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N. 53 - Maggio 2012 (LXXXIV)

Le società di mutuo soccorso
tra Statuto Albertino e pensiero mazzinianO

di Domenico Letizia

 

Lo sviluppo delle società di mutuo soccorso ebbe sviluppo, indubbiamente, durante l’Ottocento anche se forme primordiali di queste società sono riscontrabili già dalla Roma antica, le associazioni di artigiani presenti all’epoca o le corporazioni di mestieri diffusissime durante il medioevo.

 

In Italia, particolarmente nel Nord della penisola, alcune cause furono favorevoli allo sviluppo di tali società.

 

La rivoluzione industriale, la diffusione della concezione di classe, grazie alla diffusione del manifesto di Marx e i vari moti rivoluzionati furono il substrato per un’idea di unione che andò diffondendosi grazie anche ad alcuni mutamenti politici. Carlo Alberto promulgava lo Statuto Albertino che oltre ad affermare il diritto di proprietà, riconobbe il diritto di associarsi pacificamente per ogni classe e ceto sociale.

 

I caratteri su cui si fondavano le società di mutuo soccorso erano la mutualità, la solidarietà fra i lavoratori, l'autogestione dei fondi e spesso erano caratterizzate anche da un’unione morale dei comportamenti. Era infatti frequente trovare norme che vietavano l'elargizione di sussidi nell'ipotesi in cui le malattie erano causate dall'abuso di alcool.

 

Lo schema mutualistico prevedeva un fondo autonomo costituito da contributi obbligatori che si distribuivano in ripartizione per malattie, sussidi di invalidità e di vecchiaia, molte di queste società introdussero servizi come scuole domenicali e serali e mutualismo in caso di infermità.

 

In seguito, si proposero anche altri servizi come il sostegno creditizio a tutti i componenti che lo richiedevano, la fornitura di materie prime e la vendita ai soci di prodotti di prima necessità al prezzo di costo, l’unica condizione era quella di versare una quota del salario.

 

L’idea di mutualismo prognosticò anche il superamento dal semplice assistenzialismo di tipo caritatevole, tipico delle forme ecclesiastiche, a vere forme di “welfare” basate su precisi e dettagliati servizi.

 

Sul piano della crescita politica troviamo differenze sostanziali tra società e tra territori come tra Piemonte e Liguria.

 

In Piemonte la borghesia liberale moderata animata da un illuminato spirito filantropico e caritatevole, in contrasto con la classe più conservatore e aristocratica, favorì la costituzione di nuove società presentandosi nella veste di benefattore delle stesse, riuscendo in questo modo a controllarle politicamente, le società dovevano unicamente svolgere un ruolo assistenziale ed educativo in forma solidaristica, mantenendosi laiche ma sempre escludendo il coinvolgimento politico e manifestando fedeltà istituzionale.

 

Diametralmente diverso fu il mutuo soccorso ligure che fu caratterizzato oltre che da una venatura anticlericale, diffusa anche nelle altre regioni, rivendicò l’autonomia dal governo e non escluse la politica dai propri interessi.

 

Uno dei padri del movimento mutualistico in Italia, particolarmente in Liguria, fu Giuseppe Mazzini, le idee mazziniane furono da veicolo nella diffusione dei valori e degli ideali cooperativi e influenzarono moltissimo la nascita di alcune società di mutuo soccorso.

 

Mazzini stesso raccomandava di associarsi e tassarsi, versando anche una modesta quota per creare casse di previdenza e di assistenza.

 

I leader mazziniani sparsi per il nord Italia agivano segretamente attraverso le società di mutuo soccorso che rappresentavano il punto di raccordo tra la base operaia e i gruppi dirigenti rivoluzionari, qui le società manifestarono subito un chiaro interesse per la politica del Governo rappresentando una forza per l'organizzazione democratica e per tutti coloro che rivendicavano nell'iniziativa popolare il futuro del governo.

 

L’obiettivo primario di Mazzini era lo stato unitario, libero e repubblicano, ma per attuarlo si dovevano coinvolgere gli operai, sollevandoli dalle condizioni di profonda indigenza e di iniquità sociale in cui la trascuratezza dello stato li aveva confinati. Enorme importanza ebbero le unioni e le società dei ferrovieri, che allora rappresentavano i lavoratori industriali più numerosi e soprattutto più diffusi nel territorio nazionale.


La prima organizzazione dei ferrovieri risale al 1862, quando venne fondato a Torino, presso il deposito locomotive, una mutua avente lo scopo di soccorrere i familiari dei soci in caso di decesso. Altre mutue si diffusero: il primo maggio 1877 venne fondata a Milano la Società di mutuo soccorso fra i macchinisti e fuochisti della Ferrovia dell’Alta Italia, in Liguria nel 1851 nacque la Società Generali Operai, altre mutue di falegnami, carpentieri, calzolai e svariati mestieri, la Società Operaia di Oneglia creò un gabinetto di lettura ed una scuola di disegno per i figli dei soci e nel 1856 nasceva a Savona una società di mutuo soccorso tra i lavoratori vetrai.

 

I moti risorgimentali innescarono una frattura tra le società operaie che si ispirarono ai principi solidaristici, repubblicani e democratici di Mazzini e tra quelle moderate tipiche del Piemonte.

 

Con il risorgimento si diffusero società e mutue con differenti affinità politiche riempiendo il territorio italiano di società dal carattere politico ove di tendenza radicale ove monarchiche, altre animate da sentimenti liberali o da tendenze moderate, altre furono decisamente progressiste, infine vi furono società senza alcuna tendenza politica, gli unici obiettivi per queste furono il mutuo soccorso e il miglioramento morale e materiale dei soci.



 

 

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