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N. 86 - Febbraio 2015 (CXVII)

"MA VOI, CHI DITE CHE IO SIA?"
Breve biografia di Gesù di Nazaret - PARTE V

di Giorgio Giannini

 

Secondo i Vangeli Canonici, Gesù inizia il suo ministero (la predicazione) in Galilea, dopo aver ricevuto il battesimo da Giovanni Battista nel fiume Giordano, e dopo che Giovanni è stato arrestato, per ordine dal Tetrarca della Galilea Erode Antipa, figlio di Erode il Grande.

 

In quel periodo, Gesù ha “circa 30 anni”, in base al Vangelo secondo Luca.(Lc 3, 23). Gli studiosi hanno cercato di definire l’anno dell’inizio del ministero di Gesù, facendo riferimento ad un passo del Vangelo secondo Luca, nel quale è scritto che Giovanni Battista inizia a predicare, annunciando “un battesimo di conversione per il perdono dei peccati” (Lc 3,3), “nell’anno quindicesimo dell’Impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era Governatore della Giudea” (Lc 3,1).

 

Però, il “quindicesimo anno dell’Impero di Tiberio” può essere interpretato in modo diverso, secondo se si ritiene che “l’Impero di Tiberio” è iniziato quando Egli è “associato al potere da Augusto, tre anni prima della sua morte (avvenuta il 19 agosto 14), cioè nell’anno 12, oppure è iniziato quando Tiberio ha la “reggenza dell’Impero”, dopo la morte di Augusto, oppure è iniziato quando è “nominato” Imperatore dal Senato il 17 settembre 14.

 

Inoltre, il calcolo per l’individuazione del “quindicesimo anno” è complicato dal fatto che in quel periodo, nell’Impero Romano, si usavano vari Calendari, con differenti inizi di anno. Questo problema però è risolto dai principali storici romani (Tacito, Svetonio, Dione Cassio), che si basano sul Calendario Giuliano (approvato da Giulio Cesare, che inizia a gennaio e termina a dicembre e che segue il moto solare), i quali calcolano l’inizio dell’Impero di Tiberio da quando ha la “reggenza dell’Impero”, dopo la morte di Augusto.

 

Pertanto, il “quindicesimo anno dell’Impero di Tiberio”, in cui inizia la predicazione di Giovanni Battista, e dopo la quale inizia il ministero di Gesù, corrisponde all’anno che va dal 1 gennaio al 31 dicembre 28. Infatti, in quel periodo, si usava calcolare i mesi restanti dell’anno in cui era morto l’Imperatore (nel caso di Augusto,i mesi da agosto a dicembre dell’anno 14), come il primo anno del Regno del suo successore. Pertanto il primo anno “dell’Impero di Tiberio” è l’anno 14 ed il “quindicesimo anno” è l’anno 28.

 

Altri autori, invece,ritengono che l’Evangelista Luca abbia usato, dato che la Giudea faceva parte della Provincia di Siria, il Calendario Siriaco, nel quale l’anno inizia dal mese da ottobre. Pertanto, nell’anno 14,quando muore Augusto, si calcolano, secondo questo Calendario, due anni ( uno prima di ottobre e l’altro a partire da questo mese).

 

Quindi il “quindicesimo anno dell’Impero di Tiberio” è l’anno 27, in quanto Augusto muore il 19 agosto 14 ed il “primo anno” dell’Impero di Tiberio comprende i pochi giorni dal 19 agosto alla fine di settembre, mentre il “secondo anno” dell’Impero di Tiberio inizia dal mese di ottobre 14, quando inizia il nuovo anno.

 

Lo stesso risultato temporale (anno 27) è ottenuto da altri studiosi, facendo riferimento al passo del Vangelo secondo Giovanni, in cui, quando Gesù è a Gerusalemme, all’inizio del suo ministero, e scaccia i mercanti dal Tempio, dicendo che l’avrebbe distrutto e poi riedificato in tre giorni ( è la cosiddetta “purificazione del Tempio”), alcuni Giudei gli chiedono come farà a ricostruire in questi pochissimi giorni il Tempio,che è “stato costruito in 46 anni”. (Gv 2,20)

 

Dato che lo storico ebreo, filo romano, Giuseppe Flavio, nella sua opera Antichità Giudaiche, scrive che il (terzo) Tempio di Gerusalemme è stato ricostruito dal Re Erode il Grande a partire dal 18° anno del suo Regno, cioè dal 19 a.C. , aggiungendo a questo anno, i 46 anni narrati nel passo giovanneo, si arriva all’anno 27.

 

Invece, secondo altri autori, Gesù inizia il suo ministero nell’anno 35, dato che la sua predicazione inizia dopo l’arresto di Giovanni Battista, per ordine del Tetrarca della Galilea Erode Antipa, per aver criticato pubblicamente il suo matrimonio con Erodiade, la moglie da cui aveva divorziato il fratellastro Erode Filippo, dato che questo era un comportamento illecito ed immorale secondo la Legge Ebraica.

 

Dato che il suddetto matrimonio è celebrato nell’anno 35, Giovanni Battista è arrestato e probabilmente giustiziato nello stesso anno, su indicazione della figlia di Erodiade (che secondo lo storico Flavio Giuseppe si chiama Salomè), come narrano i Vangeli Sinottici.

 

Pertanto, questi autori ritengono che la Pasqua, alla quale Gesù partecipa a Gerusalemme, e durante la quale è crocifisso, è quella dell’anno 36, quando Pilato è ancora Procuratore della Giudea, dato che secondo i Vangeli Sinottici il ministero di Gesù dura pochi mesi.

 

Peraltro, l’anno 36 coincide con la nascita di Gesù durante il censimento dell’anno 6, ordinato dal Procuratore Quirino, e con il fatto che Egli ha “circa 30 anni” quando inizia il ministero, in base al Vangelo secondo Luca.(Lc 3, 23)

 

Comunque, la maggior parte degli studiosi ritengono che il “quindicesimo anno dell’Impero di Tiberio” è l’anno 28 e pertanto in questo anno inizia il ministero di Gesù, che però ha 35 anni, se si ritiene fondata l’ipotesi che è nato nell’anno 7 a. C..

In merito al mese o al periodo dell’anno, in cui Gesù inizia il suo ministero, la maggior parte degli esegeti ritiene che inizia in primavera, o meglio nel mese di marzo, poco prima della Pasqua, dato che nel Vangelo secondo Giovanni, si legge: Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme” (Gv 2.13)

 

Gli studiosi, dopo aver accertato l’anno dell’inizio del ministero di Gesù, hanno cercato di definirne la durata, tenendo conto che termina con la morte di Gesù.

 

Al riguardo, nei Vangeli Sinottici non ci sono notizie utili per definire il trascorrere del tempo e quindi sembra che il ministero di Gesù sia durato pochi mesi, probabilmente dall’estate-autunno, di un determinato anno, alla primavera dell’anno seguente. Al riguardo, il trascorrere di questo breve periodo di tempo è chiaramente scritto in due passi del Vangelo secondo Marco (

Mc 2,23; Mc 6,39).

 

Pertanto, secondo i Vangeli Sinottici, Gesù, dopo aver ricevuto il battesimo da Giovanni Battista (probabilmente nell’anno 28), va a predicare in Galilea, ed il suo ministero si svolge in pochi mesi, fino alla primavera dell’anno seguente (probabilmente l’anno 29), in cui, in occasione della Pasqua, è catturato, processato e crocifisso a Gerusalemme, dove si è recato per celebrare questa festa, che è la più importante per gli ebrei.

Però, tenendo conto dell’elevato numero di fatti narrati nei Vangeli, riferiti a numerose località, anche di Regioni diverse e lontane tra loro (e quindi scomode da raggiungere facilmente, per quel tempo) è molto improbabile, se non impossibile, che il ministero di Gesù si sia svolto nell’arco di tempo di un solo anno.

 

Invece, nel Vangelo secondo Giovanni si fa riferimento in modo chiaro a tre Pasque, e quindi a tre anni consecutivi (gli anni 28,29 30, se riteniamo valida l’ipotesi dell’inizio del ministero nel 28), con una durata del ministero di almeno due anni pieni.

 

Le tre Pasque sono le seguenti:

- la Prima Pasqua, durante la quale Gesù caccia i mercanti dal Tempio (è la cosiddetta “purificazione del Tempio”), poco dopo l’inizio del suo ministero, quando va a Gerusalemme per la Pasqua degli Ebrei ( Gv 2,13), probabilmente nell’anno 28;

- la Seconda Pasqua, prima della quale avviene il miracolo della “moltiplicazione dei pani e dei pesci”( Gv 6,1-15), probabilmente nell’anno 29;

- la Terza Pasqua, prima della quale c’è l’unzione di Gesù a Betania, nella casa di Lazzaro (Gv 12, 1-8) e durante la quale avviene la passione, la morte ( Gv 19,28-30) e la resurrezione di Gesù (Gv 20,1-29), probabilmente nell’anno 30.

 

Alcuni autori, però, ritengono che nel Vangelo secondo Giovanni è narrata una Quarta Pasqua (che in realtà è la Seconda dato che è posta dopo la Prima), laddove si racconta che “ricorreva una Festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme” (Gv 5,1). Orbene, la “Festa dei Giudei” è chiaramente la Pasqua perchè è la festa più importante per gli Ebrei. Inoltre, in un successivo passo giovanneo, relativo alla Seconda Pasqua, è scritto : “Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei” (Gv 6,4). 

 

Comunque la maggior parte degli esegeti, seguendo la cronologia del Vangelo secondo Giovanni, ritengono che il ministero di Gesù è durato almeno due “anni pieni”, in tre anni consecutivi, presumibilmente dalla primavera dell’anno 28, poco prima della Pasqua di quell’anno, alla primavera dell’anno 30, in cui ricorre la Terza Pasqua.

 

I Vangeli Canonici raccontano in modo diverso come Gesù ha scelto i dodici Apostoli. Nel Vangelo secondo Matteo, Gesù li sceglie uno ad uno, durante il suo ministero. Infatti, si narra che Gesù, “mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare;erano infatti pescatori. E disse loro:” Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. Ed essi lasciarono le reti e lo seguirono”. (Mt 4,18-20)  

 

In seguito, Gesù vide “altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni, suo fratello”, che stanno riparando le reti nella barca, insieme con il padre. Anche essi, al richiamo di Gesù, “subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono”. (Mt 4,21-22)

 

Successivamente, il Vangelo secondo Matteo riporta i nomi dei dodici Apostoli, che sono : “Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo,figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello;Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo,il pubblicano;Giacomo,figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota ,colui che poi lo tradì” (Mt 10,2-4)

 

Nel Vangelo secondo Marco, invece, le modalità di scelta degli Apostoli sono diverse da quelle indicate nel Vangelo secondo Matteo dato che Gesù sceglie 12 persone tra i suoi discepoli e li chiama Apostoli. Infatti, è scritto che Gesù “Salì poi sul monte ,chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici,che chiamò Apostoli,perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni”.

 

I Dodici sono: “Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo,figlio di Zebedeo, e Giovanni, fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “ figli del tuono”, e Andrea ,Filippo,Bartolomeo,Matteo,Tommaso,Giacomo,figlio di Alfeo,Taddeo,Simone il Cananeo e Giuda Iscariota,il quale poi lo tradì”. (Mc 3,13-19)

 

Anche nel Vangelo secondo Luca, Gesù sceglie gli Apostoli tra i suoi discepoli. Infatti, è scritto: “In quei giorni egli (Gesù) se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede i nome di Apostoli: Simone,al quale diede anche il nome di Pietro;Andrea, suo fratello;Giacomo, Giovanni,Filippo,Bartolomeo,Matteo,Tommaso;Giacomo, figlio di Alfeo;Simone, detto Zelota;Giuda, figlio di Giacomo, e Giuda Iscariota, che divenne traditore”. (Lc 6,13-16)

 

Nel Vangelo secondo Giovanni c’è un elenco parzialmente diverso degli Apostoli. Infatti, alcuni, come Bartolomeo, Matteo,Giacomo e Giuda Taddeo, figli di Alfeo, non figurano. Inoltre, gli Apostoli Andrea, fratello di Simone Pietro, e Giovanni, figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo il Maggiore, erano in precedenza discepoli di Giovanni Battista e poi seguono Gesù. Infatti,il vangelo giovanneo racconta che mentre Giovanni Battista stava con due suoi discepoli, vede passare Gesù e fissando lo sguardo su di Lui, dice: “Ecco l’agnello di Dio! “ ed i suoi discepoli “seguirono Gesù”. Uno dei due, di nome Andrea, incontra il fratello Simon Pietro e lo conduce da Gesù, che “fissando lo sguardo su di lui” gli dice: “Tu sei Simone, figlio di Giovanni;sarai chiamato cefa, che significa Pietro”. (Gv 1,35-42)

 

Il giorno dopo, Gesù parte per la Galilea ed incontra Filippo, di Betsaida, la città di Andrea e di Pietro, e gli dice di seguirlo. Filippo trova Natanaele e gli dice di seguirlo per conoscere Gesù di Nazaret,che quando lo vede lo elogia.(Gv 1,43-51)

 

Mettendo a confronto i nomi degli Apostoli citati nei tre Vangeli Sinottici, essi corrispondono, anche se qualcuno è chiamato con un nome diverso: ad es. “Simone, il Cananeo”, citato nel Vangelo secondo Matteo e nel Vangelo secondo Marco, è “Simone detto Zelota”, nel Vangelo secondo Luca.

 

Inoltre, l’Apostolo Taddeo (che non è un nome, ma un appellativo che significa in aramaico coraggioso), citato nel Vangelo secondo Matteo e nel Vangelo secondo Marco, è l’Apostolo “Giuda, figlio di Giacomo”, che è “figlio di Alfeo, nel Vangelo secondo Luca. In verità Giuda non è il “figlio”, ma il “fratello” di “Giacomo figlio di Alfeo”, detto “il Minore”.

 

Inoltre, nel Vangelo secondo Marco l’Apostolo Andrea, stranamente, non è indicato come fratello di Simone Pietro (al quale Gesù “impose il nome di Pietro”, dall’aramaico cefa ,che significa pietra).

 

Nel Vangelo secondo Matteo e nel Vangelo secondo Marco,Giacomo (il Maggiore), è detto “figlio di Zebedeo” mentre è semplicemente Giacomo, senza specificarne la paternità, nel Vangelo secondo Luca. Inoltre, Giovanni è indicato come fratello di Giacomo nel Vangelo secondo Matteo e nel Vangelo secondo Marco,mentre nel Vangelo secondo Luca non è spiegato che Giacomo e Giovanni, sono figli di Zebedeo e quindi sono fratelli.

 

Nel Vangelo secondo Giovanni,nel Capitolo 21,che però è stato aggiunto a posteriori, l’Apostolo Tommaso è detto “Didimo” ( che in aramaico significa gemello) (Gv 21,2) e Simone Pietro è chiamato “figlio di Giovanni”, senza specificare chi sia.(Gv 21,15)

Sempre nel Vangelo secondo Giovanni, nel Capitolo 21, sono menzionati i “figli di Zebedeo”, cioè gli Apostoli Giacomo (il Maggiore) e Giovanni, senza però specificarne i nomi, (Gv 21,2).

 

Invece, nel Vangelo secondo Giovanni non sono menzionati gli Apostoli Bartolomeo e Matteo,che potrebbero essere, rispettivamente, Natanaele e Levi.

 

Nel Vangelo secondo Giovanni non sono menzionati gli Apostoli Giacomo (il Minore), (Giuda )Taddeo e Simone il Cananeo. Invece è citato il “discepolo che Gesù amava” (Gv 21,20), detto ildiscepolo prediletto, di cui però non si fa il nome, ma che Evangelista identifica con sé stesso.

 

Talvolta, l’ordine in cui sono citati gli Apostoli è diverso: ad es. Andrea, il fratello di Simone Pietro, è al secondo posto, dopo il fratello, nel Vangelo secondo Matteo e nel Vangelo secondo Luca, ed è al quarto posto, dopo Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, nel Vangelo secondo Marco.

 

Simone il Cananeo è citato dopo (Giuda) Taddeo nel Vangelo secondo Matteo e nel Vangelo secondo Marco e prima di lui nel Vangelo secondo Luca, nel quale Simone è “detto Zelota” .

 

Invece, Simone Pietro è sempre citato al primo posto ( non può essere diversamente dato che è l’Apostolo più importante) e Giuda Iscariota è sempre indicato per ultimo, nei tre Vangeli Sinottici, specificando che ha tradito Gesù.

 

Diversi Apostoli sono fratelli: Simone Pietro ed Andrea; Giacomo (il Maggiore) e Giovanni, “figli di Zebedeo” (e di Salomè, sorella di Maria, la madre di Gesù); Giacomo (il Minore) e (Giuda) Taddeo,figli di Alfeo” (che potrebbe essere il Clèofa o Cleopa, citato in altri passi dei Vangeli), che è il fratello di Giuseppe, il padre di Gesù. Pertanto, gli ultimi quattro Apostoli sono anche cugini di Gesù, rispettivamente da parte della madre e del padre.

 

Qualche autore ha anche ipotizzato che gli Apostoli Giacomo e Giuda, erano fratelli di Gesù, data l’omonimia dei nomi.

 

Secondo altri autori, alcuni Apostoli erano prima discepoli di Giovanni Battista e poi diventano seguaci di Gesù: ad es. Andrea, fratello di Simone Pietro, e Giovanni, figlio di Zebedeo.

 

Alcuni autori ritengono che almeno la metà degli Apostoli sono Zeloti in base ai loro appellativi o soprannomi:

- Simone Pietro è detto Bariona, che in aramaico significa latitante;

- Simone il Cananeo, il cui appellativo non significa “originario o abitante di Cana”, ma deriva dall’aramaico qen’ana, che corrisponde al greco zeloten e significa zelante. È chiaramente “detto Zelota”, nel Vangelo secondo Luca;

- Giuda Iscariota, il traditore di Gesù, il cui appellativo non significa che era “originario di Keriot”, un villaggio del Sud della Palestina (come sostengono gli esegeti cattolici), ma significa in aramaico sicario (che è colui che usa la sica, un pugnale corto usato, appunto, dai sicari, per uccidere i nemici);

- Giacomo e Giovanni, “figli di Zebedeo” (e di Salomè, sorella di Maria, la madre di Gesù e quindi cugini di Gesù), che sono chiamati da Gesù “Boanèrghes”, cioè “figli del tuono”, nel Vangelo secondo Marco;

- Giuda Taddeo,il cui appellativo in aramaico significa coraggioso.

Alcuni autori ritengono che tutti gli Apostoli erano Zeloti.

 

La presenza di almeno sei Zeloti tra gli Apostoli avvalora l’ipotesi, sostenuta da alcuni autori laici, che anche Gesù fosse un sostenitore del Movimento zelota, che si opponeva fieramente all’occupazione romana, o addirittura ne facesse parte, in quanto egli inizia la sua attività pubblica di predicatore ( cioè il suo ministero) a  Cafarnao, che è una cittadina sul Lago di Tiberiade, vicino a Gamala, che è il centro del Movimento zelota, dato che è originario di questa cittadina Giuda il Galileo, che guida la rivolta degli anni 6-7, in occasione del censimento fiscale, ordinato nell’anno 6 dalle Autorità romane, quando la Giudea, dopo la destituzione dell’Etnarca Archelao, figlio di Erode il Grande, passa sotto l’amministrazione diretta dell’Impero Romano.

 

Altri autori ritengono che Gesù è addirittura il Capo del Movimento e taluni lo identificano con Giovanni di Gamala, figlio di Giuda il Galileo, di cui però non è accertata l’esistenza, a meno che Giovanni sia Menahem, figlio di Giuda, che durante la rivolta antiromana del 66 conquista per un breve periodo Gerusalemme, ma poi è catturato ed ucciso dai Romani.

 

Altri autori ancora ritengono che, dopo la sconfitta nella rivolta antiromana scoppiata nel 66 e conclusasi con la distruzione di Gerusalemme nel 70, in cui la maggior parte dei guerriglieri Zeloti sono eliminati, la componente “pacifica” degli Esseni ( che non ha seguito gli Zeloti nella loro “guerra santa” contro i Romani) accentuano il carattere messianico della loro dottrina, facendosi chiamare “cristiani” (cioè seguaci del Cristo- Messia).

 

Infine, dato che il termine ribelli (quali erano gli Zeloti) in greco è lestes ed in latino latrones ( in italiano ladroni), qualche autore ipotizza che erano Zeloti anche i due latrones che sono crocifissi con Gesù sul Golgota, anche perché il supplizio della crocefissione era riservato dai Romani ai ribelli e non ai ladri.

 

CHI È IL “DISCEPOLO CHE GESU’ AMAVA” ?

Nel Vangelo secondo Giovanni è citato il “discepolo che Gesù amava, che nella (ultima) cena si era chinato sul suo petto” (Gv 20,20). Chi è?

 

Secondo l’Evangelista, il cosiddetto “discepolo prediletto”, al quale Gesù, prima di morire sulla croce, affida la madre Maria, è lui stesso. Infatti scrive: “Questi ( cioè il “discepolo che Gesù amava”) è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte“. (Gv 2,24)

 

L’Evangelista Giovanni è quindi l’Apostolo Giovanni. Invece, secondo alcuni autori laici il “discepolo prediletto” è Lazzaro, di Betania, fratello di Marta e di Maria, identificata con Maria Maddalena, da taluni ritenuta la “moglie” di Gesù. In particolare, secondo David Donnini, Lazzaro sarebbe Eleazar bar Jiar (Lazzaro, figlio di Giaro) che guida gli ultimi resistenti zeloti nella fortezza di Masada, dopo che Menahem, l’ultimo figlio di Giuda il Galileo ( considerato fratello di Gesù) è stato catturato ed ucciso, dopo essere riuscito a prendere il potere, come Re,per un breve periodo, a Gerusalemme.

 

Lazzaro sarebbe “depositario” di una conoscenza iniziatica, ricevuta attraverso un “rito di iniziazione”, rappresentato dalla sua “morte simbolica” e dalla sua successiva resurrezione, dopo 4 giorni. Pertanto, la morte e la resurrezione di Lazzaro sarebbe la rappresentazione simbolica del rito di iniziazione, trasformato dalla Chiesa in “miracolo”. Probabilmente, Lazzaro era stato “iniziato” da Gesù.

 

Secondo David Donnini, questo rito di iniziazione (rappresentato anche con l’atto di rinchiudere per 4 giorni l’interessato, che era in tranche, in un vero sepolcro) era praticato in passato o al tempo di Gesù da alcune “sette”, come i “terapeuti” egizi, con i quali alcuni autori ritengono che Gesù era entrato in contatto, durante il suo soggiorno in Egitto, nel cosiddetto periodo degli “anni perduti”, di ben 18 anni, da quando ne aveva 12 ( e discute con i Sacerdoti e gli Scribi nel Tempio di Gerusalemme, in cui è ritrovato dai Genitori dopo 3 giorni, nel periodo della Pasqua) a quando ha “circa 30 anni”, in base al Vangelo secondo Luca, quando inizia il suo ministero, dopo aver ricevuto il battesimo da Giovanni Battista.

 

Probabilmente, anche il periodo di tre giorni passati da Gesù nel Tempio, quando ha 12 anni, a discutere con i Sacerdoti e gli Scribi, è un “rito di iniziazione”, dato che sicuramente i tre giorni sono un periodo di tempo “simbolico”.

 

La morte e la resurrezione di Lazzaro è presente solo nel Vangelo secondo Giovanni (Gv 11,38-44). Però, nei Vangeli Sinottici sono narrate altre due resurrezioni:

- quella della figlia, di “circa 12 anni”, di Giaro, riportata in tutti i Vangeli Sinottici ( Mt 9,18-19; Mc 5,22-24; Lc 8, 41-42). Giaro è “uno dei Capi della Sinagoga” nel Vangelo secondo Matteo (Mt 9,18) e nel Vangelo secondo Marco ( Mc 5,22) ed il “capo della Sinagoga” nel Vangelo secondo Luca (Lc 8,41).

- quella del figlio unico della vedova della città di Nain (riportata solo nel Vangelo secondo Luca (Lc 7,11-15).

 

I miracoli sono eventi che non si possono comprendere secondo le leggi della natura. Anche nell’Antico Testamento sono riportati dei miracoli, che testimoniano la potenza di Javhè a favore del suo Popolo, come l’apertura delle acque del Mar Morto al passaggio degli ebrei fuggiti dall’Egitto ed inseguiti dal Faraone.

 

Gesù ha fatto due tipi di miracoli. Al primo “tipo” appartengono i cosiddetti “miracoli della natura”, che dimostrano la “potenza divina” di Gesù, come la moltiplicazione dei pani e dei pesci, la trasformazione dell’acqua in vino, alle nozze di Cana, ed il camminare sulle acque.

 

I miracoli del secondo “tipo”, a cui appartengono la maggior parte di essi, sono le “guarigioni”, cioè i miracoli che producono guarigioni di persone affette da malattie e da infermità, anche gravi,come la guarigione del cieco e del paralitico, e perfino la resurrezione dalla morte, come quella di Lazzaro. A questa categoria di miracoli appartiene anche la liberazione degli “indemoniati” (i posseduti dal demonio).

 

In ogni caso, il miracolo mette in evidenza lo “stretto legame tra la fede e la guarigione”, cioè è la “fede” delle persone malate che le guarisce, in base al principio della Legge Ebraica per cui esiste uno “stretto legame tra l’infermità ed il peccato”. Ad es., riguardo alla lebbra, erano i Sacerdoti a dichiarare l’esistenza della malattia ed il lebbroso era isolato dalla Comunità fino all’eventuale guarigione.

 

I miracoli narrati nei Vangeli Canonici sono una trentina, la maggior parte dei quali sono riportati in almeno due Vangeli Sinottici, o in tutti e tre, e spesso in modo diverso. Invece, il Vangelo secondo Giovanni riporta solo una decina di miracoli, sei dei quali non sono citati nei Vangeli Sinottici.

 

Solo due miracoli sono riportati in tutti e quattro i Vangeli e precisamente:

- la moltiplicazione dei pani e dei pesci ( Mt 14,13-21; Mc 6,32-44; Lc 9,10-17; Gv 6,1-13);

- la resurrezione di Gesù ( Mt 28,1-10; Mc 16,1-8; Lc 24,1-12; Gv 20,1-18).

Vari miracoli sono citati solo in un Vangelo e precisamente:

- due nel Vangelo secondo Matteo: la resurrezione di una giovane fanciulla, (Mt 9,23),che probabilmente è la figlia di Giaro, la cui resurrezione è raccontata anche negli altri due Vangeli Sinottici; la guarigione di due ciechi e di un muto indemoniato( Mt 9,27-34;

- due nel Vangelo secondo Marco: la guarigione di un sordomuto nella Decapoli (Mc 7,31-37); la guarigione del cieco a Betsaida (Mc 8,22-26);

- cinque nel Vangelo secondo Luca: la “pesca miracolosa” ( Lc 5,1-11); la resurrezione a Nain di un giovane, figlio unico di una vedova (Lc 7,11-15); la guarigione di una donna inferma da 18 anni, in una Sinagoga, nel giorno di sabato( Lc 13,10-17); la guarigione di un uomo malato di idropisia, il giorno di sabato, mentre Gesù è a pranzo nella casa di “uno dei Capi dei Farisei” ( Lc 14,1-6); la guarigione dei dieci lebbrosi, in un villaggio (Lc 17,11-19);

- sei sono narrati solo nel Vangelo secondo Giovanni: la trasformazione dell’acqua in vino alle nozze di Cana (Gv 2,1-11); la guarigione del figlio di un funzionario del Tetrarca Erode Antipa, che vive a Cafarnao ( Gv 4,46-54); la guarigione del paralitico nella piscina di Betzatà a Gerusalemme, nel giorno di sabato ( Gv 5,1-17); la guarigione del cieco dalla nascita (Gv 9,1-41); la resurrezione di Lazzaro ( Gv 11,38-44); la seconda “pesca miracolosa”, fatta da Gesù dopo che è risorto (Gv 21,1-14).

 

Anche gli Apostoli cercano di compiere i Miracoli, come la tentata guarigione dell’epilettico ( dopo la “trasfigurazione” di Gesù avvenuta sulla montagna, dove è salito insieme con Pietro, Giacomo e Giovanni), ma non ci riescono. Avendo chiesto spiegazioni a Gesù, Egli risponde loro che non sono riusciti a scacciare il demonio dall’epilettico perchè hanno “poca fede”.( Mt 17,14-20 ).

 

È importante sottolineare che quando i miracoli sono compiuti da Gesù nel giorno di sabato, considerato “festivo” dagli Ebrei, e quindi consacrato a Dio ed alla preghiera, e per di più sono compiuti nella Sinagoga della cittadina in cui si trova Gesù o nel Tempio di Gerusalemme, questo fatto suscita un profondo sdegno da parte dei Farisei, che pertanto pensano come far morire Gesù.

 

Nei Vangeli Sinottici, i miracoli sono riportati con una cronologia (seguenza) diversa, cioè sono compiuti da Gesù prima o dopo altri secondo il Vangelo in cui sono raccontati.

 

Riportiamo i vari miracoli, seguendo la cronologia del Vangelo secondo Luca, considerata “attendibile” dagli studiosi, integrata con i fatti miracolosi raccontati negli altri Vangeli.

- La trasformazione dell’acqua in vino alle nozze di Cana, un villaggio vicino a Nazaret, raccontata solo nel Vangelo secondo Giovanni (Gv 2,1-11).

 Al fatto assiste anche Maria, la madre di Gesù, che si accorge della scarsità del vino per gli invitati e ne riferisce a Gesù che interviene. È il primo miracolo compiuto da Gesù, all’inizio del suo ministero, nella primavera, prima della Pasqua, probabilmente nell’anno 28.

- La guarigione dell’indemoniato nella Sinagoga di Cafarnao, narrata nel Vangelo secondo Marco ( Mc 1,21-27) e nel Vangelo secondo Luca (Lc 4,33-37).

- La guarigione della suocera di Pietro, a Cafarnao, raccontata nei tre Vangeli Sinottici (Mt 8,14-15; Mc 1,29-31; Lc 4,38-39). Guariscono anche tutti i malati che si presentano nella casa di Pietro.

- La “pesca miracolosa”, raccontata nel Vangelo secondo Luca ( Lc 5,1-11).

- La guarigione del lebbroso, in un luogo non specificato della Galilea, narrata nei tre Vangeli Sinottici (Mt 8,1-4; Mc 1,40-45; Lc 5,12-15).

- La guarigione a Cafarnao del paralitico, che è calato con il letto dal tetto ( dopo che è stato scoperchiato) della casa in cui Gesù sta predicando, narrato nei tre Vangeli Sinottici (Mt 9,1-8; Mc 2,1-12; Lc 5,18-26).

- La guarigione, nella Sinagoga, nel giorno di sabato, di un uomo con la mano paralizzata, narrata nei tre Vangeli Sinottici (Mt12,9-14; Mc 3,1-6; Lc 6,6-11).

- La guarigione a Cafarnao del servo di un centurione romano, narrato nel Vangelo secondo Matteo (Mt 8,5-13) e nel Vangelo secondo Luca ( Lc 7,1-10).

- La resurrezione a Nain di un giovane, figlio unico di una vedova, narrato solo nel Vangelo secondo Luca (Lc 7,11-17).

- La sedazione della tempesta, durante la traversata del Mar di Galilea (Lago di Tiberiade), narrata nei tre Vangeli Sinottici (Mt 8,23-27; Mc 4,35-41; Lc 8,22-25).

- La guarigione di due indemoniati (un cieco ed un muto), compiuta da Gesù a Gàdara, durante la predicazione nel paese dei Geraseni (Decapoli), sulla riva orientale del Mar di Galilea, narrata nei tre Vangeli Sinottici (Mt 8,28-34; Mc 5,1-20; Lc 8,26-39). I demoni, usciti dal loro corpo, entrano in un branco di porci che si gettano nel Lago di Tiberiade, annegando.

- La guarigione di una “emorroissa” ( una donna che soffre di emorragia da 12 anni), narrata nei tre Vangeli Sinottici (Mt 9,20-22; Mc 5,24-34; Lc 8,43-48). La donna guarisce dopo aver toccato il mantello di Gesù, appena ritornato dalla sua predicazione nella Decapoli.

- La resurrezione di una giovane fanciulla, narrata nel Vangelo secondo Matteo (Mt 9,23). Probabilmente è la figlia di Giaro, la cui resurrezione è raccontata anche negli altri due Vangeli Sinottici.

- La guarigione di due ciechi e di un muto indemoniato, narrata nel Vangelo secondo Matteo.(Mt 9,27-34)

- La guarigione del figlio di un funzionario del re Erode Antipa, che vive a Cafarnao, narrata nel Vangelo secondo Giovanni. ( Gv 4,46-54)

- La guarigione dell’infermo da 38 anni,nel giorno di sabato, nella piscina di Betzatà a Gerusalemme, narrata nel Vangelo secondo Giovanni .( Gv 5,1-17)

- La moltiplicazione dei pani e dei pesci, poco prima della Pasqua, narrata in tutti i quattro Vangeli (Mt 14,13-21; Mc 6,32-44; Lc 9,10-17; Gv 6,1-13).

- La guarigione di un indemoniato,cieco e muto, raccontata nei tre Vangeli Sinottici ( Mt 12,22; Mc 3,22; Lc 11,14).

- Gesù che cammina sulle acque agitate del Lago di Tiberiade, per raggiungere i Discepoli che sono sulla barca e sono impauriti per la tempesta, che poi si placa. Il miracolo è narrato nel Vangelo secondo Matteo ( Mt 14,22-33), nel Vangelo secondo Marco (Mc 6,45-51) e nel Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,15-21).

- La guarigione del cieco dalla nascita, raccontata nel Vangelo secondo Giovanni (Gv 9,1-41).

- La guarigione della figlia indemoniata di una cananea, nel giorno di sabato, narrata nel Vangelo secondo Matteo e nel Vangelo secondo Marco ( Mt 15,21-28; Mc 7,24-30.

- La guarigione di un sordomuto nella Decapoli, raccontata nel Vangelo secondo Marco (Mc 7,31-37).

- La guarigione del cieco a Betsaida, raccontata nel Vangelo secondo Marco (Mc 8,22-26).

- La trasfigurazione di Gesù, narrata nei tre Vangeli Sinottici (Mt 17,1-8; Mc 9,2-8; Lc 9,28-36).

- La resurrezione di Lazzaro, a Betania, raccontata nel Vangelo secondo Giovanni ( Gv 11,1-45).

- La guarigione di un giovane epilettico, che non sono riusciti a guarire i discepoli di Gesù, raccontata nei tre Vangeli Sinottici (Mt 17,14-21; Mc 9,14-29; Lc 9,37-42).

- La guarigione di una donna inferma da 18 anni, in una Sinagoga, nel giorno di sabato, raccontata nel Vangelo secondo Luca ( Lc 13,10-17).

- La guarigione di un uomo malato di idropisia, il giorno di sabato, mentre Gesù è a pranzo nella casa di “uno dei Capi dei Farisei”, raccontata nel Vangelo secondo Luca ( Lc 14,1-6).

- La guarigione dei dieci lebbrosi, raccontata solo nel Vangelo secondo Luca (Lc 17,11-19).

- La guarigione di un cieco, a Gerico, narrata nei tre Vangeli Sinottici (Mt 20,29-34; Mc 10,46-52; Lc 18,35-43).

- Il fico inaridito da Gesù, raccontato nel Vangelo secondo Matteo e nel Vangelo secondo Marco (Mt 21,18-22; Mc 11,12-14 e Mc 11,20-25).

- La tempesta al momento della morte di Gesù sulla croce,raccontata nei tre Vangeli Sinottici ( Mt 27,45; Mc 15,33; Lc 23,43-45).

- La resurrezione di Gesù, raccontata in tutti i quattro Vangeli data l’importanza del “fatto” per la dottrina cristiana (Mt 28,1-10;Mc 16,1-18; Lc 24,1-12; Gv 20,1-18).

- Le “apparizioni” di Gesù risorto agli Apostoli ed ai discepoli, narrate in tutti i Vangeli, ma in modo diverso. Infatti, nel Vangelo secondo Matteo, appare prima a Maria di Magdala ed all’altra Maria (Mt 28, 8-10) e poi ai discepoli

( Mt 28, 18-20). Nel Vangelo secondo Marco appare prima a Maria di Magdala (Mc 16,9) e poi agli 11 Apostoli ( Mc 16,12--18). Nel Vangelo secondo Luca appare prima a due discepoli e poi agli 11 Apostoli ed ai discepoli riuniti con loro (Lc 24,13-44). Infine, nel Vangelo secondo Giovanni, appare prima a Maria di Magdala (Gv 20,11-18) e poi agli Apostoli ed ai discepoli ( Gv 20,19-28).

- La seconda pesca miracolosa, operata da Gesù risorto, che però non è riconosciuto dagli Apostoli, raccontata nel Vangelo secondo Giovanni (Gv 21,1-14).È l’ultimo miracolo raccontato nei Vangeli Canonici.

Ci sono inoltre una decina di miracoli, compiuti dagli Apostoli Pietro e Paolo, raccontati negli Atti degli Apostoli, che avvengono dopo l’ascensione al cielo di Gesù, e precisamente:

- La guarigione di un mendicante storpio, da parte di Pietro (Atti 3,1-7).

- La guarigione dei malati da parte degli Apostoli che stanno nel “portico di Salomone” del Tempio di Gerusalemme, e soprattutto da parte di Pietro (At 5,12-16)

- La guarigione di un uomo, paralitico da 8 anni, di nome Enea, da parte di Pietro a Lidda ( At 9,32-35).

- La resurrezione operata da Pietro, a Giaffa, di una discepola di Gesù, di nome Tabità (Gazzella), che era morta, (At 9,36-41).

- La conversione di Paolo (Saulo di Tarso), che cade da cavallo, folgorato da una luce mentre si reca a Damasco ( Atti 9,1-19).

- La guarigione operata da Paolo di un paralitico, a Listra (At 14,8-10).

- La liberazione di uno spirito, operata da Paolo, da una schiava che faceva l’indovina, con grande guadagno per i suoi padroni (At 16,16-18).

- La liberazione dal carcere di Paolo e del suo discepolo Sila, che erano stati arrestati dopo il miracolo precedente ( At 16,25-40).

- Vari “prodigi non comuni” operati da Dio, “per mano di Paolo” (At 19,11).

- La resurrezione da parte di Paolo di un discepolo, morto cadendo dal terzo pano a Troade (At 20,7-12).

- Paolo si salva dal morso di una vipera ad una mano (At 28,3-9).



 

 

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