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attualità


N. 19 - Luglio 2009 (L)

Ciao arturo
Ricordo di un napoletano da imitare

di Giovanna D'Arbitrio

 

La morte di Arturo Capasso rappresenta una grave perdita per la nostra città.

 

Scrittore, giornalista, ma soprattutto uomo buono e saggio, amico sincero e affettuoso, egli sarà sempre per noi un esempio da imitare per coerenza, schiettezza, coraggio, un grande coraggio dimostrato anche nell’affrontare la malattia che lo ha stroncato.

 

Nato nel 1935 a Napoli, dove si laureò in Scienze politiche, amante dei viaggi e animato da spirito d’avventura, s’imbarcò su una nave mercantile per raggiungere il subcontinente indiano.

 

Le numerose esperienze, soprattutto quelle fatte in Svezia e Unione Sovietica, gli ispirarono i primi saggi di natura sociologica.

 

In seguito si dedicò al giornalismo e scrisse per numerose testate, tra le quali Agenzia Radicale, Quaderni Radicali, Avanti, Critica Sociale, Gente, il Brigante, Napoli.com, Il Fiorino, Il Meridionale, Il Denaro, Sovietica, Relazioni Umane, Nasha Gazieta, Il Privato, La Piccola Città, L’Esopo, Messis, Momento Sera, Prospettive, InStoria, Scena Illustrata di cui è stato anche co-direttore.

 

Ha curato inoltre, diverse voci per “Enciclopedia Minerva” e ha scritto vari volumi, tra i quali Viaggio a Mosca e in Oriente, Socialismo in Svezia, Chorosciò!, Quaderni per Flavienka, Urss Inquieta, Contra Mores, Realtà 5, Il Mare Chiaro, Cose antiche e cose nuove, Il mio Gesù.

 

Arturo amava molto la sua città e spesso si rammaricava nel constatarne i gravi, irrisolti problemi e con rabbia ed amarezza lanciava invettive, ma non perdeva mai la speranza di una “rinascita” che la potesse riportare agli antichi splendori.

 

Nel “Mio Gesù” scrisse questi versi:

 

I portatori di vecchie gabelle

Gli speculatori di oscura ignoranza

I profittatori di gente alla buona

è certo, certissimo,

NON PRAEVALEBUNT!

 

Il 12 giugno Arturo è venuto al matrimonio di mia figlia, stava abbastanza bene ed era contento di partecipare alla nostra felicità, in una splendida, solare giornata, davanti al golfo di Napoli.

 

Il giorno dopo mi ha inviato un’affettuosa mail: Giovanna, hai visto? Tutto è andato per il meglio. Quella chiesetta sospesa fra cielo e mare mi ha riportato al Monte delle Beatitudini. Un cielo terso che si unisce al lago di Tiberiade. Gli sposi poi avevano un’unità di sentimenti...

 

Ti voglio ricordare così, amico mio, sempre entusiasta, spontaneo, sincero, pieno di delicati sentimenti. Grazie per avermi incoraggiata a scrivere in un momento di tristezza per i miei figli lontani da Napoli.

 

Mi dicesti: Scrivi, Giovanna, scrivi tutto ciò che pensi e che sai, ma soprattutto TUTTO CIò CHE SENTI. Vedrai, scrivere ti riempirà la vita e scaccerà tutti i cattivi pensieri.

 

Un forte abbraccio a te, Arturo, che non potrò mai dimenticare, a Marianna, alla tua bella famiglia.

 

Giovanna.

 

P.S.: al saluto di Giovanna si associa, silenziosamente, tutta la redazione di InStoria.

Ciao Arturo, grazie per i tanti piccoli insegnamenti e stimoli.

Buon viaggio.


 

 

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