[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 205 / GENNAIO 2025 (CCXXXVI)


ambiente

la foca e la sua simbologia
Credenze, miti e significati
ATTORNO A UN ANIMALE
di Giulia Cesarini Argiroffo

 

La foca è un Mammifero Carnivoro della famiglia dei Focidi. Ne esistono molte specie, ognuna con le sue peculiarità.

 

In generale questi animali si trovano principalmente lungo le coste dei mari ghiacciati, freddi e temperati, raramente in grandi laghi e mari caldi in comunicazione con il mare. Di solito vivono in gruppo e compiono anche lunghe migrazioni. Si nutrono di pesci e altri animali acquatici, raramente anche d’uccelli acquatici.

 

Le foche hanno un corpo cilindrico, affusolato alle estremità, rivestito da uno spesso pannicolo adiposo sottocutaneo che impedisce la dispersione di calore e ne diminuisce il peso specifico. Presentano una testa lunga, leggermente appiattita e appuntita, occhi grandi, collo quasi indistinto, muso con lunghe vibrisse, due arti anteriori a forma di pinne muniti di cinque dita, l’unico arto inferiore costituisce un’unica grossa pinna. Hanno un’ottima vista sia dentro che fuori dall’acqua. Possono chiudere ermeticamente le narici e l’orecchio esterno, che manca di padiglione. Sono agili in acqua mentre a terra si muovono con più difficoltà.

 

Sono animali vivipari (partoriscono prole già formata). La gestazione dura circa undici mesi e partoriscono un unico cucciolo, le mamme foche allattano i piccoli sulla terraferma. In genere i maschi dominanti creano degli harem con più femmine e nella stagione degli amori non mangiano e non dormono per difendere il loro territorio dagli invasori, soprattutto dagli altri maschi che vorrebbero usurpare il loro spazio.

 

L’Uomo ha cacciato e talvolta tuttora caccia le foche per la loro pelliccia, per ricavarne grasso e olio. Per questa ragione alcune specie sono ormai a rischio di estinzione.

 

Questo animale compariva molto nella tradizione popolare celtica, soprattutto in Irlanda. Alcuni clan irlandesi vantavano una leggendaria discendenza da un’antenata foca. Inoltre erano numerosi i racconti in cui foche magiche aiutavano gli umani. Ad esempio, tra questi, abbondavano le storie sulle Selkie, un gruppo di mitologiche donne mutanti che perdevano la loro pelle di foca per ballare sulla riva del mare al chiaro di luna. Si narrava che molte di loro abbandonavano il mare per sposare uomini umani. Questi ultimi a volte le costringevano al matrimonio dopo che rubavano loro la pelle di foca. Le Selkie potevano avere figli e famiglia umana, ma prima o poi dovevano lasciare questa vita per tornare nelle loro case marine. Queste donne-foca sopracitate simboleggiavano l’abbandono della vita convenzionale e della società per un ritorno alle proprie ancestrali e autentiche radici.

 

Per gli Antichi Germani del Nord la foca poteva rivelare ogni segreto. Infatti era un animale che viveva tanto nell’acqua quanto sulla terra, pertanto era a suo agio in due diverse dimensioni dell’essere. Il suo rapporto con la terra era tuttavia temporaneo, quasi casuale, sfuggente a qualsiasi controllo. Il mare era invece per la foca un sicuro rifugio. Tale luogo però era nel contempo anche la dimora di diversi mostri o esseri soprannaturali e dell’infero.

 

Ad esempio nella mitologia norrena esisteva la figura del marmennill (o marmendill), essere che viveva nelle profondità marine e aveva qualità profetiche, ma parlava soltanto quando gli aggradava. Esso si descriveva come un nano con la testa grossa e lunghe braccia, ma dalla vita in giù aveva corpo di foca. A tal proposito, esemplificativo era il caso che si riportava in un episodio della saga di Hálfr, dove si narrava che alcune persone pescarono un marmennill che condussero dal loro re. Dinnanzi al sovrano la creatura non voleva parlare. Quando però vide che il re maltrattava una serva e un cane rise e gli chiesero la ragione. Lui rispose rivelando che in futuro i due bistrattati avrebbero salvato la vita del sovrano. Poi il marmennill insistette per tornare in mare.

 

Altro esempio si trovava nel Libro dell’Insediamento in cui si narrava che uno di questi esseri indicò a Selþórir in quale luogo si doveva stabilire. La prima parte di questo nome, “Sel-“ significava “foca”. Si diceva poi che, nel momento del pronunciamento di tale profezia, il marmennill fosse coricato in un’imbarcazione e una pelle di foca lo coprisse.

 

Per la mitologia degli Antichi Germani del Nord, come accennato precedentemente, questo animale si correlava con il mondo delle acque dove vivevano demoni e mostri pericolosi. In particolare la foca si collegava molto con le streghe. Ad esempio in una saga si narra che, dopo la morte di una donna esperta di arti magiche, degli spettri a forma di foca si manifestavano tormentando una fattoria. Un episodio simile si racconta anche in un’altra saga, dove si diceva che un morto redivivo appariva con l’aspetto di foca dallo sguardo umano. In un altro episodio si narrava invece che la strega Katla voleva operare una magia malefica, ma un tale Geirriðr la rese inoffensiva, ficcandole sulla testa una borsa di pelle di foca.

 

Parte integrante del corredo magico delle streghe, per la mitologia norrena, era un sacchetto di pelle. Nella Saga di Erik Rosso si specificava che il sacchetto era di pelle di foca. In un racconto leggendario si diceva che i giganti giocavano con la testa di questo animale, ciò a dimostrazione dell’esistenza di una connessione tra la foca e i giganti.

 

Nella mitologia degli Antichi Germani, Loki e Heimdallr assunsero l’aspetto di una foca quando combatterono un duello decisivo per il possesso di un oggetto importante. Quest’ultimo era la cintura o collana della dea Freyja, simbolo del potere sulla fecondità, che aveva rubato Loki. In questo mito l’aspetto di foca che assunsero i due personaggi si poteva spiegare non solo dall’usanza dell’epoca di svolgere i duelli su isolette ma soprattutto dalla natura dell’oggetto conteso, il potere che esso conferiva e sul quale si poteva determinare la vita o la morte (terra-acqua). Il termine “foca” (selr, maschile) non era infrequente tra i soprannomi.

 

Nel Medioevo europeo la foca si considerava un pesce molto freddo che viveva in acqua ma che andava anche a riposarsi sulle rocce. Si pensava che la sua testa somigliasse a quella di un cane o di un vitello. Si credeva che la sua pelle avesse il potere di tenere lontani i fulmini. Inoltre da essa era possibile, se si utilizzava come una stoffa, ricavare abiti da pioggia o tende. Si riteneva che il verso della foca sembrasse un lungo gemito, si considerava di pessimo auspicio per chi lo sentiva, essere umano o animale che fosse perché si pensava che fosse destinato a morire presto.

 

Nonostante tale credenza però gli uomini del Nord Europa cacciavano le foche per utilizzare la carne e la pelle, oltre a ricavarne l’olio e il grasso. Inoltre anche la sua bile era molto ricercata in quanto aveva molte proprietà medicinali, soprattutto perché si pensava che guarisse gli epilettici. Di ciò la foca ne era perfettamente consapevole e, così si tranciava i genitali per sfuggire ai cacciatori, liberandosi del fiele che aveva in corpo per non farsi catturare. Lo faceva in acqua però, privando così della preziosa sostanza gli uomini malati. Si riteneva la foca un animale stupido, non caritatevole e nemmeno generoso e che puzzava anche parecchio. In breve la si considerava una creatura diabolica. Successivamente la sua simbologia divenne più positiva.

 

Attualmente le foche si ritengono animali giocosi, eleganti, aggraziati, buffi e simpatici, con gli occhi scuri e misteriosi. Inoltre pare che sviluppino un’amicizia naturale con gli esseri umani. Molti film, cartoni animati, narrazioni e varie storie d’invenzione le hanno come protagoniste.

 

Oggigiorno la foca simboleggia quella parte di sé stessi che inconsciamente non si vuole svelare, ma che tuttavia è pronta a una trasformazione interiore. Essa rappresenta una dissimulazione necessaria per salire ai piani superiori. Inoltre la foca simboleggia l’atteggiamento della donna che non vuole lasciarsi sedurre. Ciò può manifestarsi a causa di una sotterranea apprensione, dal timore della sessualità oppure dalla volontà di restare casta.

 

Chi crede negli Spiriti Guida Animali, trae ispirazione dallo Spirito Guida Foca per immergersi in profondità nei vasti mari dell’immaginazione con una mentalità allegra. Infatti, malgrado a volte la vita possa sembrare affannosa, disorientante e pericolosa, può talvolta essere divertente, se si riesce a prendere le distanze dal quotidiano faticoso e tormentato.

 

Lo Spirito Guida Foca esorta le persone a svegliarsi e a ricordare di esplorare, assaporare e godere di ogni possibilità che si ha per immergersi nell’ambiente dell’immaginazione, ricco di simboli, di emozioni e pieni del sentimento di meraviglia. I bambini tendono ad avere facile accesso all’immaginazione, tuffandosi in finzioni coinvolgenti oppure godendosi la paura di una storia spettrale o la seducente sorpresa di una creatura stravagante. Da adulti, a volte, ciò si dimentica. In fondo non si ha nulla da perdere se non da guadagnare se ci butta a fantasticare, a coltivare il senso dell’emozione e pieno del sentimento della meraviglia e della capacità immaginativa. Dopotutto, la meraviglia e l’immaginazione tendono a manifestarsi come l’espressione creativa che molti cercano, spesso inconsciamente.

 

Molte persone credono di non essere creative o di non avere una capacità immaginativa, ma in realtà non ci provano nemmeno perché piuttosto si sono autoconvinte di non esserne in grado. Più probabile è che abbiano represso tali istinti umani naturali nel corso del tempo. Infatti la cultura occidentale impone alle persone di essere pratiche, a non perdersi in sogni a occhi aperti e di conseguenza si tende a soffocare la propria creatività. L’immaginazione, però, basta stimolarla se si vuole essa sta lì ad aspettare le persone al di fuori della loro normale, faticosa o noiosa routine quotidiana.

 

Un ottimo modo per tonificare i muscoli dell’immaginazione è praticare la semplice arte del sogno a occhi aperti. Si poterebbe iniziare questo esercizio con un piccolo rituale che si ispiri allo spirito giocoso della foca. Sognare a occhi aperti è facile e si può fare ovunque e in qualsiasi momento. Bisogna, però, controbilanciare le aspettative culturali che inducono a dire a sé stessi che “si sta perdendo tempo”, può essere utile perciò ritagliarsi un momento di svago speciale proprio per fare questo e da definire come il tempo per perdersi nei propri pensieri. Le possibilità della fantasia sono infinite, il che consente di giocare e divertirsi così come esplorare e meravigliarsi di sé stessi. Il fine ultimo di tutto questo è quello di aiutare sé stessi a superare le difficoltà o le frustrazioni della vita reale quotidiana.

 

Lo Spirito Guida Foca può indurre a scivolare con grazia tra le acque talvolta agitate del proprio io emozionale ritrovando il senso della meraviglia, del gioco e dell’immaginazione.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Carrington, Richard, e dai redattori di LIFE, I Mammiferi, Mondadori Editore, Milano 1965.

Coupal, Marie, I simboli dei sogni. Analisi psicologica, psicoanalitica, esoterica e mitologica, Il Punto d’Incontro Editore, Vicenza 2000.

Isnardi, Gianna Chiesa, I miti nordici, Longanesi Editore, Milano 1991.

Pastoureau, Michel, Bestiari del Medioevo, Einaudi Editore, Milano 2012.

Pastoureau, Michel, Medioevo simbolico, Laterza Editore, Bari-Roma 2007.

Rao, Milena, Animali magici di potere. Viaggio attraverso i bestiari magico-religiosi delle culture antiche, Psiche 2 Editore, Torino 2014.

Ruiz, José, Animali sciamanici di potere, Il Punto d’Incontro Editore, Vicenza 2022.  

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]