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N. 97 - Gennaio 2016 (CXXVIII)

SEPP
BREVE STORIA DI JOSEF DIETRICH

di Cristian Usai

 

Molti uomini insigniti di alti comandi nella Wermacht, durante la seconda guerra mondiale, si guadagnarono il rispetto dei loro superiori, dei loro sottoposti e financo dei loro avversari. Uno di questi fu senza dubbio Josef “Sepp” Dietrich.

 

Dietrich nacque a Hawangen, il 28 maggio 1892, è stato uno tra i più noti generali delle Waffen-SS e uno degli uomini più vicini a Hitler. Fu popolare e rispettato infra i suoi uomini, al comando di varie divisioni corazzate delle SS. Combatté sul fronte occidentale e su quello orientale.

 

Venne insignito, assieme a soli 27 militari, della Croce di Cavaliere della croce di ferro con Fronde di Quercia, Spade e Diamanti, tra le più alte onorificenze del III Reich. Scrisse di lui Franz Kurowski, studioso della seconda guerra mondiale: Un autentico soldato di prima linea, egli sa come sbrogliarsela con le sue truppe anche nel peggiore momento di una battaglia e sa come reimpiegarle per un fatale contrattacco”.

 

Durante l’ultimo conflitto mondiale raggiunse il grado di SS-Oberst-Gruppenführerund Panzer-Generaloberst der Waffen-SS, equivalente di generale d’armata, de facto il grado più alto raggiungibile da un ufficiale delle Waffen-SS- comandò dapprima la 1. SS-Panzer Division Leibstandarte SS Adolf Hitler, in seguito la I SS-Panzerkorps e finalmente la 6ª armata corazzata.

 

Joachim von Ribbentrop, nella sua opera Il gladiatore di Hitler descrive Dietrich come un individuo rude e violento, che aveva cominciato la sua carriera come autista e comandante delle guardie del corpo di Hitler.

 

Aveva dei modi piuttosto sbrigativi ma efficaci e quest’aspetto compiaceva Hitler. Sembra che Dietrich avesse il merito, agli occhi del Führer, di non discutere mai gli ordini. In realtà questo non del tutto vero, giacché quand’era al comando della 6. Panzerarmee durante il contrattacco delle Ardenne nel dicembre 1944, che riuscì a rallentare gli americani, egli si mostrò inizialmente scettico nei confronti dell'operazione, affermando:

 

« Hitler mi chiede semplicemente di attraversare un fiume, prendere Bruxelles, e poi proseguire alla conquista di Anversa. E tutto questo passando per le Ardenne nel peggior periodo dell'anno, quando la neve ti arriva alla cintola e non c'è spazio per tenere affiancati quattro carri armati, per non parlare di divisioni corazzate; quando non fa luce fino alle otto e torna a essere buio alle quattro; con divisioni ricostituite composte perlopiù di ragazzi e vecchi malati - e a Natale».

 

Dopo aver combattuto in Francia, Dietrich si spostò in Ungheria combattendo fino all'ultimo contro l’Armata rossa in difesa della capitale austriaca, per la cui caduta fu destituito da Hitler. Il 9 maggio 1945 si arrese, accompagnato dalla moglie, a un reparto della 36ª Divisione di fanteria dello US Army a Krems an der Donau a nord di St. Pölten, in Austria; mentre i suoi uomini si erano consegnati il giorno prima al generale statunitense George Patton

 

Fu sottoposto a processo e condannato a 25 anni di carcere perché ritenuto responsabile dell'eccidio di prigionieri americani compiuto Il 17 dicembre 1944 dalle unità di SS sotto il suo comando, le quali uccisero tra 77 e 82 prigionieri di guerra americani.

 

Fu rilasciato nel 1955, ma dovette poi scontare ulteriori 18 mesi di carcere per il ruolo di rilievo che ebbe durante la notte dei lunghi coltelli, nel 1934, allorquando prestava servizio nelle SA.  Morì a 74 anni, il 21 aprile 1966, a causa di un attacco di cuore, nella città di Ludwigsburg, in Germania Ovest. L'elogio funebre fu tenuto dal SS-Obergruppenführer und General der Waffen-SS Wilhelm Bittrich. 

 

Riferimenti bibliografici

 

Corelli Barnett (a cura di), I Generali di Hitler, Rizzoli, Milano, 1991

Max Hastings, Apocalisse tedesca, Milano, Mondadori, 2006



 

 

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