareilliez 
																			à 
																			faire 
																			ceste 
																			bataille”. 
																			“O 
																			l’aide 
																			de 
																			Dieu”, 
																			i 
																			conquistatori 
																			investiti 
																			dalla 
																			missione 
																			religiosa 
																			si 
																			dimostrano 
																			pronti 
																			a “subjugar 
																			li 
																			Sarrazin” 
																			ovvero 
																			a 
																			effettuare 
																			la 
																			loro 
																			crociata 
																			contro 
																			gli 
																			infedeli.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Ha 
																			ragione 
																			il 
																			Tramontana 
																			quando 
																			afferma 
																			che 
																			nel 
																			monaco 
																			cassinese 
																			il 
																			concetto 
																			di 
																			liberazione 
																			dei 
																			cristiani 
																			è 
																			sostanzialmente 
																			estraneo 
																			a 
																			“ogni 
																			contenuto 
																			di 
																			vita 
																			evangelica, 
																			staccata 
																			da 
																			pragmatici 
																			interessi 
																			mondani”; 
																			da 
																			parte 
																			del 
																			cronista 
																			vi 
																			è, 
																			infatti, 
																			la 
																			tendenza 
																			a 
																			esaltare 
																			l’opera 
																			moralizzatrice 
																			che 
																			deve 
																			essere 
																			intesa 
																			in 
																			relazione 
																			al 
																			periodo 
																			nel 
																			quale 
																			vivono 
																			dove, 
																			tra 
																			l’aspetto 
																			mondano 
																			e 
																			quello 
																			morale, 
																			intercorre 
																			un 
																			rapporto 
																			di 
																			forte 
																			dipendenza 
																			pragmatica 
																			che 
																			non 
																			a 
																			caso 
																			è 
																			testimoniata 
																			dalla 
																			concezione 
																			che 
																			si 
																			aveva 
																			della 
																			religione.
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			L’aura 
																			trasfigurante 
																			del 
																			processo 
																			di 
																			riconquista 
																			è 
																			ulteriormente 
																			sancita 
																			dal 
																			Malaterra 
																			che 
																			vede 
																			nel 
																			Gran 
																			Conte 
																			uno 
																			dei 
																			“tyrones 
																			Christianae 
																			militiae”, 
																			ovvero 
																			appartenente 
																			alla 
																			schiera 
																			della
																			
																			militia 
																			Christi, 
																			soldati 
																			che 
																			nell’azione 
																			bellica 
																			trovavano 
																			il 
																			fondamento 
																			del 
																			loro 
																			credo 
																			e i 
																			quali 
																			furono 
																			protagonisti 
																			delle 
																			crociate.
																			
																			 
																			
																			 
																			
																			
																			Riferimenti 
																			bibliografici
																			
																			 
																			
																			
																			Amato 
																			di 
																			Montecassino,
																			
																			Storia 
																			dei 
																			normanni 
																			a 
																			cura 
																			di 
																			Vincenzo 
																			Bartholomeis, 
																			Roma 
																			1935.
																			
																			
																			Radberto 
																			Pascasio,
																			
																			Expositio 
																			in 
																			Matthaeum 
																			in 
																			“Patrologia 
																			latina”, 
																			vol. 
																			CXX, 
																			Migne 
																			1895.
																			
																			
																			Alphandery 
																			Paul, 
																			Dupront 
																			Alphonse,
																			
																			La 
																			cristianità 
																			e 
																			l’idea 
																			di 
																			crociata, 
																			Bologna 
																			1974.
																			
																			
																			Atiyah 
																			Edward,
																			
																			Gli 
																			arabi, 
																			Rocca 
																			San 
																			Casciano 
																			1961.
																			
																			
																			Cardini 
																			Franco,
																			
																			La 
																			guerra 
																			Santa 
																			nella 
																			cristianità 
																			in
																			
																			Militia 
																			Christi 
																			e 
																			crociate 
																			nei 
																			secoli 
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																			XIII, 
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																			1992.
																			
																			
																			Chalandon 
																			Ferdinand,
																			
																			Storia 
																			della 
																			dominazione 
																			normanna 
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																			2009.
																			
																			
																			Flori 
																			Jean,
																			
																			Le 
																			crociate, 
																			Bologna 
																			2003.
																			
																			
																			Pirri 
																			Rocco,
																			
																			Sicilia 
																			Sacra, 
																			Palermo 
																			1733.
																			
																			
																			Rizzitano 
																			Umberto,
																			
																			Terra 
																			senza 
																			crociati, 
																			Palermo 
																			1967.
																			
																			
																			Runciman 
																			Steven,
																			
																			Storia 
																			delle 
																			crociate, 
																			Torino 
																			1993.
																			
																			
																			Wieruszowski 
																			Hellene,
																			
																			The 
																			norman 
																			kingdom 
																			of 
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																			and 
																			the 
																			crusaders 
																			in
																			A 
																			history 
																			of 
																			the 
																			crusades, 
																			Philadelphia 
																			1962.
																							
																			
																			
																			
																			
																							
																			 
																			
																			