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N. 82 - Ottobre 2014 (CXIII)

"MA VOI, CHI DITE CHE IO SIA?"
Breve biografia di Gesù di Nazaret - PARTE I

di Giorgio Giannini

 

La ricerca sul Gesù storico

 

Sin dai primi secoli del Cristianesimo, la vita di Gesù è stata oggetto di studio. Tra gli altri se ne sono occupati Origene di Alessandria e Eusebio di Cesarea.

 

La ricerca moderna sulla storicità di Gesù, risale alla fine del XVIII sec. quando, con la nascita e l'affermarsi del “metodo storico critico”, c'è stato lo sviluppo degli studi diretti a ricercare l'attendibilità storica degli scritti che costituiscono il cosiddetto Nuovo Testamento, in particolare dei Vangeli, cercando di eliminarne gli aspetti leggendari, ripresi dalla mitologia, o i contenuti simbolici della dottrina cristiana, al fine di ricostruire il profilo del Gesù storico e la sua biografia, il più possibile certa e documentata.

 

La ricerca del Gesù storico è classificata , dagli esperti, in tre fasi. La prima è iniziata nel XVIII sec. con Hermann Samuel Reimarus (1694-1768) che ha affermato l'esistenza di un Gesù storico e di un Gesù della fede. Il primo era un Messia politico, di tendenze nazionaliste, che predicava la rivolta contro i Romani e che per queste sue idee fu arrestato e giustiziato con la crocefissione, che era la pena riservata dai Romani ai ribelli. Dopo la sepoltura, il suo corpo è stato trafugato dai discepoli per poter affermare che era risorto. Pertanto, Reimarus riteneva che quanto scritto nei Vangeli, sopratutto riguardo ai miracoli, fosse una invenzione ed una mistificazione. Questa tesi l'ha esposta in sua opera, che non ha mai pubblicato (forse per timore della scomunica) e che è stata diffusa, nelle conclusioni, da Gotthold Lessing nell'Ottocento.

 

La seconda fase della ricerca del Gesù storico si sviluppa dalla metà del XIX secolo, quando sono pubblicate le prime biografie di Gesù: quella di David Friedrich Strauss (180-1878), che ritiene che i miracoli sono eventi naturali, e quella di Ernest Renan (1823-1889), che sostiene, per primo, che Gesù era un “semplice uomo”. Successivamente, Albert Schweitzer (1875-1965) sostiene l'attendibilità del contenuto dei Vangeli, anche se avevano curato poco la vita di Gesù. Ritiene anche che le biografie apparse su Gesù non sono attendibili perchè mancano nei Vangeli gli elementi per ricostruirne oggettivamente la vita e quindi quelle opere riflettono il pregiudizio degli autori. Ritieneva anche che Gesù era un profeta apocalittico, che si sentiva chiamato a svolgere un ruolo messianico. Anche il teologo tedesco Rudolf Bultmann ( 1886-1976) sostiene che gli scritti del Nuovo Testamento ci fanno conoscere più la “fede” dei primi Cristiani e dei loro curatori che la “vita” di Gesù, per cui ci danno la conoscenza di un Cristo della fede, piuttosto che di un Cristo della storia. Pertanto, sia lui che altri autori contemporanei, come Karl Barth, rifiutono la ricerca del Gesù storico; questo giudizio provoca l'arresto degli studi dagli anni venti agli anni settanta del Novecento,anche se c’è una ripresa della ricerca negli anni cinquanta, da parte del Movimento della Nuova Ricerca.

 

La terza fase della ricerca del Gesù storico è avviata negli ultimi decenni del Novecento in seguito alla diffusione del nuovo metodo storico critico,con una migliore conoscenza del Giudaismo del I sec, una più attenta analisi letteraria dei testi ed una maggiore attenzione per le fonti cristiane non canoniche,scoperte nel dopoguerra (in particolare i Manoscritti di Qumran e di Nag Hammadi).

 

L'indagine storica su Gesù ha assunto un carattere interdisciplinare ed ha visto anche un coinvolgimento interconfessionale, con la produzione di contributi, anche rilevanti, da parte di studiosi laici.

 

La ricerca non si basa più solo sulle fonti cristiane canoniche, ma prende in considerazione anche le fonti cristiane non canoniche ( in particolare i Vangeli Apocrifi) e anche le fonti non cristiane.

 

Gli studiosi moderni, per valutare la storicità dei fatti delle parole (detti) attribuite a Gesù hanno adottato diversi metodi, che hanno dato buoni risultati.

 

In seguito a questi studi, la “storicità di Gesù”,cioè la sua esistenza storica, è riconosciuta da quasi tutti gli studiosi, sia religiosi che laici. Questi ultimi, però, ritengono che il personaggio di Gesù è il risultato dell'elaborazione di un mito.

 

Le fonti cristiane canoniche

 

 I Vangeli Canonici, attribuiti agli Evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni sono la principale fonte di notizie, da parte cristiana,sulla vita di Gesù. Si ritiene che risalgano alla seconda metà del I sec. e sicuramente sono il risultato finale di più versioni,scritte probabilmente sulla base di appunti, conseguenti ad una decennale tradizione orale.

 

Sono scritti in greco ellenizzato, con l’uso frequente di termini presi dalla lingua aramaica, parlata dal popolo.

 

I testi più antichi, pervenutici come frammenti, risalgono alla metà del I sec.

 

La Chiesa Cattolica ritiene che la scrittura dei Vangeli è stata “ispirata da Dio” e quindi raccontano fedelmente la vita e l'insegnamento di Gesù. Quindi,anche i miracoli e la resurrezione di Gesù sono realmente avvenuti. Invece, le altre Religioni ritengono che gli “eventi soprannaturali” narrati nei Vangeli siano la rielaborazione di racconti mitologici. In articolare, l'Islam ritiene che i Vangeli siano stati modificati nei primi secoli e che pertanto non sono attendibili perchè non sono più “puri”.

 

Tutti i quattro Vangeli raccontano, più meno dettagliatamente, anche con notizie originali riportate in ogni singolo testo, la predicazione nella sua “vita pubblica”, cioè il cosiddetto ministero, che peraltro è iniziato quando Gesù aveva “circa 30 anni” ,come riferisce il Vangelo secondo Luca.

 

Della sua nascita, invece, narrano solo il Vangelo secondo Matteo ed il Vangelo secondo Luca. Scarse informazioni ci sono invece, sulla sua infanzia e giovinezza,solo nel Vangelo secondo Luca ( Gesù a 12 anni discute con i Dotti del Tempio di Gerusalemme).

 

Un'altra importante fonte di informazione, soprattutto sulla predicazione di Gesù, anche se non ci danno alcuna informazione di tipo biografico su Gesù, sono le Lettere di Paolo di Tarso, scritte probabilmente tra il 50-51 ( in cui scrisse la Prima Lettera ai Tessalonicesi) ed il 63-65, e quindi sono contemporanei o addirittura precedenti ad alcuni Vangeli, come il Vangelo secondo Giovanni, composto verso la fine del I sec.. Però non tutte le Lettere sono considerate originali. Infatti, si ritiene che sette siano state scritte da Paolo mentre le altre sei sono state redatte da suoi discepoli.

 

Un'altra fonte di informazione su Gesù, anche se contengono poche informazioni sulla sua vita e sul suo operato, sono le Lettere cattoliche,incluse nel Nuovo Testamento e attribuite a Pietro,Giacomo, Giovanni e Giuda.

 

Le fonti cristiane non canoniche

 

Sono utili per la ricerca storica su Gesù anche altri testi cristiani,che non sono stati inseriti nel Canone del Nuovo Testamento, nelle sue varie versioni: il Canone Marcionita del 140; il Canone Muratoriano del 170; il Canone approvato dal Concilio di Cartagine del 397;il Canone approvato dal Concilio di Trento del 1563.

 

I più importanti di questi testi cristiani sono i Vangeli Apocrifi, composti a partire dalla seconda metà del II sec., usati nella prime Comunità cristiane, che danno una visione di Gesù diversa, anche in maniera profonda, da quella accolta dalla Chiesa di Roma, dato che riflettono posizioni teologiche considerate eretiche ( come quelle degli ebioniti,dei docetisti,degli gnostici...). Contengono però molte notizie di carattere favolistico-leggendario per cui non sono considerate attendibili per la ricerca storica su Gesù.

 

Ci sono almeno tre tipi di Vangeli Apocrifi:

 

I Vangeli dell'Infanzia ( Vangelo di Tommaso, Pseudo Matteo), che hanno un contenuto magico-fiabesco. In particolare, Gesù è rappresentato come un bambino prodigio, che però, talvolta, è capriccioso e vendicativo.

 

I Vangeli gnostici ( Vangelo di Filippo, Vangelo di Giacomo, Vangelo di Tommaso), cosiddetti perchè enunciano principi dello gnosticismo, spesso sotto forma di “frasi e detti” (loghia) attribuiti a Gesù, come il Vangelo di Tommaso, composto tra la seconda metà del I sec. e l'inizio del II sec. Hanno però un contenuto allegorico e quindi sono considerato poco attendibili.

 

I Vangeli della Passione ( Vangelo di Pietro , Vangelo di Nicodemo),che non si discostano molto dalla narrazione dei Vangeli Canonici, ma tendono ad attribuire la responsabilità della morte di Gesù alle autorità religiose del Sinedrio ed a popolo ebreo, discolpando quindi Ponzio Pilato.

 

Le fonti non cristiane

 

Di Gesù hanno scritto, anche se solo pochi passi, alcuni scrittori e storici romani. Il fatto che non tutti gli storici del suo tempo ne abbiano scritto, significa, per alcuni studiosi che Gesù è stato un “personaggio marginale” del I° secolo, cioè che non era molto conosciuto fuori delle regioni in cui svolgeva il suo ministero,predicando, e pertanto non ha dato motivo di parlarne agli storici.

 

Comunque, parlano, indirettamente, di Gesù:

 

Giuseppe Flavio ( c. 37- c. 102),che nelle Antichità Giudaiche, scritte nel 93 d.C. , informa della morte di Giovanni Battista ( XVII,116-129), della morte di Giacomo il Giusto, che è qualificato come “fratello di Gesù che era soprannominato Cristo” (XX, 200), della morte dello stesso Gesù, riportate nel cosiddetto Testimonium Flavianum ( XVIII, 63-64), il cui contenuto, però, alcuni storici ritengono che sia stato manipolato dai copisti cristiani medioevali.

 

Plinio il Giovane, quando era Governatore delle Provincie del Ponto e della Bitinia, nella Lettera a Traiano del 112 d. C., chiede all'Imperatore come deve comportarsi verso i Cristiani che rifiutano di adorare l'Imperatore e pregano come Dio un certo Cristo. Traiano gli risponde scrivendo che i Cristiani non devono essere perseguitati per il loro culto, a meno che siano denunciati da qualcuno, ma non in forma anonima. Possono però rinnegare la loro fede, sacrificando agli Dei.

 

Gaio Svetonio (70-122) ,nella sua opera Vita dei dodici Cesari,in particolare nella Vita di Claudio, scrive che i Giudei, istigati da Chrestus , avevano fomentato dei disordini a Roma verso l'anno 50 e che pertanto l'Imperatore Claudio (Tiberio) li aveva espulsi dalla città.

 

Inoltre, nella Vita di Nerone, scrive che l'Imperatore “sottopose a giudizio i Cristiani, razza di uomini di una superstizione nuova e malefica”.

 

Publio Cornelio Tacito (55-117) racconta negli Annali la persecuzione ad opera di Nerone (54-68) dei Cristiani,accusati dell’incendio di Roma del 64 ,i quali avevano avuto origine da Cristo,che era stato condannato a morte da Ponzio Pilato. ( Annali, XV, 44).

 

Gli scrittori cristiani (anche i Padri della Chiesa) non fanno riferimento a questi testi di storici romani,che forse non conoscevano. Però Eusebio di Cesarea, nella sua Storia Ecclesiastica, cita la risposta dell'Imperatore Adriano alla lettera del Proconsole di Asia Quinto Licinio Silvano Graniano, che gli aveva scritto per sapere come doveva comportarsi nei confronti dei Cristiani, che erano oggetto di accuse o di delazioni anonime. Adriano risponde al nuovo Proconsole d'Asia Caio Municio Fundano, succeduto a Graniano, facendo presente che se qualcuno accusa formalmente i Cristiani, si deve istruire un processo e giudicare secondo la gravità del reato, ma i calunniatori devono essere puniti.

 

Di Gesù parlano anche altri autori antichi, come Giustino, che afferma che Gesù è stato crocifisso, come impostore Galileo e che il suo corpo era stato trafugato nottetempo dai suoi discepoli.

 

Anche 'Imperatore Marco Aurelio, nell'opera Ad sem (A sé stesso) riporta un accenno ai Cristiani.

 

Un riferimento a Gesù, di cui è descritto anche l'aspetto fisico, si trova nella Lettera a Tiberio di Publio Lentulo,che sembra un rapporto all'Imperatore da parte del Procuratore romano della Giudea. Tutti gli storici però concordano nel ritenerla un falso, anche perchè di Lentulo non si sa nulla.

 

Inoltre,Minucio Felice riporta nell'opera Octavius l'orazione di Marco Cornelio Frontone, in cui si parla dei Cristiani in modo molto negativo, dato che formano “una banda di empia congiura”.

 

Alcuni autori ritengono che ci sia un riferimento ai Cristiani ed a Gesù in alcuni passi del Satyricon di Petronio Arbitro.

 

Tertulliano (150-220), nell'Apologetico riferisce una storia incredibile e cioè che l'Imperatore Tiberio avrebbe proposto al Senato di riconoscere Gesù come Dio, ma la proposta fu respinta dai Senatori. In questo modo, il Cristianesimo rimaneva un culto illecito (superstitio illicita) e come tale, pertanto, i fedeli potevano essere perseguitati ed anche condannati a morte.

 

Anche in alcuni testi sacri ebraici ci sono riferimenti a Gesù. In particolare,nel Talmud Babilonese, scritto nel V-VI sec, che raccoglie i precetti orali della Torah (la Legge),a partire da Mosè, trasmessi oralmente dalle Scuole Rabbiniche fino alla caduta di Gerusalemme nel 70 e la conseguente diaspora degli ebrei, perchè si temeva che andassero perduti con la distruzione del Tempio , si parla di Yeshu, giustiziato alla vigilia della Pasqua perchè praticava la stregoneria ,in un passo riferito al Sinedrio. Alcuni autori però ritengono che la descrizione del personaggio di Yeshu non corrisponda a quella di Gesù.

 

Anche nel testo liturgico ebraico delle Diciotto Benedizioni c'è un riferimento ai Cristiani, nella preghiera Birkat Ha Minim, della fine del I sec.

 

Anche in alcuni testi in greco ci sono riferimenti ai Cristiani ed a Gesù. In particolare, nelle Dissertazioni del filosofo stoico Arriano, è riportato uno degli insegnamenti del suo maestro Epitteto, che quando parla della morte, afferma che i “Galilei” (intendendo forse i Cristiani) non ne avevano paura.

 

 Abulfia riporta un giudizio di Galeno sui Cristiani nella Historia anteislamica.

 

Sembra che si parli di Gesù,nella lettera scritta dallo stoico siriano Mara bar Sarapion al figlio, che si trovava in un carcere romano, in cui si parla dell'uccisione di un Re saggio, che aveva dato ad essi nuove Leggi.

 

Anche Luciano di Samosata (120-186), parlando nella sua opera De morte del suicidio di Peregrino Proteo, fa alcuni accenni ai Cristiani ed al loro primo legislatore,che fu crocifisso in Palestina e “che li ha convinti ad essere tutti fratelli,gli uni degli altri”, che ricorda Gesù.

 

Ci sono stati anche degli autori romani che hanno considerato Gesù un mistificatore, come il filosofo pagano Celso, del II sec., che nella sua opera Discorso Veritiero (Alethès Logòs), che non ci è pervenuto, ma di cui riporta ampi stralci Origene nella sua opera Contra Celsum per confutarne le affermazioni, definisce Gesù “il capo di una banda di briganti”, che era andato a lavorare in Egitto, dove aveva “appreso alcune di quelle discipline occulte per cui gli Egizi sono celebri” per cui i miracoli che gli sono attribuiti “non erano che manifestazioni operate secondo la magia ed trucchi esoterici”.



 

 

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