[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

192 / DICEMBRE 2023 (CCXXIII)


contemporanea

SCHEDE PERFORATE e conteggi dell'olocausto
COLLUSIONI INDUSTRIALI

di Simone Barcelli

  

L’IBM, International Business Machines Corporation, è nata nel 1924 dall’inventiva di Herman Hollerith, un ingegnere che già nel 1896 aveva creato Tabulating Machine Company, la prima azienda d’informatica della storia. Hollerith aveva infatti creato un innovativo metodo di elaborazione delle schede di rilevazione per snellire le procedure di raccolta e sistemazione dei dati concernenti il censimento della popolazione statunitense nel 1890.

Pietro Nastasi, docente di Storia della Matematica all’Università di Palermo, ammette che quello escogitato da Hollerith diventerà «il sistema fondamentale per l’organizzazione delle informazioni e quindi per la nascita dei primi computer». La politica dell’IBM, che verteva sostanzialmente sul noleggio dei suoi macchinari, permise all’azienda di espandersi rapidamente in giro per il mondo, aprendo succursali dappertutto. In Germania approdò negli anni Venti, con la Deutsche Hollerith Maschinen Gesellschaft (Dehomag) di Willy Heidinger, che disponeva di una licenza rilasciata dalla casa madre. La crisi inflazionistica del 1922 portò all’intervento diretto del presidente dell’IBM, Thomas John Watson, che condonando i debiti accumulati dalla Dehomag, acquisì il 90% del pacchetto azionario. Fu un affare, nel vero senso della parola, perché la filiale tedesca realizzava già all’epoca buona parte del fatturato globale.

Le competenze e le apparecchiature automatizzate della Dehomag, furono utilizzate ufficialmente per il censimento della popolazione negli anni 1933-1934, ma in realtà fornirono a Hitler una prima mappatura della popolazione di origine ebraica. La tecnologia messa a disposizione dal colosso americano servì poi per velocizzare il processo di ricerca di milioni di ebrei e ottimizzarne la catalogazione in schede perforate, inserite in basi di dati. All’epoca il direttore di Dehomag era Hermann Rottke, che riscuoteva il plauso del presidente della sede madre dell’IBM a New York Thomas John Watson Sr., per gli affari che andavano davvero a gonfie vele: gli enormi profitti conseguiti con il noleggio degli apparati, dopo essere transitati in una banca di Ginevra, rimpinguavano sempre più le casse statunitensi.

Per venire incontro alle esigenze delle SS, fu necessario inaugurare a Varsavia la Watson Business Machines, una consociata IBM che si occupava di ottimizzare la deportazione ferroviaria degli ebrei nei campi di concentramento della Polonia. Anche la Dehomag, dopo l’inizio del conflitto, espanderà la propria rete di filiali, inaugurando nuove sedi in Austria, Polonia, Cecoslovacchia, Olanda e Francia. «Fu proprio grazie a quella piccola scheda perforata facilmente utilizzabile e leggerissima», suggerisce Nastasi, che «il Reich fu in grado di organizzare con precisione assoluta e senza dispendio di energie il censimento delle proprie vittime».

Nel giugno 1937 anche Watson (come i connazionali Ford, Mooney, Lindbergh e Prescott Bush), che si recava spesso in Germania per soprintendere alle operazioni della Dehomag, fu premiato da Hitler con l’onorificenza del Terzo Reich destinata ai cittadini stranieri, cioè la Gran Croce del Supremo Ordine dell’Aquila Tedesca. Dopo l’entrata in guerra degli Stati Uniti, il presidente di IBM restituì la medaglia (e non poteva fare diversamente, essendo fra l’altro anche buon amico del presidente Roosevelt), con grande indignazione della consociata Dehomag, che comunque dal 1941 proseguirà la stretta collaborazione allacciata con il Nazismo, che a quel punto ne prese pure le redini.

Il consapevole coinvolgimento dell’IBM e del suo presidente con la Germania del Führer e soprattutto con l’Olocausto, è il tema del libro IBM and the Holocaust: The Strategic Alliance Between Nazi Germany and America’s Most Powerful Corporation del giornalista investigativo Edwin Black, che ricostruisce in maniera dettagliata e documentata le attività della sussidiaria tedesca Dehomag. La tecnologia fornita da IBM alla Germania è stata fra l’altro utilizzata dai tedeschi per ottimizzare la produzione dell’industria bellica e ottimizzare la rete dei trasporti.

Secondo Black «Ciascun sistema Hollerith doveva essere personalizzato dagli ingegneri della Dehomag. Questi ultimi progettavano i sistemi per inventariare i pezzi di ricambio degli aerei della Luftwaffe, controllare gli orari ferroviari per la Reichsbahn e registrare gli ebrei all’interno della popolazione per l’Ufficio di statistica del Reich in modo che fossero del tutto diversi tra loro. Naturalmente, le punzonature non potevano essere eseguite a caso. Ciascuna scheda doveva essere personalizzata con colonne e campi di dati studiati appositamente per i lettori. I dipendenti del Reich dovevano essere addestrati a utilizzarle. La Dehomag doveva conoscere i dettagli più segreti della destinazione d’uso, progettare le schede e quindi creare i codici. Per via dell’esigenza quasi illimitata di tabulatrici che caratterizzava le guerre razziali e geopolitiche di Hitler, l’Ibm New York reagì con entusiasmo alle promesse del nazismo».

Black è convinto che la sede di New York fosse pienamente a conoscenza di quanto stava accadendo nel Terzo Reich, considerando che «i macchinari erano abitualmente utilizzati nei campi di concentramento, e sapevano anche dello sterminio degli ebrei... non ebbe mai nulla a che vedere con il nazismo... ma solo e sempre con il profitto».


Riferimenti bibliografici:
 
Simone Barcelli, Le finanze occulte del Führer, Edizioni Aurora Boreale, ottobre 2023.

RUBRICHE


attualità

ambiente

arte

filosofia & religione

storia & sport

turismo storico

 

PERIODI


contemporanea

moderna

medievale

antica

 

ARCHIVIO

 

COLLABORA


scrivi per instoria

 

 

 

 

PUBBLICA CON GBE


Archeologia e Storia

Architettura

Edizioni d’Arte

Libri fotografici

Poesia

Ristampe Anastatiche

Saggi inediti

.

catalogo

pubblica con noi

 

 

 

CERCA NEL SITO


cerca e premi tasto "invio"

 


by FreeFind

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]