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N. 85 - Gennaio 2015 (CXVI)

"MA VOI, CHI DITE CHE IO SIA?"
Breve biografia
di Gesù di Nazaret - PARTE IV
di Giorgio Giannini

 

Solo i Vangeli secondo Matteo e secondo Luca ci danno notizie, peraltro molto scarne ed anche differenti, su Giuseppe.

 

Innanzitutto,i due Vangeli raccontano che Giuseppe discende dal Re Davide per sottolineare la discendenza messianica di Gesù, dato che Davide è stato il primo Messia (Cristo). Però i due Vangeli divergono in merito alla paternità di Giuseppe. Infatti, nella genealogia riportata nel Vangelo secondo Matteo, Giuseppe è figlio di Giacobbe (Mt 1,16); invece, nella genealogia riportata nel Vangelo secondo Luca, è figlio di Eli.(Lc 3,23).

 

Le genealogie di Matteo e di Luca sono diverse non solo perché quella di Matteo parte da Abramo per discendere fino a Gesù ed invece quella di Luca parte da Gesù per risalire fino ad Adamo, ma anche perchè rispondono a scopi differenti: nella genealogia di Matteo, lo scopo è quello di spiegare, fin dall'inizio del Vangelo, la natura regale di Gesù, come discendente di Davide. Peraltro, Matteo, in sintonia con il principio dell'Incarnazione di Gesù-Dio come uomo, dopo aver collegato tutti gli antenati di Gesù con il verbo “generò”, arrivato a Giuseppe, scrive “ Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo”, per affermare che Gesù non è nato da Giuseppe, ma è nato da Maria, dopo essere stato concepito per opera dello Spirito Santo.

 

Nella genealogia di Luca, che è riportata nel Vangelo all’inizio del ministero di Gesù, invece, lo scopo è quello di affermare la natura religiosa di Gesù attraverso la discendenza da Adamo.

 

Gli esegeti cattolici hanno cercato di giustificare la differenza del nome dei padri di Giuseppe, riportata nelle genealogie dei due suddetti Vangeli, con la tesi della Legge del Levirato, secondo la quale se un uomo sposato moriva senza figli, il fratello doveva sposare la vedova per dargli una discendenza. Pertanto, Giacobbe è il padre naturale di Giuseppe, mentre Levi è il padre putativo, come del resto avviene per Gesù, che ha come padre naturale Dio e come padre putativo Giuseppe.

 

Purtroppo, nelle due genealogie, anche i nomi dei nonni di Giuseppe sono diversi: infatti, è Mattan nel Vangelo secondo Matteo (Mt 1,15) e Mattat nel Vangelo secondo Luca.(Lc 3,24)

 

Inoltre, nel Vangelo secondo Matteo, è detto chiaramente che Giuseppe è lo “sposo” di Maria (Mt 1,19). Invece, nel Vangelo secondo Luca, si desume che Giuseppe è il marito di Maria, perchè è “sua sposa”. (Lc 2,5)

 

Nei due Vangeli, inoltre, è differente il luogo in cui vive Giuseppe. Nel Vangelo secondo Matteo, si desume che Giuseppe abita a Betlemme, città della Giudea in cui è nato Davide ed in cui nasce Gesù (Mt 2,1), per sottolineare la sua discendenza messianica da Davide.

 

Invece, nel Vangelo secondo Luca, Giuseppe vive a Nazaret e va a Betlemme, con Maria, che è “incinta”, per partecipare al censimento stabilito dalle autorità romane, perché “apparteneva alla casa ed alla famiglia di Davide”. (Lc 2,4)

 

Nello stesso Vangelo si racconta, dopo la circoncisione di Gesù, fatta otto giorni dopo la sua nascita, che Egli è portato dai genitori ( che però non sono menzionati), quando ha 40 giorni, al Tempio di Gerusalemme “per presentarlo al Signore” (Lc 2,21-22). È la cosiddetta “presentazione”. Nel Tempio, Gesù è riconosciuto dagli anziani Simone ed Anna come il futuro Messia, con grande stupore dei suoi genitori. (Lc 2,25-38)

 

Un ultimo accenno a Giuseppe è fatto nel Vangelo secondo Luca, laddove si narra che, quando Gesù ha 12 anni, è portato dai genitori a celebrare la Pasqua nel Tempio di Gerusalemme. Però, quando sono in viaggio per ritornare a Nazaret, i genitori si accorgono che Gesù non è nella “comitiva” con cui viaggiano: ritornano quindi a Gerusalemme e lo trovano, dopo 3 giorni, nel Tempio, “seduto in mezzo ai Maestri (i Sacerdoti, i Dottori, gli Scribi), mentre li ascoltava e li interrogava”).(Lc 3,41-46)

 

Dopo questo episodio, narrato solo nel Vangelo secondo Luca, i Vangeli Canonici raccontano il “ministero” (la predicazione) di Gesù, dopo aver ricevuto il battesimo da Giovanni Battista nel fiume Giordano, e Giuseppe non è più menzionato, probabilmente perchè è morto, considerato che Gesù, quando inizia il suo ministero, ha “circa 30 anni”, come è scritto nel Vangelo secondo Luca (Lc 3,23).

 

Una ulteriore prova della morte di Giuseppe si ha nel passo del Vangelo secondo Giovanni, in cui Gesù morente sulla croce affida la madre Maria al “discepolo che egli amava” (Gv 19,26), nel quale l’Evangelista identifica sé stesso, dato che in un passo successivo, scrive: “Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte”. (Gv 21,24)

 

Nel Vangelo secondo Matteo, Giuseppe svolge l'attività di carpentiere (tektòn in greco), che la Tradizione popolare ha trasformato in falegname. Infatti è scritto:”Non è costui (Gesù) il figlio del falegname?” (Mt 13,55). In questo Vangelo però non si dice nulla in merito alla professione di Gesù.

 

Invece, Gesù svolge la stessa professione del padre, nel Vangelo secondo Marco, nel quale si legge:Non è costui il falegname, il figlio di Maria? “ (Mc 6,3).

 

Vari Padri della Chiesa, nei loro scritti, citano Giuseppe mettendo in risalto soprattutto le sue doti morali ed il suo spirito religioso, sottolineando in particolare che non ebbe rapporti carnali con Maria.

 

In particolare, S. Tommaso d'Aquino ritiene che la presenza di Giuseppe è necessaria nel progetto teologico dell'Incarnazione di Gesù- Dio fatto uomo- perchè, senza la sua presenza, come padre putativo,Gesù sarebbe stato considerato un figlio illegittimo, nato fuori del matrimonio o frutto di una relazione adulterina, come sostiene Celso, peraltro con grave danno per la madre Maria, che se fosse stata considerata adultera sarebbe stata lapidata, secondo la Legge di Mosè. Questa ipotesi è stata ripresa da alcuni autori laici che ritengono che Giuseppe sia un personaggio inventato appunto per dare credibilità ed onorabilità a Maria.

 

NEI VANGELI APOCRIFI

 

Nel Protoevangelo di Giacomo (attribuito a Giacomo, fratello di Gesù), si narra che Giuseppe, prima del matrimonio con Maria, è stato sposato con una donna (di cui non si fa il nome), che gli ha dato quattro figli maschi (Giuda,Giuseppe,Giacomo e Simone) e due femmine (Lisia e Lidia). Rimasto vedovo, in età avanzata, fu convocato, insieme con altri uomini vedovi e timorati di Dio, appartenenti alla “stirpe di Davide”, dal Sacerdote Zaccaria del Tempio di Gerusalemme (che probabilmente è il marito di Elisabetta, la parente di Maria, che diventa in età avanzata madre di Giovanni Battista, che doveva scegliere un uomo maturo al quale affidare Maria, di 12 anni, che viveva da 9 anni nel Tempio ed aveva dato prova di santità. Giuseppe viene scelto da Zaccaria per avere “in custodia” Maria, perchè il suo bastone, che era stato messo vicino all’altare insieme con quelli degli altri uomini, era “fiorito”. Inoltre,quando Zaccaria riporta a Giuseppe il bastone, da questo nasce una colomba che si posa sul suo capo.

 

La Chiesa Ortodossa accoglie l’ipotesi del precedente matrimonio di Giuseppe, da cui ha avuto dei figli, mentre la Chiesa Cattolica ritiene, sul presupposto della verginità perpetua” di Maria (cioè che è vergine al momento del concepimento di Gesù, che lo rimane durante il parto ed anche dopo, nel senso che non ha rapporti sessuali e non ha altri figli), che i “fratelli” di Gesù sono in realtà suoi cugini.

 

Anche nel Vangelo dell'infanzia dello Pseudo Tommaso, noto anche come I fatti dell’Infanzia del Signore, di probabile derivazione gnostica, che risale al IV secolo e racconta alcuni episodi della vita di Gesù in Egitto, dove rimane con la Famiglia parecchi anni (probabilmente fino all’età di 10 anni), ci sono varie citazioni di Giuseppe, chiamato ”padre del Salvatore”. In particolare si narra che Egli, “con molta fatica e pazienza si dedica all’educazione del bambino Gesù” e che lo manda a scuola per imparare il greco. Il fatto che Gesù vada a scuola per imparare la lingua greca, significa, molto probabilmente, che Egli vive per vari anni in Egitto, dove vi era una numerosa e florida Comunica ebraica e dove si parlava comunemente il greco. Inoltre, nel Vangelo apocrifo si racconta che a 8 anni Gesù inizia a lavorare con il padre, per diventare falegname come lui.

 

In seguito, Giuseppe non compare più nel Vangelo. Infatti, un giorno, mentre sta attraversando con la madre Maria la piazza della città egiziana in cui vive, Gesù vede un maestro che sta facendo lezione con i suoi scolari. All’improvviso, 12 passerotti, che stanno litigando su un muretto, cadono dal muro sulle ginocchia del maestro e Gesù si mette a ridere. Il maestro adirato, chiede una spiegazione a Gesù e poiché non è soddisfatto, si attiva per farlo cacciare dalla città, insieme con la madre, senza che sia menzionato il padre.

 

In seguito, un angelo appare in sogno a Maria e le dice che può ritornare con Gesù in Giudea, perchè “sono morti coloro che tramavano contro la sua vita”. Così Maria ritorna con Gesù in Palestina; però non va in Giudea, ma a Nazaret,in Galilea.

 

Anche in questo episodio, Giuseppe non compare perchè probabilmente è morto.

 

Il Vangelo di Giuseppe il falegname narra che Egli godette di buona salute fino alla fine dei suoi giorni, all'età di 111 anni, e che fu avvertito da un angelo che la sua morte era vicina. Quindi si recò al Tempio di Gerusalemme per pregare Dio una ultima volta ed al suo ritorno si ammalò. Trascorse gli ultimi giorni assistito da Maria e dai figli del precedente matrimonio. Gesù lo liberò dalla paura della morte e dell'aldilà. Dopo la morte, la sua anima fu portata dagli Arcangeli in Paradiso, mentre il suo corpo fu sepolto con tutti gli onori, alla presenza degli abitanti di Nazaret.

 

 

LA MADRE MARIA NEI VANGELI CANONICI

 

Tra i Vangeli Canonici quello che parla più a lungo di Maria, la Madre di Gesù, è il Vangelo secondo Luca,che è anche il più particolareggiato in merito alla nascita ed all'infanzia di Gesù. In particolare, si racconta che Maria vive a Nazaret, in Galilea, ed è una “vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe”. Riceve dall'Arcangelo Gabriele, nella sua casa, l'annuncio che avrebbe concepito, attraverso lo ”Spirito Santo”, cioè senza avere rapporti sessuali, un figlio, che sarebbe nato ed al quale avrebbe dato il nome Gesù (Lc 1,26-35). È la cosiddetta “annunciazione”,che secondo la Tradizione Cristiana avviene (e quindi è celebrata) il 25 marzo, 9 mesi prima del 25 dicembre, in cui avviene (ed è celebrata) la nascita di Gesù.

 

Nel Vangelo secondo Giovanni, Maria non è mai chiamata per nome, ma sempre con l’appellativo di “madre di Gesù” o “sua madre”. È Lei che fa compiere al Figlio il primo miracolo del suo ministero, cioè la moltiplicazione del vino durante il pranzo di nozze a Cana, in Galilea.(Gv 2,1-11)

 

Questo Vangelo è l’unico dei Canonici in cui è menzionata chiaramente, al momento della crocifissione di Gesù, la presenza di “sua madre” Maria, che è insieme con altre donne, che però non sono sempre le stesse nei vari Vangeli. Una sola donna è presente alla crocefissione in tutti i Vangeli Canonici. È Maria di Magdala ( che molti autori identificano con Maria Maddalena), che pertanto ha un “rapporto speciale” con Gesù.

 

In merito alla morte di Maria, secondo la Tradizione Cristiana, alla fine della sua vita terrena, è “assunta in cielo” (cioè portata in cielo), anima e corpo, in base al convincimento che non è morta ma dorme, perchè il suo corpo non ha iniziato il processo di putrefazione. Pertanto, come non è stata “corrotta” dal “peccato originale” al momento della nascita, così il suo corpo non è stato corrotto dalle conseguenze della morte. È la cosiddetta “dormizione” di Maria (somnium Marie), accolta anche dalla Chiesa Ortodossa , secondo la quale Maria, dopo essersi svegliata dal sonno-morte, ricomincia a vivere in Paradiso, accanto a Gesù.

 

A Gerusalemme c'è la Chiesa della Dormizione , sul Monte Sion, costruita sul luogo in cui Maria si è addormentata, sembrando morta, e la Tomba di Maria, nella Valle del Cedron, dove gli Apostoli hanno deposto il suo corpo, credendola morta, ed hanno poi ritrovato il sepolcro vuoto.

 

Alcuni autori ritengono che Maria abbia seguito l’apostolo Giovanni (al quale era stata affidata da Gesù prima di morire sulla croce, in base al Vangelo secondo Giovanni) ad Efeso, dove è morta e poi è stata assunta in cielo.  

 

Maria è anche citata negli Atti degli Apostoli, in cui è scritto che, dopo la resurrezione di Gesù, partecipa all’attività della Comunità cristiana di Gerusalemme ed è “perseverante nella preghiera”, in attesa della venuta (discesa) dello Spirito Santo, insieme con gli Apostoli, i fratelli di Gesù ed alcune donne. ( At 1,14)

 

NEI VANGELI APOCRIFI

 

Vari Vangeli Apocrifi scrivono diffusamente di Maria, raccontando episodi della sua nascita e giovinezza. In particolare, nel Vangelo della Natività di Maria o Protovangelo di Giacomo i suoi genitori sono Anna e Gioacchino, che vivono a Gerusalemme, e che la concepiscono in tarda età.

 

Maria inizia a camminare a 6 mesi. Quando compie 3 anni, è portata nel Tempio per 9 anni, fino al momento della pubertà, quando è data “in custodia” dal Sacerdote Zaccaria a Giuseppe, designato tra altri uomini vedovi, appartenenti alla “stirpe di Davide”, in seguito ad un “segno del Signore”: infatti il suo bastone è “fiorito” e ne esce una colomba, che si posa sulla sua testa. Giuseppe acconsente a tenerla “in custodia” finchè uno dei suoi figli la potrà prendere come moglie. Il Sacerdote però gli risponde che lui deve sposare Maria, quando sarà il tempo.

 

Il Vangelo Apocrifo racconta quindi il concepimento verginale e divino di Maria e la nascita di Gesù, con alcune varianti rispetto ai Vangeli secondo Matteo e Luca. In particolare, un angelo annuncia il concepimento di Maria quando ha 16 anni e mentre sta attingendo acqua da una fontana.

 

Gesù nasce in una “grotta”, avvolta in una “nuvola di luce”, sulla quale si è fermata la stella. Arrivano quindi i Magi ed offrono a Gesù i loro doni: oro,incenso e mirra.

 

Tre giorni dopo la nascita, Gesù è portato in una “stalla”, dove è deposto nella “mangiatoia” ed “è adorato da un bue e da un asino”. Il sesto giorno dopo la nascita la Sacra Famiglia arriva finalmente a Betlemme. L’ottavo giorno, Gesù è circonciso e gli viene dato il nome. Il quarantesimo giorno, Gesù è presentato al Tempio, dove è adorato dai vecchi Simone ed Anna come futuro Messia.

 

Il Vangelo racconta quindi la vicenda di Erode che ordina l’uccisione dei bambini fino a due anni di età, ma con una variante importante: Erode crede che il Re dei Giudei, di cui gli hanno parlato i Magi, è Giovanni Battista e non Gesù, tanto che la madre Elisabetta, per nasconderlo, sale su una montagna, che “si apre” per accoglierli. Inoltre, un angelo veglia su di loro. Erode fa quindi uccidere il Sacerdote Zaccaria, che non gli ha voluto rivelare il nascondiglio del figlio.

 

Intanto, un angelo appare in sogno a Giuseppe e gli dice di andare in Egitto con Gesù e con Maria. Durante il viaggio, attraverso il deserto, si verificano alcuni prodigi: Gesù ammansisce dei draghi usciti da una grotta; è adorato da alcuni leoni e leopardi, che poi li accompagnano nel viaggio, indicando loro il cammino, aggirandosi tranquillamente tra le pecore che Giuseppe ha portato con sé; una palma si china per consentire a Giuseppe, Maria e Gesù di prendere e di mangiare i suoi frutti e poi dalla sua base sgorga dell’acqua che li disseta.

 

Giungono quindi nella città di Sotine, nella regione di Ermopoli e vanno nel locale Tempio, dove ci sono 365 idoli,che crollano tutti a terra, appena vi entrano. Arriva il Governatore della città, Afrodisio, con i soldati, che però, quando entra nel Tempio, dice ai soldati ed ai Sacerdoti di inchinarsi davanti a Gesù perché lui è Dio, altrimenti gli idoli non sarebbero caduti, con la faccia in avanti, riconoscendolo così, come il loro Signore. Se essi non avessero adorato Gesù, l’ira di Dio si sarebbe abbattuta su di loro, come fece con il Faraone, che fu inghiottito dal mare con il suo esercito, mentre inseguiva gli ebrei, ai quali aveva concesso la libertà dalla schiavitù.

 

Secondo il Vangelo di Bartolomeo, Maria riceve l’annunciazione del suo concepimento divino da Dio, quando si trova nel Tempio di Gerusalemme, tre anni prima di essere “affidata” a Giuseppe, cioè a 9 anni.

 

Il Vangelo secondo Filippo, invece, non accoglie l’idea del concepimento verginale di Maria ad opera dello Spirito Santo, ed afferma che Gesù è nato due volte: la prima volta, come uomo,da Maria e da Giuseppe,e la seconda volta come Dio, in seguito al battesimo ricevuto da Giovanni Battista, dopo il quale ha iniziato il suo ministero.

 

Secondo i Vangeli Apocrifi, Maria muore di morte naturale, assistita fino alla fine da alcuni Apostoli.

 

 

I FRATELLI E LE SORELLE DI GESU' NEI VANGELI CANONICI GESU’ FIGLIO PRIMOGENITO O UNIGENITO?

 

Si è molto discusso tra gli esegeti se Gesù fosse il figlio “primogenito” o “unigenito”, cioè unico, di Maria.

 

Nel Vangelo secondo Luca Maria da alla luce “il suo figlio primogenito” (Lc 2.7), il che fa pensare che abbia avuto altri figli dopo Gesù dato che Egli non è il suo figlio unigenito (unico).

 

Anche nel testo originale in greco e nella traduzione in latino del Vangelo secondo Matteo si parla di figlio primogenito, che però scompare nelle versioni successive.

 

Gli esegeti cattolici, per sostenere l’ipotesi di Gesù figlio unico, e quindi la “verginità perpetua” della madre Maria, affermano che presso gli Ebrei il primo figlio era sempre detto “primogenito”, anche se era l'unico figlio; quindi Gesù sarebbe l'unico figlio di Giuseppe e Maria.

 

Il fatto che Maria avesse avuto altri figli dopo Gesù era accettato dalla Comunità cristiana dei primi secoli. Solo dopo che fu affermato il dogma della “verginità perpetua” di Maria, questa opinione lentamente si perse perché contrastata dalla Chiesa.

 

I QUATTRO FRATELLI

 

Secondo i Vangeli Sinottici, Gesù ha fratelli e sorelle. In particolare, nel Vangelo secondo Matteo si legge:”Qualcuno gli disse:”Ecco,tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti”.(Mt 12,47)

 

Lo stesso episodio è narrato in modo più ampio nel Vangelo secondo Marco in cui si legge : “Giunsero sua madre e i suoi fratelli e ,stando fuori,mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero:” Ecco, tua madre,i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori che ti cercano”. (Mc 3.31-32)

 

Anche nel Vangelo secondo Luca si legge: “E andarono da lui la madre e i suoi fratelli,ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.Gli fecero sapere: Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti” (Lc 8,19-20).

 

Da questi passi dei tre Vangeli Sinottici, si evince chiaramente che Gesù è “cercato” dai suoi familiari (la madre, i fratelli e le sorelle), per “parlargli”.

 

Questi passi hanno suscitato molti interrogativi perché non si capisce per quale motivo i familiari cerchino Gesù e desiderano parlargli.

 

La cosa si complica leggendo il successivo passo del Vangelo secondo Marco in cui è scritto che Gesù “era motivo di scandalo” (Mc 6,3 ) per il suoi familiari. Perché?

 

Forse perché, per le idee “innovative” riguardo ad alcuni precetti della Legge giudaica, che propagandava nel suo ministero, era malvisto dai Sadducei, dai Sacerdoti e dagli Scribi? O perché era uno Zelota ed era ricercato dai Romani?

 

In un altro passo del Vangelo secondo Marco, è descritto un episodio che ha suscitato molti interrogativi da parte degli esegeti: infatti, “i suoi (familiari) uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti:”È fuori di sé”. (Mc 3,21).

 

Questo giudizio dei familiari è “molto pesante” e probabilmente Gesù è considerato “pazzo” per le idee “rivoluzionarie” che propagandava nel suo ministero.

 

Anche nel Vangelo secondo Giovanni si parla dei “fratelli” di Gesù. Infatti è scritto: “Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre,ai suoi fratelli e ai suoi discepoli. La rimasero alcuni giorni”. (Gv 2,12)

 

Sembra quindi che Gesù è accompagnato nel suo ministero dai familiari, anche se “i suoi fratelli non credevano in lui” (Gv 7,5). Però, negli Atti degli Apostoli, come abbiamo già scritto, la madre Maria ed i fratelli fanno parte della Comunità dei Cristiani di Gerusalemme, dopo la resurrezione di Gesù. (At 1,14).

 

Inoltre, in un precedente passo del Vangelo secondo Giovanni, in occasione della festa dei Giudei, detta “delle Capanne”, i fratelli lo invitano a partire dalla Galilea ed ad andare “in Giudea perchè anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu compi”.

 

(Gv 7,3). Gesù risponde loro che non va a quella festa, perché il suo tempo “non è ancora compiuto” (Gv 7,3). Però, dopo che i suoi fratelli sono partiti per andare alla Festa, vi va anche Lui, “non apertamente, ma quasi di nascosto”. (Gv 7,8-10)

 

Per quale motivo Gesù va a Gerusalemme in incognito? È forse ricercato?

 

In un precedente passo dello stesso Vangelo, Gesù” non voleva più percorrere la Giudea perché i Giudei cercavano di ucciderlo. (Gv 7,1). Per quale motivo?

 

I Vangeli secondo Matteo e secondo Marco, fanno i nomi di quattro fratelli di Gesù: Giacomo, Giuseppe, Giuda e Simone; parlano anche di “sorelle” ( quindi almeno due o più), ma non se ne fanno i nomi, che invece si trovano in alcuni Vangeli Apocrifi.

 

Infatti, nel Vangelo secondo Matteo, si legge: “ Non è costui il figlio del falegname? E sua madre non si chiama Maria? E i suoi fratelli Giacomo,Giuseppe,Simone e Giuda? E le sue sorelle non stanno tutte da noi?”. (Mt 13,55-56)

 

Nel Vangelo secondo Marco, si legge: “Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo,di Ioses (Giuseppe),di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?”. (Mc 6,3)

 

Appare chiaramente che l’ordine di presentazione dei fratelli Simone e Giuda, indicati nei due Vangeli è diverso. Perchè?

 

Inoltre, nel Vangelo secondo Giovanni, poco prima di morire sulla croce, Gesù rivolto al “discepolo che egli amava”, dice alla madre: “Donna ecco tuo figlio!”.

 

Poi dice al discepolo:Ecco tua Madre! E da quell’ora il discepolo l'accolse con sè” (Gv 19,26-27).

 

Questo passo è stato interpretato da vari esegeti laici come la prova che l’Apostolo Giovanni, nel quale l’Evangelista identifica sé stesso (Gv 21,24), è un “fratello carnale” di Gesù.

 

A favore dell'esistenza dei fratelli di Gesù scrivono alcuni storici. In particolare, Eusebio di Cesarea riporta la testimonianza di Egesippo, vissuto nel II sec., secondo il quale i desposini sono i “ nipoti di Giuda, detto fratello del Signore secondo la carne” e sono imprigionati durante la persecuzione dei Cristiani da parte di Domiziano (anno 90 circa) perché accusati di attività sovversiva come discendenti della stirpe regale degli Asmonei, ex Re di Israele, e come combattenti messianisti. ( Storia Ecclesiastica, III, 20).

 

Eusebio riporta anche la testimonianza di Sesto Giulio Africano, che parla di “parenti del Signore secondo la carne” (Storia Ecclesiastica, I,7), riferendosi chiaramente a consanguinei.

 

Inoltre, Eusebio riconosce che il Giacomo, autore della Lettera di Giacomo, era chiamato “figlio di Giuseppe” e quindi era fratello di Gesù (Storia Ecclesiastica,II, 1). In questo modo, Eusebio riconosce l’esistenza di almeno due fratelli di Gesù: Giuda e Giacomo.

 

Anche lo storico ebreo, romanizzato, del I sec.,Giuseppe Flavio, nella sua opera Antichità Giudaiche, che è il saggio più completo sulla storia della Palestina, cita Giacomo, il primo Vescovo della Comunità cristiana di Gerusalemme, come fratello di Gesù. Giacomo è processato dal Sinedrio e condannato a morte mediante la lapidazione, nel 44, insieme con altre persone, accusate di violazione della Legge di Mosè. Infatti, il Sommo Sacerdote Anano “Convocò il Sinedrio a giudizio e vi condusse il fratello di Gesù, detto il Cristo, di nome Giacomo, e alcuni altri, accusandoli di trasgressione della Legge e condannandoli alla lapidazione”. (Antichità Giudaiche, XX, 200)

 

Giacomo è quindi sostituto dal cugino Simone, figlio di Alfeo-Cleopa, fratello di Giuseppe, il padre di Gesù.

 

FRATELLI, FRATELLASTRI O CUGINI ?

 

Si è molto discusso, fin dai primi tempi del Cristianesimo, se Gesù avesse fratelli e sorelle e se veramente fossero tali quelli citati nei Vangeli.

 

Nel IV secolo c’erano già tre diverse spiegazioni, che poi hanno dato origine a tre diverse posizioni dottrinali:

 

- quella di Elvidio,Vescovo ariano di Milano dal 355 al 374, secondo il quale, sarebbero nati altri figli dopo il concepimento divino di Gesù, per cui le persone citate nei Vangeli sono effettivamente suoi “fratelli carnali”;

- quella di Epifanio,Vescovo di Salamina (Grecia), che riteneva che Giuseppe avesse avuto altri figli da una precedente moglie, che però non è mai menzionata nei Vangeli, e pertanto i cosiddetti “fratelli” di Gesù, sarebbero in realtà suoi “fratellastri”;

- quella di S. Girolamo, che riteneva che le persone citate nei Vangeli non erano fratelli, ma “cugini”, basandosi sul fatto che in aramaico il termine usato per indicare il “fratello” talvolta indica anche il “cugino carnale”. Però il termine greco adelphos, usato nei Vangeli (che infatti ci sono giunti nella lingua greca e non in aramaico), significa inequivocabilmente ”nato dallo stesso grembo” e quindi “fratello”.

 

Pertanto, benchè nel testo greco dei Vangeli sia usata la parola adelfòi, che significa letteralmente “fratelli”, la maggior parte delle Chiese Protestanti ed i Testimoni di Geova, credono nella verginità di Maria “solo al momento del concepimento”. Non credono quindi nella “verginità perpetua” di Maria (cioè che Maria è rimasta vergine anche dopo la nascita di Gesù, per il resto della sua vita) e quindi credono che Gesù abbia avuto dei fratelli “minori”, nati da Giuseppe e di Maria, dopo di lui.

 

In particolare, i Protestanti, fedeli sostenitori del principio Sola Scriptura ( cioè che si deve fare riferimento solo alle cose scritte) ritengono che non si devono interpretare i testi delle Sacre Scritture per adattarli alle esigenze teologiche-dottrinali, come ha fatto e continua a fare la Chiesa Cattolica.

 

Invece, la Chiesa Cattolica ritiene, per salvaguardare il dogma della “verginità perpetua” di Maria, che le persone citate nei Vangeli come “fratelli” di Gesù, siano in realtà suoi “cugini paterni” (cioè figli del fratello di suo padre Giuseppe) e precisamente figli di Alfeo-Clèofa-Cleopa. In verità, il termine cugino, in greco, è anepsiòs.

 

A sostegno di questa tesi, portano il fatto che in aramaico lo stesso termine indica i fratelli ed i cugini, ma , come abbiamo già detto, il testo originale dei Vangeli non è in aramaico ( anche se alcune fonti, da cui gli Evangelisti hanno attinto, sono in questa lingua), ma in greco ed la parola adelfòi significa in modo inequivocabile “fratelli”.

 

Alcuni autori cattolici arrivano a sostenere l'ipotesi che due siano “cugini di parte materna” ( Giacomo e Giuseppe, figli della sorella di Maria, appartenente alla stirpe levitica, sacerdotale, di Aronne) e due “cugini di parte paterna” (Giuda e Simone, figli del fratello di Giuseppe, appartenente alla stirpe davidica, regale, di Davide).

 

Gli esegeti cattolici sostengono anche che nell'Antico Testamento il termine ebraico ed aramaico, che significa “fratello”, aveva più significati (fratello, fratellastro, cugino, parente, membro della stessa tribù, amico, collega...).

 

Pertanto, anche nella Bibbia dei Settanta (indicata con LXX), che è la traduzione in greco ellenistico del testo antico in ebraico, realizzata tra il III ed il I sec. a.C , la parola “fratello” ha significati diversi. E così anche nel Nuovo Testamento.

 

Sicuramente, la Chiesa Cattolica ha censurato, nella redazione del “Canone”, i “fratelli” e le “sorelle” di Gesù per sostenere la tesi della “verginità perpetua” della madre Maria, cioè prima, durante e dopo il parto di Gesù.

 

Alcuni esegeti cattolici, per negare la presenza dei “fratelli” di Gesù, fanno riferimento al fatto che Giuseppe parte per Betlemme, per partecipare al “censimento” di cui narra il Vangelo secondo Luca (2,1-2), solo con Maria “sua sposa” che era “incinta”. Pertanto, ritengono che se Giuseppe avesse avuto altri figli, l’Evangelista ne avrebbe parlato.

 

Altri autori di area cattolica, sempre per negare la presenza dei “fratelli” di Gesù, adducono il passo del Vangelo secondo Giovanni in cui Gesù, mentre sta per morire sulla croce, affida la madre Maria non ai suoi fratelli, ma al discepolo che più amava”(Gv 19,26), che è identificato dall’Evangelista con sé stesso, che pertanto è l’Apostolo Giovanni.

 

Infine, la Chiesa Ortodossa, riprendendo l’opinione di Epifanio, ritiene che si tratta di “fratellastri”, cioè di figli nati dal primo matrimonio di Giuseppe (non sappiamo però il nome della prima moglie), come scrivono alcuni Vangeli Apocrifi, in particolare il Protovangelo di Giacomo, in cui si racconta che Giuseppe è vecchio ed ha altri figli. Infatti, quando Giuseppe è designato dal Sacerdote Zaccaria per avere “in custodia “ Maria, gli obietta: ”Ho già altri figli e sono vecchio, mentre lei è giovane. Non voglio apparire ridicolo tra i figli di Israele”. (Cap. 9,8)

 

Infine, secondo gli esegeti cattolici della cosiddetta Scuola esegetica di Madrid, i fratelli di Gesù sarebbero alcuni dei Discepoli, che lo aiutano nella predicazione e nella sua attività. Sono quindi i suoi più “stretti collaboratori”.

 

Altri esegeti ritengono che tre dei quattro fratelli di Gesù siano in realtà degli Apostoli, per la omonimia dei nomi: Giacomo,Giuda e Simone.

 

Invece, secondo altri autori, questi tre fratelli di Gesù non sarebbero gli omonimi Apostoli perchè , come abbiamo già scritto, nel Vangelo secondo Giovanni essi “non credevano in lui” (Gv 7,5), almeno fino alla sua resurrezione.

 

Altri autori ritengono, con una ipotesi alquanto suggestiva, che Giuseppe, il padre di Gesù, sarebbe indicato nei Vangeli con nomi diversi ed i 12 Apostoli potrebbero essere tutti o in parte Fratelli di Gesù, anche se essi hanno genitori con nomi diversi (che sarebbero tutti riferiti a Giuseppe), come Alfeo-Clèofa-Cleopa, che invece è presentato come fratello di Giuseppe.

 

Inoltre, secondo un’altra ipotesi suggestiva, sostenuta da altri autori laici, tutti o alcuni fratelli di Gesù, e lui stesso, sarebbero Zeloti ( ribelli antiromani), in quanto figli di Giuda il Galileo, che guidò la rivolta antiromana in occasione del censimento fiscale del 6-7 d. C.

 

Dopo la morte di Giuda, il comando della banda dei Galilei fu assunto dal figlio Giovanni di Gamala ( Yhochanan ben Yehuda), che dopo aver “liberato” per un breve periodo Gerusalemme, fu sconfitto e catturato dai Romani che lo crocifissero.

 

Questi autori ritengono che Giovanni di Gamala era sposato con Maria di Betania, sorella di Lazzaro, identificata con Maria Maddalena.

 

NEI VANGELI APOCRIFI

 

Anche in alcuni Vangeli Apocrifi si parla dei fratelli e delle sorelle di Gesù. Nel Protoevangelo di Giacomo, che racconta in modo particolareggiato la vita di Maria, si narra che Giuseppe, prima del matrimonio con Maria, è stato sposato con una donna (di cui però non si fa il nome), da cui ha avuto quattro figli maschi (Giuda, Giuseppe, Giacomo e Simone) e due femmine (Lisia e Lidia).

 

In questo Vangelo, inoltre, si narra che nel viaggio di Giuseppe e Maria da Nazaret a Betlemme per il censimento, con loro c’è anche un altro figlio di Giuseppe, che guida l’asino sulla quale viaggia Maria.

 

Inoltre, nel Vangelo dell’Infanzia dello Pseudo Tommaso, in cui sono descritti alcuni miracoli compiuti da Gesù bambino in Egitto, si narra che Gesù guarisce uno dei precedenti figli di Giuseppe, morso da un serpente velenoso.

 

Sembra quindi che Giuseppe, quando è andato in Egitto per sfuggire a Erode, ha portato con sè non solo Maria e Gesù, ma anche gli altri figli (almeno quelli ancora piccoli), avuti dal precedente matrimonio.

 

L'INFANZIA E LA GIOVINEZZA NEI VANGELI CANONICI E APCRIFI

 

Nei Vangeli Canonici, sull'infanzia e sulla giovinezza di Gesù, c’è solo l’episodio, narrato nel Vangelo secondo Luca, nel quale Gesù, a 12 anni, si reca con i genitori e con una “comitiva” (e probabilmente anche con i fratelli e le sorelle) a Gerusalemme per celebrarvi la festa della Pasqua.

 

Infatti, gli ebrei che si trovavano ad un giorno di viaggio da Gerusalemme, erano tenuti, secondo la Legge di Mosè (Es 23,14-16) ad andare a Gerusalemme tre volte l’anno: per celebrare la festa degli Azzimi (la Pasqua), la festa della Mietitura e la festa del raccolto. In seguito, l’obbligo era stato ridotto solo alla festa della Pasqua.

 

La Sacra Famiglia, pertanto, anche se non vi è obbligata dalla Legge, perchè residente a Nazaret, in Galilea, distante circa 140 Km da Gerusalemme, per cui erano necessari alcuni giorni di viaggio per andarvi, va a festeggiare la Pasqua a Gerusalemme con i familiari e probabilmente con parenti ed am ici di famiglia.

 

Nel periodo della Pasqua, la città di riempiva di pellegrini, che facevano sacrifici di animali al Tempio e l’aria intorno ad esso era piena di fumo e di cattivi odori, per il fetore della carne bruciata degli animali sacrificati.

 

I pellegrini e gli abitanti inoltre facevano macellare ritualmente nel Tempio l’agnello che si usava mangiare la sera dell’inizio della Pasqua, che cadeva, secondo il calendario ebraico lunare, al tramonto del giorno precedente.

 

Gesù rimane probabilmente a Gerusalemme alcuni giorni, come probabilmente facevano i pellegrini che venivano da lontano. Quando i suoi familiari stanno ritornando a Nazaret, si accorgono, dopo “una giornata di viaggio”, che Gesù non è con loro. Tornano quindi a Gerusalemme per cercarlo. Lo trovano, “dopo 3 giorni”, nel Tempio,“seduto in mezzo a Maestri,mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al  vederlo, restarono stupiti”.(Lc 2,41-48)

 

Leggendo questi passi del Vangelo, è incredibile che i genitori non si siano accorti subito dell’assenza di Gesù, dato che ha solo 12 anni! Inoltre, il Vangelo non dice nulla su cosa ha fatto Gesù nei 3-4 giorni che è stato da solo a Gerusalemme, probabilmente nel Tempio.

 

Da questo momento, nel Vangelo secondo Luca, né tantomeno negli altri Vangeli Canonici, non si parla più di Gesù, fino a quando è battezzato, quando ha “circa 30 anni”, nelle acque del fiume Giordano, da Giovanni il Battista, figlio del Sacerdote Zaccaria e di Elisabetta, una parente di Maria, la madre di Gesù.

 

Per gli anni precedenti, cioè dai 12 ai 30 anni, il Vangelo secondo Luc, narra solo che Egli visse nella cittadina di Nazaret, in Galilea, “dove cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio ed agli uomini” ( Lc 3,52).Sono pertanto ben 18 anni di “silenzio”, che sono considerati gli “anni perduti di Gesù”.

 

Inoltre, non ci sono però prove sicure dell’esistenza di Nazaret al tempo di Gesù, nel I Secolo, dato che la prima citazione documentata della città è del IV secolo.

 

Dopo il suo battesimo, Gesù inizia il “ministero” pubblico (cioè la predicazione), che dura tra i 2 ed i 3 anni nel Vangelo secondo Giovanni, in cui si racconta la predicazione di Gesù attraverso tre diverse Pasque, mentre secondo gli altri Vangeli dura solo pochi mesi, prima in Galilea e poi in Giudea, ed è concentrato soprattutto durante la festa della Pasqua a Gerusalemme, dove è catturato, flagellato e crocifisso.

 

Anche i Vangeli Apocrifi non raccontano nulla sulla giovinezza di Gesù, nel periodo degli “anni perduti”.

 

DOVE È STATO GESU’ NEGLI ANNI PERDUTI?

 

Molti autori hanno cercato di ricostruire cosa ha fatto Gesù in questo lungo periodo di ben 18 anni della sua vita (dai 12 ai 30 anni), detto degli “anni perduti”.

 

Alcuni autori hanno ipotizzato che in quei 18 anni, Gesù ha vissuto in una Comunità essena, presso la quale è avvenuta la sua formazione religiosa e spirituale, con l’assimilazione delle dottrine e delle pratiche rituali.

 

La scoperta, avvenuta nel 1947 a Qumram, nel deserto di Giuda, vicino al Mar Morto, dove viveva una Comunità di Esseni, dei cosiddetti “manoscritti di Qumram”, ha fatto fiorire molti studi su quel periodo della vita di Gesù.

 

Qualche autore ha anche identificato Gesù con il Maestro di Giustizia, di cui parlano alcuni manoscritti esseni ed anche il Ginza,il testo sacro dei Mandei-Sabei.

 

Per altri autori, invece, il Maestro di Giustizia è Giovanni Battista, mentre Gesù è il Maestro della Menzogna, che si è allontanato dagli insegnamenti del Battista.

 

Anche i Mandei considerano Gesù un falso Messia. All’interno degli Esseni, alcuni eletti, dopo essersi “consacrati a Dio”, per tutta la vita o solo per un periodo di tempo, diventavano Nazirei o Nazorei, che dovevano seguire rigidi precetti di vita. Infatti, i Nazirei, secondo la Legge del Nazireato, indicata nel libro dei Numeri, dovevano astenersi dal vino e dalle bevande inebrianti, non potevano mangiare uva, né fresca né secca, e dovevano farsi crescere i capelli. Alla fine del voto di Nazireato, dovevano fare tre sacrifici al Signore: con un agnello, con una pecora e con un ariete.

 

Il Nazireato oltre ad essere una “consacrazione a Dio”, per tutta la vita o per un periodo di tempo, era anche una “preparazione al ruolo di Re o di Sacerdote” ed al “ruolo di condottiero o di capo militare” (come Sansone nella guerra contro i Filistei).

 

Il Nazireato era praticato da tutti i gruppi religiosi ebraici presenti in Palestina nel I secolo, che seguivano l’Hassidismo ( la corrente ultra ortodossa ebraica, sorta al tempo dei Maccabei-Asmonei), come gli Esseni, gli Zeloti ed i Farisei .

 

Pertanto, alcuni autori laici ritengono che Gesù fosse un Nazireo e che la sua “unzione”, fatta nella casa di Lazzaro, a Betania, da sua sorella Maria, era in realtà la sua investitura come Re della Giudea. Però, il termine Nazireo è stato erroneamente trascritto nei Vangeli come Nazareno, inteso come “abitante di Nazaret”, come si legge chiaramente nel Vangelo secondo Matteo. (Mt 2,23)

 

Qualche altro autore ha ipotizzato, anche in base ad alcuni Vangeli Apocrifi, come il Vangelo dell’Infanzia dello Pseudo Tommaso, che Gesù abbia ricevuto la sua formazione religiosa e spirituale in Egitto, dove da secoli si era insediata una numerosa e prospera Comunità ebraica, che aveva un proprio Tempio, gestito dai Sacerdoti appartenenti alla Casta Sacerdotale Sadochita, che “erano i legittimi eredi dei sacerdoti leviti,”i figli di Sadoch”,menzionati dal profeta Ezechiele (Ez. 44,15), gli unici ad aver ricevuto il permesso di Dio a presentarsi al suo cospetto al fine di servire e celebrare la liturgia sacra”. (M. Baigent, Le carte di Gesù, pag. 140-141).

 

Peraltro, la Sacra Famiglia, dopo la nascita di Gesù, era andata proprio in Egitto per sfuggire all’uccisione dei bambini fino a due anni (la cosiddetta strage degli innocenti), ordinata da Erode, che temeva di perdere il Regno di Giudea, dato che i Magi gli avevano detto che cercavano, per rendergli omaggio, il nuovo “Re dei Giudei”, che era nato.

 

Al riguardo, la Chiesa Copta, che si è separata da quella Cattolica nel 451, in seguito al Concilio di Calcedonia (vicino a Costantinopoli), sostiene che la Sacra Famiglia non è stata solo pochi mesi in Egitto, come narra il Vangelo secondo Matteo, ma ci ha vissuto a lungo. Infatti, nei Sacri Testi copti sono menzionati i luoghi visitati dalla Sacra Famiglia ed anche i miracoli compiuti da Gesù in Egitto. Questa storia si rifà alla Visione di Teofilo, Patriarca di Alessandria e Capo della Chiesa Egiziana dal 385 al 412, che è stata scritta nell’XI o XII secolo.

 

Nella Grotta n. 7 di Qumram sono stati rinvenuti tutti testi in lingua greca, su papiro, mentre i testi trovati nelle altre grotte sono scritti in ebraico o in aramaico, su pergamena. Questo fatto dimostra che nella Comunità essena di Qumram vivevano degli ebrei venuti dall’Egitto, che conoscevano solo il greco e quindi usavano i testi scritti in questa lingua.

 

Qualche autore ha anche ipotizzato che Gesù abbia ricevuto la sua formazione religiosa e spirituale in Mesopotamia, dove si era rifugiato, nel corso del I secolo, un gruppo di Zeloti, scampati alla repressione dei Romani.

 

Questa ipotesi è sostenuta in particolare da Hugh Schonfield che probabilmente aveva scoperto l’esistenza di alcuni importanti documenti in un monastero nestoriano della Regione di Mossul (l’antica Ninive, in Iraq), anche se i monaci non gli avevano consentito di vederli. Anche lo storico arabo ‘Abd al-Jabar aveva visionato documenti ebraico-cristiani del VI-VII secolo, conservati in alcuni monasteri nestoriani di Mossul. (M. Baigent, Le carte di Gesù, pag. 134)

 

Infine, altri autori sostengono, con una ipotesi molto suggestiva, tutta da dimostrare, che Gesù abbia ricevuto la sua formazione religiosa e spirituale in Oriente, nello specifico in India, per le analogie del suo messaggio con i principi del Buddismo, nato nel VI secolo a. C.



 

 

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