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N. 93 - Settembre 2015 (CXXIV)

PASSAGGI REMOTI
LE
PORTE SPARITE DELLE MURA SERVIANE - PARTE VII
di Federica Campanelli

 

Proseguendo verso Nord-Ovest dopo la porta Lavernalis, ai piedi del grande Aventino, doveva sorgere la porta conosciuta come Trigemina, che andava a “chiudere” l’antico perimetro cittadino. Della cinta muraria in questa area della città rimangono interessanti resti nei sotterranei della basilica di Santa Sabina, eretta nel V secolo d.C. Gli scavi qui condotti tra la fine del XIX e i primi anni del XX secolo hanno permesso di evidenziare le diverse fasi costruttive delle mura, dalla cinta del VI ai rifacimenti d’epoca repubblicana del IV secolo a.C.

 

Porta Trigemina

 Di tale porta non rimane alcuna testimonianza materiale, e anche in questo caso molte ipotesi sono state avanzate dagli studiosi circa la sua collocazione: tuttavia è probabile che sorgesse prossima al ponte Sublicio e al tempio di Hercules Victor, nell’area del Forum Boarium e del Forum Holitorium. Le aree del mercato furono parzialmente contenute nella cinta cittadina nel IV secolo a.C., per tanto l’apertura della porta Trigemina si deve alla ricostruzione delle mura in epoca repubblicana.

 

Si suppone che la porta sia stata attraversata dal clivus Publicius, tra le principali vie d’accesso all’Aventino da Ovest, e che extra portam Trigeminam si trovasse inoltre l’antico Emporium, il vecchio porto fluviale cittadino; dunque doveva trattarsi di una porta non poco rilevante.

 

La presenza di un tempio intitolato a Ercole nel Foro Boario è giustificata dal mito: secondo la tradizione romana, il figlio di Vulcano, il mostro Caco, rapì una mandria appartenente a Ercole che poi condusse in un oscuro antro sull’Aventino, dove egli dimorava. Ercole si trovava proprio vicino porta Trigemina quando udì il muggito che lo condusse al nascondiglio di Caco. L’eroe riuscì a recuperare i suoi buoi affrontando e vincendo il nemico.

 

Il tempio di Ercole, a lungo considerato erroneamente di Vesta, fu eretto nel 120 a.C. per volere del commerciante d’olio Marco Ottavio Erennio. Leggenda vuole che questi riuscì a contrastare l’assalto di alcuni predoni di mare proprio grazie alla protezione dell’invitto, forzuto eroe. Ecco Ercole farsi dunque protettore della transumanza e dei commerci, ed ecco motivata la sua presenza vicino all’area del mercato.

 

La denominazione della porta, Trigemina (detta anche Minucia), condurrebbe all’idea di un varco a tre fornici; questa supposizione regge solo se in riferimento al restauro augusteo, secondo un progetto analogo a quello realizzato, ad esempio, per la porta Esquilina (vedi “PARTE III). Si vuole in questo caso individuare la ricostruzione della vecchia porta repubblicana nell’arco monumentale a tre fornici conosciuto come arco di Lentulo e Crispino, eretto nell’anno 2 con i consoli Publio Cornelio Lentulo Scipione e Tito Quinzio Crispino Valeriano. L’arco venne poi distrutto nel XV secolo.

 

Tra gli eventi storici più noti verificatisi nei pressi della Trigemina, si ricorda lo scontro finale del 121 a.C. tra Gaio Gracco e l’opposizione conservatrice che nella persona del console Lucio Opimio aveva trovato la sua forza armata. L’ex tribuno e i suoi si arroccarono sull’Aventino, nel tempio di Diana, ma l’esercito senatorio costrinse Gracco alla fuga. Questi fu costretto ad abbandonare il colle e discendere il pendio fino a porta Trigemina, che attraversò per raggiungere ponte Sublicio e, infine, oltrepassare il Tevere. Qui la sua corsa si arrestò e con essa anche la sua vita. Gracco morì nel 121 a.C. Con lui perirono circa 3000 dei suoi fedeli.



 

 

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