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N. 100 - Aprile 2016 (CXXXI)

Breve storia della questione irlandese
le radici di uno scontro

di Vincenzo La Salandra

 

Lo scontro tra Inghilterra e Irlanda ha radici molto antiche. Un paese celtico con autonome tradizioni culturali, linguistiche e religiose, l’Irlanda venne parzialmente conquistata nel 1117 da Enrico II. La conquista definitiva dell’Isola si realizzò nel XVI secolo sotto il regno di Elisabetta I, che impose la religione anglicana all’Isola dello Smeraldo, la cui popolazione era prevalentemente cattolica. Gli Irlandesi di ribellarono ripetutamente, ma gli Inglesi repressero ogni sollevazione completando il processo di colonizzazione con Oliver Cromwell (1650-51). Nel XVIII secolo la situazione di totale miseria dei contadini cattolici veniva realisticamente denunciata da Jonathan Swift.

 

Nel XIX secolo la carestia dovuta al crollo della coltivazione delle patate portò l’Irlanda alla tragedia umanitaria: nel 1840 la carestia mieteva un milione di vittime tra la popolazione irlandese mentre un altro milione di irlandesi migrava negli Stati Uniti, in Canada e in Gran Bretagna.

 

La questione irlandese cominciò ad imporsi all’attenzione parlamentare in Inghilterra tra il 1870 e il 1881, grazie agli interventi animati di Charles Stewart Parnell che caldeggiava l’indipendenza e l’autogoverno dell’isola. Parnell convinse il primo ministro Gladstone di proporre il famoso Bill for Home Rule del 1886, tuttavia il Bill venne respinto e una violenta opposizione al governo inglese infiammò l’Irlanda: l’opposizione si organizzò nel movimento Sinn Féin (‘noi stessi’ in Gealico) che divenne un partito politico nel 1906.

 

Solo nel 1914 l’Home Rule Bill venne approvato dal Parlamento Inglese per essere subito sospeso a causa della guerra. I separatisti avanzarono proteste e richieste non soddisfatti di alcuni termini del patto di auto-determinazione politica dell’Irlanda. Una importante rivolta scoppiò a Dublino il Lunedì di Pasqua, Easter Monday, del 1916, la famosa sollevazione di Pasqua, che si rivelò fallimentare con la drammatica condanna a morte di tutti i leader. A seguito del fallimento della rivoluzione lo Sinn Féin istituì un esercito, l’IRA (Irish Republican Army).

 

Nel 1918 nonstante il Bill fosse formalmente restituito e confermato le tensioni continuarono tra i Cattolici che chiedevano l’indipendenza e i Protestanti che volevano mantenere saldi i legami con l’Inghilterra. La questione giunse ad una risoluzione politica con il Trattato del 1921, che stabiliva lo Stato Libero d’Irlanda sull’isola esclusa una ragione settentrionale dell’isola a prevalenza protestante. Nel 1922 esplosero nuove violente tensioni per arrivare alla definitiva rinascita del libero Stato d’Irlanda, l’Eire, con capitale a Dublino: tuttavia la sovranità completa sarà concessa solo nel 1949, dopo il secondo conflitto mondiale, mentre il Nord rimaneva inglese, l’Ulster, con capitale a Belfast, rimase parte del Regno Unito.

 

Negli anni Sessanta ulteriori tensioni esplosero nell’Ulster dove le minoranze cattoliche oppresse iniziarono una campagna per i diritti civili che degenerò in episodi di guerriglia tra cattolici e protestanti, in scontri che la stampa internazionale dell’epoca conosceva come i Troubles.

 

Il rappresentante politico protestante Ian Paisley fondò l’UVF (Ulster Volunteer Force) per contrastare militarmente le azioni dell’IRA. Tra i tanti episodi di sangue degli anni sessanta il più feroce fu forse la Battaglia di Bogside, un distretto di Londonderry, nel 1969: da questa data le truppe britanniche si stanziarono nell’Ulster per controllare il territorio.

 

L’ultimo quarto del XX secolo ha visto episodi di sangue e nuove opposizioni e repressioni, tuttavia, a partire dagli anni Novanta i primi ministri Inglese e Irlandese, John Major e Albert Reynolds, assieme ai rappresentanti dell’IRA, hanno favorito un processo di pacificazione e risoluzione politica del conflitto.

 

L’IRA annunciò il cessate il fuoco nel 1994 e nello stesso anno le truppe britanniche lasciarono l’Irlanda del Nord. Ci furono nuovi attacchi terroristici in Inghilterra nel 1996 ed altri episodi ingloriosi: dagli anni novanta in poi il cinema irlandese e americano ci forniscono tante immagini sulla storia dell’Irlanda e sulle vicende politiche della spasmodica e secolare ricerca di libertà di questo piccolo e tenace stato europeo del Nord.

 

Attualmente sembrano lontani i tempi degli scontri a fuoco e delle tensioni altissime nel Regno Unito, anche le canzoni degli U2 appartengono ad un vicino passato: Sunday Bloody Sunday fu eseguita per la prima volta in pubblico nel dicembre 1982 a Belfast, nell'Irlanda del Nord, tre mesi prima della pubblicazione dell’album War. La Bloody Sunday, domenica di sangue, di cui parla la canzone è il 30 gennaio 1972: nella città nordirlandese di Derry (la Londonderry degli Unionisti), l’esercito del Regno Unito sparò sui partecipanti a una manifestazione. Quattordici persone, civili disarmati, furono uccise, e quattordici ferite. L’episodio passò alla storia come Bloody Sunday e scatenò la rivolta nazionalista contro il governo di Londra.

 

L’Irlanda vive oggi una stagione di turismo e sicurezza, è un luogo privilegiato per lo studio della lingua inglese, coltiva le sue antiche tradizioni, e ha diffuso icone e nomi evocativi della società occidentale, come la Guinnes (appendice irrinunciabile anche in Italia gli immancabili Irish Pub), Ryan Air e U2, ed altre icone pop… ma ha attraversato le stagioni drammatiche della guerra e del terrorismo fino a tempi recenti.



 

 

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