.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]


RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


.

MODERNA


N. 102 - Giugno 2016 (CXXXIII)

SCIENZA E POTERE IN FRANCIA ALLA FINE DELL’ANTICO REGIME
SULL’OPERA DI CHARLES COULSTON GILLISPIE - PARTE II

di Valentina Riccio

 

Nel rapporto tra la scienza e lo Stato, la comunità scientifica subì un processo di istituzionalizzazione, voluto per lo più dalla massoneria. La prima e forse una delle più importanti istituzioni di questo tipo è l’Académie des Sciences. Essa era una dipendenza amministrativa della famiglia reale, divisa in due ministeri voluti da Turgot. La scienza, nel XVIII secolo, anche se molto avanzata nell’Europa continentale, non era ancora una professione, nonostante si fossero sviluppate anche farmacia e industria chimica. Per renderla tale occorreva l’autonomia scientifica, a cui l’Académie di fatto arrivò. I membri di quest’istituzione si riunivano nella vecchia anticamera del re al Louvre, dove si confrontavano sulla base della lettura di alcuni articoli. Ma l’Académie era molto più di un salotto o di una loggia: essa godeva di una serie di privilegi ed era particolarmente importante poiché, in mancanza di una legge ufficiale, poteva decidere sulla distribuzione degli aiuti governativi all’industria; inoltre, aveva il compito di verificare le invenzioni e attribuirne i brevetti.

 

Un’altra grande istituzione della Parigi di antico regime fu certamente l’Osservatorio. Costruito nel 1667-68, originariamente doveva essere il luogo di tutta la scienza, ma l’importanza dell’astronomia prevalse su qualunque altra esigenza. Divenne allora il luogo dei membri della sezione astronomica dell’Académie. Non mancarono, però, contrasti con l’amministrazione centrale, acuitisi quando, nel 1776, Condorcet assunse la carica di segretario permanente dell’Académie.

 

L’osservatorio vantava di illustri studiosi di astronomia come Bailly, Messier e Cassini. In particolare, gli studi di quest’ultimo furono di notevole utilità per il governo francese: Colbert, infatti, affidò a questa nuova Académie il compito di realizzare una carta geografica della Francia. Per questo progetto l’apporto del newtonianesimo si rivelò irrinunciabile, e si contribuì al pieno sviluppo della cartografia mondiale anche con l’ausilio della strumentazione inglese.

 

Un obiettivo di Cassini era quello di costituire un laboratorio per la produzione degli strumenti in Accademia, ma il suo progetto fallì a causa della bancarotta del suo patrono. La Francia, dunque, continuò a dipendere dall’Inghilterra sotto questo punto di vista, ma vantava di istituzioni uniche per la formazione scientifica e umanistica dei propri studiosi. Una di queste è il Collège de France, situato nel quartiere latino di Parigi e indipendente dall’Università della Sorbona. I suoi docenti erano nominati per merito della propria cultura, e tenevano corsi distribuiti su due semestri che, grossomodo, corrispondono al nostro anno accademico. Era previsto l’insegnamento di svariate discipline, umanistiche e scientifiche; sembra che proprio lì siano iniziati sviluppi importanti per la loro forma. Per esempio, sarà cruciale l’esperienza di Ampère, professore al Collège dal 1823.

 

Per poter diventare scienziato, uno studente doveva compiere un percorso formativo della durata di tre anni, in cui non erano previsti esami: il primo anno prevedeva una preparazione elementare, mentre il biennio successivo si concentrava su corsi specifici tenuti proprio al Collège. Secondo l’interpretazione di Gillispie, «[…] l’insegnamento doveva procedere come studio della scienza nel suo complesso […]» e l’effetto doveva essere quello di favorire il progresso delle diverse discipline.

 

Nell’analizzare quest’istituzione in modo specifico, Gillispie evidenzia la caratteristica indipendenza decisionale del Collège: «La combinazione di autogoverno collettivo e indipendenza individuale nello studio ha costituito in effetti l’elemento di maggior rilievo della tradizione del Collège de France, in particolare se la si paragona con la rigidità e le resistenze al cambiamento caratteristiche delle università, almeno nelle facoltà superiori. Nel Collège de France i titolari non permisero mai che il titolo delle loro cattedre ostacolasse i loro interessi».

Come si vede, non tutte le istituzioni scientifiche erano direttamente dipendenti dal governo. Questa caratteristica del Collège permise un’istruzione scientifica e culturale molto avanzata che, prima della Rivoluzione, si concentrò solo al suo interno. All’università invece, per via del forte controllo ecclesiastico, vi era una particolare applicazione sull’insegnamento delle arti. Rispetto al Collège, infatti, le facoltà superiori come la medicina furono studiate separatamente; legge e teologia erano invece troppo legate a professioni tradizionali e conservatrici che non offrivano apertura alla scienza.

 

Parigi si distinse anche per un’altra particolare istituzione: il Jardin des Plantes. Questa struttura fu sotto la responsabilità di Buffon a partire dal 1739. Egli realizzò un’opera senza precedenti, una Storia Naturale (dell’uomo, degli animali domestici e di quelli selvatici) pubblicata in quattro serie di volumi a partire dal 1749. Per Gillispie, Buffon «[…] era per natura uno storico della natura, […] non un biologo o un geologo che cercava di rendere specialistiche scienze ancora senza nome». In effetti, molte discipline scientifiche cominciavano a prendere forma proprio in quell’epoca e tra di esse troviamo la botanica. Uno dei suoi principali studiosi nel Jardin fu Lamarck, che utilizzò un metodo deduttivo, ideando così uno schema tassonomico per riconoscere le piante. Grazie all’esperienza del Jardin, Lamarck poté scrivere di botanica per l’Encyclopédie Méthodique, entrare nell’ Académie nel 1779 e comporre un Dizionario di botanica.

 

A partire da questi studi se ne svilupparono altri che potevano avere un risvolto molto utile da un punto di vista pratico, e che per questo divennero anche oggetto d’interesse per il governo. Tra di essi vi furono le ricerche di Daubenton su agricoltura e allevamento del bestiame: egli, infatti, da anatomista e primo studioso di mineralogia, studiò il metabolismo degli animali (senza prescindere, sul piano dell’alimentazione, dalla botanica) con significativi risultati per le tecniche di allevamento. I suoi successi dovevano trovare applicazione e perciò dovevano essere mostrati alla gente di campagna che, non conoscendo i suoi ragionamenti, non ebbe fiducia nei risultati.

 

A partire da questo esempio si può dedurre che per gli studi e le applicazioni scientifiche era indispensabile l’interdisciplinarità: ancora oggi è possibile osservare che nel mondo della scienza nessuna scoperta può prescindere da un’altra. Per questo, il Jardin riuniva una serie di studiosi di scienze naturali, così da poter incentivare ricerche correlate e diffonderle attraverso l’insegnamento. Gli scienziati, infatti, oltre la loro specializzazione, tenevano secondariamente lezioni di medicina, più che altro veterinaria: uno di questi era il primo vulcanologo, Dolomieu, da cui prendono il nome le Dolomiti.

 

Gli studi su animali e vegetali erano funzionali alla comprensione di determinate malattie. Per questo, occorreva rendere pubbliche le scoperte del Jardin: negli anni ’80 del Settecento, il Jardin divenne allora parco pubblico, istituto di botanica, vivaio per l’arboricoltura, laboratorio di acclimatazione; la struttura divenne accessibile per un quarto della popolazione cittadina e ne furono attratti anche molti studiosi stranieri.



 

 

COLLABORA


scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 


[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE]


 

.