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N. 5 - Ottobre 2005

I RE CATTOLICI

Isabella di Castiglia, Ferdinando d'Aragona e l'unità spagnola

di Stefano De Luca

 

Alla metà del XV sec. la Spagna era divisa in quattro stati tra loro indipendenti: la Castiglia-Leon, l’Aragona, la Navarra ed il Regno di Granada. Se i primi tre erano stati cristiani, Granada costituiva invece l’ultimo baluardo dei possedimenti musulmani, conosciuti in epoca Medievale col nome di Al Andalus, che si erano costituiti a partire dall’invasione omayyde del 711, e che erano arrivati agli inizi dell’XI sec. a coprire quasi l’intero territorio della penisola iberica.

Il lento processo della reconquista cristiana era riuscito ad espugnare le due prime capitali del regno musulmano, vale a dire Cordoba e Siviglia, ma si era sempre dovuto arrestare di fronte a Granada, splendida citta’ collocata in posizione strategica tra la Sierra Nevada ed il mare dalla quale riusciva a controllare ancora un ampio territorio nel sud della Spagna.

 

Sede di meravigliosi sviluppi artistici e culturali Granada, dominata dalla roccaforte dell’Alhambra, divenne il centro dei desideri degli stati cattolici piu’ potenti della penisola, vale a dire la Castiglia e l’Aragona, che avevano assurto la guida della reconquista dalla vittoria sui musulmani nel 1212 a Las Navas de Tolosa. L’evento determinante fu il matrimonio nel 1469 tra la regina Isabella I di Castiglia ed il re Ferdinando II d’Aragona. Passati alla storia come Re Cattolici, governarono i due regni senza fonderli ma spianando la strada all’unificazione che si sarebbe compiuta alla loro morte. Il loro progetto unificatore riguardava anche i regni di Navarra e soprattutto di Granada, tanto che diedero alla loro causa un’aurea da crociata contro gli infedeli.

 

In seguito ad una bolla papale del 1478 venne istituita in Castiglia ed Aragona, nel 1481, l’inquisizione, un organismo dipendente dalla corona rivolto principalmente contro i marranos (ebrei convertiti) e moriscos (musulmani dei territori riconquistati). Celebre e minacciosa la figura del generale Torquemada, che fino al 1498 fu stabilmente al vertice dell’inquisizione spagnola a cui diede un’impronta assai rigida. Granada venne espugnata dopo un lungo assedio nel 1492, facendo leva sull’utilizzo delle forze congiunte cattoliche, e sulle debolezze del fronte musulmano minato da faide intestine.

 

Nel 1502 in Castiglia venne proclamato un editto, la cui mente fu uno dei consiglieri piu’ stretti della regina, l’Arcivescovo di Toledo Francisco Jimenez de Cisneros, che imponeva l’espulsione di tutti i moriscos che non si erano convertiti alla religione Cattolica. Fu cosi’ che un popolo educato alla tolleranza dalla mescolanza di razze e fedi, divenne in breve tempo uno dei piu’ fanatici d’Europa.

 

I Re Cattolici, pur mantenendo Castiglia ed Aragona governate separatamente, accentrarono le strutture politiche dei loro regni limitando fortemente i poteri della nobilta’. Inoltre Isabella finanzio’ i viggi di Colombo a partire dal 1492, i quali si rivelarono una vera fortuna per la corona, che vide l’inizio di una fase di enorme ricchezza dovuta all’afflusso dell’oro dalle prime colonie americane. Dopo la morte della regina nel 1504, Ferdinando mantenne la reggenza della corona di Castiglia per conto della figlia Giovanna la pazza, cosi’ chiamata a causa di suoi presunti disturbi mentali che le impedivano di governare.

 

I casigliani, che mal vedevano la reggenza dell’aragonese, facevano affidamento sul figlio avuto da Giovanna con l’arciduca d’Austria Filippo II il Bello, erede al trono del Sacro Romano Impero che mori’ precocemente nel 1506. La politica di casa Asburgo, splendidamente sintetizzata nella celebre frase di Mattia Corvino tu felix Austria nube, mirava ad allargare i propri possedimenti non con le guerre, ma con le unioni matrimoniali-dinastiche, ed il matrimonio di Filippo con Giovanna era la logica conseguenza di questa strategia.

 

Nel 1512 Ferdinando conquisto’ la Navarra e, per tentare di calmare le ostilita’ casigliane nei suoi confronti, la offri’ ad essi per annetterla almeno formalmente alla loro corona. Alla sua morte, avvenuta nel 1516, sali’ al trono, questa volta di tutta la Spagna come avevano progettato i suoi nonni, il figlio di Giovanna e Filippo, vale a dire Carlo I d’Asburgo. In quel momento, l’unita’ nazionale sotto una sola corona e sotto un’unica religione si era finalmente compiuta. La storia del primo re di Spagna e’ celebre, in quanto nel 1519, alla morte dell’imperatore Massimiliano I d’Asburgo, venne proclamato dai grandi elettori, con l’appoggio finanzaiario dei banchieri tedeschi Fugger, impeartore col nome di Carlo V.

 

Egli si trovo’ cosi’ a governare un impero sul quale non tramonta mai il sole, come amava definirlo, che comprendeva il Sacro Romano Impero, i Paesi Bassi, il Regno di Napoli, la Spagna e le colonie americane.

 

Fu proprio Carlo V a volere che la tomba dei suoi nonni materni e dei suoi genitori fosse collocata a Granada, l’ex capitale musulmana nella quale vennero integrati alle meravigli artistiche islamiche numerosi monumenti cristiani a simboleggiare la vittoria unificatrice apportata da essi sotto segno della religione cattolica. Nella Capilla Real c’e’ una cripta nella quale sono tuttora custoditi i feretri di Isabella, Ferdinando, Giovanna e Filippo, sopra i quali sono state erette due sculture marmoree che li ritraggono distesi nei loro letti.

 

Quello dei genitori di Carlo V e’ rialzato rispetto a quello dei Re Cattolici di alcuni centimetri, perche’ Carlo V riteneva la dignita’ imperiale sopraordinata rispetto la corona spagnola. Di fatto il primo re che si occupo’ a tutti gli effetti della Spagna e delle sue colonie fu suo figlio Filippo II, col quale ebbe pero’ inizio una parabola di decadenza economica che in breve tempo fece fuori la Spagna dal circuito delle grandi potenze dominanti.



 

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