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N. 26 - Luglio 2007

I SUICIDI NELL’OPUS DEI

Un'organizzazione camaleontica

di Leandro Cecconi

 

Il famoso sociologo Alberto Moncada, dopo lungo periodo trascorso all’interno dell’Opera, avendo conosciuto anche il fondatore di tale “organizzazione religiosa”, e partecipe della fondazione della prima università dell’Opus Dei in America Latina, in Perù (Università di Piura), è ora un ex-numerario, docente universitario.

 

I suoi studi e le sue indagini sulla realtà dell’Opus Dei sono quanto mai fastidiose per la stessa organizzazione, perché disegnano, su testimonianze e dati attendibili, un quadro inquietante e di difficile comprensione.

 

Alberto Moncada si è occupato, nei suoi scritti, anche del drammatico problema dei suicidi:

 

“Le peculiari contraddizioni in cui vivono i numerari dell’Opus Dei conducono con frequenza a frustrazioni, depressioni e abbandoni della Prelatura, ma anche un crescente numero di suicidi o di tentativi di suicidio, che iniziano a trapelare nonostante lo sforzo di occultamento messo in atto dai vertici dell’Opus Dei. Secondo molte testimonianze, raccolte anche sul web nel sito www. opuslibros.org, gli stati depressivi gravi sono all’ordine del giorno nelle residenze dove vivono i numerari e le numerarie.

 

Come spiega un ex numerario (la cui identità viene appositamente celata): ‘Le case dove vivono i numerari maggiori sono piene di persone con grossi problemi, depresse, che devono assumere costantemente psicofarmaci. Alcune residenze sono destinate quasi esclusivamente a questo tipo di persone’…

 

Sempre secondo la documentazione e le testimonianze raccolte da Moncada: “…Il problema centrale di questi numerari è la contraddizione biografica tra quella che è stata promessa loro come vocazione, ovvero la santificazione del lavoro attraverso la professione, e la realtà della loro condizione, molto simile a quella di chi vive in un’enclave conventuale, secondo ritmi minuziosamente regolamentati. La depressione – ed il modo di considerarla all’interno dell’Opus Dei – producono una tale situazione di impotenza, nei numerari, che la tentazione del suicidio spesso si insinua nella loro mente.

 

Come racconta un ex numerario: ‘Capivo sempre più chiaramente che l’unica soluzione era il suicidio, che la vita non aveva valore per me e che non avevo le forze necessarie per uscire da quella situazione’…

 

Moncada porta altre testimonianze documentate. A parlare è B, un altro ex numerario, che racconta di suicidi avvenuti a Saragozza: ‘Un numerario, J.M., proveniente da una famiglia con molti membri dell’Opera, aveva problemi negli studi, soffriva di forti depressioni ed era in trattamento psichiatrico. Una mattina il servizio di pulizie, entrando nella sua stanza, lo trovò impiccato con la cintura da karate. Un altro numerario, M.A.R., si tagliò le vene durante il soggiorno alla Residenza Miraflores di Saragozza. Cercarono di farlo tornare alla sua famiglia, ma suo padre – un noto ginecologo – disse che l’Opus Dei lo aveva allevato ed ora doveva curarlo. Un soprannumerario medico di quasi ottantanni, A.A., amico di mio padre, si gettò dal balcone di casa sua’…

 

“La tendenza alla persecuzione di coloro che vogliono uscire dall’Opus Dei o anche degli ex membri, anch’essa tipica delle sette, sta affiorando con forza... Chi lascia l’Opera viene ‘condannato alla morte civile’…Una numeraria, figlia di una ricca famiglia di Barcellona, molto esibita dall’Opus Dei, decise di lasciare l’Opera, sia pure con molte difficoltà.

 

Ma le sue correligionarie non cessarono di perseguitarla, sino a che la giovane si gettò da una finestra. Le persone di un certo ambiente sociale rimasero molto impressionate, nonostante la famiglia non abbia fatto trapelare la tragedia…”

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Alberto Moncada: “Suicidios en el  Opus Dei”, pubblicato sulla rivista “El Siglo”, n° 654, giugno 2005

Alberto Moncada: “Historia oral del Opus Dei”

Peter Hertel: “I segreti dell’Opus Dei. Documenti e retroscena”

Klaus Steigleder: “L’Opus Dei visto dall’interno”

Ferruccio Pinotti: “Opus Dei segreta”



 

 


 

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