.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]


RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


.

storia & sport


N. 94 - Ottobre 2015 (CXXV)

George Foreman
Big George

di Francesco Agostini

 

Big George. Così veniva chiamato George Foreman, il pugile statunitense nato a Marshall il 10 gennaio del 1949, per via di quella stazza imponente.

 

Una stazza che esigeva rispetto, anche dagli avversari più temibili che intralciarono la sua luminosa strada, fatta di vittorie esaltanti, incredibili sconfitte e di una ancor più straordinaria rinascita.

 

Nella sua bacheca ricordiamo una medaglia d'oro olimpica, due titoli mondiali dei pesi massimi e il titolo di “Fighter of the year” (Combattente dell'anno) nel 1973 e nel 1976.

 

Già da dilettante George Foreman aveva fatto intravedere tutte le sue straordinarie qualità, guadagnandosi una discreta popolarità e cogliendo al volo l'opportunità di partecipare alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968.

 

In territorio messicano, l'americano vinse in maniera piuttosto netta contro il russo Kyle Chepulis. La vittoria insindacabile contro Chepulis gli spianò la strada per farsi largo tra i professionisti, suo vero e proprio territorio congeniale.

 

Dopo alcuni anni in chiaroscuro, Big George riuscì a conquistarsi un incontro valido per il titolo mondiale: sulla sua strada, però, c'era Joe Frazier, uno dei pochissimi pugili in grado di contrastare Muhammad Alì. Frazier era l'uomo da battere, quindi, e, di conseguenza, il grande favorito.

 

Incredibile a dirsi, però, l'incontro che si svolse a Kingstone, in Giamaica, il 22 gennaio del 1973, fu senza storia. George Foreman annientò completamente Joe Frazier senza lasciagli alcuno scampo: tre atterramenti solo nella prima ripresa e altrettanti nella seconda, prima che l'arbitro decidesse di fermare l'incontro. Un vero e proprio massacro che portò per la prima volta Big George sul tetto del mondo.

 

Lì per lì fu tutto facile. Foreman difese il titolo con estrema facilità, sia contro Roman che contro Norton, allibendo letteralmente il pubblico per la sua sanguinosa ferocia. Nonostante fosse il campione in carica, lo statunitense non godeva dei favori del pubblico: troppo brutale e troppo rapido nel concludere gli incontri.

 

La sfida che si ebbe nel 1975 a Kinshasa (Zaire) per il titolo mondiale rimase letteralmente nella storia: fu la cosiddetta “The Rumble in the Jungle”, disputata contro Alì.

 

Questa volta, però, Foreman era assolutamente il favorito. Alì era stato sconfitto da Frazier e aveva il morale a terra per via dei vari guai relativi alla sua mancata chiamata alle armi.

 

Le cose però andarono molto diversamente: Alì fece sfogare Foreman per quattro riprese, incassando colpi potentissimi sulle braccia e risparmiando il più possibile le energie. Alla quinta ripresa Foreman, che attaccava come un mulo ma senza alcuna strategia, era sfinito.

 

A quel punto Alì prese completamente il controllo dell'incontro e mandò Foreman al tappeto per la prima volta in carriera. La serata afosa nello Zaire si era conclusa nel modo più inaspettato possibile.

 

Big George non accettò subito la sconfitta e accampò scuse poco credibili, come il fatto di essere stato avvelenato e che il team di Alì aveva allentato le corde. Molti anni più tardi, però, Foreman dovette ammettere che la sconfitta era stata ampiamente meritata.

 

“The rumble in the jungle” non fu senza conseguenze. George Foreman cadde in un periodo di profonda depressione che lo mandò in crisi definitivamente e che, a lungo andare, lo costrinse al ritiro. Tra i vari fattori ci fu anche la scoperta che i propri familiari avevano scommesso su Muhammad Alì.

 

Nel 1987, dopo anni dediti alla religione cristiana e ai propri figli (ben dieci), lo statunitense, alla veneranda età di 38 anni, decise di tornare sul ring. L'inizio, chiaramente, fu difficile, ma lo sport alcune volte regala dei momenti di romanticismo puro.

 

Nel 1994 ci furono una serie di circostanze che portarono George Foreman a combattere contro il ben più giovane Michael Moorer per il titolo: Tyson era in carcere, Holyfield aveva un incontro programmato e Lewis era in un periodo di crisi.

 

Uno scenario perfetto per Big George. Lo statunitense mandò al tappeto Moorer e divenne il campione mondiale dei pesi massimi più anziano della storia a 45 anni e 9 mesi. Davvero straordinario!

 

Questa e altre vittorie hanno inciso per sempre il nome di George Foreman nella storia: per tutti, a ogni latitudine, sarà sempre e solo Big George, l'uomo dalla forza sovrumana.



 

 

COLLABORA


scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 


[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE]


 

.