.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]


RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


 

 

 

 

 

 

 

.

medievale


N. 62 - Febbraio 2013 (XCIII)

La crociata dei fanciulli
un viaggio senza ritorno - parte ii

di Michele Claudio D. Masciopinto

 

La prima crociata, indetta nel 1095 e svoltasi tra il 1096 e 1099, si avvale della partecipazione dei massimi signori dell’aristocrazia feudale europea, in quella che è definita come la Crociata dei baroni; vi parteciparono: Goffredo di Buglione; Boemondo di Taranto; Raimondo di Saint-Gilles; Roberto di Normandia; Roberto di Fiandra; Stefano di Blois.

 

La spedizione si concluderà con la conquista di Gerusalemme e con la spartizione delle terre conquistate dagli occidentali, che formeranno gli stati latini.

 

In precedenza, alla crociata ufficiale dei baroni vi era stata la Crociata dei poveri, guidata da Pietro l’Eremita, che nel 1096 riunirà gente di ogni risma sotto il grido “Deus le volt”. L’esito di questa prima crociata, sorta come uno spirito più spontaneo e popolare, sarà negativo, causa delle terribili razzie compiute lungo il loro cammino, tra cui vari pogrom ai danni degli ebrei.

 

Proprio sotto le porte di Costantinopoli, i seguaci di Pietro, stanchi di attendere l’arrivo dei principi, si diressero verso Nicea, da poco razziata da loro stessi, ma vennero sterminati non appena usciti dal campo di Civitot. Dell’immensa truppa di Pietro, solo un piccolo gruppo riuscirà a riguadagnare Costantinopoli, fra cui lo stesso Pietro.

 

È interessante, alla luce di ciò, analizzare le varie spedizioni armate che avevano come obiettivo la ripresa del “Santo Sepolcro”.

 

Di queste crociate, otto sono considerate ufficiali, ma ve ne sono numerose dimenticate, degenerate, deviate o aberranti. Ci furono tanti crociati che andarono in Terrasanta di propria volontà, obbedendo a un impulso interiore; oppure per penitenza.

 

Ma queste crociate “non ufficiali” dimostrano come il concetto di crociata si sia fatto strada nelle diverse mentalità e come il papa l’abbia usato per fini politici, e dimostra anche come questo concetto si sia gradualmente distorto, fino a prestarsi a un’interpretazione sempre più larga e abusiva.

 

Riguardo queste crociate si hanno numerosi fonti, si può fare l’esempio della Crociata dei poveri di Pietro l’Eremita del 1096, o a quella del 1104, compiuta dai genovesi, che si impadronirono di Cesarea.

 

Ma indubbiamente le crociate che più hanno fatto discutere e dividere i contemporanei e gli storici sono state le cosiddette Crociate popolari, cioè masse di gente comune, povera che si aggregava spontaneamente e che, dopo l’individualizzazione di un leader, identificato come un inviato di Dio, affinché si compisse la liberazione dei luoghi sacri, si muoveva verso la Terrasanta.

 

Questi tentativi sono accomunati dal fatto che la gente più semplice ha voluto ottenere la liberazione dei luoghi sacri attraverso l’amore, l’umiltà e la penitenza e non attraverso la potenza tipica dei principi, siano essi laici o ecclesiastici.

 

Di queste spedizioni, quella che più è stata denigrata dai contemporanei, soprattutto dell’alto clero, ma che più ha affascinato le epoche successive è stata quella che viene definita come la Crociata dei fanciulli.

 

Stupore, indifferenza, disprezzo: sui primi del XIII secolo, esattamente intorno al 1212 secondo le fonti, questo era l’atteggiamento verso questo episodio, per allora fuori dal comune.

 

Non era la prima volta che grandi masse di povera gente si muovevano verso i luoghi sacri, un po’ per pellegrinaggio, un po’ per migrazione.

 

Ciò che provoca stupore o indignazione, stizza o meraviglia, preoccupazione o interesse in scrittori intenti a descrivere una serie di fenomeni ai quali era toccato assistere o del quale avevano sentito parlare è forse la composizione umana del movimento: un iter, o una peregrinatio di fanciulli, di “innocenti”.

 

L’atteggiamento dei cronisti è ostile; spesso per spiegare la vicenda e la sua tragica fine si ricerca una forza maligna, addirittura diabolica. Iter stoltorum, il cammino degli stolti, o stupidi bambini; nella stoltezza dei partecipanti si cerca una spiegazione a un avvenimento visto tutto sommato come inspiegabile. Analizziamo il vero perché di questa stultitia reale o presunta.

 

Il XIII secolo era stato un lungo periodo di clima ben mite, di incremento demografico, di impianto di nuovi insediamenti, di sviluppo dei commerci e delle arti. Fu il secolo del grande commercio mediteranno, delle cattedrali, della nascita degli Studia di Bologna e Parigi nuclei delle grandi università.

 

Ma fu anche un tempo di aspre contese: fra il papato e l’impero romano germanico, fra esso e l’impero bizantino, fra i regni cristiani d’Europa, fra le città dell’Italia centrosettentrionale.

 

Riguardo alle spedizioni in Terrasanta c’era un clima di sfiducia verso il clero e i grandi signori dell’aristocrazia, specie dopo l’esito della quarta crociata (1198-1204), indetta da Innocenzo III, che era culminata con il saccheggio di Costantinopoli e la creazione di un “impero latino” che ebbe breve e poco gloriosa vita, e la più stabile e profonda conseguenza che fu la perpetuazione della divisione fra Chiesa greca e Chiesa latina.

 

In più, nel 1209, vi fu l’aggravarsi della tensione in Provenza tra la Chiesa e i gruppi di eretici catari, che condusse alla prima vera crociata diretta non contro “pagani”, bensì contro gente ch’era formalmente ancora cristiana. Una crociata che implose all’interno della cristianità, desolando e sanguinando per lunghi anni, in quella che sarà conosciuta come la Crociata degli albigesi.

 

In questo terribile momento, in cui lo stesso pontefice era conscio della necessità di un rinnovamento intimo della Chiesa, vi fu un grande trionfo il 17 Luglio 1212 a Las Navas de Tolosa da parte dell’esercito di Alfonso di Castiglia, Pietro d’Aragona e Sancho di Navarra sugli infedeli, che rinfrancò l’intera Cristianità. Una vittoria cosi contro i musulmani non si era più avuta dopo la prima crociata.

 

Proprio in questo clima, secondo i contemporanei, vi fu la composizione di questi gruppi di fanciulli, sviluppatisi quasi contemporaneamente in due differenti zone europee: quello francese e quello tedesco.



 

 

COLLABORA


scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 

 

 

 

 

 

 


[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE]


 

.