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N. 19 - Dicembre 2006

L'UOMO DEI DONI

La figura di Babbo Natale, da San Nicola di Myra alla Coca Cola

di Matteo Liberti

 

Canzoni, odori, ricordi, immagini, colori, e tutto quel che, a seguire, può portarci con la mente al natale, quello vissuto, ciclicamente; non quello religioso, non il rito cristiano, ma quello delle abitudini, delle tradizioni laiche o addirittura profane; del consumismo e del sogno.

 

Col suo protagonista più noto, che ci piaccia o meno: Babbo Natale, o Santa Claus dall’altra parte dell’oceano.

 

Miscuglio di leggende e tradizioni, il personaggio di Babbo Natale come oggi lo conosciamo ha radici storiche antichissime, risalenti almeno al IV secolo ed alla figura di San Nicola, vescovo cristiano della città di Myra, in Lycia.

 

Siamo in Asia Minore, all'interno dell'Impero bizantino, in quella che oggi corrisponde grossomodo all'odierna Anatolia, in Turchia. Nicola divenne presto conosciuto come un grande elargitore di beni a favore dei più poveri, un uomo ricchissimo ed altrettanto generoso, particolarmente nei confronti dei più piccoli.

 

Proveniente dalla città di Patara, sempre in Lycia, accompagnò la sua vocazione religiosa con una particolare predisposizione al dono, e proprio ad un dono è legata la leggenda che ne farà il vero capostipite di Babbo Natale...

 

L'episodio in questione vide Nicola fornire di dote le tre figlie di un cristiano caduto in povertà, riuscendo così ad evitare la prostituzione delle ragazze.

 

Le cose sarebbero andate così: un nobile decaduto, ormai impossibilitato a far maritare le sue figlie, chiese aiuto a Nicola, che, impietosito dalle suppliche dell'uomo e dalle preghiere delle ragazze, decise di intervenire direttamente, fornendo lui stesso la dote. Per tre notti avrebbe lanciato un sacco di monete all'interno di una finestra del castello lasciata appositamente aperta. I tre sacchi avrebbero sostituito degnamente la dote mancante.

 

Quel che accadde fu che, mentre le prime due notti tutto andò come previsto, alla terza notte Nicola trovò, inaspettatamente, la finestra chiusa.

 

Ben deciso a tenere fede al suo impegno, Nicola decise allora di arrampicarsi attraverso i tetti del castello fino a raggiungere il camino, da cui avrebbe lanciato il terzo sacco, che atterrò su delle calze che erano stese ad asciugare.

In alcune varianti della storia, Nicola sarebbe invece stato solito regalare (in forma anonima) cibo alle famiglie più povere lanciandolo loro attraverso le finestre o, appunto, attraverso i camini.

 

Alla sua morte, avvenuta il 6 dicembre dell'anno 343 d.C., le spoglie vennero deposte nella città di Myra, dove resteranno fino al 1087.

 

Fu in quella data che vennero portate via da 62 marinai italiani e trasportate fino a Bari (all'epoca sotto dominio normanno), dove sono ancora oggi conservate in un'apposita cripta all'interno della basilica fatta costruire in suo nome.

 

A depositare le spoglie sotto l'altare fu Papa Urbano II in persona, e Nicola venne nominato santo patrono della città.

 

Qualcuno ha ipotizzato che dietro al furto delle sue spoglie, passato alla storia come la traslazione delle spoglie di San Nicola, ci fosse la leggenda secondo cui il futuro Babbo Natale avrebbe posseduto in vita addirittura il Santo Graal.

Grazie all'oggetto in questione si sarebbe poi spiegata la sua capacità di produrre beni in abbondanza...

 

Fuor di leggenda, quel che si sa per certo è che Nicola fu una persona benestante e con spirito incredibilmente altruista e filantropico, e che dopo la sua morte divenne, nella fantasia popolare, l'uomo dei doni, attività svolta particolarmente durante l'anniversario della sua morte, ogni 6 dicembre, spesso in groppa ad un asinello...

 

Secondo altre versioni ad accompagnarlo erano invece un cavallo ed uno gnomo, detto Peter il Nero. Nelle regioni tedesche del Nord Europa Nicola divenne noto come der Weihnachtsmann. Sempre nel Nord Europa, in Olanda, San Nicola era il protagonista della festa di Sinterklaas, da cui trasse peraltro origine il nome di Santa Claus, pur con tutte le sue varianti.

 

In ogni caso, dall'Europa Sinterklaas sbarcò in America, quando i primi immigrati olandesi fondarono la futura New York e portarono con loro la tradizione di San Nicola.

Da ricordare invece che l'appellativo di Babbo Natale, o papà natalizio, nacque in Inghilterra, probabilmente intorno al XVII secolo, e si accompagno con una prima iconografia distinta da quella classica del Santo.

 

In alcune illustrazioni dell'epoca Babbo Natale è raffigurato come un simpatico signore dalla folta barba con indosso un lungo mantello verde decorato con una pelliccia.

 

In America fu l'autore Irving ad elaborare ulteriormente la figura del Santo. In una sua storia del 1809, pubblicata con lo pseudonimo di Diedrich Knickerbocker, è descritto l'arrivo di San Nicola in groppa ad una renna, stavolta senza Peter il Nero.

 

La figura è sempre quella del simpatico vecchietto barbuto e paffutello.

 

Arrivò poi la fantasia del professor Clement Clark Moore, che nel suo La prima notte di Natale portò ad otto il numero delle renne (con tanto di nomi) e descrisse Santa Claus come un folletto, uno gnomo (col tipico cappello a punta) che passa di camino in camino lasciando cadere i regali.

 

Il personaggio di Babbo Natale lo si troverà anche nel famoso Canto di Natale di Charles Dickens, anche se con il nome di Spettro del Natale presente.

 

Tornando in america, l'immagine di Santa Claus fu ri-elaborata da l'illustratore Thomas Nast, che dipinse un personaggio molto rotondeggiante e soprattutto che arricchì l'immaginario popolare con la creazione dell'officina dei giocattoli (con tanto di aiutanti gnomi) al Polo Nord e con l'introduzione della lista dei bambini buoni e di quelli cattivi...

 

E' peraltro in questo periodo che le festività legate alla figura di San Nicola ed al 6 dicembre si sposano definitivamente con il Natale.

 

Un altro aspetto della storia riguarda la sede ufficiale di Babbo Natale Questa si troverebbe in Finlandia, a Rovaniemi.

La casa privata sarebbe però a Korvatunturi, il cui nome significa montagna orecchio, dalla forma che ha la rocca che sovrasta il villaggio, somigliante alle orecchie di una lepre.

 

Secondo la leggenda sarebbe proprio attraverso queste grandi orecchie che Babbo Natale ascolta quello che combinano i bambini durante l'anno...

 

Con l'associazione della figura di Santa Claus al Natale subentrò anche la predominanza del colore rosso nei suoi vestiti tipici, che in passato erano stati dipinti di vari colori.

Le prove generali per la sua versione definitiva saranno le stampe sulle cartoline natalizie di fine secolo.

 

A stravolgere un ultima volta l'immagine di San Nicola/Santa Claus sarà, nel 1931, la Coca Cola company.

 

L'azienda decise in quell'anno di utilizzare l'immagine di Santa Claus nella campagna pubblicitaria natalizia. Ben vestito con i colori aziendali, il bianco ed il rosso, il personaggio disegnato dal grafico Haddon Sundblom verrà ulteriormente addolcito rispetto ai suoi predecessori, riportato ad una statura umana (non più da folletto) e con indosso pantaloni e tunica al posto del precedente, caratteristico abito.

 

Sarà questo il ritratto che penetrerà indelebilmente nell'immaginario collettivo di tutto mondo.

Chissà se il vecchio Nicola avrebbe gradito che la sua figura, nei secoli ed attraverso vari percorsi, sarebbe infine stata suggellata in una campagna pubblicitaria...

 

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