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N. 79 - Luglio 2014 (CX)

LIVIN' ON THE EDGE

AEROSMITH LIVE A RHO
di Andrea Bajocco

 

25 giugno 2014. Dopo quasi quattro anni di assenza dai palchi italiani, la band di Boston finalmente torna nel belpaese. La location è quella dell'Arena Fiera di Rho (MI).

 

Per l’occasione sono stati invitati 4 gruppi spalla a scaldare il pubblico in attesa di Steven Tyler e soci. Si parte con i The Treatment, giovane gruppo che in ha passato ha già recitato la parte di opening act per artisti del calbiro di Alice Cooper.

 

Dopo di loro è il momento dei Walking Papers che non verranno certo ricordati per la musica né carne né pesce offerta, bensì per la presenza tra le proprie fila di Duff McKagan, storico bassista dei Velvet Revolver, Jane’s Addictione e, soprattutto, dei Guns ‘n’ Roses.

 

Terminati i Walking Papers, invece, è il momento degli Extreme, gruppo storico ricordato per quella More Then Words dal sound in pieno stile anni ’90 che hanno presentato in un’onirica versiona acustica. Il pubblico apprezza e canta a squarciagola. Alla fine del loro show hanno fatto salire sul palco un ragazzo del pubblico e l’hanno fatto suonare con loro, il tutto condito con gli ormai classici selfie-ricordo.

 

L’atmosfera va via via scaldandosi; il parterre affollato inizia a soffrire il caldo nonostante il diluvio che negli ultimi due giorni ha attanagliato l’hinterland milanese.

 

Sul palco salgono gli Alter Bridge che per la quarta volta in pochi mesi portano nello “Stivale” il loro Hard Rock. In breve tempo si scopre che molti, tra la folla, sono fan accaniti della band di Orlando. Myles Kennedy, cantante e chitrarrista, lo percepisce e scende a farsi abbracciare dalla prima fila del Golden Circle, sezione del parterre dedicata ai possessori del tanto agognato “braccialetto”.

 

Cala la sera. È arrivato finalmente il momento degli Aerosmith.

 

Quattro anni di attesa non sono pochi e la naturale conseguenza è un’aspettativa alle stelle. Nondimeno, l’eclettico frontman Steven Tyler, coadiuvato dagli immancabili Joe Perry (chitarra), Joey Kramer (batteria), Tom Hamilton (basso) e Brad Whitford (seconda chitarra), riuscirà a stupire tutti con una prestazione pazzesca. Non sembra risentire affatto dei 66 anni suonati.

 

Alla fine saranno 18 le tracce suonate dal gruppo di Boston, che ha proposto pezzi tratti da tutto l’ultratrentennale percorso musicale.

 

Le luci si spengono e la chitarra di Joe Perry dà inizio allo spettacolo con gli assoli di Mama Kin. Il parterre è già in delirio, ma mancherà ancora molto...

 

La partenza, come detto, è con il botto. Di certo i “ragazzi attempati” sul palco non vogliono smorzare il desiderio di rock del pubblico e proseguono imperterriti con Eat the Rich e Love in an Elevator, accompagnata dai soliti balletti sensuali di Steven Tyler.

 

Il primo trittico è d’annata. Nel parterre, un padre con due figlie adolescenti si diverte più delle ragazze che però si scatenano con Oh Yeah, una delle più recenti (che il padre neanche conosceva...); la potenza di un gruppo infinito che abbatte le barriere dell’età e si regala a un pubblico il più variegato possibile.

 

Si torna indietro nel tempo con Cryin’, Livin’ on the Edge, Last Child e Rag Doll, prima che Steve Tyler lasci il microfono a Joe Perry che, con gli schermi sul palco che proiettano gli Aeromith a mo’ di cartoni animati, canta Freedom Fighter.

 

Same Old Song and Dance e Rats in the Cellar aprono la strada alle lacrime.

 

È infatti il momento di I Don’t Wanna Miss a Thing. La parte femminile del parterre della Fiera di Rho, ripensando al film Armageddon, non si riesce infatti a trattenere. Non è una novità, succede a praticamente tutti i concerti degli Aerosmith. Ripensandoci,era successa la stessa cosa anche quattro anni fa a Parco San Giuliano a Mestre...

 

Dopo No More No More è il momento di omaggiare i Beatles.

 

Gli amplificatori irradiano la folla con le note di Come Together, capolavoro rock dei Baronetti di Liverpool. Inutile dire che gli Aerosmith, Steven Tyler in primis, si rivelano all’altezza della cover (pubblicata anche nella colonna sonora di Armageddon).

 

Si prosegue con Dude (Looks Like a Lady) e l’amatissima Walk This Way. Le luci poi si spengono. La band saluta e finge di andare via, lasciando spazio alle urla della gente in attesa dei bis.

 

Ed è sull’encore che, dopo aver accennato l’inizio di Angel, Steven Tyler attacca Dream On. Un pianoforte bianco sulla passarella di front al palco serve da piedistallo per Joe Perry e la sua chitarra. Il momento è sublime, la voce di Steve anche... la canzone non ha bisogno di essere presentata: è forse il loro capolavoro più assoluto. Anche Steve sale sul pianoforte quando, durante il ritornello, le macchine da fumo inondano passerella e prime file del parterre.

 

Sono momenti indimenticabili, chiunque, da amante della musica, dovrebbe sentire almeno una volta nella vita l’acuto graffiante alla fin di Dream On. Lascia il segno, davvero.

 

Il concerto si conclude poi con Sweet Emotion, quasi a sottoscrivere quanto sia stato una dolce emozione – pur mantenendo lo spirito glam e rock – il concerto degli Aerosmith a Rho.



 

 

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