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N. 91 - Luglio 2015 (CXXII)

L’AFRICA, L’EUROPA E IL MONDO
Sollecitare interventi ONU per il dramma dei migranti

di Giovanna D'Arbitrio

 

Migranti ce ne sono stati sempre in tutte le epoche, costretti a lasciare la propria terra, con la speranza di poter sopravvivere. Gli italiani ne sanno qualcosa!

 

Ci vengono in mente i versi dell’ebrea Emma Lazarus incisi sulla base della grande Statua della Libertà che accoglieva migranti e rifugiati politici nel porto di New York: l’emblema del “sogno americano”. La significativa poesia, The New Colossus (chiaro riferimento al Colosso di Rodi) dava il benvenuto a tutte le persone che arrivavano là con la speranza di migliori condizioni di vita.

 

Tenetevi le vostre antiche terre, la vostra celebrata fastosità - ella grida con labbra silenti.

Datemi le vostre stanche, povere masse affollate, bramose di vivere libere,

I miserabili rifiuti della vostra brulicante costa.

Mandatemi questi, i senza casa, tempesta scagliata contro di me.

Io innalzo la mia fiaccola accanto alla porta d’oro.

(Emma Lazarus, The New Colossus)

 

I ricordi mi riportano ai lontani anni ‘50 in cui da bambina vidi nel porto di Napoli navi cariche di emigranti tra i quali c’erano anche zia Nicoletta e i suoi figli, i nostri parenti poveri. Per loro un giorno mia madre, che aveva una bella voce da soprano, incise su un disco la nostalgica canzone “Santa Lucia “e la inviò a loro, a New York. Ogni tanto i parenti ‘americani’ venivano a trovarci e raccontavano storie meravigliose su “The Big Apple”, la favolosa città nella quale avevano realizzato i loro sogni: un buon lavoro, una bella casa e una vita dignitosa.

 

E ora sono le nostre coste che accolgono i migranti africani, ma malgrado i buoni sentimenti e l’ineguagliabile umanità e sensibilità dei meridionali italiani, è chiaro che la situazione sta diventando sempre più drammatica per l’imponenza stessa dei flussi migratori. L’Africa è un continente, non un piccolo paese! È impossibile che l’Italia da sola possa far fronte alla situazione.

 

Arrivano ormai a migliaia ogni giorni sulle nostre coste, stremati da guerre, violenze e fame, con la speranza di raggiungere paesi europei in cui molti hanno parenti: parlano inglese e francese, retaggio di passati colonialismi e neocolonialismi sempre attuali: vengono respinti proprio da quei paesi europei che ebbero il maggior numero di colonie in Africa. E tuttavia non sono i soli responsabili, poiché tutte le Potenze mondiali, inclusi USA, Russia e ora anche la Cina, hanno i loro interessi in questo ricco e vasto continente.

 

Sarebbe ora che UE e ONU, in interventi congiunti e coordinati, arrivassero a soluzioni condivise a livello mondiale, in modo da affrontare in modo serio non solo il problema dei migranti, ma anche quello del terrorismo dilagante, magari facendo leva su gli arabi più civili e democratici.

 

Sarebbe anche ora che in tali organismi internazionali per situazioni drammatiche e urgenti si abolisse il principio “dell’unanimità” nel prendere decisioni, meccanismo che spesso blocca interventi necessari, sostituendolo con una più celere votazione con risultati raggiunti “a maggioranza”.

 

È chiaro che il mondo si troverà sempre più coinvolto in immani tragedie collettive, se non ci sarà una svolta epocale capace di creare vivibilità nei paesi africani. È urgente adottare strategie politico-economiche internazionali che favoriscano democrazia, pace e stabilità.

 

Ci auguriamo che l’ONU possa stimolare un positivo “risveglio” di coscienze non solo in Europa, ma in tutte le Potenze mondiali.



 

 

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