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N. 27 - Marzo 2010 (LVIII)

AMABILI RESTI DI DONNE
l’altra metà della Terra

di Giovanna D'Arbitrio

 

Nel corso della mia vita spesso mi sono chiesta cosa significhi oggi “essere donna”, quale sia il valore che la società assegni alla nostra esistenza qui sulla Terra, se siamo ancora esseri umani di serie B anche nei nostri “civili” paesi, fino ad arrivare alle ultime lettere dell’alfabeto in tante parti del mondo.

 

Là per una bambina è perfino difficile essere accettata e, appena nata, spesso la morte soffoca il suo primo vagito oppure, se è più fortunata, potrà sopravvivere per essere venduta in moglie a qualcuno o finirà nel racket della prostituzione.


Quando ci volgiamo indietro verso il passato e consideriamo le faticose conquiste delle donne nel loro difficile percorso attraverso i secoli, non possiamo non essere nel complesso soddisfatte dei risultati raggiunti, ma la strada verso un completo rispetto per i nostri diritti umani è ancora lunga ed irta di difficoltà.


Per fortuna ora in molti paesi esistono leggi più giuste verso “l’altra metà del cielo”, come talvolta ci definiscono (qui sulla Terra lo spazio per noi a quanto pare è limitato), ma purtroppo è molto difficile sradicare comportamenti maschilisti, mentalità distorte, pregiudizi e quant’altro.


Giorni fa ascoltando in Tv uno dei tanti talk show che in cui tutti parlano e fanno “inciuci” su scandali e scaldaletti, ricatti e denaro facile, si rideva e scherzava su escort e ragazzine che si prostituiscono per entrare nel mondo dello spettacolo e dei Vip. Ormai si ride di tutto, anche di gente che giace sotto le macerie di un terremoto, figuriamoci che importanza poi si possa dare ai problemi delle "donne-oggetto".


Andando poi a cinema a fine settimana, ancora una volta i problemi della condizione femminile ci hanno fatto riflettere, riproposti da due film : “Amabili Resti” e “An Education”. In essi, come spesso accade, i legami tra letteratura, cinema e realtà sono presenti, poiché i libri anche qui hanno fornito trame, situazioni e personaggi che in qualche modo rispecchiano la realtà.


Il film “Amabili Resti” del regista Peter Jackson, prodotto da Spielberg, tratto dal libro cult di Alice Sebold “The Lovely Bones”, ci offre un quadro degli USA anni ’70 in cui una famiglia felice ed unita viene travolta dalla tragedia: la figlia quattordicenne, Susie, viene stuprata e uccisa dal mostro della porta accanto, un “classico” anche nella realtà.

 

Il film, tuttavia, si vuole spingere oltre il mondo sensibile che ci “imbottiglia” in una limitante realtà terrena (come il piccolo pinguino rinchiuso in una boule di vetro o quei simbolici modelli di velieri mostrati nel film), elevandosi alla visione di un paradiso che può essere raggiunto solo con perdono e completo “distacco” dell’anima dai mali terreni, soprattutto con la fiducia in una giustizia divina che immancabilmente colpirà i colpevoli.


Pur apprezzando tali conclusioni, tuttavia, la lotta nella realtà di tutti i giorni non deve assolutamente cessare, anzi non bisogna mai abbassare la guardia e lasciare campo libero a quanti per maschilismo, ignoranza ed inciviltà continuano a massacrare le donne, fatte a pezzi non solo nel corpo ma anche nell’anima.


Come dimenticare i limpidi, azzurri occhi della ragazzina del film (personaggio magistralmente interpretato da Saoirse Ronan), i suoi sogni di adolescente innamorata brutalmente cancellati, la sua innocenza barbaramente violata! Quante donne oggi, bambine, giovani, mature e perfino vecchie sono ancora costrette a subire tutto ciò?! Quanti “amabili resti” dovranno essere ancora sparsi sulla Terra?


E un’ulteriore riflessione sulle donne, ci è stata offerta poi da un altro film “An Education”, del regista Lone Scherfig, tratto dall’omonimo libro di Nick Horby. E’ la storia di una sedicenne inglese degli anni ’60, sedotta e abbandonata, la quale alla fine comprende l’importanza di un’autonomia guadagnata col sudore della fronte, attraverso una buona istruzione, contrapposta all’allettante “ paese dei balocchi” che ancor oggi maschi ricchi e corrotti propongono a molte donne.


Concludendo, ci auguriamo che una sana “education” all’amore possa far cambiare mentalità e comportamenti anche a tanti uomini, in modo che si possa condividere lo spazio “terreno” con rispetto reciproco.


 

 

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