N. 53 - Maggio 2012 
                          
                          (LXXXIV)
																						9 maggio 1978: non solo Moro
																						la verosimile cospirazione dello Stato
																						di Giuseppe Formisano
																			 
																			
																			
																			Il 9 
																			maggio 
																			sarà 
																			il 
																			trentaquattresimo 
																			anniversario 
																			della 
																			morte 
																			e 
																			del 
																			ritrovamento 
																			del 
																			corpo 
																			del 
																			Presidente 
																			della 
																			Democrazia 
																			Cristiana 
																			Aldo 
																			Moro 
																			e 
																			per 
																			ricordare 
																			tale 
																			avvenimento 
																			si 
																			terranno 
																			varie 
																			iniziative.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Anche 
																			se 
																			sono 
																			trascorsi 
																			più 
																			di 
																			trent’anni, 
																			c’è 
																			ancora 
																			un 
																			muro 
																			di 
																			gomma 
																			che 
																			impedisce 
																			di 
																			vedere 
																			la 
																			verità 
																			sulla 
																			vicenda 
																			Moro. 
																			Ancora 
																			oggi 
																			dominano 
																			due 
																			tesi 
																			contrapposte 
																			su 
																			quello 
																			che 
																			è 
																			diventato 
																			un 
																			vero 
																			e 
																			proprio 
																			genere 
																			saggistico-cinematografico: 
																			la 
																			prima, 
																			sostiene 
																			che 
																			tutto 
																			quello 
																			che 
																			si 
																			doveva 
																			sapere 
																			ormai 
																			è 
																			noto 
																			e 
																			che 
																			le 
																			poche 
																			zone 
																			d’ombra, 
																			anche 
																			se 
																			“illuminate”, 
																			cambierebbero 
																			poco 
																			o 
																			nulla 
																			dal 
																			punto 
																			di 
																			vista 
																			storico 
																			e 
																			politico. 
																			La 
																			seconda, 
																			invece, 
																			è 
																			quella 
																			di 
																			chi 
																			crede 
																			nel 
																			complotto, 
																			accusata 
																			di 
																			“dietrologia”, 
																			che 
																			Moro 
																			sia 
																			stato 
																			ucciso, 
																			o 
																			lasciato 
																			che 
																			le 
																			Br 
																			lo 
																			facessero, 
																			dagli 
																			apparati 
																			di 
																			sicurezza 
																			italiani 
																			ed 
																			esteri.
																			 
																			
																			
																			Lo 
																			storico 
																			(e 
																			qualcuno 
																			potrebbe 
																			storcere 
																			il 
																			naso) 
																			ha 
																			molto 
																			in 
																			comune 
																			con 
																			uno 
																			scienziato. 
																			Cos’è 
																			scienza? 
																			Ciò 
																			che 
																			ha 
																			alla 
																			base 
																			la 
																			matematica, 
																			quindi 
																			ciò 
																			che 
																			è 
																			dimostrabile. 
																			Sebbene 
																			il 
																			lavoro 
																			dello 
																			storico 
																			non 
																			sia 
																			caratterizzato 
																			da 
																			cervellotici 
																			calcoli, 
																			anche 
																			il 
																			lavoro 
																			di 
																			questi 
																			è 
																			scientifico, 
																			almeno 
																			dello 
																			storico 
																			bravo. 
																			Lo 
																			studioso 
																			del 
																			passato 
																			deve 
																			poter 
																			dimostrare 
																			che, 
																			per 
																			fare 
																			un 
																			esempio, 
																			la 
																			prima 
																			guerra 
																			mondiale 
																			per 
																			l’Italia 
																			iniziò 
																			nel 
																			1915.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Pur 
																			se 
																			chi 
																			- 
																			ancora 
																			non 
																			nato 
																			- 
																			vuole 
																			conoscere 
																			quando 
																			per 
																			gli 
																			italiani 
																			il 
																			conflitto 
																			ebbe 
																			iniziò, 
																			potrebbe 
																			(ovviamente 
																			oltre 
																			alla 
																			consultazione 
																			di 
																			un 
																			libro 
																			scolastico) 
																			cercare 
																			la 
																			fonte: 
																			la 
																			dichiarazione 
																			di 
																			guerra 
																			o un 
																			giornale, 
																			osservando 
																			la 
																			data. 
																			Questa 
																			sarebbe 
																			la 
																			“prova” 
																			in 
																			base 
																			alla 
																			quale 
																			può 
																			dire 
																			con 
																			certezza 
																			quando 
																			la 
																			guerra 
																			ebbe 
																			inizio.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Allora, 
																			per 
																			una 
																			vicenda 
																			complessa 
																			come 
																			quella 
																			di 
																			Moro, 
																			senza 
																			un 
																			documento 
																			ufficiale, 
																			come 
																			possiamo 
																			dire 
																			se 
																			fu 
																			un 
																			complotto 
																			o 
																			meno? 
																			Ora 
																			non 
																			possiamo 
																			sostenere 
																			nessuna 
																			delle 
																			due 
																			tesi, 
																			proprio 
																			perché 
																			ancora 
																			non 
																			è 
																			tutto 
																			chiaro. 
																			Chi 
																			sostiene 
																			la 
																			seconda 
																			tesi 
																			non 
																			dispone 
																			di 
																			un 
																			documento, 
																			una 
																			fonte, 
																			appunto 
																			la 
																			prova, 
																			che 
																			certifichi 
																			totalmente 
																			quanto 
																			da 
																			loro 
																			creduto, 
																			quindi 
																			scientificamente 
																			non 
																			è 
																			sostenibile. 
																			Ma 
																			ciò 
																			non 
																			significa 
																			che 
																			nella 
																			diatriba 
																			abbiano 
																			vinto 
																			gli 
																			altri. 
																			Proprio 
																			perché 
																			molte 
																			cose 
																			– 
																			che 
																			personalmente 
																			ritengo 
																			molto 
																			importanti 
																			– 
																			non 
																			sono 
																			state 
																			chiarite, 
																			non 
																			possono 
																			difendere 
																			a 
																			spada 
																			tratta 
																			le 
																			loro 
																			convinzioni.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Subito 
																			dopo 
																			il 
																			rapimento 
																			furono 
																			istituiti 
																			tre 
																			Comitati 
																			con 
																			l’incarico 
																			di 
																			coordinare 
																			le 
																			ricerche 
																			dei 
																			brigatisti 
																			e 
																			dell’ostaggio. 
																			Solo 
																			nel 
																			1981, 
																			quando 
																			fu 
																			scoperta 
																			la 
																			loggia 
																			massonica 
																			P2, 
																			emerse 
																			che 
																			la 
																			stragrande 
																			maggioranza 
																			dei 
																			membri 
																			di 
																			tali 
																			comitati 
																			erano 
																			iscritti 
																			all’organizzazione 
																			segreta 
																			di 
																			Licio 
																			Gelli.
																			 
																			
																			
																			Nel 
																			2008, 
																			Steve 
																			Pieczeniek, 
																			uno 
																			dei 
																			membri 
																			di 
																			un 
																			comitato, 
																			psichiatra 
																			americano 
																			esperto 
																			di 
																			antiterrorismo, 
																			inviato 
																			in 
																			Italia 
																			dal 
																			Dipartimento 
																			di 
																			Stato 
																			USA 
																			per 
																			collaborare 
																			con 
																			il 
																			governo 
																			italiano, 
																			ha 
																			rilasciato 
																			una 
																			lunga 
																			intervista 
																			al 
																			giornalista 
																			francese 
																			Emmanuel 
																			Amara 
																			da 
																			cui 
																			è 
																			nato 
																			un 
																			libro, 
																			pubblicato 
																			in 
																			quell’anno,
																			
																			Abbiamo 
																			ucciso 
																			Aldo 
																			Moro. 
																			Pieczeniek, 
																			ha 
																			dichiarato 
																			che 
																			per 
																			questioni 
																			legate 
																			alla 
																			guerra 
																			fredda, 
																			lavorò 
																			affinché 
																			le 
																			Br 
																			non 
																			liberassero 
																			Moro, 
																			altrimenti 
																			il 
																			paese 
																			sarebbe 
																			caduto 
																			«nelle 
																			mani 
																			di 
																			Berlinguer».
																			 
																			
																			
																			Nelle 
																			prime 
																			ore 
																			immediatamente 
																			successive 
																			al 
																			rapimento, 
																			dunque 
																			nel 
																			pomeriggio 
																			del 
																			16 
																			marzo 
																			1978, 
																			i 
																			dirigenti 
																			del 
																			Partito 
																			Socialista 
																			Italiano 
																			si 
																			misero 
																			in 
																			contatto 
																			con 
																			Renzo 
																			Rossellini, 
																			responsabile 
																			dell’emittente 
																			radiofonica
																			
																			Roma 
																			Città 
																			Futura, 
																			una 
																			delle 
																			tante 
																			radio 
																			della 
																			sinistra 
																			extraparlamentare 
																			dell’epoca.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Al 
																			centro 
																			del 
																			colloquio 
																			una 
																			trasmissione 
																			andata 
																			in 
																			onda 
																			qualche 
																			minuto 
																			prima 
																			del 
																			rapimento 
																			nella 
																			quale 
																			Rossellini 
																			avrebbe 
																			parlato 
																			della 
																			possibilità, 
																			ventilata 
																			nell’ambiente 
																			romano 
																			dell’autonomia, 
																			di 
																			una 
																			imminente 
																			azione 
																			delle 
																			Br. 
																			Era 
																			una 
																			semplice 
																			deduzione 
																			ricavata 
																			da 
																			un’attenta 
																			analisi 
																			politica, 
																			o 
																			una 
																			clamorosa 
																			anticipazione?
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Nacque 
																			un’inchiesta 
																			sulla 
																			trasmissione 
																			della 
																			radio. 
																			Dal 
																			processo 
																			Moro 
																			emerse 
																			che
																			
																			Roma 
																			Città 
																			Futura, 
																			come 
																			tantissime 
																			altre 
																			radio 
																			di 
																			sinistra, 
																			era 
																			sottoposta 
																			a 
																			registrazione 
																			ventiquattrore 
																			al 
																			giorno 
																			da 
																			parte 
																			delle 
																			forze 
																			dell’ordine, 
																			e 
																			che 
																			proprio 
																			dieci 
																			minuti 
																			prima 
																			dell’agguato 
																			in 
																			via 
																			Fani, 
																			ci 
																			fu 
																			un 
																			blak-out, 
																			un 
																			vuoto 
																			nella 
																			registrazione.
																			 
																			
																			
																			Ci 
																			sono 
																			ancora 
																			tantissime 
																			domande 
																			sulla 
																			vicenda: 
																			perché 
																			Mario 
																			Moretti, 
																			capo 
																			delle 
																			Br, 
																			allestì 
																			un 
																			covo 
																			a 
																			via 
																			Gradoli, 
																			(a 
																			pochi 
																			chilometri 
																			da 
																			via 
																			Montalcini, 
																			l’altro 
																			covo 
																			romano 
																			dov’era 
																			tenuto 
																			nascosto 
																			Moro) 
																			proprio 
																			nella 
																			palazzina 
																			numero 
																			96, 
																			composta 
																			complessivamente 
																			da 
																			sessantasei 
																			appartamenti, 
																			di 
																			cui 
																			ben 
																			ventiquattro 
																			erano 
																			sotto 
																			il 
																			controllo 
																			dei 
																			servizi 
																			segreti?
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Perché 
																			allestire 
																			un 
																			covo 
																			nella 
																			tana 
																			del 
																			lupo? 
																			Forse 
																			i 
																			Servizi 
																			Segreti 
																			erano 
																			a 
																			conoscenza 
																			di 
																			tutto 
																			o 
																			Moretti 
																			era 
																			semplicemente 
																			poco 
																			prudente, 
																			uno 
																			sprovveduto?
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Quello 
																			stesso 
																			appartamento, 
																			già 
																			due 
																			giorni 
																			dopo 
																			il 
																			rapimento 
																			poteva 
																			essere 
																			scoperto: 
																			la 
																			polizia 
																			andò 
																			a 
																			bussare 
																			tutte 
																			le 
																			porte 
																			della 
																			palazzina 
																			ma 
																			arrivati 
																			a 
																			quella 
																			in 
																			questione, 
																			non 
																			avendo 
																			ricevuto 
																			nessuna 
																			risposta, 
																			andò 
																			via 
																			tranquillamente, 
																			come 
																			se 
																			non 
																			stessero 
																			cercando 
																			uno 
																			dei 
																			massimi 
																			esponenti 
																			politici. 
																			Se 
																			qualcosa 
																			o 
																			qualcuno 
																			portò 
																			la 
																			polizia 
																			fin 
																			là, 
																			significa 
																			che 
																			la 
																			segnalazione 
																			doveva 
																			essere 
																			appurata 
																			e 
																			non 
																			fermarsi 
																			dinanzi 
																			ad 
																			una 
																			porta 
																			chiusa 
																			perché 
																			non 
																			c’era 
																			nessuno.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Non 
																			può 
																			non 
																			destare 
																			sospetti 
																			le 
																			modalità 
																			del 
																			ritrovamento 
																			del 
																			covo, 
																			soprattutto 
																			tenendo 
																			presente 
																			anche 
																			lo 
																			stato 
																			dell’appartamento 
																			come 
																			ha 
																			descritto 
																			Giuseppe 
																			Leonardi, 
																			il 
																			primo 
																			vigile 
																			del 
																			fuoco 
																			che 
																			entrò 
																			nella 
																			casa 
																			(interno 
																			11, 
																			secondo 
																			piano, 
																			scala 
																			A).
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Bisogna 
																			anche 
																			parlare 
																			dei 
																			presunti 
																			legami 
																			con 
																			le 
																			mafie 
																			in 
																			base 
																			alle 
																			dichiarazioni, 
																			nell’ottobre 
																			1993, 
																			del 
																			pentito 
																			di 
																			‘ndrangheta 
																			Saverio 
																			Morabito, 
																			il 
																			quale 
																			disse 
																			che 
																			Antonio 
																			Nirta, 
																			anch’io 
																			mafioso 
																			calabrese, 
																			sarebbe 
																			potuto 
																			essere 
																			in 
																			via 
																			Fani 
																			il 
																			giorno 
																			dell’agguato. 
																			La 
																			storia 
																			della 
																			presenza 
																			della 
																			‘ndrangheta 
																			è 
																			collegata 
																			alle 
																			foto 
																			scomparse 
																			di 
																			Gherardo 
																			Nuccio, 
																			il 
																			carrozziere 
																			che 
																			aveva 
																			fatto 
																			delle 
																			foto 
																			da 
																			casa 
																			sua 
																			al 
																			luogo 
																			dell’agguato, 
																			foto 
																			che 
																			ritrarrebbero 
																			proprio 
																			Nirta 
																			e 
																			che 
																			sono 
																			stranamente 
																			scomparse. 
																			Secondo 
																			Raffaele 
																			Cutolo, 
																			il 
																			capo 
																			della 
																			NCO, 
																			la 
																			nuova 
																			camorra 
																			organizzata, 
																			anche 
																			lui 
																			avrebbe 
																			potuto 
																			salvare 
																			Moro, 
																			però 
																			qualche 
																			politico 
																			di 
																			rilievo 
																			nazionale 
																			gli 
																			chiese 
																			di 
																			non 
																			mobilitarsi.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			E 
																			ancora: 
																			le 
																			giuste 
																			analisi 
																			del 
																			fratello 
																			del 
																			prigioniero, 
																			Alfredo 
																			Carlo 
																			Moro, 
																			magistrato, 
																			autore 
																			de
																			
																			Storia 
																			di 
																			un 
																			delitto 
																			annunciato, 
																			sull’improbabilità 
																			che 
																			via 
																			Montalcini 
																			sia 
																			stato 
																			l’unico 
																			covo 
																			per 
																			quasi 
																			due 
																			mesi, 
																			soprattutto 
																			in 
																			base 
																			agli 
																			esami 
																			dell’autopsia; 
																			la 
																			presenza 
																			al 
																			momento 
																			dell’agguato 
																			in 
																			via 
																			Fani 
																			di 
																			Camillo 
																			Guglielmi, 
																			agente 
																			SISMI; 
																			la 
																			rivelazione 
																			di 
																			Vittoria 
																			Leone, 
																			moglie 
																			dell’allora 
																			capo 
																			dello 
																			Stato 
																			Giovanni 
																			Leone.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Secondo 
																			la 
																			donna, 
																			durante 
																			la 
																			prigionia 
																			arrivò 
																			al 
																			Quirinale 
																			una 
																			lettera 
																			anonima 
																			il 
																			cui 
																			contenuto 
																			indicava 
																			che 
																			Moro 
																			si 
																			trovava 
																			in 
																			via 
																			Montalcini. 
																			Il 
																			marito 
																			consegnò 
																			questa 
																			lettera 
																			a 
																			delle 
																			persone 
																			a 
																			lui 
																			vicine, 
																			poi 
																			sparì 
																			per 
																			sempre. 
																			Tutte 
																			queste 
																			anomalie 
																			- 
																			con 
																			le 
																			domande 
																			ancora 
																			inevase 
																			- 
																			legittimano 
																			ogni 
																			tipo 
																			di 
																			sospetto.
																			 
																			
																			
																			Con 
																			il 
																			senno 
																			di 
																			poi 
																			e 
																			con 
																			un’attenta 
																			analisi 
																			logica, 
																			si 
																			può 
																			avanzare 
																			l’ipotesi 
																			che 
																			né 
																			gli 
																			USA 
																			né 
																			l’URSS 
																			volevano 
																			che 
																			si 
																			realizzasse 
																			il 
																			disegno 
																			di 
																			Moro 
																			e 
																			Berlinguer, 
																			il 
																			famoso 
																			“compromesso 
																			storico”, 
																			che 
																			avrebbe 
																			portato 
																			il 
																			Partito 
																			Comunista 
																			Italiano 
																			alla 
																			diretta 
																			partecipazione 
																			nel 
																			governo 
																			del 
																			paese. 
																			Ciò 
																			non 
																			doveva 
																			assolutamente 
																			avvenire: 
																			gli 
																			USA 
																			non 
																			potevano 
																			permettere 
																			che 
																			un 
																			forte 
																			partito 
																			comunista 
																			andasse 
																			al 
																			governo 
																			in 
																			un 
																			paese 
																			dalle 
																			NATO, 
																			e 
																			l’URSS 
																			voleva 
																			impedire 
																			che 
																			il 
																			partito 
																			di 
																			Berlinguer, 
																			l’uomo 
																			che 
																			auspicò 
																			una 
																			via 
																			italiana 
																			al 
																			socialismo 
																			diversa 
																			da 
																			quella 
																			di 
																			Mosca, 
																			alla 
																			luce 
																			dei 
																			vari 
																			riconoscimenti 
																			internazionali 
																			che 
																			il 
																			PCI 
																			aveva 
																			già 
																			avuto 
																			(ad 
																			esempio 
																			l’eurocomunismo), 
																			potesse 
																			mettere 
																			in 
																			discussione 
																			la 
																			leadership 
																			mondiale 
																			del 
																			comunismo.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			E 
																			poi 
																			ancora: 
																			perché 
																			un 
																			anno 
																			dopo 
																			l’omicidio 
																			di 
																			Moro 
																			fu 
																			ucciso 
																			Mino 
																			Pecorelli, 
																			direttore 
																			del 
																			periodico 
																			“Osservatore 
																			Politico” 
																			(nel 
																			processo 
																			di 
																			questo 
																			assassinio 
																			era 
																			imputato 
																			anche 
																			Giulio 
																			Andreotti 
																			come 
																			mandante), 
																			sulle 
																			cui 
																			pagine 
																			aveva 
																			promesso 
																			delle 
																			rivelazione 
																			clamorose 
																			sul 
																			caso 
																			Moro? 
																			Chi 
																			mise 
																			a 
																			tacere 
																			per 
																			sempre 
																			chi 
																			ha 
																			indagato 
																			su 
																			questa 
																			faccenda?
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Nell’ottimo 
																			lavoro 
																			di 
																			Miguel 
																			Gotor
																			
																			Il 
																			memoriale 
																			delle 
																			Repubblica, 
																			lo 
																			straordinario 
																			studioso 
																			fa 
																			notare 
																			come 
																			Pecorelli 
																			e il 
																			generale 
																			Dalla 
																			Chiesa 
																			fossero 
																			stati 
																			dei 
																			«lettori 
																			precoci» 
																			del 
																			Memoriale, 
																			cioè 
																			di 
																			come 
																			già 
																			conoscessero 
																			parte 
																			del 
																			contenuto 
																			prima 
																			che 
																			l’opinione 
																			pubblica 
																			potesse 
																			venire 
																			a 
																			conoscenza 
																			dell’importante 
																			documento.
																			
																			 
																			
																			
																			Le 
																			Br 
																			sono 
																			state 
																			gli 
																			esecutori 
																			dell’omicidio, 
																			ma 
																			anche 
																			gli 
																			ideatori? 
																			Perché 
																			avrebbero 
																			dovuto 
																			bloccare 
																			il 
																			processo 
																			avviato 
																			dalla 
																			coppia 
																			Moro-Berlinguer 
																			che 
																			avrebbe 
																			potuto 
																			portare 
																			i 
																			comunisti 
																			al 
																			governo? 
																			Non 
																			volevano 
																			un 
																			compromesso 
																			con 
																			la 
																			borghesia 
																			ma 
																			arrivare 
																			al 
																			potere 
																			con 
																			la 
																			lotta 
																			armata 
																			e la 
																			rivolta 
																			degli 
																			operai, 
																			o 
																			come 
																			hanno 
																			sempre 
																			dichiarato, 
																			hanno 
																			ucciso 
																			Moro 
																			perché 
																			rappresentava 
																			il 
																			potere 
																			opprimente 
																			democristiano?
																			 
																			
																			
																			La 
																			tesi 
																			che 
																			lo 
																			Stato 
																			italiano 
																			fosse 
																			a 
																			favore 
																			dell’uccisione 
																			di 
																			Moro, 
																			è 
																			sostenuta 
																			anche 
																			da 
																			Massimiliano 
																			Ciancimino, 
																			figlio 
																			dell’ex 
																			sindaco 
																			mafioso 
																			di 
																			Palermo 
																			Vito 
																			(vedi 
																			“Il 
																			Mattino” 
																			del 
																			13 
																			febbraio 
																			2010,
																			
																			articolo 
																			di 
																			Filippo 
																			D’Arpa, 
																			pag. 
																			16).
																			 
																			
																			
																			Se 
																			Moro 
																			doveva 
																			essere 
																			eliminato, 
																			perché 
																			sterminare 
																			la 
																			sua 
																			scorta 
																			e 
																			prelevarlo 
																			dall’auto, 
																			portare 
																			avanti 
																			un 
																			sequestro 
																			difficile 
																			per 
																			cinquantacinque 
																			giorni? 
																			Si 
																			voleva 
																			estorcere 
																			a 
																			Moro 
																			qualche 
																			segreto 
																			della 
																			Repubblica 
																			e 
																			poi 
																			trattare 
																			per 
																			la 
																			sua 
																			liberazione, 
																			avendo 
																			in 
																			ostaggio 
																			anche 
																			la 
																			preziosissima 
																			documentazione 
																			da 
																			lui 
																			prodotta?
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			presente 
																			articolo 
																			è 
																			stato 
																			scritto 
																			in 
																			occasione 
																			del 
																			9 
																			maggio, 
																			come 
																			già 
																			detto, 
																			trentaquattresimo 
																			anniversario 
																			della 
																			morte, 
																			ma 
																			non 
																			solo 
																			di 
																			Moro.
																			 
																			
																			
																			La 
																			speranza 
																			di 
																			chi 
																			scrive 
																			è di 
																			vedere 
																			che 
																			quel 
																			giorno 
																			sarà 
																			ricordato, 
																			istituzionalmente, 
																			anche 
																			Peppino 
																			Impastato, 
																			giovane 
																			comunista 
																			(figlio 
																			di 
																			mafioso) 
																			ucciso 
																			dalla 
																			mafia 
																			qualche 
																			ora 
																			prima 
																			di 
																			Moro.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dagli 
																			atti 
																			processuali 
																			emerse 
																			che 
																			Gaetano 
																			Badalamenti 
																			(Don 
																			Tano, 
																			come 
																			veniva 
																			chiamato 
																			a 
																			Cinisi), 
																			capo 
																			di 
																			Cosa 
																			nostra, 
																			durante 
																			i 
																			cinquantacinque 
																			giorni 
																			di 
																			prigionia 
																			di 
																			Moro, 
																			mandò 
																			in 
																			missione 
																			i 
																			cugini 
																			Salvo 
																			nel 
																			carcere 
																			di 
																			Cuneo 
																			dov’era 
																			detenuto 
																			Tommaso 
																			Buscetta 
																			(il 
																			futuro 
																			“superpentito”) 
																			insieme 
																			ad 
																			alcuni 
																			brigatisti, 
																			con 
																			il 
																			compito 
																			di 
																			riuscire 
																			a 
																			sapere, 
																			tramite 
																			Buscetta, 
																			se e 
																			quando 
																			i 
																			brigatisti 
																			avrebbero 
																			ucciso 
																			Moro, 
																			in 
																			modo 
																			da 
																			far 
																			coincidere 
																			il 
																			giorno 
																			del 
																			ritrovamento 
																			dei 
																			cadaveri. 
																			Così 
																			facendo, 
																			i 
																			mass-media 
																			si 
																			sarebbero 
																			dedicati 
																			più 
																			al 
																			ritrovamento 
																			del 
																			corpo 
																			di 
																			Moro 
																			che 
																			a 
																			quello 
																			di 
																			Impastato, 
																			eroe 
																			scomodo 
																			ai 
																			loro 
																			occhi. 
																			Solo 
																			il 
																			quotidiano 
																			“il 
																			Manifesto” 
																			il 
																			giorno 
																			successivo 
																			aprì 
																			con 
																			la 
																			notizia 
																			in 
																			prima 
																			pagina 
																			dell’uccisione 
																			del 
																			“compagno 
																			Impastato”.
																			 
																			
																			
																			Non 
																			sarà 
																			certamente 
																			questo 
																			articolo 
																			a 
																			cambiar 
																			qualcosa, 
																			ma è 
																			giusto 
																			parlarne 
																			fin 
																			quando 
																			non 
																			emergerà 
																			tutta 
																			la 
																			verità. 
																							
																			
																			
																			
																			
																							
																			 
																			
																			