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N. 94 - Ottobre 2015 (CXXV)

Ronald Reagan e la Deregulation
Il licenziamento di massa del 5 agosto 1981

di Cristian Usai

 

Il presidente statunitense Ronald Reagan, come ogni politico di una certa importanza, ha avuto una carriera segnata da vari eventi significativi. Uno di questi fu certamente il licenziamento di massa operato a seguito dello sciopero dei controllori di volo membri del PATCO del 3 agosto 1981.

 

In tale data, per l’appunto, il sindacato Professional Air Traffic Controllers Organization (PATCO) interruppe la prestazione di 13.000 dei suoi 17.500 membri. Il fatto che i suddetti controllori di volo fossero dipendenti federali, autorizzava il Presidente a prendere in mano la questione. Infatti, nel pomeriggio dello stesso giorno, Reagan dopo poco più di sei mesi di mandato presidenziale e dopo aver subito un attentato, il 30 marzo dello stesso anno, che quasi gli costò la vita; tenne una conferenza stampa presso il Giardino delle Rose della Casa Bianca e ordinò agli scioperanti di smobilitare e rientrare al lavoro entro 48 ore, altrimenti ne avrebbe disposto il licenziamento.

 

Le istanze degli scioperanti erano: aumento degli stipendi di 10.000 $ l’anno per tutti i controllori di volo, settimana lavorativa di 32 ore e possibilità di pensionamento dopo soli 20 anni di servizio.

 

I danni causati da siffatto sciopero furono: turbativa di un volume d’affari di 30 miliardi $, problemi di sicurezza per gli aeromobili in volo, 14.000 voli commerciali in crisi, 10.000 tonnellate di merce trasportate quotidianamente per via aerea bloccate a terra, 800.000 passeggeri – il 60 % dei quali in viaggio d'affari – bloccati negli aeroporti, perdite di reddito per 340.000 persone impiegate presso le compagnie aeree, danni al mercato dei prodotti alimentari la cui deperibilità, dipendeva dalla velocità del trasporto aereo, danni al mercato industriale e dei pezzi di ricambio, problemi di trasporto delle forniture di sangue per i servizi di assistenza sanitaria e infine, problemi al sistema finanziario per i mancati trasferimenti di denaro.

 

Circa il tema in argomento, è possibile trovare informazioni nelle fonti cronachistiche, sia in inglese sia in lingua italiana, facilmente reperibili online. Si segnala inoltre il volume Ultimo viene il leader: perché alcuni team sono coesi e altri no di Simon Sinek, il quale sia pure con toni a tratti ideologici ed emotivi, narra la vicenda in maniera chiara ed esaustiva.

 

 

Gli scioperanti stavano violando principalmente due norme: il Labor-Management Relations Act (1947) e il 5 U.S.C. (Supp. III 1956) 118p (now 5 U.S.C. § 7311). Tali norme prevedono, tra le altre cose rispettivamente:

- sessanta giorni di preavviso e un'autorizzazione federale per le manifestazioni potenzialmente pericolose per la salute o la sicurezza dei cittadini, divieto di sciopero nel caso quest’ultimo possa arrecare un danno ingiusto a persone non coinvolte nelle dispute o compromettere un business influenzando negativamente il benessere generale;

- divieto di sciopero per i dipendenti governativi contro la Costituzione e la sicurezza nazionale.

 

Questo fu sufficiente a Reagan per agire, in barba alle paventate conseguenze e ai sondaggi d’opinione. In molti, infatti, tra i commentatori ed anche tra i membri dell’amministrazione, ritenevano che il minacciato licenziamento avrebbe avuto un effetto boomerang per il Presidente, e avrebbe peggiorato la già precaria situazione del trasporto aereo nazionale. Politici e sindacalisti sottovalutarono le parole di Reagan, considerandolo invece, un Presidente vicino alle Unions.

 

In particolare Robert Poli, il leader della PATCO, annunziò che la lotta si sarebbe inasprita, sicuro del fatto che Reagan alla fine avrebbe ceduto, anche perché non avrebbe potuto non essere amico di un sindacato che nella campagna elettorale che lo aveva portato alla presidenza l’aveva sostenuto fortemente.

 

Allo scadere dell’ultimatum, Reagan mantenne la minaccia e licenziò 11.359 controllori di volo. Egli fece sue le parole di uno dei suoi miti, il presidente Calvin Coolidge: «Non c’è diritto di sciopero contro la sicurezza pubblica per nessuno, in nessun luogo, in nessun momento».

 

Fu contemporaneamente elaborato un piano di emergenza che coinvolse tremila supervisori esterni al sindacato, i quali si unirono ai controllori che non avevano scioperato. Novecento militari furono assegnati agli aeroporti civili e nel mese successivo furono presentate 45,000 domande di ammissione alla scuola per controllori di volo in Oklahoma. In breve il traffico aereo si normalizzò e nel 1984 era già aumentato del 6%.

 

Reagan mise al bando a vita gli scioperanti da qualunque altro incarico presso la Federal Aviation Administration (FAA), bando che rimase valido fino al 1993 allorquando, Clinton lo abrogò. Poiché le competenze dei controllori di volo messi al bando, erano difficili da spendere al di fuori della FAA, molti di essi caddero in povertà. La PATCO cessò di esistere in quello stesso anno.

 

Quali furono le ripercussioni, di quanto esposto finora, sulla carriera politica di Reagan e sul rapporto tra cittadini statunitensi e istituzioni governative?

 

Anzitutto, nella vicenda del licenziamento del 5 agosto 1981, il Presidente trovò l’appoggio popolare e divenne celebre come uomo forte e decisionista, che incarnava l’autentico spirito dell’America. Gli Stati Uniti, considerati allora sulla via del declino inesorabile, erano ora capaci di mettersi in discussione e rinnovarsi. Alle elezioni presidenziali del 1984, Reagan fu riconfermato sconfiggendo l’avversario democratico Walter Mondale con un distacco del 18,2%.

 

È importante rilevare inoltre, che alla suddetta competizione elettorale, si recarono al voto 6.143.555 elettori in più rispetto alle elezioni presidenziali del 1980 quando fu eletto sconfiggendo Jimmy Carter, ergo: l’operato di Reagan nel 1981 non generò di certo disaffezione popolare verso la partecipazione al voto, bensì tutt’altro. Egli fu percepito da molti come un leader capace di speranza e ottimismo, inoltre, legittimò la corrente di pensiero economico “liberista” che fu propria financo di un’altra importante statista del secolo passato: Margareth Thatcher.

 

Quando Reagan entrò in carica, nel gennaio 1981, l'inflazione negli USA era all'11,83% e la disoccupazione al 7,5%. I fondamenti della sua politica economica, nota come Reaganomics, furono: riduzione della crescita del debito pubblico, riduzione delle tasse sul lavoro e sui redditi di capitale, deregolamentazione dell'attività economica, controllo dell'offerta monetaria e riduzione dell'inflazione.

 

Nonostante la risicata maggioranza repubblicana al Senato e il controllo democratico alla Camera, Reagan riuscì, nel primo anno di presidenza, ad attuare gran parte del suo programma economico con la riduzione del 25% delle tasse per gli individui e nello stesso tempo, aumentò le spese per la modernizzazione militare Il contesto in seno al quale ebbe inizio l’era Reagan, fu il periodo successivo alla guerra del Vietnam e allo scandalo del Watergate.

 

La vicenda che portò alle dimissioni di Richard Nixon dalla presidenza generò una profonda diffidenza verso la classe politica americana, presso l’opinione pubblica dell’epoca. Lo stesso Jimmy Carter divenne Presidente ponendosi in antitesi con Nixon. Un altro fattore che faceva di preoccupazione per l’opinione pubblica, era rappresentato dai rapportarti tra USA e URSS.

 

Gli americani avevano bisogno di un leader che esprimesse loro fiducia e Reagan, con il suo particolare carisma, apparve l’uomo giusto. Inoltre, la crisi economica creò l’humus adatto al liberalismo, che egli riuscirà a implementare. La presidenza Reagan fu caratterizzata da prosperità economica e dall’innovazione.

 

Il 1981 fu, infatti, l’anno della rivoluzione informatica, che contribuì alla crescita dell’economia americana, a tal proposito Cosimo Quarta ebbe a dire: «Accanto a questi fattori di carattere politico, ve ne sono altri che hanno favorito e accelerato il processo di globalizzazione. E, tra questi, un ruolo di prim’ordine l’ha svolto la rivoluzione informatica, o meglio, telematica, che, in particolare attraverso internet, ha consentito a chiunque di collegarsi, in tempo reale, con tutti gli altri utenti della rete sparsi per il mondo. Quest’opportunità è stata colta e largamente sfruttata dai mercati finanziari, che sono stati i primi ad essere realmente globalizzati, consentendo agli operatori di Borsa di fare, per via dei fusi orari, transazioni ininterrottamente, cioè ventiquattro ore al giorno».

 

Nello stesso anno Reagan nominò Sandra O’Connor giudice della corte Suprema; prima donna nella storia degli USA a ricoprire tale carica. L’ultimo evento significativo dell’era reaganiana fu lo storico vertice di Washington dell’8 dicembre 1987 in cui fu firmato l’Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty sugli euromissili.

 

 

Riferimenti bibliografici

 

Quarta, C., Globalizzazione, Giustizia, Solidarietà, Bari, Edizioni Dedalo, 2004

Sinek, S., Ultimo viene il leader: perché alcuni team sono coesi e altri no. Milano Franco Angeli, 2014

Johnson, H., Sleepwalking Through History: America in the Reagan Years, New York, Dubleday, 1991

Reagan, R., An American life New York: Simon & Schuster, 1990

Taino, D., Ronald Reagan 1911 2004 Deregulation. In 48 ore 11.359 licenziamenti e aprì la strada alla Thatcher in Il Corriere della Sera , 7 giugno 2004, p. 10

The Economist, 27 June 1981, 15 August 1981

Venturi, M., and Bevilacqua, P., Usa - La storia : gli Stati Uniti nel XX secolo. Viterbo Sette Città, 2012.



 

 

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