[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

195 / MARZO 2024 (CCXXVI)


medievale

Ragnar Lothbrok
analisi storico-letteraria dell’Eroe Vichingo

di Matteo Baldo

 

Il testo scandinavo Saga di Rangar Lothbrok, il cui nome originale in antico norreno corrisponde a “Ragnar’s Saga Lodbrokar,” è una Saga Islandese, del genere “Saghe Leggendarie”; risalente al XIII secolo. La storia contenuta in questa opera racconta le gesta compiute dal guerriero e sovrano vichingo Ragnar Lothbrok, una figura semileggendaria, nota per essere considerata come “Grande Re del Mare”, la cui esistenza è tutt’oggi dibattuta: non è ancora chiaro se Ragnar sia esclusivamente un personaggio di finzione, creato dunque esclusivamente per scopi letterari, o se, al contrario egli corrisponda ad una figura storica reale, la cui vita si annovera tra i secoli VIII e XI d.C.

 

Il manoscritto della Saga cui titolo deriva dal nome del condottiero norreno Ragnar, trova un forte legame con una seconda opera scandinava dal valore storico e letterario inestimabile: La Saga dei Volsunghi, della quale “La Saga di Ragnar Lothbrok” sembra esserne concepita come il seguito. La trama presente nella “Saga di Ragnar” ruota attorno alla figura dell’omonimo protagonista, un condottiero e avventuriero norreno, i cui viaggi, tra razzie ed esplorazioni, iniziano con la ricerca di Ragnar della mano di colei che diventerà la sua sposa: Thora Borgarhjortr, una principessa leggendaria e al contempo figura mitologica, presente in più testi scandinavi, tra i quali troviamo proprio la “Saga di Ragnar Lothbrok”.

 

Il testo segue narrando delle imprese di Ragnar, della nascita e delle gesta compiute dai suoi figli (avuti con Thora) e si conclude con la morte del guerriero vichingo, ucciso nell’isola d’Inghilterra, per mano del sovrano Halle II, signore del regno Sassone di Northumbria. Al contrario dei personaggi scandinavi presenti nel testo, la cui esistenza storica sembra non essere confermata, la figura di Halle, sovrano di Northumbria, corrisponde con quella di un vero e proprio re sassone, signore di Northumbria, il cui nome è identico a quello presente nel testo della Saga, il quale regnò per breve tempo, nel corso del IX secolo.

 

In questo caso sembra dunque che la Saga narri di un personaggio storico, dunque reale, tuttavia la descrizione di questa figura, nel testo della Saga, si distacca notevolmente dalla vera figura del re sassone di nome Halle. Per quanto riguarda la figura del protagonista del testo, Ragnar, nell’opera letteraria, è presentato come un grande guerriero, figlio del re svedese Sigurd Hringr Randvèrsson (noto semplicemente come Sigurd Ring), re leggendario di Svezia e Danimarca; numerose saghe norrene parlano di questa figura, la cui attendibilità storica è ancora dibattuta, secondo numerosi fonti, se considerassimo come veritiera la tesi che vuole che questa figura sia un reale sovrano, il suo regno sarebbe collocato tra la fine del VIII secolo e la prima metà del IX secolo. Quanto a suo figlio, Ragnar, la sua leggenda e il nome “Lothbrok” sono legati alla sua gloria e alla sua morte.

 

Ragnar, per ottenere la mano di colei che diventerà la sua prima moglie, Thora, dovette affrontare in duello un imponente serpente: un Lindworm; la bestia fu donata alla principessa Thora da suo padre, il re sueone Herraud, (?-IX secolo), quando la fanciulla era ancora in tenera età.

 

Il Lindworm, è più che un semplice serpente: è una vera e propria creatura mitologica presente nelle leggende norrene e germaniche, nelle quali è descritto come un drago dalla forma serpentiforme; egli, nel testo della Saga di Ragnar Lothbrok, viene identificato come un imponente serpente, posto come “custode” della principessa; col passare degli anni la creatura era cresciuta, diventando enorme, così il padre di Thora, re Herraud, promise che avrebbe donato la mano di sua figlia a colui che sarebbe riuscito a sconfiggere e uccidere la creatura.

 

Ragnar venne a sapere della volontà di re Herraud, decise quindi di combattere contro il Lindworm;

per affrontarlo, il guerriero indossò un indumento particolare: delle semplici “brache di cuoio”, molto spesse, le quali lo avrebbero difeso dai morsi e dallo stritolamento della serpe.

 

Nella mitologia norrena e in numerosi testi letterari scandinavi, come le Saghe, ricorrenti sono gli artefatti magici, tra i quali troviamo armi, spesso forgiate dai nani, oggetti di varie tipologie e in alcuni casi, persino indumenti, come nel caso della “Saga di Ragnar Lothbrok”, le brache di cuio, usate dal protagonista, si dice fossero intrise di potere magico. È proprio da queste brache che nasce il termine “Lothbrok”, il cui significato, tradotto in italiano, corrisponde proprio alle parole “Brache di Cuoio” o “Brache Villose”.

 

Sconfitto il serpente, Ragnar ottenne la mano della fanciulla, la quale però morì poco dopo, per malattia, mentre Ragnar era occupato in guerra; prima di morire, la ragazza aveva avuto due figli da Ragnar: Eirikr & Agnarr.

 

Ragnar, successivamente, navigherà fino a giungere nei fiordi della Norvegia, qui, nella fattoria Spangareioi, farà la conoscenza di Aslaug Sigurdsdottir, (figlia di Sigurd), nota anche come Kràka, una regina presente anche nella “Saga dei Volsugnghi”, e sua madre adottiva Grima.

 

Auslug è la figlia di Sigurd Fafnisbani e Brynhildr, entrambe figure presenti nella Saga dei Volsunghi, la fanciulla non rivela la sua identità. È proprio il personaggio di Auslug che funge da collegamento tra le due saghe: quella dei Volsunghi, prima, e quella di Ragnar, come seguito.

 

Ella diventerà la seconda moglie di re Ragnar e gli donerà quattro figli: Ivar “Beinlauss” (Il Senz’Ossa), Bjorn “Jarnsìoi” (Fianco di Ferro), Hvitserk e Sigurd “Ormr i aruga” (Serpe nell’Occhio).

Successivamente, il testo prosegue narrando i viaggi di Ragnar; questo raggiunge la città di Uppsala, in Svezia, assieme a re Eysteinn, nella quale è presente un importantissimo tempio; qui il re offre a Ragnar la mano di sua figlia: Ingibigrg, con la quale si fidanza, è solo al momento del suo ritorno a casa che Ausulug rivela a Ragnar di essere la figlia di Sigurd e Brynhildr, re Ragnar, dunque, sposerà quest’ultima scatenando le ire del padre di Ingibigrg.

Re Eysteinn non prende di buon grado la rottura di fidanzamento di re Ragnar, questa scelta porterà alla guerra tra re Eysteinn e Ragnar.

Due dei numerosi figli di Ragnar: Eirikr e Agnarr, i primi, avuti dal matrimonio con la prima moglie, Thora, moriranno a causa del conflitto, successivamente anche re Eysteinn, sconfitto, troverà la morte.

 

Ragnar, dopo aver trionfato in Svezia e aver vendicato i suoi figli caduti, riprende i suoi viaggi di esplorazione e conquista del mondo, al suo ritorno a casa, viene a conoscenza delle imprese e dei trionfi ottenuti dagli altri suoi figli, dei quali diventa geloso: è preoccupato che la loro fama e i loro trionfi possono essere maggiori dei suoi e quindi possano oscurare la sua gloria.

 

Per questo motivo, re Ragnar, decide di compiere una impresa impossibile; è intenzionato a conquistare l’intera isola d’Inghilterra, ma vuole compiere questa impresa portando con sé solamente due navi: nel corso della storia si sono susseguiti sovrani e comandanti che conquistarono l’isola d’Inghilterra e altri che conquistarono altre terre; tuttavia, nessuno di questi grandi conquistatori ebbe compiuto la propria impresa con solo due navi. Per questo motivo, se re Ragnar fosse riuscito nel proprio intento, la sua fama avrebbe superato quella dei suoi figli e di tutti i re e conquistatori che lo precedettero.

L’impresa di Ragnar si rivelò sin da subito impossibile anche per quest’ultimo: le due navi, prima di giungere nell’isola, mentre attraversavano le gelide acque del Mare del Nord, si imbatterono in una tempesta, la quale fu fatale; le navi affondarono e la maggior parte dei pochi uomini dell’esercito di Ragnar, trovarono la morte, annegando, inghiottiti dalle onde.

 

Ragnar e i pochi sopravvissuti alla tempesta, erano però, naufragati proprio sulle spiagge d’Inghilterra, precisamente, nelle terre appartenenti al regno di Norhtumbria, uno dei quattro regni Anglosassoni in cui era divisa l’isola, nel corso del IX secolo d.C.

Il re di queste terre, Halle, catturò i sopravvissuti, tra i quali vi era lo stesso Ragnar, di quest’ultimo ne ordina l’esecuzione.

 

La morte di Ragnar trova un’importante analogia con la nascita della sua leggenda: la sua gloria e il nome “Lothbrok”, con il quale passerà alla storia, nacquero dal successo che egli ottenne contro un serpente.

 

Ironia della sorte, re Halle di Northumbria ordinò che Ragnar fosse calato in una fossa e che quest’ultima fosse riempita di serpenti, le quali, lo uccisero tra morsi velenosi e stritolamenti.

Prima di morire, re Ragnar canta le sue imprese, tali parole oggi sono note perché presenti in un poema noto come Kràkumall, in italiano conosciuto come “Canto della Morte di Ragnar” o “Canto del Corvo” (Kràka in norreno significa Corvo), la cui origine è contesa tra essere islandese o delle Isole Orcadi.

 

Nelle sue ultime parole, re Ragnar ammonisce il suo assassinio: una volta che i suoi figli avranno appreso della sua morte, questi faranno ritorno in Inghilterra, nelle terre di Northumbria per ottenere vendetta contro l’assassinio del loro padre: re Halle. Ragnar è oggi noto grazie alla poesia norrena dell'Età Vichinga, alle Saghe Islandesi e agli annali a lui quasi contemporanei.

 

Secondo la letteratura tradizionale, Ragnar si distinse per aver condotto numerose incursioni contro le isole britanniche e l'impero carolingio durante il IX secolo.

Le antiche leggende norrene identificano il padre di Ragnar con la figura del leggendario re degli Svedesi: Sigurd Ring. Numerosi documenti, come:la “Saga di Ragnar Lothrbok”, La “Saga dei Figli di Ragnar”, Heimskringla, Hervarar Saga ok Heiöreks, (in italiano la “Saga di Hervor”), Sogubrot af nokkrum fornkonungum ì Dana ok Svia veldi (Frammento della Storia di Alcuni re Antichi dell’Impero dei Danesi e degli Svedesi) e altre fonti islandesi fanno riferimento a re Sigurd come padre di Ragnar.

 

Quasi tutte le saghe concordano sul fatto che il re danese Randver, fosse, a sua volta, il padre di Sigurd; il testo della: Saga di Hervarar, cita la sua sposa come Äsa Haraldsdottir, figlia del re norvegese Harald Grandraude (in antico Norreno: Haraldr hinn Grandraudi) quest’ultimo è anch’egli considerato come una figura semi leggendaria, viene però considerato come antenati di re Harald Harfagri, (Harald Bellachioma), primo re di Norvegia.

 

I resoconti riportano inoltre che Randver era nipote del leggendario re scandinavo Ivar Vidfamne da parte della figlia Aud (che la saga di Hervarar chiama Alfhild). Dopo la morte del re Ivar Viafamne, il figlio maggiore di Aud, dal re danese Hrorekr Rinaslinder, Harald, conquistò tutto il territorio di suo nonno e divenne noto come Harald “Wartooth” (Harald Dente di Guerra).

 

Il nipote di Harald, Sigurd Ring divenne re di Svezia, a seguito del decesso di Randver, (secondo la Saga Harvar divenne re di Danimarca).

 

Successivamente, Sigurd e Harald combatterono l’un l’altro nella Battaglia del Bràvellir (Bravalla), la quale ebbe luogo nelle pianure di Ostergotland, nel corso della battaglia Harald e molti dei suoi uomini trovarono la morte.

Sigurd governò, dunque, sia la Svezia che la Danimarca, talvolta egli è identificato con un re danese di nome Sigfred, il quale la governò dall’anno 770 circa, fino alla sua morte, avvenuta prima dell’anno del Signore 804.

 

Stando alle fonti letterarie, egli ebbe un figlio con la principessa Alfhid, signora del piccolo regno di Alfheimr: Ragnar Lothbrok, il quale gli succedette al trono.

Una seconda figura: Eysteinn Beli, è identificato nella Saga di Hervarar, come il figlio di Harald Wartooth; egli governò la Svezia, dopo Sigurd, fino alla sua morte, avvenuta per mano dei figli di Ragnar Lothbrok.

 

I testi delle Saghe scandinave, quando narrano dell’Epoca Antica, conosciute come Fornaldrsggur, danno maggior peso al narrare dei matrimoni e delle discendenze reali, rispetto ad episodi di guerra.

 

Dal punto di vista storico, la leggenda di Ragnar Lothrbok è narrata in diverse fonti, le quali hanno principalmente valore letterario, invece che storico.

Tra i testi che parlano di Ragnar troviamo, oltre alle Saga di Ragnar Lothrbok e il poema Krakumall, la “Saga dei Figli di Ragnar”, ma anche le opere di due noti autori cristiani parlano di Ragnar: Adamo da Brema & Sassone Grammatico, quest’ultimo narra di Ragnar come protagonista del Nono Libro della sua opera, intitolata: Gesta Danorum, nota in italiano con il titolo di “Gesta dei Re e degli Eroi Danesi”; in quest’ultima opera l’autore sovrappone alla storia delle imprese di Ragnar, quelle compiute dai suoi figli.

 

Infine, Ragnar, risulta essere un prezioso tassello: la sua figura funge da collegamento tra le figure leggendarie di Sigurdr e Brynhildr, protagonisti della Saga dei Volsunghi, agli eventi storici accorsi in Scandinavia nel corso dei secoli I-XI; Ragnar fornisce il prestigio alla casa reale norvegese, ritraendo Sigurdr come suo antenato.

 

Oggi il nome di Ragnar Lothrbok è diventato famoso anche fuori dal campo accademico, grazie alla reinterpretazione dell’eroe vichingo, proposta in chiave contemporanea, proposta dalla serie televisiva Vikings, nella quale il personaggio di Ragnar Lothbrok, interpretato dall’attore australiano Travis Fimmel (1979), funge come protagonista.

 

Quale conclusione possiamo tracciare in merito a questa figura? Spetta al lettore avere un proprio giudizio in merito al personaggio di Ragnar: in mancanza di prove univoche ciascuno di noi è libero di credere se considerare Ragnar un reale guerriero vichingo, dunque una figura storica, esistita realmente o, al contrario, considerarla come un personaggio di finzione, creato esclusivamente per scopi letterari; ciò che è certo è che, ancora oggi, il nome di Ragnar è presente sia nel mondo letterario che in quello della cultura pop; che egli sia o non sia esistito è indubbio il fatto che il nome di Ragnar Lothbrok è sopravvissuto ai secoli e fa, dunque, parte della storia.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]