N. 133 - Gennaio 2019 
                          
                          (CLXIV)
																						Sparta e il suo ordine assoluto
																			
																			
																			
																			Il
																			
																			
																			kosmos 
																			fondato 
																			sul 
																			terrore
																			
																			
																			
																			di 
																			Francesco 
																			Biscardi
																			
																			
																			 
																			
																			
																			
																			
																			Mentre 
																			oggi 
																			quando 
																			si 
																			pensa 
																			all’antica 
																			cultura 
																			greca 
																			viene 
																			in 
																			mente 
																			Atene 
																			come 
																			luogo 
																			di 
																			nascita 
																			della 
																			civiltà 
																			occidentale, 
																			nel 
																			periodo 
																			più 
																			splendido 
																			della 
																			Grecia 
																			classica 
																			l’ammirazione 
																			era 
																			quasi 
																			tutta 
																			per 
																			Sparta: 
																			il 
																			valore 
																			dei 
																			suoi 
																			cittadini, 
																			la 
																			qualità 
																			guerriera 
																			e il 
																			tenore 
																			di 
																			vita 
																			semplice 
																			e 
																			genuino 
																			sono 
																			che 
																			gli 
																			elementi 
																			che 
																			consentirono 
																			alla 
																			città 
																			di 
																			guadagnarsi 
																			rispetto 
																			e 
																			reverenza.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Tuttavia, 
																			se 
																			da 
																			un 
																			lato 
																			dobbiamo 
																			ammettere 
																			che 
																			la 
																			semplicità 
																			di 
																			vita, 
																			l’austerità 
																			dei 
																			costumi, 
																			la 
																			ferrea 
																			disciplina 
																			e 
																			l’ordinamento 
																			militare 
																			hanno 
																			reso 
																			Sparta 
																			(da
																			
																			Sparte, 
																			“disseminata”, 
																			o 
																			anche 
																			chiamata 
																			Lacedemone) 
																			un 
																			simbolo 
																			ammirevole 
																			di 
																			efficienza 
																			e 
																			rigore 
																			(gli 
																			Spartani 
																			parlavano 
																			di
																			
																			kosmos, 
																			“ordine”), 
																			dall’altro 
																			lato, 
																			è 
																			doveroso 
																			sottolineare 
																			che 
																			queste 
																			lodevoli 
																			e 
																			affascinanti 
																			caratteristiche 
																			sono 
																			solo 
																			parte 
																			delle 
																			tante 
																			realtà 
																			che 
																			hanno 
																			caratterizzato 
																			questa
																			
																			polis. 
																			Vigevano, 
																			infatti, 
																			delle 
																			leggi 
																			crudeli 
																			e 
																			delle 
																			usanze 
																			brutali 
																			come 
																			pochi 
																			altri 
																			popoli 
																			hanno 
																			sperimentato 
																			nel 
																			corso 
																			della 
																			storia. 
																			Vediamo 
																			nel 
																			dettaglio.
																			 
																			
																			
																			Sparta 
																			era 
																			divisa 
																			in 
																			tre 
																			classi 
																			di 
																			persone: 
																			gli 
																			Spartiati, 
																			discendenti 
																			dai 
																			Dori 
																			colonizzatori, 
																			che, 
																			sebbene 
																			ammontassero 
																			a 
																			poche 
																			migliaia 
																			(Erodoto 
																			ritiene 
																			che 
																			fossero 
																			circa 
																			ottomila 
																			alla 
																			vigilia 
																			delle 
																			guerre 
																			persiane), 
																			erano 
																			gli 
																			unici 
																			veri 
																			cittadini. 
																			Questi 
																			si 
																			dichiaravano
																			
																			homoioi, 
																			“uguali”, 
																			in 
																			quanto, 
																			teoricamente, 
																			ognuno 
																			di 
																			essi 
																			possedeva 
																			le 
																			medesime 
																			ricchezze 
																			e 
																			gli 
																			stessi 
																			diritti 
																			nell’amministrazione 
																			della 
																			città: 
																			lo 
																			scopo 
																			era 
																			quello 
																			di 
																			creare 
																			una 
																			società 
																			egualitaria 
																			a 
																			carattere 
																			militare 
																			dove 
																			vigesse 
																			una 
																			politica 
																			organica 
																			e 
																			unitaria.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Al 
																			di 
																			sotto 
																			degli 
																			Spartiati 
																			c’erano 
																			i 
																			Perieci 
																			(letteralmente 
																			“coloro 
																			che 
																			abitano 
																			intorno”), 
																			in 
																			parte 
																			di 
																			origine 
																			dorica 
																			e in 
																			parte 
																			discendenti 
																			dall’antica 
																			popolazione 
																			autoctona, 
																			cui 
																			i 
																			conquistatori 
																			avevano 
																			lasciato 
																			il 
																			possesso 
																			delle 
																			terre. 
																			Erano 
																			più 
																			numerosi 
																			degli 
																			Spartiati 
																			ma 
																			possedevano 
																			i 
																			soli 
																			diritti 
																			civili. 
																			Tuttavia, 
																			nonostante 
																			non 
																			godessero 
																			dei 
																			diritti 
																			politici, 
																			la 
																			loro 
																			importanza, 
																			in 
																			una 
																			società 
																			dove 
																			la 
																			classe 
																			egemone 
																			trascorreva 
																			quasi 
																			interamente 
																			la 
																			giornata 
																			negli 
																			esercizi 
																			e 
																			nell’addestramento 
																			militare, 
																			erano 
																			il 
																			vero 
																			motore 
																			economico 
																			della 
																			polis 
																			in 
																			quanto 
																			erano 
																			loro 
																			preposti 
																			ad 
																			ogni 
																			attività 
																			industriale.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Al 
																			gradino 
																			più 
																			basso 
																			di 
																			questa 
																			piramide 
																			sociale 
																			c’erano 
																			gli 
																			Iloti, 
																			discendenti 
																			dai 
																			ceti 
																			più 
																			umili 
																			dell’antica 
																			popolazione 
																			indigena 
																			a 
																			cui 
																			i 
																			conquistatori 
																			non 
																			avevano 
																			lasciato 
																			il 
																			possesso 
																			delle 
																			terre. 
																			Non 
																			avevano 
																			alcun 
																			diritto 
																			ed 
																			erano 
																			trattati 
																			più 
																			come 
																			cose 
																			che 
																			non 
																			come 
																			persone: 
																			erano 
																			dei 
																			“servi 
																			della 
																			gleba”, 
																			obbligati 
																			a 
																			lavorare 
																			le 
																			terre 
																			degli 
																			Spartiati 
																			con 
																			il 
																			compito 
																			di 
																			dar 
																			loro 
																			parte 
																			dei 
																			prodotti 
																			del 
																			suolo.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Oltre 
																			a 
																			ciò 
																			erano 
																			soggetti 
																			continuamente 
																			a 
																			violenze, 
																			angherie 
																			e 
																			umiliazioni 
																			di 
																			ogni 
																			sorta 
																			perché, 
																			dato 
																			il 
																			loro 
																			numero, 
																			potevano 
																			costituire 
																			un 
																			pericolo 
																			per 
																			lo 
																			Stato 
																			(dice 
																			Aristotele, 
																			nella 
																			Politica, 
																			che 
																			vivevano 
																			“come 
																			spiando 
																			il 
																			momento 
																			della 
																			disgrazia 
																			dei 
																			padroni”): 
																			erano 
																			costretti 
																			a 
																			portare 
																			un 
																			cappello 
																			di 
																			cuoio 
																			e 
																			una 
																			veste 
																			di 
																			pelle 
																			di 
																			pecora 
																			come 
																			tratto 
																			distintivo 
																			e 
																			venivano 
																			uccisi 
																			per 
																			ogni 
																			minimo 
																			sospetto.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Inoltre 
																			ne 
																			veniva 
																			ordinato 
																			periodicamente 
																			un 
																			massacro 
																			al 
																			fine 
																			di 
																			ridurne 
																			il 
																			numero 
																			e, 
																			una 
																			volta 
																			l’anno, 
																			appena 
																			gli 
																			efori 
																			entravano 
																			in 
																			carica 
																			(gli 
																			efori, 
																			o 
																			“sorveglianti”, 
																			erano 
																			una 
																			delle 
																			magistrature 
																			più 
																			potenti 
																			di 
																			Sparta, 
																			aventi 
																			il 
																			compito 
																			di 
																			vigilare 
																			sui 
																			poteri 
																			dello 
																			Stato 
																			e 
																			sul 
																			rispetto 
																			delle 
																			leggi), 
																			dichiaravano 
																			formalmente 
																			guerra 
																			agli 
																			Iloti, 
																			per 
																			poi 
																			concedere, 
																			poco 
																			dopo, 
																			la 
																			pace.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Oltre 
																			a 
																			queste 
																			bestialità, 
																			gli 
																			Iloti 
																			subivano 
																			anche 
																			altre 
																			degradanti 
																			umiliazioni: 
																			ad 
																			esempio, 
																			racconta 
																			Plutarco 
																			nella
																			
																			Vita 
																			di 
																			Licurgo, 
																			non 
																			infrequentemente, 
																			dopo 
																			esser 
																			stati 
																			costretti 
																			a 
																			bere 
																			grandi 
																			quantità 
																			di 
																			vino 
																			puro, 
																			venivano 
																			spinti 
																			completamente 
																			ebbri 
																			nei 
																			“pasti 
																			in 
																			comune”, 
																			i 
																			sissizzi 
																			(su 
																			cui 
																			poi 
																			mi 
																			soffermerò), 
																			per 
																			mostrare 
																			ai 
																			giovani 
																			lo 
																			spettacolo 
																			degradante 
																			di 
																			una 
																			persona 
																			ubriaca.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			La 
																			necessità 
																			di 
																			mantenere 
																			saldo 
																			il 
																			dominio 
																			su 
																			questa 
																			parte 
																			di 
																			popolazione 
																			diede 
																			all’efficienza 
																			bellica 
																			un 
																			ruolo 
																			centrale 
																			in 
																			tutta 
																			la 
																			storia 
																			politica 
																			della 
																			città. 
																			Lo 
																			stesso 
																			sviluppo 
																			della 
																			tattica 
																			oplitica, 
																			portata 
																			avanti 
																			dagli 
																			Spartiati 
																			con 
																			cura 
																			certosina, 
																			e 
																			l’accuratissimo 
																			addestramento 
																			militare 
																			furono 
																			gli 
																			strumenti 
																			con 
																			cui 
																			gli 
																			Spartani 
																			riuscirono 
																			ad 
																			istaurare 
																			e a 
																			mantenere 
																			immutato 
																			il 
																			dominio 
																			di 
																			pochi 
																			su 
																			molti 
																			(come 
																			tipico 
																			dei 
																			regimi 
																			oligarchici) 
																			e ad 
																			imporre 
																			la 
																			loro 
																			supremazia 
																			sulle 
																			altre
																			
																			poleis 
																			del 
																			Peloponneso.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Anche 
																			l’ordinamento 
																			politico 
																			spartano, 
																			così 
																			come 
																			scaturito, 
																			secondo 
																			la 
																			tradizione, 
																			dalla 
																			volontà 
																			legislativa 
																			di 
																			Licurgo 
																			(personaggio 
																			in 
																			realtà 
																			più 
																			mitico 
																			che 
																			storico), 
																			era 
																			improntato 
																			a 
																			mantenere 
																			saldo 
																			il 
																			dominio 
																			della 
																			classe 
																			egemone: 
																			ogni 
																			magistratura 
																			(gherusia, 
																			apella 
																			ed 
																			eforato) 
																			era 
																			accessibile 
																			solo 
																			agli 
																			Spartiati 
																			e la 
																			carica 
																			di 
																			re 
																			(Sparta 
																			fu 
																			una 
																			diarchia, 
																			un 
																			regime 
																			retto 
																			contemporaneamente 
																			da 
																			due 
																			sovrani) 
																			spettava 
																			solo 
																			ai 
																			membri 
																			di 
																			due 
																			famiglie, 
																			gli 
																			Agiadi 
																			e 
																			gli 
																			Europontidi, 
																			che 
																			si 
																			riteneva 
																			discendessero 
																			da 
																			Eracle.
																			 
																			
																			
																			Inoltre, 
																			una 
																			serie 
																			di 
																			leggi 
																			frenava 
																			l’accumulazione 
																			di 
																			ricchezze, 
																			l’effeminatezza 
																			e il 
																			lusso: 
																			ad 
																			esempio, 
																			era 
																			impedito 
																			il 
																			possesso 
																			di 
																			oro 
																			e 
																			argento, 
																			venivano 
																			messe 
																			in 
																			circolazione 
																			esclusivamente 
																			monete 
																			in 
																			ferro 
																			(perché 
																			rifiutate 
																			da 
																			ogni 
																			popolo 
																			vicino), 
																			la 
																			presenza 
																			di 
																			artigiani 
																			stranieri 
																			fu 
																			limitata 
																			alle 
																			esigenze 
																			dei 
																			lavori 
																			commissionati 
																			dalle 
																			pubbliche 
																			autorità, 
																			e 
																			ogni 
																			atto 
																			di 
																			viltà 
																			era 
																			punito 
																			con 
																			la 
																			perdita 
																			dei 
																			diritti.
																			 
																			
																			
																			Questa 
																			eguaglianza 
																			degli 
																			Spartiati 
																			non 
																			si 
																			limitava 
																			alla 
																			sfera 
																			economica: 
																			penetrava 
																			nella 
																			dimensione 
																			privata, 
																			sottoposta 
																			al 
																			controllo 
																			dello 
																			Stato. 
																			Questa 
																			interferenza, 
																			diremo 
																			oggi, 
																			del 
																			pubblico 
																			nel 
																			privato, 
																			iniziava 
																			nel 
																			campo 
																			della 
																			formazione 
																			dei 
																			giovani: 
																			ogni 
																			fanciullo, 
																			appena 
																			nato, 
																			veniva 
																			esaminato 
																			dagli 
																			anziani 
																			della 
																			tribù 
																			di 
																			appartenenza, 
																			con 
																			due 
																			possibili 
																			esiti: 
																			se 
																			giudicato 
																			sano, 
																			era 
																			possibile 
																			allevarlo 
																			e la 
																			polis 
																			gli 
																			assegnava 
																			uno 
																			dei 
																			novemila 
																			lotti 
																			di 
																			terra 
																			disponibili 
																			(i
																			
																			kleroi), 
																			mentre, 
																			se 
																			ritenuto 
																			debole 
																			o 
																			deforme, 
																			veniva 
																			esposto 
																			sul 
																			monte 
																			Taigeto 
																			perché 
																			fosse 
																			raccolto 
																			dai 
																			Perieci 
																			o 
																			dagli 
																			Iloti 
																			o, 
																			altrimenti, 
																			lasciato 
																			morire.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			A 
																			sette 
																			anni 
																			veniva 
																			sottratto 
																			alla 
																			cura 
																			dei 
																			genitori 
																			e 
																			affidato 
																			ad 
																			un 
																			educatore, 
																			il
																			
																			paidonomos, 
																			che 
																			aveva 
																			il 
																			compito 
																			di 
																			temprarlo 
																			negli 
																			esercizi 
																			fisici, 
																			nelle 
																			privazioni 
																			e 
																			nelle 
																			sofferenze. 
																			Racconta 
																			Plutarco, 
																			nella
																			
																			Vita 
																			di 
																			Licurgo, 
																			che 
																			i 
																			giovani 
																			Spartiati 
																			imparavano 
																			il 
																			minimo 
																			indispensabile 
																			a 
																			leggere 
																			e a 
																			scrivere 
																			e 
																			che, 
																			a 
																			partire 
																			dai 
																			dodici 
																			anni, 
																			erano 
																			obbligati 
																			ad 
																			indossare 
																			un’unica 
																			veste 
																			per 
																			l’estate 
																			e 
																			l’inverno, 
																			a 
																			portare 
																			il 
																			capo 
																			scoperto 
																			e i 
																			piedi 
																			nudi, 
																			e a 
																			dormire 
																			su 
																			giacigli 
																			di 
																			canne; 
																			oltre 
																			a 
																			ciò, 
																			una 
																			volta 
																			l’anno, 
																			in 
																			occasione 
																			della 
																			festa 
																			della 
																			dea 
																			Artemide, 
																			venivano 
																			flagellati 
																			a 
																			sangue. 
																			Ricevevano, 
																			inoltre, 
																			un 
																			nutrimento 
																			assai 
																			scarso 
																			con 
																			l’autorizzazione, 
																			qualora 
																			non 
																			sazi, 
																			di 
																			rubare; 
																			tuttavia, 
																			dovevano 
																			stare 
																			attenti 
																			a 
																			non 
																			farsi 
																			scoprire 
																			perché, 
																			in 
																			tal 
																			caso, 
																			venivano 
																			gravemente 
																			puniti 
																			(ma 
																			non 
																			per 
																			il 
																			furto 
																			in 
																			sé 
																			quanto 
																			per 
																			non 
																			essere 
																			stati 
																			abbastanza 
																			scaltri 
																			nel 
																			tenerlo 
																			celato).
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Sempre 
																			grazie 
																			a 
																			Plutarco, 
																			sappiamo 
																			che 
																			i 
																			ragazzi 
																			vivevano 
																			questa 
																			durissima 
																			formazione 
																			suddivisi 
																			in 
																			squadre 
																			distinti 
																			per 
																			età, 
																			chiamate
																			
																			aghelai, 
																			“greggi”, 
																			dove 
																			erano 
																			sorvegliati 
																			e 
																			comandati 
																			da 
																			un 
																			capogruppo, 
																			un
																			
																			aghele 
																			più 
																			grande 
																			di 
																			loro. 
																			Intorno 
																			ai 
																			diciotto 
																			anni, 
																			i 
																			giovani 
																			Spartiati 
																			concludevano 
																			questo 
																			percorso 
																			di 
																			formazione 
																			ed 
																			iniziavano 
																			un’altra 
																			pratica: 
																			la
																			
																			krypteia.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Questa 
																			era 
																			una 
																			sorta 
																			di 
																			prova 
																			iniziatica: 
																			i 
																			più 
																			scaltri, 
																			quelli 
																			ritenuti 
																			pronti, 
																			venivano 
																			inviati 
																			nel 
																			territorio 
																			circostante 
																			la 
																			città, 
																			recando 
																			con 
																			sé 
																			solo 
																			un 
																			pugnale, 
																			il 
																			necessario 
																			per 
																			cibarsi 
																			e 
																			nulla 
																			più. 
																			Di 
																			giorno 
																			si 
																			nascondevano 
																			in 
																			luoghi 
																			isolati, 
																			mentre 
																			di 
																			notte 
																			scendevano 
																			nelle 
																			strade 
																			e, 
																			se 
																			si 
																			imbattevano 
																			in 
																			qualche 
																			Ilota, 
																			lo 
																			uccidevano.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Coloro 
																			che 
																			superavano 
																			la
																			
																			krypteia, 
																			all’età 
																			di 
																			vent’anni, 
																			entravano 
																			a 
																			far 
																			parte 
																			dell’esercito; 
																			a 
																			trent’anni 
																			acquisivano 
																			i 
																			diritti 
																			politici 
																			e 
																			potevano 
																			sposarsi 
																			(il 
																			celibato 
																			era 
																			considerato 
																			un’infamia), 
																			ma, 
																			fino 
																			ai 
																			sessant’anni, 
																			si 
																			dovevano 
																			considerare 
																			soldati 
																			in 
																			permanenza 
																			ed 
																			erano 
																			tenuti, 
																			in 
																			gruppi 
																			di 
																			quindici 
																			membri, 
																			a 
																			partecipare 
																			ai
																			
																			sissizzi, 
																			i 
																			“pasti 
																			in 
																			comune”.
																			
																			 
																			
																			
																			Questi
																			
																			sissizzi 
																			costituivano 
																			dei 
																			momenti 
																			associativi 
																			di 
																			centrale 
																			importanza 
																			nella 
																			definizione 
																			dell’identità 
																			spartana, 
																			in 
																			quanto, 
																			oltre 
																			che 
																			strumento 
																			di 
																			coesione, 
																			erano 
																			un’occasione 
																			d’istruzione: 
																			venivano 
																			rammentate 
																			le 
																			gesta 
																			dei 
																			guerrieri 
																			e i 
																			più 
																			giovani 
																			potevano 
																			apprendere 
																			le 
																			vicende 
																			gloriose 
																			della 
																			città.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Nello 
																			stesso 
																			tempo 
																			imparavano 
																			a 
																			sopportare 
																			i 
																			rimproveri 
																			e le 
																			derisioni 
																			dei 
																			più 
																			anziani 
																			e, a 
																			volte, 
																			erano 
																			chiamati 
																			ad 
																			assistere 
																			allo 
																			spettacolo 
																			impietoso 
																			di 
																			un 
																			Ilota 
																			ebbro. 
																			I 
																			sissizzi 
																			erano 
																			così 
																			“sacri” 
																			da 
																			causare 
																			la 
																			perdita 
																			dei 
																			diritti 
																			di 
																			cittadinanza 
																			a 
																			chi 
																			non 
																			era 
																			in 
																			grado 
																			di 
																			sostenere 
																			la 
																			modesta 
																			spesa 
																			richiesta 
																			per 
																			il 
																			pasto 
																			(non 
																			bisogna 
																			pensare 
																			a 
																			grandi 
																			tavolate 
																			imbandite 
																			con 
																			gustose 
																			pietanze: 
																			gli 
																			Spartani 
																			furono 
																			sempre 
																			frugali 
																			nei 
																			cibi).
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Coerentemente 
																			con 
																			questi 
																			usi, 
																			gli 
																			Spartiati 
																			bandirono 
																			il 
																			simposio 
																			dai 
																			loro 
																			banchetti 
																			e 
																			osteggiarono 
																			l’arte, 
																			la 
																			filosofia, 
																			la 
																			letteratura 
																			e la 
																			musica. 
																			Non 
																			è un 
																			caso 
																			che 
																			quello 
																			che 
																			sappiamo 
																			di 
																			Sparta 
																			ci è 
																			stato 
																			tramandato 
																			da 
																			forestieri, 
																			soprattutto 
																			da 
																			scrittori 
																			ateniesi 
																			(a 
																			volte 
																			anche 
																			affascinati 
																			dal
																			
																			kosmos 
																			lacedemone). 
																			Anche 
																			l’architettura 
																			e 
																			l’edilizia 
																			non 
																			trovarono 
																			terreno 
																			favorevole: 
																			la 
																			città 
																			rimase 
																			composta 
																			da 
																			villaggi 
																			sparsi, 
																			senza 
																			monumenti 
																			di 
																			rilievo 
																			né 
																			mura 
																			(al 
																			punto 
																			che 
																			lo 
																			storico 
																			Tucidide 
																			ha 
																			scritto 
																			che 
																			se 
																			un 
																			giorno 
																			la 
																			città 
																			sarebbe 
																			stata 
																			abbandonata, 
																			mai 
																			nessuno 
																			avrebbe 
																			potuto 
																			avere 
																			un’idea 
																			della 
																			sua 
																			passata 
																			potenza).
																			
																			
																			 
																			
																			
																			In 
																			questa 
																			società 
																			così 
																			rude 
																			e 
																			ferrea, 
																			troviamo, 
																			tuttavia, 
																			una 
																			piacevole 
																			eccezione 
																			rispetto 
																			al 
																			restante 
																			mondo 
																			ellenico: 
																			a 
																			differenza 
																			delle 
																			altre 
																			donne 
																			greche, 
																			che 
																			trascorrevano 
																			quasi 
																			interamente 
																			la 
																			vita 
																			segregate 
																			in 
																			casa 
																			a 
																			badare 
																			agli 
																			affari 
																			domestici, 
																			le 
																			Spartiate 
																			rivestirono 
																			un 
																			ruolo 
																			di 
																			rilievo 
																			all’interno 
																			della 
																			comunità 
																			perché, 
																			in 
																			assenza 
																			dei 
																			fratelli 
																			(che 
																			vivevano 
																			la 
																			loro 
																			formazione 
																			negli
																			
																			aghelai), 
																			potevano 
																			ereditare 
																			un
																			
																			kleros, 
																			gestire 
																			la 
																			dimora 
																			e 
																			svolgere 
																			alcune 
																			faccende 
																			familiari 
																			con 
																			ampia 
																			autonomia.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Controllavano, 
																			inoltre, 
																			il 
																			lavoro 
																			degli 
																			Iloti 
																			ed 
																			avevano 
																			anche 
																			costante 
																			influenza 
																			sulle 
																			decisioni 
																			dei 
																			mariti 
																			(al 
																			punto 
																			che 
																			Aristotele, 
																			nella
																			
																			Politica, 
																			giunse 
																			a 
																			dire 
																			che 
																			a 
																			Sparta 
																			“gli 
																			uomini 
																			sono 
																			dominati 
																			dalle 
																			donne”). 
																			Inoltre, 
																			la
																			
																			polis 
																			badò 
																			sempre 
																			a 
																			curare 
																			la 
																			loro 
																			educazione 
																			fisico-ginnica, 
																			tanto 
																			da 
																			renderle 
																			famose 
																			per 
																			la 
																			loro 
																			fortezza 
																			d’animo 
																			e 
																			per 
																			il 
																			vivo 
																			amor 
																			di 
																			patria.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Forse 
																			la 
																			più 
																			grande 
																			debolezza 
																			di 
																			questa 
																			città 
																			risiede 
																			nel 
																			fatto 
																			che 
																			rimase 
																			impenetrabile 
																			a 
																			qualsiasi 
																			mutamento, 
																			improntata 
																			com’era 
																			al 
																			più 
																			rigido 
																			conservatorismo. 
																			Così, 
																			in 
																			un 
																			mondo 
																			greco 
																			dilaniato 
																			dai 
																			conflitti, 
																			almeno 
																			dal 
																			tempo 
																			delle 
																			guerre 
																			persiane 
																			in 
																			poi, 
																			gli 
																			Spartiati, 
																			continuamente 
																			impegnati 
																			nelle 
																			campagne, 
																			perirono 
																			in 
																			gran 
																			numero 
																			senza 
																			che 
																			ci 
																			fosse 
																			stato 
																			il 
																			tempo 
																			e la 
																			possibilità 
																			di 
																			un 
																			adeguato 
																			ricambio 
																			generazionale.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Inoltre, 
																			come 
																			ha 
																			puntualizzato 
																			Aristotele 
																			nella
																			
																			Politica, 
																			anche 
																			delle 
																			ragioni 
																			economico-sociali 
																			causarono 
																			il 
																			crollo 
																			demografico 
																			degli 
																			Spartiati: 
																			l’ordinamento 
																			della 
																			città, 
																			che 
																			impediva 
																			l’accumulo 
																			di 
																			ricchezze 
																			e il 
																			possesso 
																			di 
																			terre 
																			che 
																			non 
																			fossero 
																			i 
																			lotti 
																			equamente 
																			assegnati 
																			alla 
																			nascita, 
																			indussero 
																			la 
																			popolazione 
																			a 
																			non 
																			procreare 
																			mai 
																			troppi 
																			figli 
																			perché 
																			consci 
																			del 
																			fatto 
																			che, 
																			di 
																			generazione 
																			in 
																			generazione, 
																			si 
																			sarebbero 
																			trovati 
																			sempre 
																			più 
																			in 
																			difficoltà 
																			nel 
																			gestire 
																			il 
																			proprio
																			
																			kleros 
																			e 
																			nel 
																			pagare 
																			la 
																			quota 
																			dei
																			
																			sissizzi.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Troppo 
																			tardi, 
																			e 
																			non 
																			senza 
																			causare 
																			dissensi 
																			interni, 
																			arrivarono 
																			i 
																			primi 
																			provvedimenti 
																			di 
																			estensione 
																			dei 
																			diritti 
																			politici 
																			ai 
																			Perieci 
																			e di 
																			assegnazione 
																			di 
																			maggiori
																			
																			kleroi
																			
																			agli 
																			Spartiati, 
																			ma 
																			in 
																			una 
																			situazione 
																			completamente 
																			diversa, 
																			quando 
																			Sparta 
																			era 
																			ormai 
																			avviata 
																			verso 
																			un 
																			inesorabile 
																			declino 
																			(siamo 
																			nella 
																			seconda 
																			metà 
																			del 
																			III 
																			secolo 
																			a.c. 
																			con 
																			i re 
																			Agide 
																			IV 
																			e, 
																			poi, 
																			Cleomene 
																			III).
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Questa 
																			era, 
																			per 
																			sommi 
																			capi, 
																			la 
																			società 
																			spartana: 
																			una 
																			società 
																			verticistica, 
																			rigida 
																			all’inverosimile, 
																			basata 
																			su 
																			un
																			
																			kosmos 
																			assoluto, 
																			sul 
																			terrore 
																			e 
																			sulla 
																			crudeltà, 
																			come 
																			si 
																			può 
																			evincere 
																			dal 
																			trattamento 
																			inumano 
																			riservato 
																			agli 
																			Iloti, 
																			dalla 
																			spregevole 
																			pratica 
																			di 
																			abbandonare 
																			i 
																			neonati 
																			deboli 
																			o 
																			deformi, 
																			dal 
																			rigoroso, 
																			ferreo 
																			e, 
																			in 
																			qualche 
																			caso, 
																			atroce
																			
																			cursus 
																			di 
																			formazione 
																			degli 
																			Spartiati, 
																			dal 
																			completo 
																			assoggettamento 
																			della 
																			sfera 
																			privata, 
																			piegata 
																			alle 
																			esigenze 
																			dello 
																			Stato.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Tutte 
																			queste 
																			peculiarità 
																			hanno 
																			reso 
																			Sparta 
																			una 
																			lontana 
																			antesignana 
																			dei 
																			regimi 
																			totalitari 
																			novecenteschi: 
																			è 
																			qui 
																			interessante 
																			ricordare 
																			che 
																			Hitler 
																			sarà 
																			un 
																			fanatico 
																			ammiratore 
																			di 
																			alcune 
																			pratiche 
																			spartane, 
																			come 
																			quella 
																			dell’infanticidio 
																			degli 
																			“inferiori”.
																			
																			
																			 
																			
																			
																			Ciononostante, 
																			nell’immaginario 
																			collettivo 
																			l’ammirazione 
																			e il 
																			mito 
																			dei 
																			gloriosi 
																			guerrieri 
																			Spartiati 
																			ha 
																			offuscato 
																			questa 
																			realtà: 
																			oggi 
																			il 
																			nome 
																			di 
																			Sparta 
																			è 
																			sinonimo 
																			di 
																			società 
																			guerriera, 
																			aliena 
																			dal 
																			lusso, 
																			affascinante 
																			per 
																			il 
																			valore 
																			dei 
																			suoi 
																			indomiti 
																			soldati, 
																			sempre 
																			pronti 
																			a 
																			morire 
																			per 
																			la 
																			patria. 
																			Di 
																			contro 
																			pochi 
																			conoscono 
																			il 
																			lato 
																			più 
																			negativo 
																			del
																			
																			kosmos 
																			spartano: 
																			un 
																			ordine 
																			e 
																			un’efficienza 
																			costruiti 
																			sul 
																			terrore 
																			e 
																			sull’oppressione.
																			 
																			 
																			
																			
																			Riferimenti 
																			bibliografici:
																			 
																			
																			
																			Senofonte,
																			
																			Costituzione 
																			degli 
																			Spartani, 
																			a 
																			cura 
																			di 
																			D’Alessandro 
																			G., 
																			Oscar 
																			Mondadori, 
																			Milano 
																			2009.
																			
																			
																			Aristotele, 
																			Politica, 
																			a 
																			cura 
																			di 
																			Viano 
																			C.A., 
																			BUR, 
																			Milano 
																			2002.
																			
																			
																			Plutarco,
																			
																			Vita 
																			di 
																			Licurgo, 
																			in
																			
																			Vite 
																			parallele, 
																			vol. 
																			I, a 
																			cura 
																			di 
																			Adriani 
																			M., 
																			Salani, 
																			Milano 
																			1931.
																			
																			
																			Camera 
																			A., 
																			Fabietti 
																			R.,
																			
																			Oriente 
																			e 
																			Grecia, 
																			Zanichelli, 
																			Bologna 
																			1969, 
																			pp. 
																			120-135.
																			
																			
																							
																							
																			 
																			
																			
																			