la foca e la sua simbologia
Credenze, miti e significati
ATTORNO A UN
ANIMALE
di Giulia
Cesarini Argiroffo
La foca è un Mammifero Carnivoro
della famiglia dei Focidi. Ne
esistono molte specie, ognuna con le
sue peculiarità.
In generale questi animali si
trovano principalmente lungo le
coste dei mari ghiacciati, freddi e
temperati, raramente in grandi laghi
e mari caldi in comunicazione con il
mare. Di solito vivono in gruppo e
compiono anche lunghe migrazioni. Si
nutrono di pesci e altri animali
acquatici, raramente anche d’uccelli
acquatici.
Le foche hanno un corpo cilindrico,
affusolato alle estremità, rivestito
da uno spesso pannicolo adiposo
sottocutaneo che impedisce la
dispersione di calore e ne
diminuisce il peso specifico.
Presentano una testa lunga,
leggermente appiattita e appuntita,
occhi grandi, collo quasi
indistinto, muso con lunghe
vibrisse, due arti anteriori a forma
di pinne muniti di cinque dita,
l’unico arto inferiore costituisce
un’unica grossa pinna. Hanno
un’ottima vista sia dentro che fuori
dall’acqua. Possono chiudere
ermeticamente le narici e l’orecchio
esterno, che manca di padiglione.
Sono agili in acqua mentre a terra
si muovono con più difficoltà.
Sono animali vivipari (partoriscono
prole già formata). La gestazione
dura circa undici mesi e
partoriscono un unico cucciolo, le
mamme foche allattano i piccoli
sulla terraferma. In genere i maschi
dominanti creano degli harem con più
femmine e nella stagione degli amori
non mangiano e non dormono per
difendere il loro territorio dagli
invasori, soprattutto dagli altri
maschi che vorrebbero usurpare il
loro spazio.
L’Uomo ha cacciato e talvolta
tuttora caccia le foche per la loro
pelliccia, per ricavarne grasso e
olio. Per questa ragione alcune
specie sono ormai a rischio di
estinzione.
Questo animale compariva molto nella
tradizione popolare celtica,
soprattutto in Irlanda. Alcuni clan
irlandesi vantavano una leggendaria
discendenza da un’antenata foca.
Inoltre erano numerosi i racconti in
cui foche magiche aiutavano gli
umani. Ad esempio, tra questi,
abbondavano le storie sulle Selkie,
un gruppo di mitologiche donne
mutanti che perdevano la loro pelle
di foca per ballare sulla riva del
mare al chiaro di luna. Si narrava
che molte di loro abbandonavano il
mare per sposare uomini umani.
Questi ultimi a volte le
costringevano al matrimonio dopo che
rubavano loro la pelle di foca. Le
Selkie potevano avere figli e
famiglia umana, ma prima o poi
dovevano lasciare questa vita per
tornare nelle loro case marine.
Queste donne-foca sopracitate
simboleggiavano l’abbandono della
vita convenzionale e della società
per un ritorno alle proprie
ancestrali e autentiche radici.
Per gli Antichi Germani del Nord la
foca poteva rivelare ogni segreto.
Infatti era un animale che viveva
tanto nell’acqua quanto sulla terra,
pertanto era a suo agio in due
diverse dimensioni dell’essere. Il
suo rapporto con la terra era
tuttavia temporaneo, quasi casuale,
sfuggente a qualsiasi controllo. Il
mare era invece per la foca un
sicuro rifugio. Tale luogo però era
nel contempo anche la dimora di
diversi mostri o esseri
soprannaturali e dell’infero.
Ad esempio nella mitologia norrena
esisteva la figura del marmennill (o
marmendill), essere che
viveva nelle profondità marine e
aveva qualità profetiche, ma parlava
soltanto quando gli aggradava. Esso
si descriveva come un nano con la
testa grossa e lunghe braccia, ma
dalla vita in giù aveva corpo di
foca. A tal proposito,
esemplificativo era il caso che si
riportava in un episodio della saga
di Hálfr, dove si narrava che alcune
persone pescarono un marmennill che
condussero dal loro re. Dinnanzi al
sovrano la creatura non voleva
parlare. Quando però vide che il re
maltrattava una serva e un cane rise
e gli chiesero la ragione. Lui
rispose rivelando che in futuro i
due bistrattati avrebbero salvato la
vita del sovrano. Poi il marmennill
insistette per tornare in mare.
Altro esempio si trovava nel Libro
dell’Insediamento in cui si narrava
che uno di questi esseri indicò a
Selþórir in quale luogo si doveva
stabilire. La prima parte di questo
nome, “Sel-“ significava “foca”. Si
diceva poi che, nel momento del
pronunciamento di tale profezia, il
marmennill fosse coricato in
un’imbarcazione e una pelle di foca
lo coprisse.
Per la mitologia degli Antichi
Germani del Nord, come accennato
precedentemente, questo animale si
correlava con il mondo delle acque
dove vivevano demoni e mostri
pericolosi. In particolare la foca
si collegava molto con le streghe.
Ad esempio in una saga si narra che,
dopo la morte di una donna esperta
di arti magiche, degli spettri a
forma di foca si manifestavano
tormentando una fattoria. Un
episodio simile si racconta anche in
un’altra saga, dove si diceva che un
morto redivivo appariva con
l’aspetto di foca dallo sguardo
umano. In un altro episodio si
narrava invece che la strega Katla
voleva operare una magia malefica,
ma un tale Geirriðr la rese
inoffensiva, ficcandole sulla testa
una borsa di pelle di foca.
Parte integrante del corredo magico
delle streghe, per la mitologia
norrena, era un sacchetto di pelle.
Nella Saga di Erik Rosso si
specificava che il sacchetto era di
pelle di foca. In un racconto
leggendario si diceva che i giganti
giocavano con la testa di questo
animale, ciò a dimostrazione
dell’esistenza di una connessione
tra la foca e i giganti.
Nella mitologia degli Antichi
Germani, Loki e Heimdallr assunsero
l’aspetto di una foca quando
combatterono un duello decisivo per
il possesso di un oggetto
importante. Quest’ultimo era la
cintura o collana della dea Freyja,
simbolo del potere sulla fecondità,
che aveva rubato Loki. In questo
mito l’aspetto di foca che assunsero
i due personaggi si poteva spiegare
non solo dall’usanza dell’epoca di
svolgere i duelli su isolette ma
soprattutto dalla natura
dell’oggetto conteso, il potere che
esso conferiva e sul quale si poteva
determinare la vita o la morte
(terra-acqua). Il termine “foca” (selr,
maschile) non era infrequente tra i
soprannomi.
Nel Medioevo europeo la foca si
considerava un pesce molto freddo
che viveva in acqua ma che andava
anche a riposarsi sulle rocce. Si
pensava che la sua testa somigliasse
a quella di un cane o di un vitello.
Si credeva che la sua pelle avesse
il potere di tenere lontani i
fulmini. Inoltre da essa era
possibile, se si utilizzava come una
stoffa, ricavare abiti da pioggia o
tende. Si riteneva che il verso
della foca sembrasse un lungo
gemito, si considerava di pessimo
auspicio per chi lo sentiva, essere
umano o animale che fosse perché si
pensava che fosse destinato a morire
presto.
Nonostante tale credenza però gli
uomini del Nord Europa cacciavano le
foche per utilizzare la carne e la
pelle, oltre a ricavarne l’olio e il
grasso. Inoltre anche la sua bile
era molto ricercata in quanto aveva
molte proprietà medicinali,
soprattutto perché si pensava che
guarisse gli epilettici. Di ciò la
foca ne era perfettamente
consapevole e, così si tranciava i
genitali per sfuggire ai cacciatori,
liberandosi del fiele che aveva in
corpo per non farsi catturare. Lo
faceva in acqua però, privando così
della preziosa sostanza gli uomini
malati. Si riteneva la foca un
animale stupido, non caritatevole e
nemmeno generoso e che puzzava anche
parecchio. In breve la si
considerava una creatura diabolica.
Successivamente la sua simbologia
divenne più positiva.
Attualmente le foche si ritengono
animali giocosi, eleganti,
aggraziati, buffi e simpatici, con
gli occhi scuri e misteriosi.
Inoltre pare che sviluppino
un’amicizia naturale con gli esseri
umani. Molti film, cartoni animati,
narrazioni e varie storie
d’invenzione le hanno come
protagoniste.
Oggigiorno la foca simboleggia
quella parte di sé stessi che
inconsciamente non si vuole svelare,
ma che tuttavia è pronta a una
trasformazione interiore. Essa
rappresenta una dissimulazione
necessaria per salire ai piani
superiori. Inoltre la foca
simboleggia l’atteggiamento della
donna che non vuole lasciarsi
sedurre. Ciò può manifestarsi a
causa di una sotterranea
apprensione, dal timore della
sessualità oppure dalla volontà di
restare casta.
Chi crede negli Spiriti Guida
Animali, trae ispirazione dallo
Spirito Guida Foca per immergersi in
profondità nei vasti mari
dell’immaginazione con una mentalità
allegra. Infatti, malgrado a volte
la vita possa sembrare affannosa,
disorientante e pericolosa, può
talvolta essere divertente, se si
riesce a prendere le distanze dal
quotidiano faticoso e tormentato.
Lo Spirito Guida Foca esorta le
persone a svegliarsi e a ricordare
di esplorare, assaporare e godere di
ogni possibilità che si ha per
immergersi nell’ambiente
dell’immaginazione, ricco di
simboli, di emozioni e pieni del
sentimento di meraviglia. I bambini
tendono ad avere facile accesso
all’immaginazione, tuffandosi in
finzioni coinvolgenti oppure
godendosi la paura di una storia
spettrale o la seducente sorpresa di
una creatura stravagante. Da adulti,
a volte, ciò si dimentica. In fondo
non si ha nulla da perdere se non da
guadagnare se ci butta a
fantasticare, a coltivare il senso
dell’emozione e pieno del sentimento
della meraviglia e della capacità
immaginativa. Dopotutto, la
meraviglia e l’immaginazione tendono
a manifestarsi come l’espressione
creativa che molti cercano, spesso
inconsciamente.
Molte persone credono di non essere
creative o di non avere una capacità
immaginativa, ma in realtà non ci
provano nemmeno perché piuttosto si
sono autoconvinte di non esserne in
grado. Più probabile è che abbiano
represso tali istinti umani naturali
nel corso del tempo. Infatti la
cultura occidentale impone alle
persone di essere pratiche, a non
perdersi in sogni a occhi aperti e
di conseguenza si tende a soffocare
la propria creatività.
L’immaginazione, però, basta
stimolarla se si vuole essa sta lì
ad aspettare le persone al di fuori
della loro normale, faticosa o
noiosa routine quotidiana.
Un ottimo modo per tonificare i
muscoli dell’immaginazione è
praticare la semplice arte del sogno
a occhi aperti. Si poterebbe
iniziare questo esercizio con un
piccolo rituale che si ispiri allo
spirito giocoso della foca. Sognare
a occhi aperti è facile e si può
fare ovunque e in qualsiasi momento.
Bisogna, però, controbilanciare le
aspettative culturali che inducono a
dire a sé stessi che “si sta
perdendo tempo”, può essere utile
perciò ritagliarsi un momento di
svago speciale proprio per fare
questo e da definire come il tempo
per perdersi nei propri pensieri. Le
possibilità della fantasia sono
infinite, il che consente di giocare
e divertirsi così come esplorare e
meravigliarsi di sé stessi. Il fine
ultimo di tutto questo è quello di
aiutare sé stessi a superare le
difficoltà o le frustrazioni della
vita reale quotidiana.
Lo Spirito Guida Foca può indurre a
scivolare con grazia tra le acque
talvolta agitate del proprio io
emozionale ritrovando il senso della
meraviglia, del gioco e
dell’immaginazione.
Riferimenti bibliografici:
Carrington, Richard, e dai redattori
di LIFE, I Mammiferi,
Mondadori Editore, Milano 1965.
Coupal, Marie, I simboli dei
sogni. Analisi psicologica,
psicoanalitica, esoterica e
mitologica, Il Punto d’Incontro
Editore, Vicenza 2000.
Isnardi, Gianna Chiesa, I miti
nordici, Longanesi Editore,
Milano 1991.
Pastoureau, Michel, Bestiari del
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Milano 2012.
Pastoureau, Michel, Medioevo
simbolico, Laterza Editore,
Bari-Roma 2007.
Rao, Milena, Animali magici di
potere. Viaggio attraverso i
bestiari magico-religiosi delle
culture antiche, Psiche 2
Editore, Torino 2014.
Ruiz, José, Animali sciamanici di
potere, Il Punto d’Incontro
Editore, Vicenza 2022.