.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]


RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


 

 

 

 

.

filosofia & religione


N. 87 - Marzo 2015 (CXVIII)

"MA VOI, CHI DITE CHE IO SIA?"
Breve
biografia di Gesù di Nazaret - PARTE vi
di Giorgio Giannini

 

I Vangeli Canonici narrano che durante il suo ministero, Gesù incontra molte persone che lo criticano perchè non accettano la sua interpretazione e la sua applicazione della Legge Ebraica. Chi sono?

 

Sicuramente, i Farisei e gli Scribi, con i quali Gesù “polemizza” spesso, come racconta il Vangelo secondo Matteo, nel quale Gesù critica pubblicamente il loro eccessivo “formalismo” e li chiama «ciechi e guide di ciechi» (Mt 15,16), «ipocriti» (Mt 23,13-14 e 23-25), «sepolcri imbiancati» (Mt 23,27), «serpenti e razze di vipere». (Mt 23,33)

 

Gesù critica anche i Sadducei perchè secondo Lui «non conoscevano le Scritture e neppure la potenza di Dio» (Mt 22,29). Inoltre, Gesù li accusa di gestire il culto e gli affari economici del Tempio di Gerusalemme senza scrupoli, badando solo ad arricchirsi. L’apice della sua condanna contro di loro è la cosiddetta “cacciata dei mercanti dal Tempio”, raccontata nel Vangelo secondo Giovanni. (Gv 2,13-16)

 

Pertanto, Gesù, nel suo ministero, dice agli ascoltatori: «Fate attenzione e guardatevi dal lievito dei Farisei e Sadducei» (Mt 16,6)

 

Gesù critica anche i Capi dei Sacerdoti (compreso il Sommo Sacerdote) e gli Anziani del Sinedrio, i quali “tennero consiglio per catturare Gesù con un inganno e per farlo morire» .( Mt 26,4; Mc 14,1; Gv 11,53)

 

Al riguardo, i Vangeli Canonici (Mt 26, 3-5; Mc 14,1-2; Gv 11,45-57) narrano una “congiura contro Gesù, per “ucciderlo”, preparata da tutti i suoi “nemici”, che si realizza durante il periodo della Pasqua, a Gerusalemme, quando è catturato, processato e crocifisso.

 

In particolare, nel Vangelo secondo Matteo è scritto che, due giorni prima della Pasqua « i Capi dei Sacerdoti e gli Anziani del popolo si riunirono nel palazzo del Sommo Sacerdote, che si chiamava Caifa, e tennero consiglio per catturare Gesù con un inganno e farlo morire. Dicevano però:Non durante la festa, perchè non avvenga una rivolta fra il popolo». (Mt 26,3-5)

 

Secondo questo passo del Vangelo, i Sacerdoti ed gli Anziani del Sinedrio decidono di catturare Gesù con un «inganno», ma non in occasione della festa della Pasqua, quando molte migliaia di persone affluiscono a Gerusalemme, perché temono una «rivolta fra il popolo», oltre ad una reazione violenta da parte dei suoi seguaci, in caso di suo arresto. Questo passo dimostra quindi che Gesù ha molto seguito «fra il popolo», (forse perchè predica la ribellione contro i Romani ? ), tanto da temere una «rivolta».

 

Anche nel Vangelo secondo Marco, il racconto della “congiura” è simile. Infatti, è scritto:« Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Azzimi e i Capi dei Sacerdoti e gli Scribi cercavano il modo di catturarlo con un inganno per farlo morire. Dicevano infatti:Non durante la festa, perchè non vi sia una rivolta del popolo». (Mc 14,1-2)

 

Nel Vangelo secondo Giovanni sono illustrate le motivazioni della “congiura contro Gesù”, da parte dei Sacerdoti e dei Farisei, che hanno deciso di “ucciderlo”. (Gv 11,53)

Innanzitutto, la “congiura” nasce subito dopo la notizia della resurrezione di Lazzaro, dato che alcuni di coloro che avevano assistito al miracolo «andarono dai Farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i Capi dei Sacerdoti ed i Farisei riunirono il Sinedrio e dissero: Che cosa facciamo? Questo uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro Tempio e la nostra Nazione». (Gv 11,46-48)

 

Interviene il Sommo Sacerdote Caifa, che dice: «è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo e non vada in rovina la Nazione intera». (Gv 11,50)

 

Questo passi sembrano essere inseriti nel Vangelo per annunciare la distruzione di Gerusalemme e del Tempio, che in effetti avviene dopo la ribellione del 66-70. Questi passi sono anche la prova che il Vangelo giovanneo è stato scritto dopo il 70, cioè dopo la distruzione di Gerusalemme e del Tempio.

 

Quindi, Caifa «profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione ... Da quel giorno decisero di ucciderlo». (Gv 11,51-53)

 

Dal tenore del discorso del Sommo Sacerdote, sembra che Gesù abbia compiuto azioni (“segni”) talmente gravi da provocare la “rovina” della intera Nazione, se i Romani lo sapessero. Di cosa si tratta? Probabilmente, Gesù ha intenzione di attuare una rivolta contro i Romani. In questo caso, Egli è il Capo degli Zeloti.

 

Caifa pensa che eliminando Gesù, si possa salvare la Nazione ebraica (dalla repressione romana) e pertanto «da quel giorno decisero di ucciderlo». (Gv 11,53)

 

Il Vangelo giovanneo racconta due fatti nuovi, non raccontati nei Vangeli Sinottici, che evidenziano maggiormente l’esistenza della “congiura contro Gesù”. Infatti, Gesù probabilmente aveva saputo della “congiura contro di lui e «dunque non andava più in pubblico tra i Giudei,ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto,in una città chiamata Efraim, dove rimase con i suoi discepoli» (Gv 11,54)

 

Gesù, quindi, non si sente “sicuro” a predicare pubblicamente tra i Giudei, forse perché teme di essere arrestato e pertanto si ritira per alcuni giorni con i suoi Discepoli in un luogo considerato più sicuro, nel deserto, nella città di Efraim.

 

Intanto, «Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salivano a Gerusalemme ... per purificarsi». Allora, i membri del Sinedrio, che vogliono la morte di Gesù, si chiedono: « Non verrà alla festa?». Inoltre, «i Capi dei Sacerdoti ed i Farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse,perché potessero arrestarlo».( Gv 11,55-57)

 

In questo passo giovanneo è chiaro che i Capi dei Sacerdoti ed i Farisei vogliono arrestarlo perchè ordinano a « chiunque sapesse dove si trovava» di denunciarlo.

 

Inoltre, i Capi dei Sacerdoti «decisero di uccidere anche Lazzaro» perché «una grande folla di Giudei» era accorsa a Betania, nella casa di Lazzaro, per vedere sia Gesù che Lazzaro, che Egli aveva «resuscitato dai morti». (Gv 12,9-10)

 

Perché i Capi dei Sacerdoti vogliono uccidere anche Lazzaro? Probabilmente perché è un testimone vivente della potenza di Gesù, dato che l’ha «resuscitato dai morti», ed anche perchè «molti Giudei se ne andavano e credevano in Gesù», cioè abbandonavano l’ebraismo e diventavano seguaci di Gesù e la sua “fama” aumentava.(Gv 12,11)

 

Forse la causa principale della “congiura contro Gesù” è il fatto che nella casa di Lazzaro, «sei giorni prima della Pasqua», durante una cena, c’è stata l’unzione di Gesù da parte di Maria, la sorella di Lazzaro. (Gv 12,1-3)

 

Probabilmente, attraverso l’unzione, Gesù è stato proclamato come il Cristo (Messia) atteso da tanto tempo dai Giudei, che quindi accorrono a vedere Lui e non Lazzaro. Questa ipotesi è avvalorata dal fatto che «Il giorno seguente, la grande folla che era venuta alla festa (di Pasqua), udito che Gesù veniva a Gerusalemme,prese dei rami di palme ed uscì incontro a Lui gridando: Osanna!\ Benedetto colui che viene nel nome del Signore\ il Re di Israele!».(Gv 12,12-13)

 

Pertanto, il giorno seguente alla sua unzione, Gesù entra a Gerusalemme, in groppa ad «un asinello», accolto trionfalmente, come « Re di Israele», cioè come Messia, dalla «grande folla …venuta alla festa» di Pasqua.

 

L’ipotesi che Gesù è considerato il nuovo “Re di Israele”, è avvalorata dal fatto che durante l’interrogatorio davanti a Pilato, questi gli chiede: « Sei tu il Re dei Giudei?” (Gv 18, 33).

 

Pertanto, tutti questi fatti allarmano molto i Capi dei Sacerdoti, i Farisei, gli Scribi e gli altri membri del Sinedrio, che organizzano la cattura di Gesù “per ucciderlo”.

 

Nel Vangelo secondo Luca non si narra apertamente, come negli altri tre Vangeli, di una “congiura contro Gesù, ma è scritto che Egli «durante il giorno insegnava nel Tempio;la notte, usciva (dalla città di Gerusalemme) e pernottava all’aperto sul monte detto degli Ulivi. E tutto il popolo di buon mattino andava da lui nel Tempio ad ascoltarlo». (Lc 21,37-38)

 

Pertanto, è chiaro che Gesù non si fida a dormire in città perché probabilmente teme di essere arrestato per quello che predica. Quindi va a dormire (se le condizioni del tempo lo permettono) sul Monte degli Ulivi, con i suoi Discepoli. Poi, la mattina presto va in città e predica nel Tempio e nessuno osa fermarlo perché «tutto il popolo» lo ascolta e quindi è “dalla sua parte”.

 

Coloro che congiurano contro di lui e vogliono la sua morte, temono che, se l’avessero arrestato quando predicava nel Tempio, ci sarebbe stata una rivolta popolare. Quindi «i Capi dei Sacerdoti e gli Scribi cercavano in che modo toglierlo di mezzo» (Lc 22,1-2), cioè aspettavano il momento favorevole per arrestarlo, quando era solo con i suoi Discepoli. E questo avviene, con la complicità di Giuda Iscariota, in cui è “entrato” Satana, che va “a trattare con i Capi dei Sacerdoti ed i Capi delle guardie sul modo di consegnarlo a loro» e, dopo essersi accordato per un compenso di 30 monete d’argento, cerca “l’occasione propizia per consegnarlo a loro, di nascosto dalla folla» .(Lc 22,3-6)

 

L’occasione è dopo la “cena pasquale”, dato che la notte Gesù va con i Discepoli nell’orto del Getsemani, alle pendici del Monte degli Ulivi, è Giuda lo riferisce ai Capi dei Sacerdoti, che organizzano la cattura di Gesù.

 

L’Ultima Cena

 

Secondo i Vangeli Sinottici, la cosiddetta “ultima cena”, che Gesù fa con gli Apostoli a Gerusalemme, per celebrare la Pasqua, in un luogo non precisato, indicato vagamente solo nel Vangelo secondo Matteo e nel Vangelo secondo Marco, è la “cena pasquale ebraica”, che gli ebrei fanno all’inizio del giorno di Pasqua (che in quell’anno ricorre venerdi 15 Nisan), cioè la sera del giorno precedente, giovedì 14 Nisan. Infatti, secondo il calendario lunare ebraico, il giorno inizia al tramonto del sole e termina al tramonto del sole del giorno successivo.

 

In merito al luogo in cui si celebra la Pasqua, nel Vangelo secondo Matteo, Gesù ,«il primo giorno degli Azzimi » dice ai Discepoli di andare in città (a Gerusalemme) «da un tale» , al quale avrebbero dovuto dire: «Il Maestro dice: il mio tempo è vicino: farò la Pasqua da te con i miei discepoli. I Discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù e prepararono la Pasqua». (Mt 26,17-19)

 

Nel Vangelo secondo Marco, il racconto è più articolato. Infatti, Gesù, sempre «il primo giorno degli Azzimi,quando si immolava la Pasqua», manda due Discepoli in città dicendo loro: «…vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua: seguitelo. La dove entrerà,dite al padrone di casa:il Maestro dice: Dov’è la mia stanza,in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala,arredata e già pronta;lì preparerete la cena per noi». I Discepoli “andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua». (Mc 14,12-16)

 

Nel Vangelo secondo Luca, il racconto è identico a quello del Vangelo secondo Marco. (Lc 22 7-13)

 

Invece, nel Vangelo secondo Giovanni, la cena non è la “cena pasquale ebraica”, ma un’altra cena, durante la quale Gesù lava i piedi ai Discepoli, probabilmente di commiato da essi, dato che si avvicina la “sua ora” (la sua passione, morte e resurrezione). (Gv 13,1-20)

 

Forse è una cena pasquale fatta seguendo il calendario liturgico esseno, che è diverso da quello ebraico ufficiale.

 

Secondo il Vangelo giovanneo, la cena ha avuto luogo probabilmente martedì 11 Nisan, cioè tre giorni prima di quello indicato nei Vangeli Sinottici (giovedì 14 Nisan).

 

Durante la cosiddetta “ultima cena”, ci verificano tre episodi significativi: l’annuncio di Gesù che uno dei discepoli lo avrebbe tradito; l’annuncio di Gesù a Pietro che lo avrebbe rinnegato tre volte prima dell’alba, annunciata dal canto di un gallo; l'istituzione dell’Eucarestia, che però non è narrata nel Vangelo secondo Giovanni.

 

Il Tradimento di Giuda

 

Riguardo al tradimento di Giuda, il racconto dei Vangeli Canonici è differente. Infatti, nel Vangelo secondo Matteo, Gesù dice: « ...guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo che non fosse mai nato! Giuda il traditore disse: Rabbi sono forse io? Gli rispose:Tu l’hai detto».(Mt 26,20-25)

 

Nel Vangelo secondo Marco, la scena è simile, con Gesù che dice:«uno di voi,colui che mangia con me mi tradirà»,ma non interviene Giuda. Invece, l’anatema di Gesù contro il traditore è lo stesso. (Mc 14,17-21)

 

Nel Vangelo secondo Luca, il racconto avviene dopo l’Eucarestia ed è più articolato. Infatti Gesù dice: « la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola…..guai a quell’uomo...Allora essi (i Discepoli) cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo. E nacque tra loro anche una discussione:chi di loro fosse da considerare più grande». (Lc 22,21-24)

 

Nel Vangelo secondo Giovanni, il racconto è più ampio e particolareggiato. Infatti, Gesù annuncia il tradimento, dicendo: «Uno di voi mi tradirà». Allora, Simon Pietro fa cenno al discepolo «che Gesù amava» e che «si trovava a tavola al fianco di Gesù» di chiedere chi fosse il traditore. Costui, «chinandosi sul petto di Gesù,gli disse:Signore chi è ? Rispose Gesù:È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò. E intinto il boccone,lo prese e lo diede a Giuda,figlio di Simone Iscariota» , dicendogli «quello che vuoi fare, fallo presto».

 

Sentendo queste parole, gli altri Discepoli pensano che Gesù abbia incaricato Giuda di preparare la «festa» (della Pasqua) o di «dare qualche cosa ai poveri», dato che «teneva la cassa», era cioè il tesoriere del “gruppo”. (Gv 13,21-29)

 

Da questo passo del Vangelo giovanneo, è evidente che anche il Padre di Giuda, Simone, in base al suo appellativo Iscariota, è probabilmente un sicario, cioè uno Zelota.

 

Il rinnegamento di Gesù da parte di Pietro

 

Anche l’annuncio di Gesù del suo rinnegamento da parte di Pietro è differente nei Vangeli Canonici, innanzitutto riguardo alla cronologia dell’evento, cioè al momento in cui avviene il fatto.

 

Infatti, nel Vangelo secondo Matteo, dopo la cosiddetta “ultima cena”, tutti vanno “verso il monte degli Ulivi» e Gesù dice ai Discepoli: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo» e cita la profezia di Zaccaria «Percuoterò il pastore / e saranno disperse le pecore del gregge» (Zaccaria 13,7), che probabilmente significa la dispersione dei Discepoli dopo la sua cattura.

 

Pietro gli dice:«Io non mi scandalizzerò mai», è Gesù gli risponde: «In verità,io ti dico:questa notte,prima che il gallo canti,tu mi rinnegherai tre volte». Pietro e gli altri Discepoli gli rispondono che non l'avrebbero mai rinnegato. (Mt 26,30-35)

 

Nel Vangelo secondo Marco, dopo essere usciti per andare al «monte degli Ulivi», Gesù dice ai Discepoli:« Tutti rimarrete scandalizzati,perché sta scritto:Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse. Ma dopo che sarò risorto,vi precederò in Galilea». Pietro gli risponde: «Anche se tutti si scandalizzeranno,io no!» ed allora Gesù gli dice:« In verità ti dico:Proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». Pietro replica:«Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò. Lo stesso dicevano anche tutti gli altri». (Mc 14,26-31)

 

Nel Vangelo secondo Luca, invece, l’annuncio di Gesù è posto durante la cena, prima di andare nell’orto del Getsemani. Infatti, Gesù, durante la cena, mette in discussione la fede di Pietro, che gli dice: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». Gesù gli risponde: «Pietro, io ti dico:Oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte abbia negato di conoscermi ». (Lc 22,33-34)

 

Nel Vangelo secondo Giovanni, il racconto è più articolato. Infatti, dopo essere usciti dal luogo in cui hanno celebrato la cena (che non è precisato), Gesù dice ai Discepoli: « Figlioli ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma dove vado io, voi non potete venire». Pietro gli chiede:«Signore dove vai?» e Gesù gli risponde:«Dove io vado,tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro replica: « Signore, perchè non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!» e Gesù gli dice: « Darai tu la vita per me? In verità,in verità io ti dico:non canterà il gallo,prima che tu non mi abbia rinnegato tre volte». (Gv 14,33-38)

 

In base a quello che è scritto nei passi suddetti dei quattro Vangeli, anche il contenuto dell’annuncio del rinnegamento di Gesù da parte di Pietro è in parte differente. Infatti, nel Vangelo secondo Marco Gesù dice a Pietro che lo avrebbe rinnegato tre volte prima che il gallo avesse cantato due volte, mentre negli altri tre Vangeli il rinnegamento di Gesù, sempre per tre volte da parte di Pietro, avviene prima che il gallo canti una sola volta.

 

La celebrazione dell’Eucarestia

 

Il racconto della celebrazione della Eucarestia, è simile nei tre Vangeli Sinottici. In particolare,nel Vangelo secondo Matteo, è scritto: «Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e mentre lo dava ai discepoli, disse: “Prendete,mangiate:questo è il mio corpo”. Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro dicendo: “Bevetene tutti perché questo è il mio sangue dell’alleanza,che è versato per molti per il perdono dei peccati. Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel Regno del Padre mio». (Mt 26,26-29)

 

In questi passi, Gesù dice chiaramente agli Apostoli che il pane è il suo « corpo» e che il suo sangue è «versato per molti, per il perdono dei peccati».

 

Nel Vangelo secondo Marco, il racconto è molto simile. Infatti, « Mentre mangiavano, (Gesù) prese il pane e recitò la benedizione,lo spezzò e lo diede loro,dicendo: “Prendete:questo è il mio corpo”. Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: “Questo è il mio sangue dell’alleanza,che è versato per molti. In verità vi dico che non berrò mai più il frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel Regno di Dio». (Mc 14 22-25)

 

In questo passo non compare il riferimento di Gesù del suo sacrificio finalizzato al «perdono dei peccati».

 

Nel Vangelo secondo Luca, il racconto è più ampio. Infatti, «Quando venne l’ora,prese posto a tavola e gli Apostoli con lui, e disse loro: Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non mangerò più, finchè essa non si compia nel Regno di Dio. E ricevuto un calice, rese grazie e disse: “Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io ... non berrò più del frutto della vite...”... Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo,che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. E,dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi”». (Lc 22,14-20)

 

In questo racconto, Gesù si compiace di stare ancora una volta con i suoi Discepoli prima della suapassione”. Poi prende il calice per due volte e la prima volta lo utilizza come strumento comune di libagione, dato che vi bevono tutti i presenti. Anche in questo Vangelo, come nei precedenti, Gesù dice che non berrà più il «frutto della vite».Poi, mentre da il pane ai Discepoli, dice loro chiaramente «fate questo in memoria di me», cioè li invita a tramandare in perpetuo la cerimonia, che poi sarà chiamata Eucarestia.

 

Nel Vangelo secondo Giovanni, è raccontato durante la cena un fatto nuovo: la lavanda dei piedi degli Apostoli. Infatti, Gesù, «durante la cena… si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli ed a asciugarli con l’asciugamano con cui si era cinto… Quando ebbe lavato i piedi, riprese le sue vesti,sedette di nuovo e disse loro: Capite quello che ho fatto per voi?Voi mi chiamate il Maestro ed il Signore, e dite bene, perchè lo sono. Se, dunque io, il Signore e il Maestro,ho lavato i piedi a voi,anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio…». (Gv 13,2-5)

 

Il gesto che compie Gesù, che, nonostante sia « il Maestro ed il Signore», lava i piedi ai suoi Discepoli, è una dimostrazione di grande umiltà ed invita i suoi Discepoli a fare altrettanto, cioè ad essere umili verso gli altri, perché lui ha dato loro «un esempio».

 

Anche nel Vangelo secondo Luca è narrato un fatto nuovo. Infatti, prima di uscire per andare al Monte degli Ulivi, Gesù dice agli Apostoli: «... Chi non ha una spada, venda il mantello e ne compri una». Loro gli dicono «Signore, ecco qui due spade» ed Egli dice:«Basta!». (Lc 22,36-38)

 

Questo passo è singolare perché Gesù invita chiaramente gli Apostoli ad armarsi, in contrasto con il messaggio di pace che Egli predica. Questo passo,quindi, avvalora l'ipotesi che almeno una parte degli Apostoli sono Zeloti e che probabilmente Gesù è il loro Capo e predica la ribellione contro Roma.

La Passione di Gesù

 

Cronologia dei fatti

 

Nei Vangeli Canonici il contenuto dei fatti narrati nella cosiddetta “passione “ di Gesù, dopo la “ultima cena” con gli Apostoli (la cattura nell’orto del Getsemani; l’interrogatorio davanti al Sommo Sacerdote; il processo prima davanti al Sinedrio e poi davanti al Procuratore romano Ponzio Pilato; la crocifissione; la morte; la resurrezione) è talvolta anche molto differente, con l’aggiunta di eventi particolari, riportati solo in un Vangelo, come l’interrogatorio di Gesù davanti all’ex Sommo Sacerdote Anna, suocero del Sommo Sacerdote in carica, Caifa, che è narrato solo nel Vangelo secondo Giovanni (Gv 18,12-23) e come l’invio di Gesù, da parte di Pilato, al Re della Galilea Erode Antipa, che si trova a Gerusalemme per celebrare la Pasqua, che è narrato solo nel Vangelo secondo Luca ( Lc 23,6-12).

 

Nel Vangelo secondo Giovanni, inoltre, manca il processo a Gesù davanti al Sinedrio. Anche la cronologia dei fatti narrati è diversa. Infatti, in merito al giorno in cui muore Gesù, dopo essere stato crocifisso, i quattro Vangeli Canonici concordano sul fatto che è venerdì. Però, differiscono riguardo al giorno del mese di Nisan, che è il primo del calendario ebraico e cade a cavallo degli attuali mesi di marzo e di aprile.

 

Infatti, nei Vangeli Sinottici, Gesù muore venerdì 15 del mese di Nisan, in cui cade, in quell’anno, la Pasqua, che, secondo la cronologia dell’Era Cristiana, corrisponde al 7 aprile dell’anno 30.

 

Invece, nel Vangelo secondo Giovanni Gesù muore venerdì 14 Nisan, che è la “parasceve” della Pasqua, cioè il giorno di preparazione alla Pasqua, cioè il giorno precedente alla Pasqua, che cade sabato 15 Nisan.

 

Pertanto, sabato 15 Nisan, secondo il Vangelo giovanneo, è una doppia festa, perché oltre ad essere il giorno festivo della settimana, in cui non si può svolgere alcuna attività, dato che è dedicato alla preghiera a Dio ed al riposo, è anche Pasqua.

 

Poiché, in base al calendario lunare ebraico, il giorno inizia al tramonto del sole e finisce al tramonto del sole nel giorno successivo, secondo i Vangeli Sinottici, la Pasqua, che cade venerdì 15 Nisan, inizia al tramonto del giorno precedente, cioè giovedì 14 Nisan, quando si fa la “cena pasquale ebraica”, durante la quale si usa mangiare l’agnello pasquale, macellato ritualmente nel Tempio nelle ore precedenti, cioè al mattino o al pomeriggio di giovedì 14 Nisan, che è la “parasceve”, cioè la preparazione alla Pasqua.

 

Pertanto, i fatti della “passione”, secondo i Vangeli Sinottici, si svolgono dalla sera del giovedì 14 Nisan, che segna l’inizio della Pasqua, con la “cena pasquale ebraica”, fino alla sera di venerdì 15 Nisan, che è il giorno di Pasqua.

 

È però improbabile che tutte le vicende della “passione” di Gesù si svolgan in poche ore, per giunta durante il giorno della Pasqua, che è la festa più importante per gli ebrei ( dato che ricorda la fine della loro schiavitù in Egitto e la loro partenza per raggiungere la “terra promessa”), durante la quale non si può svolgere alcuna attività e quindi si osserva un riposo assoluto.

 

Inoltre, non si possono convocare le decine di persone, membri del Sinedrio, in poche ore e per di più in piena notte. Infatti, il Sinedrio aveva una procedura di convocazione, che non è affatto rispettata, nella cosiddetta “cronologia breve “, che si ricava dalla narrazione dei Vangeli Sinottici.

 

Gli esegeti cristiani, soprattutto cattolici, hanno giustificato la “cronologia breve“, sostenendo che gli Evangelisti dei Vangeli Sinottici narrano lo scorrere in poche ore delle vicende della “passione” di Gesù, dalla sera di giovedì 14 Nisan al pomeriggio di venerdì 15 Nisan (che è Pasqua), per esigenze di “semplificazione catechistica”, cioè per far meglio comprendere a persone semplici e non acculturate la storia di Gesù. Del resto, la stessa ”semplificazione”, è stata fatta per raccontare il ministero pubblico (cioè la predicazione) di Gesù, che secondo i Vangeli Sinottici si svolge in pochi mesi, a cavallo di due anni, dall’autunno del primo anno alla primavera dell’anno seguente, mentre in base al Vangelo secondo Giovanni si svolge attraverso tre (o quattro) Pasque e quindi nell’arco di due o tre anni “pieni”.

 

Invece, nel Vangelo giovanneo, i fatti della passione di Gesù sono raccontati con una “cronologia lunga”.Infatti, la cena ha luogo probabilmente martedì 11 Nisan, cioè tre giorni prima di quello indicato dai Vangeli Sinottici (giovedì 14 Nisan).

 

Pertanto, considerato che, secondo il Vangelo giovanneo, Gesù è morto venerdi 14 Nisan, che era il giorno precedente la Pasqua ( che cadeva sabato 15 Nisan), gli eventi della “passione” si sono svolti, non in poche ore ( come secondo i Vangeli Sinottici), ma nell’arco di tre giorni, dalla sera del martedì 11 Nisan al pomeriggio di venerdi 14 Nisan, quando Gesù muore.

 

Pertanto,questa “cronologia lunga” o “cronologia giovannea” appare più realistica per giustificare tutte le vicende, alquanto complesse, della “passione” di Gesù, dal suo arresto nell’orto del Getsemani fino alla sua crocefissione sul Golgota.

 

La cattura di Gesù

 

Anche le modalità della cattura di Gesù sono narrate nei Vangeli Canonici con qualche differenza e c’è anche un episodio narrato solo nel Vangelo secondo Marco.

 

Nel Vangelo secondo Matteo,dopo la cosiddetta “ultima cena”, Gesù va con gli Apostoli nell’orto del Getsemani e dice loro di sedersi mentre lui va a pregare. Quindi torna e prende con sè Pietro ed i figli di Zebedeo (Giacomo e Giovanni) e si allontana con loro per pregare, ma essi si addormentano. Gesù li sveglia e li invita a vegliare ed a pregare. Quindi si allontana di nuovo e quando ritorna li trova di nuovo addormentati. Non li sveglia e si allontana per la quarta volta per pregare. Quindi ritorna e li sveglia dicendo «Alzatevi,andiamo! Ecco,colui che mi tradisce è vicino». Mt 26,36-46).

 

Infatti, sta arrivando Giuda «con una grande folla con spade e bastoni,mandata dai Capi dei Sacerdoti e dagli anziani del popolo». Giuda si avvicina a Gesù, lo saluta dicendogli «Salve Rabbì!» e lo bacia. Allora, gli altri «si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono».

 

Uno dei discepoli «impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del Sommo sacerdote, staccandogli un orecchio». Gesù però gli dice: «Rimetti la tua spada al suo posto, perchè tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno». Poi Gesù si rivolge alla folla dicendo: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi,con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel Tempio a insegnare e non mi avete arrestato». Intanto, «tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono». (Mt 26,47-56)

 

Questo passo dimostra chiaramente che almeno un Apostolo è armato e questo è in contrasto con il messaggio di pace predicato da Gesù. Il passo, quindi, avvalora l'ipotesi che ameno una parte degli Apostoli sono Zeloti.

 

Nel Vangelo secondo Marco, il racconto è pressochè identico, con la sola differenza (minima) che i figli di Zebedeo, che Gesù porta con sé, insieme con Pietro, per pregare nell'orto del Getsemani, sono indicati con i loro nomi: Giacomo e Giovanni.

 

Nel Vangelo è raccontato un fatto nuovo: fa folla che sta portando via Gesù è seguita da «un ragazzo,che aveva addosso soltanto un lenzuolo». Lo afferrano, ma lui «lasciato cadere il lenzuolo,fuggì via nudo». (Mc 14,26- 52)

 

Nel Vangelo secondo Luca, la narrazione dei fatti è un po' diversa. Innanzitutto non compare, come abbiamo visto, l’annuncio di Gesù che Pietro l’avrebbe rinnegato, dato che è narrato nel corso della cena.

 

Dopo la cena, tutti vanno «al monte degli Ulivi», dove Gesù dice ai Discepoli di pregare mentre lui si allontana per pregare da solo. Quando ritorna, li trova addormentati e li rimprovera dicendo loro «Perchè dormite? Alzatevi e pregate,per non entrare in tentazione». (LC 22,39-46)

 

Mentre Gesù sta ancora parlando, sopraggiunge una «folla» preceduta da Giuda, che si avvicina a Gesù e lo bacia. Gesù gli dice: « Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell'uomo? ». Allora, i Discepoli dicono a Gesù: «Signore, dobbiamo colpire con la spada? Ed uno di loro colpì il servo del Sommo Sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo:Lasciate! Basta così! E, toccandogli l'orecchio,lo guarì». Quindi Gesù chiede «ai Capi dei Sacerdoti, ai capi delle guardie del Tempio e agli anziani», perchè sono «venuti contro di lui», come se fosse «un ladro…con spade e bastoni». (Lc 22,47-53)

 

Anche da questo passo evangelico, sembra che almeno una parte degli Apostoli sono armati e “pronti” a combattere, avvalorando l'ipotesi che sono Zeloti.

 

Inoltre, solo in questo Vangelo è narrata la guarigione del servo del Sommo Sacerdote, al quale Gesù fa ricrescere l’orecchio destro, semplicemente toccandolo con un dito.

 

Nel Vangelo secondo Giovanni, la narrazione di fatti è diversa e più dettagliata. Infatti, dopo la cena, Gesù «uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c'era un giardino» (il Getsemani), nel quale entrano. Arriva Giuda con «un gruppo di soldati (romani) ed alcune guardie (del Tempio ) fornite dai Capi dei Sacerdoti e dai Farisei». Gesù, vedendoli chiede loro: «Chi cercate? Gli risposero: Gesù Nazareno. Disse loro Gesù: Sono io! ». A questo punto, i soldati «indietreggiarono e caddero a terra»,come impauriti. Gesù «domandò di nuovo:Chi cercate?Risposero: “Gesù,il Nazareno”. Gesù replicò:Vi ho detto:sono io. A questo punto, Simon Pietro, che aveva una spada ,la trasse fuori, colpì il servo del Sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco ». ( Gv 18,1-10)

 

In questo passo del Vangelo giovanneo è detto chiaramente che alla cattura di Gesù procedono anche soldati romani, segno evidente che le accuse mosse contro Gesù sono “gravi”, come quella di provocare, con la sua predicazione, una ribellione antiromana.

 

Molto probabilmente, l’appellativo Nazareno rivolto a Gesù non significa “di Nazaret”, cioè originario di questa città, ma Nazireo, cioè Gesù ha fatto il “voto di Nazireato”, che prestano coloro che assumono la carica di Re o la funzione di leader politico o religioso. Questa qualità morale è in genere abbinata alla unzione come Cristo-Messia, come quella ricevuta da Gesù, a Betania, da Maria, la sorella di Lazzaro.

 

Gesù riconosce, in modo deciso, di essere il Nazareno (o Nazireo?) e questa sua affermazione, probabilmente, intimorisce i soldati che sono venuti a catturarlo, perché pensano di avere davanti un ribelle pericoloso e quindi temono la sua reazione e quella dei suoi seguaci.

 

Infine, in questo passo è detto chiaramente che è Simon Pietro, «che aveva una spada», a tagliare l’orecchio destro del servo del Sommo Sacerdote, di cui si fa chiaramente il nome: Malco.



 

 

COLLABORA


scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 

 

 

 

 

 

 


[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE]


 

.