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CONTEMPORANEA


N. 4 - Aprile 2008 (XXXV)

THE DOORS
ROCK, BLUES, JAZZ E PSICHEDELIA

di Luigi Buonanno

 

Nel 1965 Malcom X viene assassinato a Manhattan e le prime truppe statunitensi sbarcano nel Vietnam.

 

Nello stesso anno si formano due dei più importanti gruppi della storia della musica: i Pink Floyd e i The Doors.

 

I The Doors nascono a Venice Beach (Los Angeles), quando due studenti della facoltà di cinematografia dell’università di UCLA, discutono sulla bassa qualità delle lezioni e sulla poesia. Quei due studenti sono Ray Manzarek e James Douglas Morrison, ovvero Jim Morrison.

 

Manzarek, dopo aver ascoltato “Moonlight Drive”, poesia appena scritta da Morrison (che dopo qualche anno diventerà un singolo di successo) cerca di convincerlo per formare un gruppo rock, nonostante il giovane poeta fosse totalmente inesperto di musica.

 

Trovare gli altri membri della band non su difficile. Al tempo, Ray Manzarek seguiva delle lezioni di meditazione trascendentale, frequentate da due suoi amici che già facevano parte di una band poco conosciuta. Il batterista John Densmore e il chitarrista Robby Krieger. Convinti tutti, nascono così i The Doors, nome ispiratogli da una celebre frase di William Blake: “Se le porte della percezione fossero spalancate, ogni cosa apparirebbe all'uomo come realmente è: infinita.”

 

Nonostante qualche incertezza iniziale, il feeling tra i quattro musicisti cresce bene, soprattutto dal punto di vista umano, ma la band era ancora incompleta. In quegli anni, le chitarre ritmiche ritagliavano un ruolo fondamentale, soprattutto per gli assoli, strettamente di competenza delle chitarre e ai Doors mancava il bassista.

 

Numerosi provini furono svolti, ma nessuno sembrava in armonia con il ritmo del gruppo. Morrison, in particolare, valutava gli aspiranti bassisti anche in base alla persona, in quanto non amava l’idea di suonare con un elemento che mentalmente non rientrava in una sintonia che il quartetto già aveva saldamente creato.

 

Quasi in preda alla disperazione, Manzarek decise di adattarsi a ricoprire anche quel ruolo. Al suo organo, già difficilissimo da suonare, aggiunse una tastiera e un sintetizzatore moog. Mentre con la mano sinistra suonava l’organo, con la destra suonava la tastiera, riuscendo a fare due assoli contemporaneamente e a sostituire il basso in maniera assolutamente inusuale all’epoca. Tale esperienza, gli garantisce una bravura ed una tecnica estremamente dotata. Ray Manzarek, infatti, è ancora considerato tra i più bravi organisti mai esistiti, sicuramente il migliore tra i viventi.

 

Bastò poco a capire che i Doors non erano un gruppo “normale”. L’estro e la particolarità dei suoi componenti era a prima vista bizzarro.

 

John Densmore aveva uno stile tutto suo. A differenza degli altri batteristi, non seguiva il resto della band, ma direttamente il testo delle canzoni, tanto da ridurre gli altri componenti della band a star dietro alla sua batteria, che, quasi sempre, sembrava la seconda voce del gruppo. Dotato di un’incredibile tecnica, riusciva a non varcare mai il confine tra il jazz, il blues e il rock, anche grazie alla continua e maniacale esercitazione, che spesso gli facevano perdere la cognizione del tempo. Il suo modo di suonare, contribuì in maniera significativa al cambiamento dell’approccio nel rock della batteria, testimoniando che era possibile utilizzare tale strumento come punto d’appoggio per gli altri strumenti e di poter eseguire assoli in maniera molto più frequente, senza dover cadere per forza nel ritmo jazz o in rullate senza senso e prive di “anima”. Rendendo nel confronto, quasi incapaci coloro che si limitavano a suonare la batteria come strumento unicamente d’accompagnamento.

 

Per convivere con l’organo e la tastiera di Manzarek, Robby Krieger fu quasi obbligato ad usare note lente e riff pacati, lasciando trasparire una notevole influenza del flamenco, che per anni aveva suonato fino allo nausea. Ne uscì fuori uno stile rock inconfondibile e del tutto unico, capace di amalgamarsi in maniera perfetta con l’estro e le diversità degli altri strumenti. La sua bravura nel saper suonare la chitarra slide e di poter svariare dal blues, al rock, dal flamenco e alla musica indiana, gli ha garantito una stima che ancora oggi gli viene riconosciuta dagli esperti.

 

Il pezzo forte del gruppo è Jim Morrison. Studente dallo stile di vita bohémienne e dall’aria selvaggia, con una voce mistica e ipnotizzante che rimane tra le più belle della musica. Trae ispirazione per le sue poesie e canzoni dalle opere di Blake, Huxley, Rimbaud, Nietzsche, dall’alcool e dagli stupefacenti. Soprannominato il “Re Lucertola”, viene acclamato molto di più come cantante che come poeta, rendendolo incompreso e oppresso dalla fama e dalle persone che gli stavano intorno. I suoi testi mistici e poetici, accompagnati da una travolgente musica, resero le canzoni quasi vitali e psichedelici a tal punto da creare dipendenza, facendo diventare Morrison, fonte di adulazione da parte dei fan, che tutt’ora lo acclamano in maniera quasi religiosa. Rendendo Jim Morrison uno dei frontman più celebri di tutti i tempi e troppo spesso oscurando l’importanza e la bravura degli altri membri della band.

 

L’album di debutto fu subito un successo. Uscì nel 1966 con lo stesso nome del gruppo “The Doors”, contenente pezzi ascoltati anche cinquant’anni dopo e soggetti a cover, come “Light My Fire”, “Break On Through” e “The End”, dei veri e propri capolavori.

Continuano a lavorare senza sosta e dopo qualche apparizione in tv e numerosi concerti, l’anno dopo fu pubblicato il secondo album “Strange Days”. Da molti ritenuto il miglior album della band dal punto di vista musicale e vocale, e “When The Music’s Is Over” ne è un esempio.

 

Pubblicano un album all’anno, sfruttando al massimo la creatività di Morrison e la voglia di non fermarsi mai, cercando di migliorarsi di anno in anno, ma solo “L.A. Woman” pubblicato nel 1971 riscuote lo stesso successo dei primi album.

In quello stesso anno, nel 1971, Jim Morrison muore a Parigi, in circostanze mai chiarite. Quel tragico evento segna così la fine di un gruppo durato troppo poco e di un’artista geniale bruciato dalla fama e da amici, fidanzata compresa, che in realtà non facevano altro che renderlo solo.

 

I The Doors, rimangono una delle band più importanti della storia della musica. Estrosi musicisti in perfetta armonia tra loro, dando vita ad una musica inimitabile e mai riprodotta in maniera uguale, o almeno decente. Dai testi mistici e illuminari… e “The Ghost Song” ne è un esempio:

 

Awake...

Shake dreams from your hair

My pretty child, my sweet one.

Choose the day and choose the sign of your day

The days divinity

First thing you see.

A vast radiant beach in a cool jeweled moon

Couples naked race down by its quiet side

And we laugh like soft, mad children

Smug in the wooly cotton brains of infancy

The music and voices are all around us.

Choose they croon the ancient ones

The time has come again

Choose now, they croon

Beneath the moon

Beside an ancient lake.

Enter again the sweet forest

Enter the hot dream

Come with us

Everything is broken up and dances.

Indians scattered on dawn's highway bleeding

Ghost crowd the young child's fragile egglshell mind.

We have assembled inside the ancient & insane theatre

To propagate our lust for life & flee the swarming wisdom of the street.

The barns are stormed

The windows kept & only one of all the rest

To dance & save us

With the divine mockery of words

Music inflames temperament.

O great creator of being

Grant us one more hour to perform our art

And perfect our lives.

We need great golden copulations.

When the true King's murderers

Are allowed to roam free

1000 magicians arise in the land.

Where are the feasts we were promised?

 

 

 

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