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N. 19 - Luglio 2009 (L)

province romane
cappadocia

di Antonio Montesanti

 

La regione centro-orientale, parte dell'attuale Turchia, è una delle pochissime ad aver mantenuto il nome originario della provincia romana. Il suo particolarissimo carattere, sotto un profilo storico-geografico e ancor più territoriale-paesaggistico, la resero e la rendono uno dei territori più affascinanti dell'area euroasiatica.

La ricchezza della regione è testimoniata dalla storia che porta con se al suo interno: ricca di elementi antropologici e archeologici  la Cappadocia presenta dei giacimenti preistorici evoluti a Köskhöyük/Nigde, Asiklihöyük/Aksaray e nella Grotta di Civelek nei pressi di Nevsehir.

La civiltà che emana l’intero territorio si presenta già nei primi insediamenti e nell’uso dei primi mattoni crudi con i quali venne costruito un intero quartiere nella località chiamata Asikli Höyük, parte del Canyon di Aksaray's Ihlara.

La vicinanza con il Vicino Oriente rese la Cappadocia una chiara regione di passaggio ma ancor prima d’incontro. La necessità di accaparrarsi materie prime e allo stesso tempo di poter rivendere prodotti finiti spinse gli Assiri a insediarsi in quest’area attraverso colonie mercantili in Anatolia, il cui centro è stato stabilito si trovasse a Kanesh Kharum vicino Kültepe nella attuale provincial di  Kayseri con un’altra importante base a Kharum Hattush presso Bogazköy.

L’incontro di culture è ben attestato nella raccolta nota come "Cappadocia tablets": tavolette di terracotta con incisi antichi testi assiri in cuneiforme dove si attestano norme contrattuali confermate dalla presenza dell’introduzione di sigilli cilindrici.

Intorno al 2000 a.C. si stabiliscono in quest’area popolazioni provenienti dall’Europa attraverso il Caucaso che formarono in quest’area un vero e proprio impero, mescolandosi con la popolazione locale. La capitale di questo regno, o impero Ittita, fu stabilita ad Hattushash (o Hattusa attuale Bogazköy) con città satelliti a Alacahöyük and Alisar. 

L’impero si estendeva in quelle che saranno poi le province romane d’Asia orientale: Armenia, Mesopotamia, Cilicia and Syria, Galatia e Pontus. Alla fine dell’età del bronzo la regione è comunque ancora conosciuta con l’appellativo di Hatti o regione degli Hittiti.

Il crollo dell’impero Ittita si ebbe 800 anni dopo, quando un’altra popolazione, anch’essa di origine europea, forse balcanica, i Frigi, invasero queste regioni.

Tuttavia non ci fu un vero e proprio crollo, ma una sorta di assimilazione. Le popolazioni si fusero le une con le altre in una sorta di nuovo impero detto Tardo Impero Ittita con numerose ramificazioni o microimperi di cui, quello cappadoce, prese il nome di Regno Tabal.

Quest’ultimo cadde probabilmente alla metà del VII sec. a.C. per merito dei Cimmeri una popolazione di origine asiatica. Durante il VI sec. a.C. la regione è ancora una volta terra di conquista: sono i Lidi di Creso a conquistarla, anche se il potere durò pochi anni, ovvero fino a quando la regione, probabilmente non stabile, venne conquistata dai Persiani che la ebbero sotto il  loro impero per poco più di 200 anni, stabilendo un governo stabile che, eccetto per la questione delle tasse, lasciò piena indipendenza soprattutto nelle pratiche religiose. 

Il fatto che i Persiani trovarono una regione piuttosto confusa e non definita nella contestualizzazione politica, gerarchica e sociale è rispecchiato nel nome che gli invasori diedero alla regione: Katpatuka (paese dove si allevano i cavalli) come confermato da Erodot,o mentre dai Greci era chiamata Leucosyria dai loro abitanti Leucosyri (Siriani Bianchi).

Senofonte ci informa inoltre che la regione, prima più vasta, venne divisa dai Persiani stessi in due satrapie minori, la Cappadocia appunto e il Ponto e che sotto loro impero il suo frazionamento continuò ripetutamente tanto da distinguere una “Cappadocia Maggiore”, considerata la terza strapia dell’Impero Persiano, costellata da una serie di “cappadocie” minori

Non è chiaro se Alessandro il Grande sia riuscito a soggiogare l’area o meno, certo è che per lo meno fu liberata dai Persiani, anche se questo è discutibile, poiché Ariarate, un aristocratico persiano, alla morte di Alessandro divenne Re della Satrapia costituitasi regno indipendente (332-322 a.C.) annettendo buona parte della costa del Mar Nero. Il regno passò quindi ad Eumene per un brevissimo periodo, fino a quando il figlio di Ariarate I, riprese il controllo della situazione proseguendo l’eredità dinastica fino a giungere a Ariarate IV.

Con questo dinasta la Cappadocia entra formalmente in relazione con Roma prima come nemica appoggiando la causa di Antioco il Grande, quindi come alleata contro Perseo di Macedonia. Ariarate IV, affiancò i Romani nel II sec. a.C. incipiente contro Perseo di Macedonia, figlio di Filippo V. Dopo la vittoria di Roma lo stato s’ingrazio il favore di Roma rimanendo favorevole alla politica romana per due secoli.

Quindi i re si appoggiarono alla Republica contro il potere dei Seleucidi ai quali erano stati per tempo e tempo loro tributari. Ariarate V marciò al fianco del proconsole romano Publius Licinius Crassus Dives Mucianus contro Aristonico, un pretendente al trono di Pergamo, annientandolo totalmente (130 BC). In seguito alla sua morte Mitridate s’inseri’ nella questione dinastica cercando di accaparrarsi la regione.

I Cappadoci, per questo, appoggeranno Roma durante la Guerra contro Mitridate VI. Dopo la sua sconfitta i Romani elessero un signore locale Ariobarzane che successe al trono nel 93 a.C. Tuttavia nello stesso anno il re d’Armenia Tigrane il Grande, invase la Cappadocia scacciando il re Ariobarzane e incoronando Gordio come nuovo re-cliante di Cappadocia, creando in questo modo uno stato-cuscinetto per l’interferenza romana. Tutto questo si ebbe fino a quando Roma non depose i re di Ponto e Armenia rimettendo sul trono Ariobarzane (63 a.C.).

Durante la Guerra civile la Cappadocia fu dapprima dalla parte di Pompeo e quindi dopo la vittoria di Farsalo, appoggiò Cesare, mantenendo la sua indipendenza.

Sappiamo che ancora ai tempi di Strabone il regno di Cappadocia esisteva ed era pienamente indipendente. Il distretto della Cappadocia detta “Cilicia” aveva come capitale la città di Mazaca successivamente detta Caesarea (moderna Kayseri), che diverrà capitale dell’intero paese  e che sarà anche l’unica città dell’intera regione e poi provincia, insieme a Tyana, quest’ultima non lontana dalle pendici del Taurus.

Lentamente la dinastia di Ariobarzane si estinse e un certo Archelao regnò al suo posto stando prima dalla parte dei Cesaricidi, poi di Antonio e per poi procacciarsi subito dopo il favore di Ottaviano mantenendo così l’indipendenza tributaria fino al 17 d.C. quando sotto l’imperatore Tiberio, la Cappadocia venne definitivamente proclamata provincia dal suo primo governatore: Germanico.

La capitale, come lo era stata nel passato, rimase Cesarea sotto il governo di un legatus Augusti di rango equestre o procuratore nominato direttamente dall’imperatore.

Durante l’anno dei Quattro imperatori, 69 d.C. la Cappadocia ricevette il primo governatore di rango senatoriale: Gnaeus Pompeius Collega. Questo accadde probabilmente quando questa, per un breve periodo, venne unita alla Galazia e gli fu annessa la Commagene. Duarante il tardo I sec. d.C. o agli inizi del II con Traiano, divenne nuovamente autonoma e le vennero assegnate porzioni consistenti delle provincie di Ponto e Armenia Minor.

Durante l’impero la Cappadocia rimase ampliamente una provincia pacificata all’interno e tuttavia con funzione d’importante baluardo contro I nemici sul fronte orientale. Tuttavia la sua fama non fu mai tale da farla considerare una delle provincie più importanti per l’impero. A partire dal regno di Vespasiano fu sede della Legio XII Fulminata con sede a Melitene, considerato anche primo bastione della cristianità, mentre la III Scythica era stazionata a Satala lungo il confine armeno. La Legio XVI Flamia Firma, successivamente sostituita dalla XV Apollinaris, aveva il con il compito di controllare la frontiera lungo Samostata lungo il confine con la Mesopotamia sul fiume Eufrate e tutte comunque erano sotto il controllo del governatore di Siria.


Di estrema importanza militare, in questa provincia sarà la presenza lungo la costa orientale del Mar Nero della base navale di Trapezus o Trapezunte (Trebisonda o in turco Trabzon).

Durante il regno di Adriano il governatore Arriano di Nicomedia, autore dei libri su Alessandro Magno fu impegnato in combattimenti contro la tribù degli Alani. Nel 161, Marcus Sedatius Severianus venne sconfitto dai Parti e la legione VIIII Hispania totalmente annichilita. Durante il passaggio di consegne tra Antonino Pio e Marco Aurelio, i Parti cercarono di trarre beneficio dalla situazione. In oriente venne mandato Lucio Vero che riuscì comunque ad ottenere buoni risultati.

Durante il periodo di Settimio Severo la Cappadocia fiorì ma pochi anni dopo, nel 256 d.C. dopo il collasso dell’impero Partico, sostituito da quello Sassanide, la provincia venne immediatamente attaccata e nel 260 invasa e le città di Caesarea, Tyana, Comana, Cybistra e Sebastea vennero saccheggiate. In seguito a questo avvenimento Gordiano III decise di munire Cesarea di imponenti mura difensive.

La provincia seguì la riforma provinciale di Diocleziano in cui i territori Ponto e Armenia Minore vennero separati costituendo così l’antica e originaria regione sotto la Diocesi del Ponto.

 

Nei tardi anni ’30 del IV sec. d.C. la parte più orientale venne suddivisa in Armenia Minor Prima con capitale Satala (Sadağ)e Armenia Minor Seconda con capitale Melitene (Malatya), mentre la Lycaonia divenne provincia indipendente con capoluogo Iconio - Iconicum. Nel 371, l’imperatore Valente ne distaccò la parte sud-occidenatale intorno a Tyana (Bor) che divenne la provincia Cappadocia Secunda sotto il controllo di un praeses mentre la rimanente divenne Cappadocia Prima, sotto il controllo di un consularis.



 

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