N. 98 - Febbraio 2016 
                          
                          (CXXIX)
																			
																			
																			
																			TRA 
																			SAPERE 
																			E 
																			VERITà
																			
																			
																			
																			ANALISI 
																			DI 
																			UN 
																			RAPPORTO 
																			DINAMICO
																			
																			
																			
																			di 
																			Lupo 
																			Gargallo 
																			di 
																			Castel 
																			Lentini 
																			Sforza 
																			Cesarini
																			
																			 
																			
																			
																			Nella 
																			vita 
																			dell’uomo 
																			la 
																			libertà 
																			rappresenta 
																			un 
																			argomento 
																			perennemente 
																			ricercato, 
																			studiato 
																			e 
																			largamente 
																			trattato, 
																			al 
																			punto 
																			di 
																			poter 
																			tranquillamente 
																			definire 
																			l’uomo 
																			stesso 
																			in 
																			base 
																			alla 
																			ricerca 
																			di 
																			essa, 
																			e a 
																			come, 
																			quindi, 
																			il 
																			singolo 
																			individuo 
																			sceglie 
																			di 
																			ricercarla. 
																			Proprio 
																			per 
																			l’immenso 
																			peso 
																			di 
																			questo 
																			tema 
																			è 
																			impossibile 
																			non 
																			affiancare 
																			alla 
																			parola 
																			“libertà” 
																			anche 
																			il 
																			tema 
																			del 
																			timore, 
																			la 
																			paura.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Lo 
																			scopo 
																			di 
																			questo 
																			scritto 
																			è 
																			quello 
																			di 
																			indagare 
																			il 
																			rapporto 
																			reciproco 
																			tra 
																			la 
																			libertà 
																			ed 
																			il 
																			sapere: 
																			la 
																			prima 
																			come 
																			strumento 
																			necessario 
																			di 
																			indagine 
																			e 
																			contemporaneamente 
																			come 
																			suo 
																			obiettivo 
																			ultimo; 
																			il 
																			secondo 
																			come 
																			strumento 
																			di 
																			partenza 
																			e 
																			arrivo.
																			
																			
																			Quando 
																			la 
																			libertà 
																			entra 
																			in 
																			contatto 
																			con 
																			il 
																			sapere 
																			si 
																			mescola, 
																			cambiando 
																			i 
																			propri 
																			confini: 
																			esempio 
																			lampante 
																			è 
																			costituito 
																			senz’altro 
																			dagli 
																			stoici.
																			
																			
																			Questo 
																			rapporto 
																			dinamico, 
																			nella 
																			vita 
																			di 
																			un 
																			essere 
																			umano, 
																			è 
																			articolato 
																			in 
																			tre 
																			fasi:
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Fame 
																			giovanile: 
																			la 
																			fase 
																			in 
																			cui 
																			la 
																			persona 
																			ricerca 
																			disinteressatamente 
																			la 
																			comprensione 
																			del 
																			mondo 
																			fisico 
																			fino 
																			a 
																			compiere 
																			il 
																			salto 
																			verso 
																			il 
																			metafisico;
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Costituzione: 
																			elaborazione 
																			dei 
																			propri 
																			obiettivi 
																			scomponendo 
																			e 
																			ricomponendo 
																			gli 
																			elementi 
																			acquisiti 
																			nella 
																			prima 
																			fase 
																			in 
																			nuovi 
																			contenuti 
																			di 
																			natura 
																			fattizia;
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Rivoluzione: 
																			dopo 
																			aver 
																			costruito 
																			un’idea 
																			del 
																			mondo 
																			grazie 
																			al 
																			sapere, 
																			l’individuo 
																			è 
																			portato 
																			a 
																			metterla 
																			in 
																			discussione 
																			attraverso 
																			il 
																			dubbio, 
																			così 
																			facendo 
																			ha 
																			la 
																			possibilità 
																			di 
																			riavviare 
																			il 
																			ciclo 
																			dialettico;
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Per 
																			esemplificare 
																			questi 
																			tre 
																			passaggi 
																			dialettici 
																			del 
																			rapporto 
																			tra 
																			sapere 
																			e 
																			libertà 
																			si 
																			potrebbe 
																			ricorrere 
																			alle 
																			figure 
																			fenomenologiche 
																			della 
																			storia, 
																			intesa 
																			hegelianamente, 
																			paragonare 
																			cioè 
																			il 
																			singolo 
																			alla 
																			collettività 
																			del 
																			genere 
																			umano: 
																			così 
																			facendo 
																			è 
																			semplice 
																			individuare 
																			dapprima 
																			nei 
																			fisici 
																			ionici, 
																			poi 
																			in 
																			Platone 
																			e 
																			Aristotele 
																			quella 
																			ricerca 
																			disinteressata 
																			di 
																			cui 
																			alla 
																			prima 
																			fase; 
																			in 
																			San 
																			Tommaso 
																			d’Aquino 
																			la 
																			fase 
																			di 
																			costituzione 
																			ed 
																			individuazione 
																			di 
																			contenuti 
																			ed 
																			infine 
																			in 
																			Galileo 
																			Galilei 
																			l’ultimo, 
																			quanto 
																			fondamentale, 
																			momento 
																			di 
																			messa 
																			in 
																			discussione 
																			di 
																			un 
																			sapere 
																			altrimenti 
																			statico 
																			ed 
																			eternamente 
																			presente 
																			a sé 
																			stesso, 
																			quindi 
																			sterile; 
																			fino 
																			ad 
																			arrivare 
																			ai 
																			giorni 
																			nostri, 
																			i 
																			giorni 
																			della 
																			rivoluzione 
																			tecnologica 
																			in 
																			cui 
																			si 
																			avverte 
																			la 
																			fame 
																			giovanile 
																			dell’inizio 
																			della 
																			ricerca.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Onnipresente 
																			in 
																			queste 
																			fasi 
																			è la 
																			scelta, 
																			strumento 
																			sì 
																			di 
																			libertà 
																			quanto 
																			di 
																			negazione 
																			di 
																			essa; 
																			il 
																			principio 
																			che 
																			gli 
																			economisti 
																			chiamano 
																			costo 
																			opportunità, 
																			ovvero 
																			la 
																			necessaria 
																			rinuncia 
																			a 
																			tutti 
																			i 
																			percorsi 
																			che 
																			non 
																			sono 
																			stati 
																			scelti. 
																			Ne 
																			consegue 
																			quindi 
																			che 
																			per 
																			perseguire 
																			la 
																			ricerca 
																			della 
																			libertà 
																			per 
																			mezzo 
																			del 
																			sapere 
																			l’uomo 
																			debba 
																			necessariamente 
																			rinunciare 
																			ad 
																			una 
																			libertà 
																			generica 
																			e 
																			categorica, 
																			preferendone 
																			una 
																			limitata 
																			e, 
																			quindi, 
																			conformabile 
																			ai 
																			propri 
																			obiettivi.
																			
																			
																			
																			Come 
																			sarà 
																			illustrato 
																			nel 
																			presente 
																			scritto 
																			la 
																			scelta 
																			ha 
																			un 
																			percorso 
																			parallelo 
																			rispetto 
																			a 
																			quello 
																			dialettico 
																			sopraenunciato; 
																			infatti 
																			la 
																			ricerca 
																			costituisce 
																			la 
																			prima 
																			e 
																			fondamentale 
																			scelta 
																			dell’individuo, 
																			libera 
																			fintantoché 
																			non 
																			si 
																			giunge 
																			alla 
																			costituzione, 
																			fase 
																			in 
																			cui 
																			la 
																			scelta 
																			diventa 
																			fondamentale 
																			sui 
																			contenuti: 
																			l’individuo 
																			sarà 
																			portato 
																			a 
																			scartare 
																			o 
																			ammettere 
																			contenuti 
																			non 
																			più 
																			solo 
																			in 
																			base 
																			alla 
																			propria 
																			indole 
																			ma 
																			anche 
																			per 
																			frutto 
																			di 
																			un 
																			inevitabile 
																			condizionamento 
																			esterno, 
																			sia 
																			esso 
																			ambientale, 
																			sociale 
																			o 
																			morale.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			scelta 
																			dei 
																			contenuti 
																			è 
																			una 
																			responsabilità 
																			propria 
																			ed 
																			irrinunciabile 
																			dell’individuo 
																			che, 
																			maturando 
																			nella 
																			terza 
																			fase, 
																			la 
																			fase 
																			caratterizzata 
																			dal 
																			dubbio, 
																			non 
																			può 
																			che 
																			generare 
																			una 
																			nuova 
																			consapevolezza 
																			della 
																			libertà 
																			di 
																			scegliere, 
																			una 
																			nuova, 
																			paurosa, 
																			costruzione 
																			dell’io-pensante 
																			e, 
																			ancora, 
																			dell’io-sociale 
																			che 
																			si 
																			ritrova 
																			ad 
																			essere 
																			peculiare, 
																			unico 
																			e 
																			quindi 
																			solo 
																			nella 
																			sua 
																			responsabilità 
																			davanti 
																			al 
																			proprio 
																			sapere 
																			libero.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Fase 
																			Prima: 
																			Fame 
																			Giovanile
																			
																			
																			La 
																			scelta 
																			del 
																			termine 
																			“fame” 
																			trova 
																			la 
																			propria 
																			motivazione 
																			nella 
																			natura 
																			del 
																			giovane 
																			che, 
																			tra 
																			tracotanza 
																			ed 
																			ignoranza 
																			dei 
																			propri 
																			limiti, 
																			si 
																			affanna 
																			sulla 
																			conoscenza 
																			basandosi 
																			esclusivamente 
																			sulla 
																			propria 
																			volontà 
																			senza 
																			la 
																			consapevolezza 
																			di 
																			compiere 
																			questo 
																			atto 
																			primario. 
																			La 
																			scintilla 
																			vitale 
																			dell’atto 
																			egoistico 
																			di 
																			Alfieri 
																			di 
																			farsi 
																			legare 
																			alla 
																			sedia 
																			quando 
																			“volli, 
																			volli 
																			sempre, 
																			fortissimamente 
																			volli” 
																			che 
																			mette 
																			in 
																			moto 
																			il 
																			percorso 
																			di 
																			apprendimento.
																			
																			 
																			Platone 
																			esprime 
																			questo 
																			concetto 
																			con 
																			il 
																			mito 
																			di 
																			Eros, 
																			figlio 
																			di 
																			Poenia 
																			e 
																			Poros, 
																			Povertà 
																			e 
																			Ricchezza, 
																			per 
																			indicare 
																			l’istinto 
																			carnale, 
																			famelico, 
																			dell’uomo 
																			che 
																			si 
																			affaccia 
																			sulla 
																			filosofia 
																			ricco, 
																			da 
																			un 
																			lato, 
																			di 
																			aspettative 
																			quanto, 
																			dall’altro, 
																			povero 
																			di 
																			limiti 
																			ed 
																			esperienza.
																			
																			 
																			Questa 
																			mancanza 
																			di 
																			esperienza 
																			è 
																			compensata 
																			dalla 
																			figura 
																			di 
																			colui 
																			che 
																			guida 
																			lo 
																			studente, 
																			infatti 
																			il 
																			metodo 
																			stesso 
																			di 
																			insegnamento 
																			è un 
																			sintomo 
																			della 
																			fase 
																			che 
																			il 
																			periodo 
																			storico 
																			analizzato 
																			sta 
																			attraversando: 
																			l’età 
																			classica 
																			vede 
																			come 
																			protagonisti 
																			i 
																			peripatetici, 
																			filosofi 
																			che 
																			insegnavano 
																			passeggiando 
																			e 
																			dialogando 
																			sotto 
																			i 
																			porticati 
																			delle
																			
																			πόλεις 
																			con 
																			i 
																			propri 
																			studenti.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			ricorso 
																			allo 
																			strumento 
																			del 
																			dialogo, 
																			sia 
																			come 
																			metodo 
																			di 
																			insegnamento 
																			che 
																			come 
																			forma 
																			prediletta 
																			degli 
																			scritti 
																			filosofici 
																			classici, 
																			è 
																			comprensibile 
																			solo 
																			grazie 
																			alla 
																			fame, 
																			viscerale 
																			e 
																			disinteressata, 
																			di 
																			conoscere 
																			finitamente 
																			l’argomento 
																			trattato. 
																			Platone 
																			stesso 
																			utilizza 
																			prevalentemente 
																			il 
																			dialogo 
																			per 
																			donare 
																			contemporaneità 
																			storica 
																			alla 
																			discussione 
																			dei 
																			personaggi, 
																			come 
																			nel 
																			tentativo 
																			di 
																			comunicare 
																			la 
																			relatività 
																			delle 
																			idee, 
																			contestualizzate 
																			nel 
																			momento 
																			e 
																			nella 
																			situazione 
																			in 
																			cui 
																			sono 
																			espresse. 
																			Il 
																			sapere 
																			in 
																			questo 
																			momento 
																			della 
																			tripartizione 
																			è 
																			quindi 
																			un 
																			flusso 
																			di 
																			informazioni 
																			grezze 
																			che 
																			cominciano 
																			ad 
																			avere 
																			una 
																			propria 
																			organizzazione: 
																			Platone 
																			giovane 
																			che 
																			ascolta 
																			la 
																			viva 
																			voce 
																			del 
																			maestro 
																			Socrate 
																			ed 
																			elabora 
																			degli 
																			scritti 
																			vivaci, 
																			dialoghi 
																			serrati 
																			di 
																			frasi 
																			relativamente 
																			brevi, 
																			si 
																			trasforma 
																			nel 
																			Platone 
																			maturo, 
																			che 
																			si 
																			trova 
																			a 
																			dover 
																			dirimere 
																			il 
																			problema 
																			della 
																			condanna 
																			a 
																			morte 
																			di 
																			Socrate, 
																			il 
																			“più 
																			giusto 
																			tra 
																			gli 
																			uomini” 
																			come 
																			un 
																			nemico 
																			della
																			
																			πόλις, 
																			ed, 
																			infine, 
																			il 
																			Platone 
																			della 
																			vecchiaia 
																			che 
																			si 
																			rifugia 
																			nella 
																			matematica 
																			per 
																			difendere 
																			una 
																			vita 
																			di 
																			ricerca 
																			disinteressata 
																			dagli 
																			attacchi 
																			delle 
																			nuove 
																			filosofie 
																			nascenti, 
																			affamate 
																			e 
																			bisognose 
																			di 
																			distruggere 
																			e 
																			rielaborare 
																			il 
																			sapere 
																			costruito.
																			
																			
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Questa 
																			divisione 
																			tradizionale, 
																			e 
																			per 
																			alcuni 
																			desueta, 
																			dei 
																			periodi 
																			platonici 
																			aiuta 
																			a 
																			leggere 
																			l’uomo 
																			dietro 
																			alla 
																			filosofia. 
																			Un 
																			uomo 
																			che 
																			affronta 
																			un 
																			dilemma 
																			esemplificato 
																			nel 
																			Gorgia, 
																			quando 
																			Callicle 
																			afferma 
																			che 
																			la 
																			filosofia 
																			può 
																			essere 
																			solo 
																			un 
																			passatempo 
																			per 
																			giovani 
																			inesperti 
																			della 
																			vita 
																			e, 
																			pertanto, 
																			Socrate, 
																			in 
																			quanto 
																			vecchio, 
																			sarebbe 
																			stato 
																			degno 
																			solo 
																			di 
																			ricevere 
																			bastonate, 
																			ovvero 
																			di 
																			quale 
																			sia 
																			l’effettivo 
																			ruolo 
																			della 
																			filosofia 
																			nel 
																			rapporto 
																			con 
																			la 
																			vita 
																			della 
																			città 
																			ed 
																			inizia 
																			a 
																			costruire 
																			una 
																			teoria 
																			di 
																			separazione 
																			in 
																			caste, 
																			totalmente 
																			creativa 
																			e 
																			poco 
																			allacciata 
																			al 
																			reale. 
																			Platone 
																			non 
																			può, 
																			per 
																			la 
																			sua 
																			storia 
																			o 
																			semplicemente 
																			per 
																			la 
																			Storia, 
																			passare 
																			alla 
																			fase 
																			di 
																			costituzione 
																			e 
																			quindi 
																			rimane 
																			un 
																			esempio 
																			di 
																			sapere 
																			giovanile 
																			affamato 
																			e 
																			famelico 
																			che 
																			cercherà, 
																			da 
																			un 
																			lato, 
																			di 
																			trovare 
																			l’interezza 
																			del 
																			sapere 
																			ovunque, 
																			finendo 
																			per 
																			difendersi 
																			nella 
																			matematica, 
																			e, 
																			dall’altro, 
																			di 
																			salvare 
																			Socrate 
																			dall’accusa 
																			così 
																			fortemente 
																			sentita 
																			da 
																			comparire 
																			persino 
																			in 
																			uno 
																			dei 
																			suoi 
																			dialoghi 
																			più 
																			belli 
																			e 
																			famosi. 
																			Chissà 
																			se 
																			Platone 
																			si 
																			rese 
																			conto 
																			di 
																			esserci 
																			riuscito 
																			attraverso 
																			i 
																			suoi 
																			stessi 
																			dialoghi? 
																			Poiché 
																			un 
																			uomo 
																			del 
																			genio 
																			di 
																			Socrate 
																			che 
																			si 
																			ritrova 
																			a 
																			parlare 
																			col 
																			pitagorico 
																			Timeo, 
																			o 
																			con 
																			Aristofane, 
																			o 
																			con 
																			i 
																			politici 
																			più 
																			in 
																			vista 
																			del 
																			suo 
																			tempo 
																			rappresenta 
																			il 
																			bisogno 
																			della 
																			società 
																			di 
																			avere 
																			un 
																			dialogo 
																			costante 
																			con 
																			la 
																			filosofia, 
																			un 
																			modello 
																			di 
																			riferimento 
																			che 
																			è 
																			attuato 
																			nella 
																			scuola 
																			e 
																			nei 
																			suoi 
																			metodi 
																			e si 
																			ritrova, 
																			come 
																			in 
																			uno 
																			specchio, 
																			nello 
																			stato 
																			e 
																			nella 
																			sua 
																			direzione. 
																			Oggi 
																			non 
																			esistono 
																			più 
																			peripatetici 
																			ma 
																			non 
																			esiste 
																			un 
																			governo 
																			occidentale 
																			che 
																			non 
																			provi 
																			a 
																			riformare 
																			la 
																			scuola 
																			dalle 
																			sue 
																			fondamenta: 
																			che 
																			si 
																			sia 
																			perso 
																			il 
																			modello? 
																			Che 
																			la 
																			nuova 
																			“prima” 
																			fase 
																			della 
																			fame 
																			tecnologica 
																			di 
																			conoscenza 
																			sia 
																			ancora 
																			in 
																			gestazione?
																			
																			
																			 
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Fase 
																			Seconda: 
																			Costituzione
																			
																			
																			Con 
																			il 
																			termine 
																			“costituzione” 
																			si 
																			vuole 
																			intendere 
																			il 
																			momento 
																			in 
																			cui 
																			l’individuo 
																			comincia 
																			a 
																			selezionare 
																			quali 
																			siano 
																			i 
																			predicati 
																			accettabili 
																			e 
																			quali 
																			invece 
																			quelli 
																			da 
																			scartare 
																			in 
																			funzione, 
																			e 
																			quindi 
																			creazione, 
																			di 
																			un 
																			obiettivo 
																			specifico 
																			posto 
																			nella 
																			crescita. 
																			Risulta 
																			evidente 
																			quindi 
																			che 
																			il 
																			vero 
																			momento 
																			di 
																			passaggio 
																			tra 
																			le 
																			due 
																			fasi 
																			è 
																			l’apposizione 
																			di 
																			uno 
																			scopo, 
																			il 
																			sacrificio 
																			cioè 
																			della 
																			totale 
																			libertà 
																			della 
																			ricerca 
																			primaria 
																			per 
																			edificare 
																			sui 
																			dati 
																			acquisiti 
																			una 
																			conoscenza 
																			solida 
																			e 
																			sviluppata, 
																			che 
																			si 
																			astragga 
																			dal 
																			mero 
																			dato 
																			sensibile 
																			e si 
																			diriga 
																			verso 
																			il 
																			metafisico, 
																			la 
																			filosofia.
																			
																			Come 
																			affermato 
																			in 
																			precedenza, 
																			in 
																			questa 
																			fase 
																			la 
																			scelta 
																			assume 
																			una 
																			valenza 
																			peculiare, 
																			dal 
																			peso 
																			decisamente 
																			maggiore 
																			rispetto 
																			alle 
																			altre 
																			fasi: 
																			una 
																			volta 
																			che 
																			l’individuo 
																			abbia 
																			raggiunto 
																			una 
																			maturità 
																			sufficiente 
																			e si 
																			senta 
																			pronto 
																			ad 
																			uscire 
																			dallo 
																			stato 
																			di 
																			abulia, 
																			egli 
																			sarà 
																			costretto 
																			dal 
																			proprio
																			
																			δαιμόνων 
																			(per 
																			dirla 
																			con 
																			Platone) 
																			a 
																			selezionare 
																			quale 
																			sia 
																			l’obiettivo 
																			per 
																			lui 
																			maggiormente 
																			idoneo.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Esistono 
																			vari 
																			vincoli 
																			alla 
																			scelta, 
																			per 
																			San 
																			Tommaso 
																			d’Aquino 
																			ad 
																			esempio 
																			la 
																			scelta 
																			di 
																			diventare 
																			un 
																			monaco 
																			benedettino 
																			non 
																			è 
																			stata 
																			affatto 
																			pacifica: 
																			spinto 
																			da 
																			una 
																			nobile 
																			famiglia 
																			numerosa 
																			a 
																			prendere 
																			i 
																			voti 
																			sceglie 
																			la 
																			via 
																			del 
																			Santo 
																			di 
																			Norcia 
																			contro 
																			il 
																			parere 
																			paterno.
																			Nell’età 
																			matura 
																			San 
																			Tommaso 
																			ebbe 
																			il 
																			coraggio 
																			di 
																			aprire 
																			quelle 
																			che 
																			lui 
																			stesso 
																			chiamò 
																			“viae” 
																			dell’intelletto 
																			per 
																			scoprire 
																			Dio:
																			
																			
																			 
																			
																			
																			«Ciò 
																			che 
																			si 
																			accetta 
																			per 
																			fede 
																			sulla 
																			base 
																			della 
																			rivelazione 
																			divina 
																			non 
																			può 
																			essere 
																			contrario 
																			alla 
																			conoscenza 
																			naturale... 
																			Dio 
																			non 
																			può 
																			indurre 
																			nell'uomo 
																			un'opinione 
																			o 
																			una 
																			fede 
																			contro 
																			la 
																			conoscenza 
																			naturale... 
																			tutti 
																			gli 
																			argomenti 
																			contro 
																			la 
																			fede 
																			non 
																			procedono 
																			rettamente 
																			dai 
																			primi 
																			principii 
																			per 
																			sé 
																			noti».
																			
																			 
																			
																			
																			E 
																			proprio 
																			sulla 
																			scia 
																			di 
																			queste 
																			parole 
																			si 
																			ritrovò 
																			a 
																			dover 
																			“limitare” 
																			i 
																			predicati 
																			di 
																			Dio, 
																			affermando 
																			che 
																			questi, 
																			restando 
																			onnipotente, 
																			non 
																			poteva 
																			comunque 
																			fare 
																			il 
																			male, 
																			né 
																			tantomeno 
																			creare 
																			un 
																			altro 
																			Dio.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			motivo 
																			per 
																			cui 
																			è 
																			San 
																			Tommaso 
																			ad 
																			apparire 
																			in 
																			queste 
																			righe, 
																			e 
																			non 
																			Sant’Agostino, 
																			per 
																			quanto 
																			“coevi” 
																			(in 
																			base 
																			alla 
																			tripartizione 
																			di 
																			cui 
																			si 
																			scrive), 
																			è il 
																			totale 
																			rifiuto 
																			del 
																			primo 
																			dell’idea 
																			che 
																			la 
																			conoscenza 
																			si 
																			acquisisca 
																			solo 
																			per 
																			illuminazione 
																			divina 
																			elaborata 
																			dal 
																			secondo. 
																			Per 
																			Tommaso 
																			infatti 
																			la 
																			conoscenza 
																			umana 
																			è 
																			limitata, 
																			condizionata 
																			dalla 
																			gerarchia 
																			celeste 
																			elaborata, 
																			al 
																			culmine 
																			della 
																			quale 
																			troviamo 
																			Dio, 
																			unico 
																			conoscitore 
																			degli 
																			universali 
																			ante-rem; 
																			poi 
																			le 
																			cerchie 
																			angeliche, 
																			responsabili 
																			dei 
																			moti 
																			celesti, 
																			ed 
																			infine 
																			l’essere 
																			umano 
																			capace 
																			solo 
																			di 
																			una 
																			conoscenza 
																			post-rem, 
																			ovvero 
																			che 
																			parta 
																			dai 
																			dati 
																			sensibili 
																			per 
																			raggiungere 
																			gli 
																			universali.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			visione 
																			di 
																			San 
																			Tommaso 
																			del 
																			mondo 
																			si 
																			appoggia 
																			sulla 
																			cosmologia 
																			tolemaica: 
																			la 
																			teoria 
																			cosmologica 
																			più 
																			longeva 
																			della 
																			storia 
																			umana, 
																			ed 
																			avvalorata 
																			anche 
																			dagli 
																			scritti 
																			di 
																			Platone 
																			ed 
																			Aristotele. 
																			Forse 
																			è 
																			questa 
																			la 
																			scelta 
																			costruttiva 
																			che 
																			più 
																			ha 
																			caratterizzato 
																			il 
																			pensiero 
																			medievale 
																			e 
																			moderno 
																			dell’occidente, 
																			la 
																			decisione, 
																			cioè, 
																			di 
																			quale 
																			filosofo 
																			e 
																			autore 
																			greco 
																			fosse 
																			degno 
																			di 
																			accostarsi 
																			alla 
																			Bibbia 
																			e 
																			quale 
																			invece 
																			no, 
																			da 
																			un 
																			lato 
																			Aristotele 
																			con 
																			la 
																			sua 
																			fisica, 
																			così 
																			comoda, 
																			antropocentrica, 
																			“accogliente”, 
																			dall’altra, 
																			ad 
																			esempio 
																			Epicuro.
																			
																			
																			
																			Il 
																			sapere 
																			raggiunto 
																			durante 
																			questa 
																			fase 
																			assume 
																			una 
																			solidità 
																			notevole 
																			che, 
																			nell’ottica 
																			antropocentrica, 
																			conferisce 
																			autorevolezza 
																			all’essere 
																			umano 
																			e lo 
																			rende 
																			superiore 
																			al 
																			mondo 
																			delle 
																			cose. 
																			D’altro 
																			canto 
																			però 
																			questa 
																			fusione 
																			tra 
																			conoscenza 
																			e 
																			fede 
																			porta 
																			l’errore 
																			nella 
																			sfera 
																			del 
																			peccato, 
																			strozzando 
																			la 
																			capacità 
																			di 
																			scelta 
																			e 
																			fermando 
																			il 
																			progresso 
																			della 
																			prima 
																			fase 
																			negli 
																			individui, 
																			la 
																			cui 
																			assenza 
																			genera 
																			crisi, 
																			che 
																			sia 
																			sociale, 
																			morale 
																			od 
																			economica. 
																			Per 
																			uscire 
																			da 
																			tale 
																			stato 
																			è 
																			necessario 
																			uscire 
																			anche 
																			dalla 
																			fase 
																			di 
																			costituzione, 
																			ma 
																			tale 
																			fatto 
																			può 
																			assumere 
																			vesti 
																			di 
																			involuzione, 
																			ripristinando 
																			cioè 
																			la 
																			fame, 
																			oppure 
																			di 
																			evoluzione 
																			e, 
																			quindi, 
																			rivoluzione.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Fase 
																			Terza: 
																			Rivoluzione
																			
																			
																			Come 
																			già 
																			detto, 
																			il 
																			processo 
																			di 
																			sintesi 
																			dei 
																			predicati 
																			può 
																			portare 
																			ad 
																			uno 
																			stato 
																			di 
																			crisi 
																			dal 
																			quale 
																			si 
																			esce 
																			solo 
																			con 
																			un 
																			ritorno 
																			alla 
																			fame 
																			giovanile, 
																			oppure 
																			con 
																			una 
																			rivoluzione, 
																			un 
																			rovesciamento, 
																			di 
																			tutto 
																			il 
																			sapere 
																			costruito 
																			nella 
																			prima 
																			e 
																			seconda 
																			fase.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			messa 
																			in 
																			discussione 
																			di 
																			quelli 
																			che 
																			sono 
																			divenuti 
																			assiomi 
																			indiscutibili 
																			è 
																			necessaria 
																			per 
																			mantenere 
																			l'essere 
																			umano 
																			al 
																			di 
																			sopra 
																			delle 
																			proprie 
																			idee 
																			e 
																			combattere, 
																			così, 
																			il 
																			fanatismo 
																			che 
																			invece 
																			ne 
																			sarebbe 
																			la 
																			morte. 
																			Proprio 
																			per 
																			questo 
																			motivo 
																			“libertà” 
																			è un 
																			concetto 
																			così 
																			strettamente 
																			legato 
																			al 
																			sapere, 
																			quanto, 
																			o 
																			forse 
																			più 
																			che, 
																			il 
																			sapere 
																			alla 
																			libertà.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Già 
																			si è 
																			scritto 
																			di 
																			come 
																			questi 
																			due 
																			concetti 
																			si 
																			intreccino 
																			nella 
																			scelta, 
																			dapprima 
																			di 
																			avviare 
																			il 
																			percorso, 
																			poi 
																			di 
																			selezionare, 
																			quasi 
																			a 
																			proprio 
																			sfavore, 
																			ed 
																			infine 
																			di 
																			“rovesciare” 
																			ciò 
																			che 
																			si è 
																			costruito 
																			per 
																			renderlo 
																			solo 
																			un 
																			punto 
																			di 
																			partenza 
																			totalmente 
																			discutibile 
																			e 
																			non 
																			un 
																			paradigma 
																			col 
																			quale 
																			indagare 
																			la 
																			realtà.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			L'esempio 
																			migliore 
																			in 
																			questa 
																			sede 
																			è 
																			senza 
																			dubbio 
																			quello 
																			di 
																			uno 
																			studente 
																			universitario 
																			di 
																			medicina 
																			che, 
																			nonostante 
																			la 
																			divorante 
																			curiosità, 
																			si 
																			ritrovi 
																			ad 
																			affrontare 
																			un 
																			sistema 
																			che 
																			non 
																			approfondisca 
																			le 
																			pratiche 
																			di 
																			laboratorio, 
																			limitandosi 
																			invece 
																			ad 
																			un 
																			sapere 
																			teorico. 
																			Quello 
																			studente 
																			è il 
																			giovanissimo 
																			Galileo 
																			Galilei, 
																			facilmente 
																			immaginabile 
																			come 
																			messo 
																			a 
																			dura 
																			prova 
																			dalla 
																			pretesa 
																			del 
																			sistema 
																			accademico 
																			del 
																			1500 
																			di 
																			conformare 
																			la 
																			realtà 
																			alle 
																			tavole 
																			anatomiche 
																			dei 
																			greci, 
																			come 
																			piuttosto 
																			di 
																			accontentarsi 
																			del 
																			“misterium” 
																			connesso 
																			all'oscillazione 
																			del 
																			pendolo. 
																			Galileo 
																			Galilei, 
																			a 
																			soli 
																			diciassette 
																			anni, 
																			riesce 
																			a 
																			dimostrare 
																			l'isocronia 
																			del 
																			pendolo, 
																			superando 
																			le 
																			centinaia 
																			di 
																			anni 
																			di 
																			pensiero 
																			che 
																			lo 
																			avevano 
																			preceduto 
																			ed 
																			addirittura 
																			Aristotele 
																			stesso.
																			 
																			
																			
																			Purtroppo 
																			un 
																			sistema 
																			“costituito” 
																			e 
																			quindi 
																			in 
																			crisi 
																			non 
																			favorisce 
																			la 
																			fame 
																			giovanile, 
																			soprattutto 
																			se 
																			di 
																			questa 
																			portata, 
																			infatti 
																			il 
																			pisano 
																			non 
																			si 
																			laurea 
																			né 
																			in 
																			medicina, 
																			né 
																			in 
																			matematica.
																			
																			
																			Tuttavia 
																			persino 
																			il 
																			brillante 
																			Galileo 
																			non 
																			avrebbe 
																			avuto 
																			il 
																			suo 
																			peso 
																			nella 
																			storia 
																			senza 
																			le 
																			condizioni 
																			idonee 
																			a 
																			sviluppare 
																			le 
																			sue 
																			teorie 
																			giovanili. 
																			Queste 
																			condizioni 
																			erano 
																			offerte 
																			dalla 
																			Repubblica 
																			Serenissima 
																			di 
																			Venezia 
																			che, 
																			nell’università 
																			di 
																			Padova, 
																			garantiva 
																			agli 
																			studenti 
																			ed 
																			agli 
																			insegnanti 
																			(tra 
																			i 
																			quali 
																			Galileo) 
																			libertà 
																			di 
																			insegnamento. 
																			Fa 
																			certamente 
																			riflettere 
																			come 
																			l’egida 
																			dell’ateneo 
																			padovano 
																			abbia 
																			dato 
																			quel 
																			senso 
																			di 
																			sicurezza 
																			a 
																			Galileo 
																			che 
																			invece 
																			Giordano 
																			Bruno 
																			cercava 
																			solo 
																			dentro 
																			sé 
																			stesso, 
																			finendo 
																			per 
																			risultare 
																			quasi 
																			insolente 
																			quando 
																			affermò:
																			
																			
																			 
																			
																			
																			“Bruciatemi! 
																			Bruciatemi! 
																			Avete 
																			più 
																			paura 
																			voi 
																			di 
																			bruciare 
																			me 
																			che 
																			io 
																			di 
																			essere 
																			bruciato 
																			da 
																			voi!”
																			 
																			
																			
																			Nella 
																			storia, 
																			tradizionalmente, 
																			gli 
																			studenti 
																			di 
																			filosofia 
																			si 
																			sono 
																			suddivisi 
																			in 
																			seguaci 
																			di 
																			Galileo 
																			o 
																			seguaci 
																			di 
																			Giordano, 
																			preferendone, 
																			i 
																			primi, 
																			la 
																			freddezza, 
																			la 
																			lucidità 
																			e la 
																			lungimiranza, 
																			i 
																			secondi 
																			il 
																			calore, 
																			la 
																			visceralità 
																			e 
																			l’empatia. 
																			Giordano 
																			è 
																			come 
																			il 
																			fuoco 
																			della 
																			sua 
																			stessa 
																			pira: 
																			sogna 
																			mondi 
																			lontani 
																			che 
																			ama, 
																			e 
																			questo 
																			sogno 
																			brucia 
																			dentro 
																			il 
																			suo 
																			animo 
																			al 
																			punto 
																			da 
																			impedirgli 
																			di 
																			abiurare 
																			e, 
																			di 
																			fatto, 
																			ucciderlo 
																			tanto 
																			quanto 
																			le 
																			fiamme 
																			di 
																			Campo 
																			de’ 
																			Fiori, 
																			rendendolo 
																			un 
																			pensatore 
																			fermo 
																			alla 
																			Fame 
																			Giovanile 
																			più 
																			che 
																			alla 
																			Rivoluzione. 
																			Dall’altro 
																			lato 
																			c’è 
																			un 
																			pensatore 
																			freddo, 
																			calcolatore: 
																			un 
																			uomo 
																			che, 
																			dopo 
																			il 
																			cannocchiale, 
																			capisce 
																			perfettamente 
																			l’esistenza 
																			di 
																			un 
																			prima 
																			e di 
																			un 
																			dopo 
																			e 
																			che 
																			lui 
																			è 
																			proprio 
																			lo 
																			spartiacque 
																			di 
																			questi 
																			ultimi. 
																			La 
																			realtà 
																			è 
																			che, 
																			mentre 
																			Giordano 
																			Bruno 
																			riscalda 
																			i 
																			cuori 
																			di 
																			chi 
																			lo 
																			legge 
																			da 
																			secoli, 
																			Galileo 
																			quei 
																			cervelli 
																			li 
																			sveglia, 
																			li 
																			porta 
																			alla 
																			comprensione 
																			degli 
																			argomenti 
																			trattati 
																			contro 
																			l’eventuale 
																			pregiudizio 
																			del 
																			lettore 
																			stesso, 
																			spingendolo 
																			a 
																			proseguire 
																			sul 
																			cammino 
																			da 
																			lui 
																			avviato.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Il 
																			vero 
																			motivo 
																			per 
																			cui 
																			Galileo 
																			si 
																			trova 
																			tra 
																			queste 
																			pagine 
																			non 
																			è la 
																			curiosità 
																			del 
																			giovane 
																			studente, 
																			o l'isocronia 
																			del 
																			pendolo, 
																			o la 
																			“reinvenzione” 
																			del 
																			cannocchiale, 
																			e 
																			nemmeno 
																			l'eccezionale 
																			uso 
																			che 
																			di 
																			esso 
																			il 
																			pensatore 
																			pisano 
																			fa 
																			di 
																			esso, 
																			quando 
																			cioè 
																			invece 
																			di 
																			guardare 
																			le 
																			vele 
																			delle 
																			imbarcazioni 
																			lo 
																			rivolge 
																			alle 
																			stelle 
																			e 
																			compie 
																			i 
																			mirabili 
																			studi 
																			contenuti 
																			nel 
																			Nuncius 
																			Sidereus. 
																			Galielo 
																			è 
																			qui 
																			esemplificato, 
																			di 
																			fianco 
																			a 
																			Platone 
																			e 
																			San 
																			Tommaso, 
																			per 
																			quello 
																			che 
																			compie 
																			dopo 
																			l'abiura.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Dopo 
																			i 
																			settanta 
																			anni 
																			di 
																			età 
																			Galileo 
																			infatti 
																			dimostra 
																			ad 
																			ogni 
																			individuo 
																			vivente 
																			quanto 
																			possano 
																			essere 
																			slegati 
																			età 
																			fisica 
																			ed 
																			età 
																			mentale 
																			pubblicando 
																			il 
																			“Dialoghi 
																			e 
																			dimostrazioni 
																			matematiche 
																			intorno 
																			a 
																			due 
																			nuove 
																			scienze”, 
																			la 
																			fonte 
																			del 
																			metodo 
																			scientifico. 
																			Ogni 
																			esperimento 
																			è lì 
																			spiegato 
																			e 
																			chiunque, 
																			volendo 
																			riprodurlo 
																			può 
																			seguire 
																			le 
																			istruzioni 
																			e 
																			proseguirne 
																			l'opera 
																			col 
																			proprio 
																			pensiero. 
																			Si 
																			apre 
																			una 
																			nuova 
																			fase 
																			del 
																			sapere, 
																			diversa 
																			ed 
																			uguale 
																			alla 
																			fame 
																			giovanile. 
																			Quel 
																			vento 
																			di 
																			freschezza 
																			e 
																			novità 
																			portata 
																			da 
																			un 
																			uomo 
																			anziano 
																			e 
																			sul 
																			lastrico 
																			per 
																			via 
																			delle 
																			sue 
																			vicende 
																			con 
																			la 
																			Chiesa 
																			ha 
																			rivoluzionato 
																			davvero 
																			il 
																			pianeta, 
																			restituendo 
																			totalmente 
																			l'errore 
																			alla 
																			dimensione 
																			umana 
																			come 
																			strumento 
																			necessario 
																			per 
																			verificare 
																			la 
																			fondatezza 
																			del 
																			sapere.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Si 
																			può 
																			affermare 
																			che 
																			il 
																			mondo 
																			sia 
																			stato 
																			solo 
																			il 
																			punto 
																			più 
																			piccolo 
																			delle 
																			rivoluzioni 
																			dovute 
																			a 
																			Galileo: 
																			anche 
																			il 
																			sapere 
																			stesso 
																			è 
																			mutato, 
																			da 
																			sapere 
																			libero 
																			era 
																			diventato 
																			sapere 
																			dottrinale 
																			con 
																			San 
																			Tommaso 
																			e la 
																			scolastica, 
																			ora 
																			invece 
																			diviene 
																			sapere 
																			consapevole 
																			dal 
																			quale 
																			riprendere 
																			il 
																			ciclo 
																			delle 
																			tre 
																			fasi. 
																			Non 
																			è un 
																			caso 
																			che 
																			solo 
																			dopo 
																			la 
																			rivoluzione 
																			scientifica 
																			avviata 
																			da 
																			Galileo 
																			si 
																			associ 
																			il 
																			termine 
																			“rivoluzione” 
																			ai 
																			grandi 
																			fenomeni 
																			politici 
																			dei 
																			secoli 
																			seguenti.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			Conclusioni
																			
																			
																			Un 
																			ragazzo 
																			inizia 
																			a 
																			studiare 
																			perché 
																			condizionato 
																			dalla 
																			famiglia, 
																			dalla 
																			società 
																			o, 
																			in 
																			assenza 
																			di 
																			altro, 
																			dalla 
																			legge. 
																			Quel 
																			ragazzo 
																			ha 
																			la 
																			possibilità 
																			di 
																			approfondire 
																			sé 
																			stesso 
																			con 
																			lo 
																			studio 
																			e, 
																			se 
																			trova 
																			dei 
																			professori 
																			che 
																			sappiano 
																			trasmettere 
																			la 
																			passione, 
																			può 
																			decidere 
																			di 
																			continuare 
																			a 
																			studiare 
																			anche 
																			dopo 
																			il 
																			termine 
																			del 
																			percorso 
																			formativo 
																			obbligato. 
																			Quel 
																			ragazzo, 
																			adolescente, 
																			può 
																			appassionarsi 
																			alla 
																			filosofia 
																			e 
																			costruire 
																			su 
																			di 
																			essa 
																			un 
																			sapere 
																			che 
																			non 
																			si 
																			limiti 
																			all’ambito 
																			lavorativo 
																			scelto, 
																			ad 
																			esempio 
																			il 
																			diritto.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Una 
																			volta 
																			che 
																			quel 
																			ragazzo 
																			avrà 
																			costituito 
																			il 
																			proprio 
																			sapere 
																			dovrà 
																			avere 
																			la 
																			forza 
																			di 
																			imitare 
																			Galileo 
																			e 
																			gli 
																			altri 
																			che 
																			hanno 
																			saputo 
																			mettere 
																			in 
																			discussione 
																			tutto 
																			per 
																			dare 
																			nuova 
																			vita 
																			allo 
																			studio 
																			ed 
																			alla 
																			filosofia 
																			proprio 
																			nel 
																			momento 
																			in 
																			cui 
																			non 
																			se 
																			ne 
																			sentiva 
																			più 
																			bisogno, 
																			come 
																			nei 
																			nostri 
																			giorni, 
																			in 
																			cui 
																			i 
																			dati 
																			sono 
																			sempre 
																			più 
																			importanti 
																			del 
																			problema. 
																			Al 
																			termine 
																			di 
																			questo 
																			percorso 
																			rivoluzionario, 
																			se 
																			vorrà 
																			davvero 
																			essere 
																			un 
																			uomo 
																			libero 
																			dovrà 
																			ricominciare 
																			il 
																			ciclo, 
																			riuscire 
																			ad 
																			appassionarsi 
																			con 
																			la 
																			forza 
																			di 
																			un 
																			ventenne 
																			al 
																			mondo 
																			che 
																			nel 
																			frattempo 
																			sarà 
																			mutato 
																			e 
																			ricominciare 
																			a 
																			studiarlo 
																			tenendo 
																			a 
																			mente 
																			ciò 
																			che 
																			ha 
																			saputo 
																			imparare.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Quante 
																			volte 
																			sarà 
																			in 
																			grado 
																			di 
																			ripetere 
																			il 
																			ciclo 
																			dipenderà 
																			solo 
																			dalla 
																			sua 
																			determinazione 
																			a 
																			scegliere. 
																			Quello 
																			studente 
																			imparerà 
																			a 
																			scegliere 
																			liberamente 
																			di 
																			sapere 
																			ed a 
																			sapere 
																			scegliere 
																			liberamente 
																			solo 
																			studiando, 
																			approfondendo, 
																			costruendo 
																			e 
																			distruggendo 
																			in 
																			un 
																			moto 
																			perpetuo 
																			che 
																			lo 
																			accompagnerà 
																			e 
																			darà 
																			senso 
																			a 
																			tutti 
																			i 
																			dati 
																			che 
																			formeranno 
																			l’interezza 
																			della 
																			sua 
																			vita.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Riferimenti 
																			bibliografici:
																			
																			
																			 
																			
																			
																			ALFIERI 
																			V.,
																			
																			Lettera 
																			responsiva 
																			a 
																			Ranieri 
																			de’ 
																			Casalbigi, 
																			Siena 
																			1783.
																			
																			
																			DEI 
																			D.,
																			
																			Atti 
																			del 
																			processo 
																			a 
																			Giordano 
																			Bruno, 
																			Sellerio 
																			Editore, 
																			2000.
																			
																			
																			
																			
																			GALILEO 
																			GALILEI,
																			
																			Discorsi 
																			e 
																			dimostrazioni 
																			matematiche 
																			intorno 
																			a 
																			due 
																			nuove 
																			scienze, 
																			Cierre 
																			Grafica 
																			2011.
																			
																			
																			
																			
																			
																			PLATONE,
																			
																			Simposio, 
																			BUR, 
																			Roma 
																			2003.
																			
																			
																			
																			
																			
																			PLATONE,
																			
																			Timeo, 
																			BUR, 
																			Roma 
																			2003.
																			
																			
																			
																			
																			SAN 
																			TOMMASO 
																			D’AQUINO,
																			
																			Summa 
																			contra 
																			gentiles, 
																			Marietti, 
																			1967.
																							
																			
																			
																			
																			
																							
																			 
																			
																			