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N. 57 - Settembre 2012 (LXXXVIII)

la funzione dei caraIbi per gli USa
LA GUERRA ISPANO-AMERICANA - PARTE III

di Christian Vannozzi

 

Le truppe spagnole, erano al comando del generale Valeriano Weyler, questi era  un uomo severo, intelligente, serio, ma anche spietato. Per isolare i ribelli, aveva inviato in campi di concentramento non solo gli insorti catturati, ma anche la parte di popolazione che simpatizzava con essi, senza alcun riguardo per vecchi, donne e bambini. A causa però di un’amministrazione incompetente e di un inadeguato regime sanitario, vi morirono moltissime persone.

 

Quasi tutto il territorio di Cuba, era diventato un immenso campo di concentramento. Queste disposizioni vennero da decreti in base ai quali il tradimento era punibile con la morte. Venivano conferiti ai comandanti militari, poteri giudiziari straordinari per processare e punire, comprese le sentenze capitali, coloro che contravvenivano ai decreti in questione.

 

Le atrocità di Weyler, ebbero un grosso eco sul movimento di liberazione che risiedeva a New York, il quale si diede da fare per mandare, per mandare sempre più armi e equipaggiamenti, e raddoppiò i suoi sforzi per far circolare le storie delle atrocità dei campi di concentramento, tanto che il segretario di stato dell’Unione, Olney, il 4 aprile del 1896, trasmise una nota a Madrid, spiegando che, se la situazione, non fosse cambiata, gli Stati Uniti, sarebbero stati costretti ad intervenire, per garantire la stabilità della zona.

 

Invitava quindi la Spagna, a concedere delle riforme, e a garantire autonomia politica ed amministrativa all’isola. I ribelli, però non furono d’accordo con il segretario di stato statunitense, ormai, dopo decenni di guerre e rivolte, chiedevano l’indipendenza, nel frattempo, i giornali trattavano sempre più articoli, sulle atrocità del generale Weyler, additando a lui, la colpa nell’incendiare le piantagioni di canne da zucchero, cosa che invece facevano i ribelli guidati dal comandante Maceo, per punire i proprietari terrieri che collaboravano con gli spagnoli.

 

Si arrivò anche all’attrito con gli Stati Uniti, quando  Weyler catturò una nave statunitense che trasportava armi per i ribelli, e condannò a morte due cittadini dell’Unione. Fortunatamente, il governo nordamericano, riuscì a far rimpatriare i due nordamericani catturati dagli spagnoli.

 

L’opinione pubblica degli Stati Uniti, era sempre più favorevole ad un intervento per porre fine agli “orrori” spagnoli, due testate giornalistiche di New York, il World, di Joseph Pulitzere e il Journal di William Hearst, intrapresero una gara per la diffusione di notizie sempre più senzazionali sulla rivolta cubana.

 

Ignorando le atrocità compiute dai ribelli,essi riempirono le proprie pagine di racconti esagerati e a volte inventati sulle atrocità spagnole. Questi articoli faziosi, vennero divorati da un pubblico nazionalista. Il presiedente Cleveland, cercò però di non farsi coinvolgere nella faccenda, cercando nuovamente la via diplomatica con la Spagna, affinché concedesse piena autonomia all’isola.

 

Le elezioni presidenziali, avevano dato la vittoria al partito repubblicano, con McKinley, che pur essendo cauto, perché non vedeva i benefici nel scatenare una guerra con la Spagna, aveva nel suo gabinetto, personaggi come Theodore Roosvelt, alla marina, che insieme ai giornali di New York e a parte del congresso, chiedevano a gran voce un intervento armato, contro le barbarie spagnole, e le proteste statunitensi contro il generale Weyler causarono  il rimpatrio dello stesso generale, che fu sostituito dal generale Ramon Blanco. Il nuovo generale, era favorevole a concedere una sorta di autogoverno.

 

La Spagna infatti, iniziava a rendersi conto che l’unico modo per porre fine al conflitto, era di garantire l’autogoverno dell’isola, concedendo due camere legislative, una elettiva e l’altra nominata dal capitano Generale,  che era anche il solo responsabile per gli affari esteri. Infine parità di diritti e di voto tra cubani e spagnoli.

 

Il 1898 offrì ai direttori dei giornali concorrenti, nuova esca da dare in pasto all’elettorato nordamericano. Il Journal , senza occuparsi minimamente, all’offerta dell’Home Role, fatta agli insorti cubani, da parte del governo spagnolo, pubblicò una lettera personale scritta dall’ambasciatore spagnolo a Washington, dove il presidente McKinley era descritto come “un imbelle volgare avido di procacciarsi l’applauso della plebaglia”.

 

Nel febbraio del 1898 gli USA inviarono all'Avana una corazzata, il Maine, ufficialmente allo scopo di proteggere i cittadini americani ivi residenti, minacciati dai continui scontri armati tra ribelli cubani e soldati spagnoli, ma in realtà come sfida anti-spagnola e sostegno morale ai cubani stessi.

 

Il 15 dello stesso mese tuttavia la nave saltò in aria, causando la morte di 260 marinai; non si seppero mai le cause dell'esplosione: sabotaggio spagnolo o degli insorti cubani, al fine di provocare l'intervento degli USA nel conflitto. Un’ inchiesta della marina statunitense, diede la colpa dell’accaduto a una bomba sottomarina senza però dichiararne la provenienza. Un’ inchiesta spagnola attribuì l’incidente ad un’ esplosione avvenuta all’interno della nave.

 

La richiesta del congresso, di entrare in guerra, raggiunse toni isterici,, un popolare e sintetico slogan, scosse il paese "Ricordiamoci del Maine!", “ A morte la Spagna!”. Il presidente Mc Kinley era contrario alla guerra, ma non aveva fatto i conti con l'opinione pubblica.

 

Da mesi infatti la stampa del gruppo Hearst, allora influentissima, eccitava la popolazione americana descrivendo le crudeltà spagnole a Cuba; la tragedia del Maine fu inoltre il pretesto per l'organizzazione di grandiose manifestazioni patriottiche in tutti gli Stati Uniti. Dopo settimane di esitazione, il presidente decise  di far uso della forza, ma non come si credette  un tempo, perché fosse troppo debole per resistere al clamore popolare , piuttosto perché perse gradualmente la fiducia  nella capacità della Spagna di porre fine al conflitto.

 

Il governo spagnolo, acconsentì tuttavia, alla richiesta degli Stati Uniti, di un armistizio immediato, e dello smantellamento dei campi di concentramento, ma il rifiuto spagnolo, di concedere l’indipendenza a Cuba, spinse il presidente McKinley l’11 aprile 1898, ad inviare al congresso  un messaggio in cui richiedeva l’intervento in guerra, Il 20 aprile, il congresso adottò una risoluzione congiunta, in cui riconosceva l’indipendenza di Cuba, e autorizzava il presidente a far uso della forza per espellere gli spagnoli dall’isola. Esso approvò anche l’emendamento Teller, negando qualunque intenzione di annettere Cuba.

 

La guerra Ispano-americana del 1898 rappresentava la liberazione americana dall’oppressione degli europei. Fu una breve guerra, voluta dalle correnti nazionaliste, per dimostrare la potenza economico-militare della Federazione nordamericana.

 

Cuba offriva l’esempio perfetto per dimostrare l’efficienza dell’esercito e della neo-marina statunitense. La sofferenza della popolazione che languiva sotto il giogo spagnolo, faceva appello ai sentimenti di cavalleria delle ex colonie del nord, d’ altro canto, gli investimenti di capitali e la speranza di buoni affari commerciali, rafforzavano l’argomento.


Il primo maggio la flotta americana attaccò le navi spagnole nella baia di Manila, nelle Filippine, e le mise fuori combattimento senza riportare perdite, costringendo inoltre alla resa la guarnigione spagnola; una volta assicuratasi la superiorità navale, i soldati americani sbarcarono a Cuba il mese successivo e sconfissero gli Spagnoli in alcune battaglie terrestri.

 

I soldati spagnoli si battevano bene contro le truppe americane ma dovevano anche lottare contro i ribelli cubani, molto bene organizzati, e contro la generale ostilità della popolazione. Il tre luglio quello che restava della flotta spagnola fu distrutto nel porto di Santiago, il 16 luglio la guarnigione spagnola della stessa Santiago si arrendeva dopo dodici giorni di bombardamenti navali e terrestri, ad agosto veniva occupata, senza incontrare resistenza, anche l'isola di Puerto Rico.

 

La "splendida piccola guerra", come fu definita dal segretario di Stato americano John Hay, era finita ed iniziarono subito i negoziati di pace; la Spagna era come tramortita dalla sconfitta inaspettata e non riuscì, in sede diplomatica, a difendere nessuna delle sue posizioni.

 

Gli Stati Uniti ottennero l'indipendenza per Cuba, che si diede una costituzione sul modello americano, e la cessione di Puerto Rico, che divenne uno "stato libero" associato agli Stati Uniti, dell'isola di Guam nel Pacifico e delle Filippine per 20 milioni di dollari.



 

 

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