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N. 101 - Maggio 2016 (CXXXII)

Il principato di Nerva
Un regno breve ma rivoluzionario

di Alessandro Di Meo

 

Il regno dell’imperatore romano Marco Cocceio Nerva durò poco meno di due anni, dal 96 al 98 d.C., ma segnò profondamente la storia di Roma perché avviò l’epoca degli imperatori adottivi.

 

Nerva nacque a Narni, in Umbria, tra il 26 ed il 30 d.C., da una illustre famiglia di giureconsulti; il bisnonno Lucio Cocceio Nerva fu l’artefice dell’accordo di Brindisi (40 a.C.) tra Antonio e Ottaviano - con cui i due generali si spartirono i territori della Repubblica Romana - mentre il padre ricoprì la carica di console durante il regno di Gaio Caligola.

 

La famiglia di Nerva mantenne rapporti molto stretti con la dinastia Giulio-Claudia e lo stesso futuro imperatore fu amico di Nerone che lo ricompensò per non aver aderito alla congiura senatoria ordita da Pisone nel 65. Nel 69, al termine della guerra civile seguita alla morte di Nerone, diventò imperatore Tito Flavio Vespasiano; Nerva riuscì a diventare amico del nuovo sovrano e nel 71 ricoprì per la prima volta la carica di console, quindi fu nominato governatore della Mauritania. Nel 90, durante il principato di Domiziano, fu eletto console per la seconda volta; proprio quell’anno, approfittando della difficile situazione causata dalla guerra contro i Daci, le legioni della Germania Superiore si ribellarono a Domiziano, contando anche sul sostegno di alcuni senatori.

 

La rivolta fu rapidamente sedata, ma l’imperatore avviò una linea politica sempre più dispotica e ostile al Senato, sottoposto a continue epurazioni, mentre aumentò progressivamente i suoi favori all’esercito. Nel 96, tuttavia, Domiziano fu ucciso in una congiura di palazzo; lo stesso giorno dell’assassinio Nerva fu eletto imperatore in Senato.

 

La sua nomina, inizialmente approvata anche dall’esercito, era stata effettuata con molta probabilità per favorire l’instaurazione di un principato di transizione; al momento dell’elezione, infatti, Nerva aveva circa settant’anni, apparteneva all’ordine senatorio ed era noto per il suo carattere mite e tollerante. Il nuovo imperatore avviò subito una politica di riconciliazione generale, volta ad impedire lo scoppio di una nuova guerra civile a causa del risentimento dell’esercito per l’assassinio di Domiziano; tra gli altri provvedimenti, Nerva ordinò la distribuzione di terreni pubblici alle fasce più povere della popolazione, che finanziò vendendo parte delle sue stesse proprietà, incrementò la distribuzione pubblica del grano, trasferì i costi per la manutenzione delle strade al fisco pubblico, alleggerendo il carico finanziario che gravava sulle piccole comunità, e dispose la riparazione degli acquedotti, che affidò a Sesto Giulio Frontino, autore dell’opera De aquaeductu Urbis Romae, giunta fino a noi.

 

Le fonti sulla politica di Nerva sono scarse, l’unico storico dell’antichità che ne scrisse e di cui ci è pervenuta l’opera è il greco Cassio Dione (150 – 235 d.C.), mentre non ci sono giunte biografie dell’imperatore; le monete coniate da Nerva sono con molta probabilità le fonti più utili per conoscere i provvedimenti presi dall’imperatore e allo stesso tempo per ricostruire i suoi rapporti con il Senato e con l’esercito.

 

Nerva cercò soprattutto di restaurare le prerogative del Senato e avviò una linea politica volta a screditare il regime di Domiziano, richiamando a Roma i cittadini esiliati e restituendo loro le proprietà confiscate, ma i rapporti con l’esercito si deteriorarono rapidamente e nel 97 la guardia pretoriana si ammutinò e uccise i due prefetti responsabili della morte di Domiziano, sostenitori del sovrano; Nerva fu risparmiato, ma fu costretto a elogiare pubblicamente i pretoriani.

 

L’imperatore decise così di scegliere come suo successore non un membro della sua famiglia, ma un personaggio di grande rilevanza pubblica e nel settembre del 97 nominò suo erede Marco Ulpio Traiano, generale e governatore della Germania Superiore, conferendogli la carica di proconsole; la nomina di Traiano servì anche per migliorare i rapporti con l’esercito.

 

Nerva morì nel 98, dopo un anno e mezzo di regno, ma la sua decisione di introdurre il “principato adottivo”, ossia la nomina di un imperatore scelto per i propri meriti e non per l’appartenenza ad una famiglia, segnò un profondo cambiamento nella storia romana e avviò il secolo d’oro dell’Impero.



 

 

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