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storia & sport


N. 83 - Novembre 2014 (CXIV)

Alain Prost
Il Professore

di Francesco Agostini

 

È stato uno dei più grandi piloti di tutti i tempi Alain Prost e, d’altronde, non si vincono quattro mondiali in Formula Uno senza essere dei veri campioni. Certo, risultare anche simpatici al grande pubblico non sarebbe stata cosa sgradita, anzi, ma di questo aspetto Prost non se ne è curò mai molto.

 

Il francese era un freddo, un calcolatore delle corse, talmente maniacale nella messa a punto della macchina da meritarsi il famigerato nomignolo di “Professore”; questo perché Prost dirigeva (nel vero senso della parola) gli ingegneri e i meccanici del team in cui lavorava per far sì che la macchina fosse perfetta.

 

E non è un eufemismo: quando Prost voleva una macchina perfetta, significava veramente perfetta, senza sbavature né imperfezioni. Questa era la sua concezione di gara: la macchina doveva essere al top e lui, con la sua guida impeccabile, avrebbe fatto tutto il resto.

 

Questo comportava, ovviamente, un netto calo nelle simpatie di colleghi, pubblico e addetti ai lavori e la motivazione è presto detta. Perché mai la gente amava Ayrton Senna e non il francese? Era tanto più forte di lui?

 

No, ma il brasiliano aveva una cosa che Prost non aveva: il cuore. La passione, l’ardore con cui guidava Senna conquistava le folle, le trascinava nel vero senso della parola; questa sua foga, d’altro canto, lo portava spesso a commettere errori e a strafare. Eccessivo e generoso Senna, metodico, freddo e pignolo Prost.

 

Insomma, due modi completamente diversi di affrontare la vita e le corse. Il francese era uno che si risparmiava all’inizio per non consumare eccessivamente le energie, sapeva quando doveva spingere e quando no ed era un inimitabile stratega.

 

La fama e la popolarità di Prost aumentò anche grazie ai vari duelli (spesso sanguinosi) che ebbe in carriera. Tra i suoi “nemici” più autorevoli ci furono Niki Lauda, Nigel Mansell, Nelson Piquet e soprattutto Ayrton Senna, la sua nemesi. Memorabile l’episodio del Mondiale del 1989 avvenuto in Giappone.

 

Prost, allora in McLaren assieme a Senna, guidava la classifica mondiale con sedici punti di vantaggio e il brasiliano per poter ambire al titolo avrebbe dovuto necessariamente vincere le ultime due gare. Durante la corsa, a sei giri dalla fine, Senna stava agevolmente sorpassando il compagno di scuderia, quando Prost lo chiuse provocando (secondo Senna intenzionalmente) un incidente.

 

“Il professore” terminò lì la gara mentre Senna tornò in pista e vinse. Incredibilmente, a fine gara il brasiliano fu squalificato per aver tagliato una chicane e il Mondiale andò a Prost suscitando l’ira dei tifosi.

 

Quando però Senna morì qualche anno dopo, nel 1994, ovviamente tutti i vecchi rancori e le ruggini che c’erano state fra i due si dissiparono. Prost considerò sempre il brasiliano come un grande rivale e intervistato al riguardo ebbe a dire: “Mi sentii come se avessi lasciato la Formula 1 un'altra volta. Dopo non ho mai più visto il nostro sport nella stessa maniera. Fu qualcosa di enorme, di incredibile. Ci penso sovente. Sono passati tanti anni e mi accorgo che io e Ayrton manteniamo la stessa popolarità. Perché nelle nostre sfide abbiamo scritto alcune delle più belle pagine di questo sport. [...] È stata una perdita irreparabile, che fa ancora male. Non si può dimenticare. Adesso, a parte l'anniversario di questi giorni, si cerca di non parlarne molto. Ma il pensiero resta”.



 

 

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