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N. 73 - Gennaio 2014 (CIV)

IN RICORDO DI ALBERTO SANTONI
LO STORICO CHE RIVELÒ L'ULTRA

di Vincenzo Grienti

 

L’abilità inglese nell’interpretare numerosi radiomessaggi nemici in cifra nel corso della Seconda guerra mondiale ha catalizzato l’interesse di storici, esperti di decrittazione e semplice appassionati di storia militare.

 

In Italia, uno dei massimi studiosi di storia navale militare è stato Alberto Santoni, autore di numerosi saggi e libri di politica navale, morto durante i giorni del Natale 2013.

 

Nato a Roma nel 1936 è stato docente all’Università di Roma e all’Università di Pisa, collaboratore dell’Ufficio Storico della Marina Militare e tenente di vascello della Riserva con nomina del Presidente della Repubblica sulla base della legge Marconi.

 

Era fondatore e vice presidente della Società Italiana di Storia Militare (Sism). A dare la notizia della sua scomparsa il Presidente della Sism, lo storico e amico Virgilio Ilari. La bibliografia di Alberto Santoni è vastissima. Per scorrerla basta andare nel sito www.societaitalianastoriamilitare.org, ma uno degli argomenti da lui studiati, sviscerati e per certi versi valorizzati e rimessi in discussione resta quello legato all’ULTRA Intelligence.

 

Con il suo documentatissimo “Il vero traditore” , pubblicato per l’editrice Mursia nel marzo 1981, ha finalmente dimensionato il ruolo svolto dalle decrittazioni britanniche ULTRA nella guerra del Mediterraneo. Si tratta di uno uno dei testi più importanti sul tema dell’ULTRA. Non a caso nella copertina c’è la fotografia degli incrociatori Da Barbiano e Da Giussano.

 

L’11 dicembre 1941 queste due unità lasciarono il porto di Palermo diretti a Tripoli per la consegna di vettovagliamenti e rifornimenti alle truppe italiane, una decisione quanto mai azzardata da parte di Supermarina, quello di impiegare due incrociatori per un servizio ausiliario.

 

Grazie alle intercettazioni gli ULTRA inglesi erano informati su tutti i piani della nostra Regia Marina. Alle 3.15 del 14 dicembre, grazie al supporto dei Radar, gli inglesi affondarono il Da Giussano e il Da Barbiano. È solo uno dei colpi messi a segno dalla Royal Navy grazie all’uso di strumenti volti a effettuare il reperimento di informazioni utilissime per gli esiti della guerra.

 

Sulla scorta delle fonti documentarie inglesi del tutto inedite, il professor Alberto Santoni ha poi curato nel 1984 un altro importante volume, dal titolo “La guerra segreta sugli oceani” sempre per Mursia, per chiarire quanto l’ULTRA Intelligence abbia influito sulle operazioni della flotta di superficie del Terzo Reich e come quest’ultima si sia risolta a svolgere negli Oceani una guerra esclusivamente corsara, che pur conducendo ad alcune prestigiose vittorie tattiche non poteva garantire da sola il decisivo dominio del mare.

 

Dopo aver illustrato i piani strategici della Kriegsmarine, Santoni descriveva tutte le crociere oceaniche delle unità di superficie tedesche alla luce delle nuove acquisizioni documentarie sulla guerra segreta per giungere infine a conclusioni che vanno al di là della ristretta analisi episodica.

 

Nel 2010 con un’altra pubblicazione dal titolo “Ultra Intelligence e macchine Enigma nella guerra di Spagna 1936-1939” Santoni ha gettato nuova luce sull’importanza e sul sistema utilizzato dai servizi segreti inglesi. Gli inediti documenti riportati in appendice al volume retrodatano dal 1940 al 1936 - cioè dalla Seconda guerra mondiale alla Guerra civile spagnola - sia l’abilità inglese di decrittare i messaggi in codice della Regia Marina e della Regia Aeronautica, sia la sorprendente violazione delle macchine cifranti ENIGMA, utilizzate nell’occasione e per la prima volta operativamente dalla Marina italiana.

 

La Seconda guerra mondiale segnò quindi non l’avvento, ma la continuazione del prolifico lavoro del servizio di decrittazione britannico. In questo libro Alberto Santoni si consacrò definitivamente - semmai qualcuno lo aveva mai messo in dubbio - il primo storico in grado di quantificare l’importanza dell’ULTRA, determinandone efficacia ed effetti dopo aver ripercorso negli anni la storia della sua progettazione, del suo sviluppo e della sua “entrata in servizio”, oltre che dei sorprendenti risultati che in molti casi intaccarono il corso degli eventi durante il Secondo conflitto mondiale.

 

Alberto Santoni con la consueta onestà espositiva che da sempre ha caratterizzato i suoi libri, “aperti” a tutti, studiosi e non, ha condiviso le novità da lui scoperte rivelando al grande pubblico il peso dell’Intelligence britannico, sconvolgendo l’intera storiografia formatasi nel tempo su questo argomento.

 

Insomma uno studioso, oggi più che mai da riscoprire. Seguire la sua scia e proseguire le rotte da lui segnate potrebbe essere una via per ridare alla storia militare navale un nuovo slancio.

 

Le intuizioni di Santoni non sono state mai scontate, il suo lavoro di ricerca mai superficiale. I suoi studi mai confinati in un mondo accademico che dialoga, cresce e si rinnova solo al suo interno. Al contrario, Santoni è stato capace di coinvolgere lettori, uditori e studenti nella sua passione per la storia della Marina Militare Italiana.

 

Basta leggere i suoi libri per toccare con mano il suo talento. Proprio qualche anno fa, nel 2005, in occasione di un convegno a Biella sulla storia dello spionaggio, intervenendo sul ruolo e l’importanza dell’intelligence, anche alla luce dei suoi studi, sottolineò che “di fatto, l’intelligence deve essere legata più alla difesa che all’offesa. La ragione è nella diversità delle due forme di strategia. La caratteristica della difesa è l’attesa di una breccia, il cui impatto può essere trasformato in vittoria a condizione di conoscerla.

 

L’intelligence, fornendo l’informazione, diventa parte integrale della difesa. L’offesa invece, per dirla con von Clausewitz, è autosufficiente e non ha bisogno dell’informazione per realizzarsi”.

 

Questa differenza spiega perché lo spionaggio, nella sua lunga storia, ha reso possibili più difese che attacchi. “L’intelligence - ebbe modo di dire - è un’informazione preparata per i politici ed i militari che scaturisce da una varietà più o meno ampia di fonti approfondite e rese fruibili da analisti civili o militari”.

 

La macchina ENIGMA è uno di quegli strumenti che permise agli inglesi di rafforzare la loro difesa durante la Seconda guerra mondiale. Grazie agli strumenti operativi e alle informazioni degli agenti sparsi in Europa il Regno Unito poté far fruttificare i suggerimenti esterni ottenuti nei modi più disparati per elaborarli e poter prendere decisioni più efficienti. Dai libri del professor Santoni emerge questo e tanto altro da capire e rielaborare.

 

Con lui se va un grande storico e uomo di cultura, oltre che un grande appassionato di cose militari, compresi i giochi di simulazione ai quali dedicava un’intera stanza della propria casa. Le esequie si sono svolte a Roma il 27 dicembre 2013 presso la parrocchia di Santa Francesca Cabrini.



 

 

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